ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17586

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 685 del 13/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 13/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 13/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17586
presentata da
GIORGIO JANNONE
giovedì 13 settembre 2012, seduta n.685

JANNONE. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

i mercati restano sempre fragili e sulle prospettive dell'economia gravano rischi pesanti perché il circolo vizioso crisi bancaria-crisi del debito sovrano si è «intensificato»: è questo il giudizio del Fondo monetario sulla fase attuale dell'Eurozona in un documento in cui si tenta di dare una spinta concreta alla nascita di una vera unione bancaria, conferendo maggior margini di manovra alla Banca centrale europea. Per l'Eurozona il Fondo monetario internazionale stima una contrazione dello 0,3 per cento quest'anno (invariata da aprile) e una crescita di 0,7 per cento nel 2013 (-0,2 per cento rispetto alla stima precedente). Viene confermato che la fase attuale è molto difficile e piena di incertezze per l'unione monetaria: la domanda interna privata resterà debolissima perché banche e famiglie continueranno a rimettere in sesto i bilanci, cauti business e consumatori, alta disoccupazione. Inoltre il Fondo monetario internazionale conferma l'indicazione di politica monetaria avanzata il 21 giugno: «La Bce ha spazio per ridurre i tassi di interesse dispiegando misure non convenzionali addizionali per superare lo stress in alcuni mercati». Nel frattempo però la Banca centrale europea ha portato il tasso centrale a 0,75 per cento. Il Fondo monetario internazionale consiglia alla Banca centrale europea di definire «un programma trasparente di "quantitative easing" comprendente un acquisto considerevole di bond sovrani possibilmente preannunciato», fornire ulteriore liquidità con «facility» ltro addizionali e di procedere a maggiori acquisti nell'ambito del «securities markets programme»;

l'Fmi spezza più di una lancia a favore di un'azione particolarmente intensa nei Paesi che hanno più margini per agire e che si trovano in una posizione di surplus con l'estero (innanzitutto la Germania). «Aumenti dei salari e dei prezzi degli asset nel nord sarebbero una parte del processo naturale di riequilibrio delle fonti di crescita e aiuterebbe a ridurre in modo appropriato gli alti surplus di parte corrente», scrivono gli economisti di Washington. Inoltre «differenziali di inflazione più alti faciliterebbero l'aggiustamento dei prezzi relativi nel sud dell'Eurozona». D'altra parte «un'inflazione più alta nel nord ridurrebbe il rischio di una spirale deflazionistica nel sud». Il rischio di una deflazione nell'Eurozona, in ogni caso, viene giudicato basso. La preoccupazione per l'economia si basa su cinque rischi fondamentali: fiducia ancora più bassa a causa del «deleveraging» bancario e del consolidamento dei bilanci; rischio di stagnazione e riduzione di lungo termine della crescita potenziale; il fallimento di una grande banca sistemica; rallentamenti nelle riforme in qualche Paese con effetto imitativo altrove; timore per l'integrità dell'Europa che potenzialmente può portare a stress finanziario più profondo e alla fuga dei correntisti dalle banche di diversi Paesi;

le misure anti-crisi prese a fine giugno 2012 per il sostegno finanziario nei confronti dei Paesi sotto il tiro dei mercati e per ricapitalizzare le banche sono positive, ma ora occorre accelerare sull'unione bancaria. È questo il giudizio del Fondo monetario internazionale contenuto nel rapporto sull'Eurozona. L'unione monetaria si trova «in un punto a metà strada scomodo e insostenibile» per cui occorre «una dichiarazione unificata di sostegno di tutti questi passi da parte dei governi con un chiaro calendario di decisioni». In sostanza, il Fondo monetario internazionale ritiene che l'Eurozona non abbia ancora «flessibilità economica o strumenti di policy per fronteggiare» il contagio finanziario. Non ci sono strumenti finanziari «sufficienti» di condivisione del rischio, non ci sono ancore comuni per sostenere le banche o altri strumenti che possono ammorbidire gli effetti degli choc sui bilanci pubblici. Di qui una serie di proposte (le stesse indicate a giugno): via libera agli eurobond, «una forma limitata di introduzione di debito comune con appropriata salvaguardia in termini di "governance" come passo intermedio verso l'integrazione delle politiche di bilancio e di condivisione del rischio». In seguito, occorre costruire velocemente l'unione bancaria che deve essere fondata su tre pilastri: schema paneuropeo di garanzia dei depositi finanziato da una tassa sul settore (in caso di stress ricorso a risorse condivise degli stati o per l'Eurozona a linee di credito della Banca centrale europea; meccanismo paneuropeo di «risoluzione» con il potere di farne pagare il peso ai privati (bail-in); supervisione comune. Il Fondo monetario internazionale chiede una «accelerazione del calendario» anche prevedendo l'intervento dell'Efsf/Esm per finanziare i due sistemi per i depositi e la risoluzione delle banche (oppure attraverso l'emissione di eurobill). In parallelo occorre procedere verso l'unione di bilancio. Alcune indicazioni fornite dal Fondo monetario internazionale per rilanciare l'economia degli Stati consistono nella riduzione delle imposte fondata su tagli della spesa pubblica per distribuire in modo migliore il carico dell'aggiustamento di bilancio e aiutare la crescita, nell'attuare le riforme definite a partire da quella sul mercato del lavoro e nel decentramento della determinazione dei salari -:

quali interventi i Ministri intendano proporre, in sede europea, affinché vengano accolte le indicazioni fomite dal Fondo monetario internazionale;

quali iniziative il Ministro dell'economia e delle finanze intenda adottare, dopo le affermazioni del Fondo monetario internazionale, affinché nel nostro Paese possa diminuire la pressione fiscale, senza inficiarne la ripresa economica. (4-17586)