ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18611

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 891 del 27/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24/11/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/12/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18611
presentato da
D'INCÀ Federico
testo di
Lunedì 27 novembre 2017, seduta n. 891

   D'INCÀ e BRUGNEROTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda di Fabio Vettorel, ragazzo feltrino di diciannove anni, detenuto da oltre 4 mesi in regime di carcerazione preventiva ad Amburgo, a seguito degli episodi legati al summit del G20 del 9 luglio 2017, sta assumendo dei caratteri paradossali e kafkiani;

   arrestato insieme ad altre 73 persone, tra cui 11 italiani, che nel corso di questi mesi sono stati rimessi in libertà, Fabio Vettorel rimane l'unico italiano ad essere ancora in carcere con capi d'imputazione che appaiono inverosimili quali: il disturbo alla quiete pubblica, il tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi, resistenza a pubblico ufficiale e testimonianze dubbie ed imbarazzanti;

   le accuse a carico di Vettorel non giustificano, secondo gli interroganti, il trattamento giudiziario che sta subendo il giovane feltrino. Infatti si apprende da organi di stampa delle affermazioni della madre di Fabio, Jamila Baroni, la quale nel descrivere le vicende processuali a cui ha assistito, afferma che i testimoni dell'accusa: «sono cinque poliziotti che non hanno mai visto Fabio (...) uno più imbarazzante dell'altro (...). Uno di loro, ad esempio, sostiene di aver visto partire 15 grandi pietre dallo spezzone di corteo in cui si trovava Vettorel. Il suo collega testimonia il contrario. E per le telecamere della polizia che filmano quel luogo in quell'ora, di pietre non ne hanno inquadrata mezza»;

   forti perplessità sorgono in merito alla gestione arbitraria della legge e alla violazione dei diritti da parte delle autorità tedesche. Infatti il 2 ottobre 2017 la madre Jamila racconta di essere andata nel carcere di Hanoverstad e di aver scoperto che il figlio era stato trasferito in un altro carcere senza che nessuno abbia avvisato né lei, né il padre, né l'avvocato;

   il 15 novembre 2017 il tribunale di Amburgo si pronunciava positivamente in merito alla richiesta di scarcerazione provvisoria avanzata dai legali di Vettorel. La procura di Amburgo, però, ha impugnato la decisione, chiedendo di rinviare la liberazione in attesa della pronuncia del giudice superiore cui si è appellata;

   nell'ordinanza con cui si concedeva la remissione in libertà di Fabio Vettorel, il giudice Wolkenhauer, ispirandosi al principio della presunzione di innocenza dell'ordinamento tedesco e al valore rieducativo della carcerazione preventiva scrive letteralmente «Nella decisione (se scarcerarlo o meno, ndr) occorre tenere conto in misura determinante anche dell'effetto educativo della custodia cautelare»;

   l'ordinanza in questione getta, però, un'ulteriore ombra su una vicenda in cui lo stato di diritto sembra essere stato calpestato più volte, come gli osservatori internazionali hanno fatto notare;

   infatti tutte queste clamorose incongruenze, in merito al rispetto della legalità, hanno attirato anche le attenzioni di Amnesty International che chiede la scarcerazione di Fabio e rileva le irregolarità ed il mancato rispetto della raccomandazione (2006) 13 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, secondo la quale il fatto che una non sia sospettata di aver commesso un reato non sia cittadino o non abbia la residenza dello stato in cui è avvenuto il presunto reato non è un motivo sufficiente per stabilire che vi sia quel rischio di fuga che giustificherebbe la detenzione preventiva;

   inoltre, non pare che nel caso di Vettorel le autorità giudiziarie abbiano preso in considerazione misure alternative, quali ad esempio l'obbligo di residenza in Germania in attesa del processo, o forme di controllo in Italia con la cooperazione delle autorità di quest'ultimo Paese –:

   se intendano adoperarsi, con urgenza, per assicurare che la vicenda di cui in premessa possa risolversi positivamente nel pieno rispetto delle procedure processuali da parte delle autorità tedesche, tutela dei diritti e dei principi di legalità e di libertà personale che devono essere garantiti nei confronti di tutti i cittadini europei.
(4-18611)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-18611
presentata da
D'INCÀ Federico

  Risposta. — La Farnesina, per il tramite del Consolato generale di Hannover, ha seguito con grande attenzione la vicenda dei ventisette connazionali fermati dalla polizia tedesca nel corso delle manifestazioni che hanno avuto luogo durante il G20 svoltosi ad Amburgo il 7 e 8 luglio 2017.
  Appresa la notizia del fermo, la nostra rappresentanza consolare si è da subito attivata al fine di prestare agli interessati ogni possibile assistenza. Oltre a stabilire e mantenere un contatto con i loro familiari e con gli avvocati, sono state effettuate visite consolari per verificare il regime detentivo imposto ai connazionali e il loro stato psico-fisico.
  In tutti gli incontri avuti, sono sempre apparsi in un buono stato di salute e le loro condizioni detentive non hanno mai destato particolari preoccupazioni. Nei frequenti contatti con le autorità carcerarie ci si è costantemente premurati di sostenere, nei limiti del possibile, le loro richieste e non si è mancato di intervenire per agevolare la soluzione di problemi legati soprattutto alle comunicazioni – telefoniche ed epistolari – con l'esterno, con riferimento soprattutto ai contatti con i familiari.
  Dei ventisette connazionali fermati, ventuno sono stati rimessi in libertà poco dopo, mentre sei sono stati trattenuti.
  Di questi, la signora Marta Rocco è stata liberata il 10 agosto 2017. Su di lei la competente autorità giudiziaria tedesca deve ancora pronunciarsi su un'eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
  I signori Orazio Sciuto, Riccardo Lupano, Emiliano Puleo e Alessandro Rapisarda sono stati condannati a pene inferiori ai due anni di reclusione e tutti rilasciati con sospensione condizionale della sanzione.
  Quanto al signor Fabio Vettorel, avverso il provvedimento della custodia cautelare il legale del connazionale aveva presentato un ricorso alla Corte istituzionale, ravvisando un intento discriminatorio ai danni del suo assistito in quanto cittadini tedeschi sottoposti a indagini di uguale tenore per i medesimi fatti erano stati rapidamente rimessi in libertà. Detto ricorso è stato rigettato dalla suprema Magistratura tedesca.
  Il 16 ottobre 2017 è iniziato il procedimento penale a carico dell'interessato. Nel corso dell'udienza, l'avvocato difensore ha presentato istanza di ricusazione del giudice per asserita mancanza di imparzialità nei confronti del connazionale. Anche detta istanza è stata respinta. In occasione di una successiva udienza che ha avuto luogo lo scorso 15 novembre 2017, il legale che assiste il signor Vettorel aveva nuovamente chiesto che l'interessato fosse rimesso in libertà in attesa che si concludesse il processo a suo carico. Il giudice ha deciso positivamente subordinando la scarcerazione al pagamento di una cauzione di 10.000 euro, alla dimora ad Amburgo e all'obbligo di firma tre volte a settimana. Avverso tale provvedimento la pubblica accusa, in due successive occasioni, ha presentato ricorso, che è stato però entrambe le volte respinto. Il signor Vettorel è stato pertanto scarcerato il 27 novembre 2017. Le succitate misure restrittive sono state revocate la settimana scorsa. Le prossime udienze, dopo l'ultima svoltasi a porte chiuse lo scorso 23 gennaio, sono calendarizzate nel mese di febbraio 2018.
  Il nostro Consolato generale ad Hannover si è fortemente impegnato per fornire al ragazzo tutta la necessaria assistenza durante la permanenza nel penitenziario, mantenendo uno stretto e costante contatto con la madre, la signora Baroni, e con il legale che assiste il connazionale, nonché partecipando alle udienze che vedevano coinvolto il signor Vettorel. La nostra rappresentanza consolare continuerà a seguire da vicino il procedimento penale, presenziando – ove consentito – anche alle successive udienze.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Vincenzo Amendola.