ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01438

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 116 del 12/11/2013
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 3/00200
Firmatari
Primo firmatario: CHIMIENTI SILVIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 12/11/2013
Stato iter:
19/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/12/2013
Resoconto GIORDANI SIMONETTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 19/12/2013
Resoconto CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/11/2013

DISCUSSIONE IL 19/12/2013

SVOLTO IL 19/12/2013

CONCLUSO IL 19/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01438
presentato da
CHIMIENTI Silvia
testo di
Martedì 12 novembre 2013, seduta n. 116

   CHIMIENTI, BUSTO, DADONE, CASTELLI, BECHIS, CRIPPA, PAOLO NICOLÒ ROMANO e DELLA VALLE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   in Vercelli, zona via Derna, durante i lavori per la costruzione del Museo dello Sport portati avanti dal Comune, la ditta incaricata dal Ministero dei beni culturali rinveniva nei mesi estivi del 2012 una serie di testimonianze romane che poi si scoprivano essere appartenenti ad un complesso industriale denominato opificio romano;
   venivano denominati opifici gli edifici che sorgevano in al di fuori delle mura della città e in cui, in epoca romana imperiale, si svolgevano attività industriali in prossimità di strade strategiche per la comunicazione che fungevano da collegamento con centri di municipium altrettanto importanti;
   il rinvenimento del citato opificio rappresenta una testimonianza di irripetibile e indubbio valore storico e artistico, unica nel suo genere scientifico quale esempio di produttività di generi di svariato uso per la vita umana, nonostante risulti mancante del suo elevato;
   l'intera zona dove è stato rinvenuto l'opificio andrebbe sottoposta ad indagine esplorativa per rinvenire le numerose testimonianze consistenti in ceramiche, vetri, pietra, marmo e quant'altro riservi il sito. L'opificio è infatti collocato ai margini di una strada romana che da Vercelli conduceva ad Asti, costellata da ambo i lati da sepolture in nuda terra a cremazione e sarcofagi in pietra, come quello di una giovinetta romana, rinvenuto in epoca fascista nell'attuale piazza Cesare Battisti;
   diversi sono gli edifici di carattere monumentale e di rilievo archeologico sepolti, in parte distrutti, ma pur sempre localizzabili in Vercelli che attendono una loro rivalorizzazione e tra questi, oltre all'opificio sopra citato, degno di particolare attenzione è sicuramente l'anfiteatro romano datato I-II secolo d.C., localizzato tra gli attuali Corso De Rege e Viale Rimembranza a Vercelli e di cui nel corso degli anni sono state rinvenute ampie e ben conservate parti, rivelandolo come uno dei più grandi anfiteatri romani, di oltre 130 metri di ellisse;
   il Comune di Vercelli, anziché muoversi in direzione di un programma di salvaguardia effettiva dell'ambiente archeologico vercellese e in particolare dell'area dell'anfiteatro, ha deciso di approvare un progetto per il recupero della suddetta area che è stato criticato da più parti e ha suscitato reazioni e note di disappunto di movimenti ambientalisti, gruppi archeologici locali ed esperti. In particolare si fa riferimento alle voci autorevoli di studiosi ed associazioni come il Centro studi – Ricerche storiche e archeologiche Vercellae aderente ai gruppi archeologici italiani con sede a Roma costituitosi recentemente con il termine GAPO «Gruppo archeologico Piemonte Orientale», che si sono attestate unanimemente sulla stessa posizione di contrarietà al progetto. Tale progetto prevede infatti l'edificazione di una struttura in ferro e legno che ricordi in modo approssimativo la forma di un anfiteatro, con una parte destinata alle mura attualmente visibili, una pozza d'acqua rifornita dalla roggia Molinara al centro dell'arena, un parco verde e infine tre nuovi condomini circolari da 12.000 metri quadri, per un totale di novanta appartamenti e 200 posti d'auto sotterranei. Il valore degli interventi è stato stimato in 2 milioni e 400 mila euro;
   il progetto che coinvolge l'area dell'anfiteatro, il cui suolo è di proprietà di privati cittadini, è finanziato in parte pubblicamente e in parte privatamente mediante la realizzazione dei tre blocchi con superfici residenziali e commerciali, ed è stato definito da esponenti di Società Futura «più un'operazione immobiliare vantaggiosa per i costruttori che un intervento di valorizzazione di un patrimonio artistico finora rimasto nascosto. Il tutto perché, riducendo la zona di vincolo archeologico, gli edifici residenziali a terrazze che dovrebbero ricordare l'anfiteatro sorgeranno proprio a ridosso della parte interrata della struttura in cui ancora sono presenti le cavee»;
   oggi le mura romane dell'anfiteatro, in attesa che il progetto di riqualificazione dell'area voluto dal comune di Vercelli prenda avvio dopo continui rimandi, giacciono alle intemperie e rischiano di essere danneggiate irrimediabilmente, anche perché oramai mancanti del loro rivestimento in marmo;
   moltissimi altri siti in Vercelli, oltre all'opificio e all'anfiteatro, offrono testimonianze storiche di inestimabile valore nazionale e per la collettività, quali la necropoli presso i Cappuccini, la zona di Santo Stefano in civitate, il sito di San Bartolomeo, per citare solo una minima parte dei luoghi –:
   se non intenda confrontare con gli esperti della sezione cittadina dei gruppi archeologici aventi sede in Roma il progetto della nuova costruzione del museo dello sport con i disegni delle murature di epoca romana, al fine di poterne evitare la demolizione o la copertura, con il grave rischio di non rendere più visionabile il prezioso sito in oggetto;
   se non intenda adoperarsi per interloquire con la soprintendenza affinché i proprietari dell'area possano gradualmente cedere a prezzo di costo il suolo dell'area dell'anfiteatro, in modo da adibire finalmente la zona ad uso culturale grazie al lavoro dei gruppi archeologici volontari che già operano sul territorio vercellese e che si sono offerti a più riprese di collaborare per riportare alla luce con le loro competenze l'immenso patrimonio artistico e storico dell'area, sbloccando in questo modo una situazione che rischia di danneggiare irreversibilmente i reperti;
   quali urgenti iniziative intenda adottare affinché opere di irripetibile valenza scientifica, storica e culturale, come l'opificio sopracitato e l'anfiteatro romano, siano preservate e possano occupare a Vercelli, ricchissima città d'arte, il posto che loro compete. (5-01438)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 dicembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01438

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Chimienti, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede quali iniziative il Ministero intenda intraprendere per la valorizzazione di un'area di Vercelli interessata da ritrovamenti archeologici.
  Preciso, a tale proposito, che nell'area in parola è presente un affioramento di un contesto pertinente a un quartiere artigianale suburbano di età romana, le cui strutture, conservate esclusivamente per pochi tratti a livello di fondazione, sono associate a potenti depositi, ricchi di materiali di età romana, già asportati con metodo stratigrafico o in corso di indagine.
  La competente Soprintendenza archeologica del Piemonte, ha richiesto al Comune di Vercelli sin dal luglio 2012, a seguito dei primi affioramenti di strutture e stratigrafie di interesse archeologico, che fossero effettuati approfondimenti stratigrafici sull'area del cosiddetto opificio romano e che fosse eseguito uno scavo archeologico manuale sistematico in estensione, fino all'esaurimento delle giaciture archeologiche. Richiesta ribadita, con successive comunicazioni fino al giugno di quest'anno.
  Sugli esiti dell'indagine stratigrafica ancora in corso, la stessa Soprintendenza ha già fornito una preliminare comunicazione nel corso di una conferenza intitolata «Nuovi ritrovamenti di Vercelli romana». Una più approfondita notizia scientifica è attualmente in fase di stampa nel Notiziario dei Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte.
  Nel giugno di quest'anno è stato avviato il procedimento di verifica dell'interesse culturale, ai sensi dell'articolo 10 comma 3 e articolo 12 del Codice dei beni culturali, al fine di tutelare le strutture più rilevanti per la comprensione del sito. È tuttavia necessario segnalare che, a causa della modestissima conservazione dei resti murari, qualsiasi intervento conservativo e di valorizzazione in situ risulta difficilmente perseguibile.
  Fatte queste valutazioni, e considerando le motivate esigenze di carattere strutturale relative all'edificio in via di costruzione (Museo della Scherma), il Comune di Vercelli, a luglio di quest'anno, ha avanzato richiesta di parziale smontaggio di alcune strutture murarie del complesso.
  Nelle more della conclusione del procedimento di verifica dell'interesse culturale, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte ha autorizzato, per ragioni di motivata urgenza, il cauto smontaggio di una parte delle strutture archeologiche. Ad ottobre la stessa Direzione regionale ha formulato al Comune di Vercelli una richiesta di integrazione documentale in merito alla pratica di smontaggio delle murature antiche, sospendendo i termini del procedimento.
  Gli Uffici sul territorio, in continua collaborazione con il Comune di Vercelli, stanno lavorando al fine di offrire tutti gli opportuni strumenti per la comprensione e la conoscenza del contesto antico del cosiddetto opificio, non solo presso il sito stesso ma soprattutto nel costituendo Museo Archeologico della Città di Vercelli, dove troveranno adeguata visibilità i siti e i materiali provenienti dal concentrico cittadino.
  A tal proposito la Soprintendenza archeologica ha dichiarato la propria disponibilità a una fattiva collaborazione con istituzioni scientifiche o enti di ricerca accreditati, per coniugare efficacemente esigenze di tutela del patrimonio e di ricerca scientifica e per favorire un confronto con le istituzioni culturali cittadine.
  Per quanto più propriamente riferito all'area dell'anfiteatro romano della città di Vercelli, sottoposta a vincolo con decreto ministeriale del 13 marzo 1999, vorrei riferire che la Soprintendenza scrivente sta operando lì già da tempo.
  La soluzione progettuale approvata, per quanto di specifica competenza archeologica, è orientata sia al recupero e alla valorizzazione del monumento antico, sia al mantenimento degli indici volumetrici edificatori già consentiti sull'area. Tale soluzione progettuale è stata elaborata tenendo in debito conto anche gli esiti dei sondaggi archeologici già eseguiti; sondaggi che consentono di escludere la presenza di resti antichi in talune aree. Resta ferma, inoltre, la prescrizione vincolante che obbliga all'assistenza archeologica continuativa da parte di operatori archeologi dotati delle necessarie qualifiche professionali, tutti gli scavi necessari alla realizzazione dei fabbricati.
  L'attuale progetto è stato l'esito di una lunga concertazione tra la Soprintendenza archeologica, il Comune di Vercelli e i proprietari dei fondi, nel rispetto delle norme di Piano Regolatore, dei diritti dei proprietari e in ossequio alla legislazione vigente in materia di tutela.
  Quando si sarà raggiunto l'obiettivo complesso e oneroso del pieno recupero del bene per la pubblica fruizione, potranno essere eventualmente considerate forme di collaborazione con le associazioni di volontariato locali per la valorizzazione di questa importante risorsa territoriale.
  Gli stessi funzionari archeologi, oltre a perseguire le finalità di tutela proprie dell'istituzione, sono impegnati nella divulgazione e nel confronto scientifico in merito agli esiti degli interventi archeologici condotti sul territorio. I resoconti sono pubblicati con cadenza annuale sul Notiziario della rivista d'istituto (Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, scaricabili anche dalla Digital Library del sito www.archeo.piemonte.beniculturali.it) e i risultati delle attività di studio e approfondimento sono oggetto di conferenze pubbliche, interventi in convegni e pubblicazioni scientifiche.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

VERCELLI,VERCELLI - Prov,PIEMONTE

EUROVOC :

archeologia

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protezione dell'ambiente

patrimonio architettonico

opera d'arte