ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17623

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 685 del 13/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: NACCARATO ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17623
presentata da
ALESSANDRO NACCARATO
giovedì 13 settembre 2012, seduta n.685

NACCARATO e RUBINATO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

il 6 settembre 2012 il personale della questura di Treviso ha eseguito una serie di perquisizioni a carico di 18 persone accusate a vario titolo di associazione militare. Secondo gli inquirenti, gli indagati - tutti appartenenti al «Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto» (Mlnv) - avrebbero costituito un corpo armato denominato «Polisia Veneta». Nella lista dei denunciati risultano, in particolare. Paolo Gallina, attuale comandante della polizia municipale nel comune di Cornuda (Treviso) e presidente del Mlnv; Sergio Bortotto, responsabile della vigilanza in un supermercato a Villorba (Treviso); e Loris Zanatta, titolare del pub «Vivavoce» adibito a sede della «Polisia Veneta»;

nella lista degli indagati risultano alcune persone coinvolte in un'analoga indagine sulla «Polisia Veneta» che a novembre 2009 aveva indotto le procure della Repubblica di Venezia, Treviso e Belluno a formulare l'accusa di costituzione di associazione militare, dopo che alcune perquisizioni nella sede della Life (Liberi imprenditori federalisti europei), nelle abitazioni degli indagati, e nel comando della polizia municipale di Comuda avevano evidenziato la disponibilità di armi per il gruppo. In particolare, nell'abitazione di Gallina è stato sequestrato un arsenale composto di nove pistole, due fucili a pompa e un migliaio di proiettili di vario calibro. Nel corso dell'indagine, sono emersi anche i piani di addestramento militare del sodalizio, comprese sessioni di tiro con armi da fuoco in una baita nella zona Pedemontana veneta. Secondo gli inquirenti, la propaganda degli organizzatori della «Polisia Veneta» aveva coinvolto circa 80 persone, pronte a collaborare alla strategia separatista del Mlnv, la cui ideologia considera le forze dell'ordine della Repubblica italiana alla stregua di «nemici dell'autogoverno del popolo veneto»;

il decreto legislativo n. 66 del 2010 con l'articolo n. 2262 del codice dell'ordinamento militare - predisposto dal Governo Berlusconi e dal Ministro per la semplificazione normativa pro tempore Roberto Calderoli - ha abrogato il reato di associazione militare previsto dal decreto legislativo n. 43 del 14 febbraio 1948. La cancellazione temporanea del grave delitto ha prodotto l'interruzione dell'iter giudiziario nei confronti degli aderenti alla «Polisia Veneta» vanificando gli elementi di indagine raccolti dalla Digos di Treviso nell'ultimo triennio. La ripresa delle indagini e la persecuzione del reato sono stati possibili solo grazie al decreto legislativo n. 20 del 24 febbraio 2012, predisposto dal Governo Monti, che ha abrogato l'articolo 2268 del codice dell'ordinamento militare previsto nel decreto legislativo n. 66 del 2010 reintroducendo il reato di associazione militare;

l'interrogante, insieme alla deputata del Gruppo PD Simonetta Rubinato, ha già espresso a questo Ministero forte preoccupazione per le vicende che hanno coinvolto gli aderenti alla «Polisia Veneta», come risulta nell'interrogazione a risposta scritta n. 4/04996 presentata nel corso della seduta della Camera n. 245 del 12 novembre 2009;

l'interrogante esprime, altresì, preoccupazione per il rischio di sottovalutazione della capacità operativa e dell'ideologia di stampo separatista del gruppo paramilitare legato al Mlnv. Nonostante lo sparuto numero di aderenti alla «Polisia Veneta», l'assenza di un blocco sociale di riferimento e l'evidente assurdità di obiettivi e proclami, è doveroso rilevare che l'inquietante fenomeno, negli ultimi anni, è stato alimentato dalla condotta tenuta da alcuni rappresentanti delle istituzioni regionali venete, che hanno provveduto, in molteplici occasioni, a giustificare le rivendicazioni dell'Mlnv rilanciandone i punti essenziali;

tale strategia è stata di recente rilanciata da alcuni esponenti locali della Lega Nord nonché dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, con l'evidente obiettivo ad avviso dell'interrogante di recuperare il consenso e l'immagine della Lega Nord dopo i fatti di natura giudiziari che hanno coinvolto l'ex tesoriere del partito Francesco Belsito e altri esponenti del partito;

a questo, il 7 settembre 2012, si sono aggiunte le dichiarazioni del sindaco di Verona, e segretario nazionale della Lega Nord, Flavio Tosi dal palco della Festa del partito a Treviso, secondo cui l'indagine si configurerebbe come la persecuzione di reati di opinione da parte di forze dell'ordine politicamente schierate, come sottolineato dal segretario veneto del Sindacato unitario lavoratori polizia (Siulp) in un comunicato di solidarietà alle forze di polizia e alla magistratura pubblicato sulla stampa locale. In particolare, secondo Tosi «Quando era Maroni Ministro dell'Interno l'obiettivo principale era la lotta alla mafia. Adesso, invece, se la prendono con dei poveracci che hanno le loro idee»;

come riportato dai quotidiani locali, il 3 settembre 2012 sul sito internet del Mlnv (www.mlnv.org) è apparso un proclama di minacce nei confronti del Presidente della Repubblica - atteso in visita a Venezia il 6 settembre - recante le seguenti espressioni: «La sua sicurezza e incolumità personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di rappresaglia»;

la disarticolazione del gruppo paramilitare della «Polisia Veneta», il sequestro del rilevante numero di armi e dei relativi proiettili nonché del materiale di propaganda e di numerose uniformi, sono stati resi possibili grazie alla capacità operativa, alla professionalità e al costante impegno del personale della questura di Treviso -:

se il Ministro sia al corrente dei fatti esposti in premessa;

quali iniziative concrete di competenza il Ministro intenda assumere per prevenire e contrastare l'organizzazione e le attività dell'associazione militare «Polisia Veneta» legata al Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto;

quali concrete iniziative di competenza il Ministro intenda porre in essere al fine di garantire l'efficienza e la massima operatività delle forze dell'ordine in Veneto, e in particolare nella provincia di Treviso, anche mediante lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie, ovvero di mezzi ed equipaggiamento adeguati alle operazioni di prevenzione e contrasto.
(4-17623)