ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16266

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 639 del 28/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: FUGATTI MAURIZIO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 25/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/05/2012
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16266
presentata da
MAURIZIO FUGATTI
lunedì 28 maggio 2012, seduta n.639

FUGATTI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

l'interrogante già in passate circostanze ha sollevato il problema provocato all'incolumità pubblica, alla tranquillità sociale ed alla sicurezza delle specie animali domestiche per via della presenza degli orsi immessi nel territorio del Trentino nell'ambito del progetto Life Ursus;

come già meglio descritto nelle precedenti interrogazioni di cui ai numeri 4-12122, 4-10832 e 5-04247, nel 1996 in Trentino, ha preso avvio il progetto di reintroduzione dell'orso bruno ed al momento la popolazione di orsi nella regione risulta essere composta da circa trenta individui e tale numero è dovuto, in gran parte, all'attuazione del predetto Progetto «Ursus-azioni di tutela della popolazione di orsi del Brenta», meglio noto come Life Ursus, promosso dal parco naturale Adamello Brenta, in collaborazione con la provincia autonoma di Trento e con il contributo scientifico dell'INFS (ora ISPRA);

nel corso degli anni, anche a causa di quelle che secondo l'interrogante sono state sottovalutazioni degli enti interessati circa la presenza di questi orsi, si sono verificati casi di predazione o altro danno a carico delle popolazioni locali;

in particolare, si sono evidenziati i casi dei due esemplari che hanno cagionato i maggiori problemi. Il primo, Jurka, a seguito di incursioni in aree antropizzate e predazione di bestiame in provincia di Trento ed il secondo, DJ3, figlia di Jurka, che si è resa responsabile, sempre in provincia di Trento, di danni al bestiame;

risale a qualche giorno fa il nuovo allarme che ha scosso alcune Valli del Trentino in cui si sono verificati episodi di aggressioni al bestiame da parte di questi orsi risvegliatisi dal letargo. Si fa riferimento, in particolare, ai recenti fatti accaduti in Val Rendena dove si è verificato che tre asini siano stati aggrediti e sbranati presumibilmente dallo stesso orso, al margine di alcuni centri abitati, allertando le istituzioni quando però era troppo tardi per i tre animali;

i cittadini lamentano di non sentirsi più padroni del loro territorio, di non poter più andare in montagna e tenervi degli animali all'aperto e pertanto hanno chiesto che venga definitivamente affrontato il tema della presenza dell'orso in Trentino e della difficoltà che incontrano gli abitanti delle valli dove gli esemplari del plantigrade scorrazzano liberi seminando panico e aggredendo animali domestici, con notevole danno agli allevatori -:

se sia a conoscenza dei nuovi problemi che hanno creato gli orsi presenti nelle Valli del Trentino sia alle popolazioni residenti e sia agli allevatori locali;

se, nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intraprendere iniziative urgenti volte ad assicurare alle popolazioni di tutte le Valli del Trentino una maggior sicurezza nel vivere il proprio territorio, allo scopo, nell'immediato, attivando azioni di contrasto alla incontrollata diffusione degli orsi in aree frequentate e frequentabili dall'uomo e contestualmente prendendo in considerazione la necessità di stabilire l'impossibilità della convivenza dei predetti orsi con le popolazioni di montagna, già svantaggiate per le difficili condizioni di vita ed ora maggiormente colpite anche a causa di questi pericoli, così da decidere l'annullamento del suddetto programma Life Ursus e lo spostamento in altri territori compatibili degli orsi oggi presenti nella regione Trentino. (4-16266)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-16266
presentata da
FUGATTI Maurizio

  Risposta. — In merito all'interrogazione in esame, concernente le problematiche connesse all'orso bruno presente in Italia, è necessario, in primo luogo, sintetizzare il quadro delle disposizioni normative poste a tutela della specie di che trattasi.
  Per quanto concerne il quadro normativo posto a tutela dell'orso bruno
(Ursus arctos), si precisa che lo stesso è ascritto nell'elenco delle specie animali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa ai sensi della direttiva 92/43/CEE «habitat» (allegato D, lettera a)) e per le quali il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 (di recepimento della direttiva) prevede il divieto tra l'altro, di catturarne o ucciderne esemplari nell'ambiente naturale (articolo 8). Eventuali deroghe alle disposizioni previste all'articolo 8 possono essere autorizzate, esclusivamente dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a condizione che non esista un'altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di distribuzione naturale (articolo 11). L'orso bruno rientra anche tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio, dalla legge n. 157 del 1992 «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio» che prevede la sanzione dell'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da euro 1032.91 a euro 6197.48 per chi abbatte, cattura o detiene esemplari, tra l'altro, di orso (articoli 2 e 30).
  L'attuale popolazione di orsi sulle Alpi Centro-Orientali è frutto del progetto comunitario
Life 1999-2002, fortemente voluto e sostenuto dalla provincia autonoma di Trento. Successivamente, fra questa amministrazione, la provincia autonoma di Trento, le altre amministrazioni regionali interessate e ISPRA è stato condiviso e sottoscritto il piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi Centro-Orientali – Pacobace (http.//www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/biodiversita/orso/orso-bruno-2010-BASSA-ISPRA.pdf) e il protocollo d'azione nei confronti degli orsi problematici. Il Pacobace rappresenta il documento di riferimento per le regioni, le province autonome, gli enti parco e gli istituti di ricerca per il coordinamento delle attività, tra le altre, di definizione degli interventi in situazioni critiche e di emergenza.
  Tutto ciò premesso ed in relazione ai quesiti posti dall'onorevole interrogante, si comunica che questo ufficio è pienamente cosciente dei possibili problemi derivanti da una specie come l'orso, riguardo i danni cagionati al bestiame da reddito, agli apiari, all'industria del turismo ed in alcuni casi anche del disagio arrecato alla popolazione locale a causa di orsi troppo confidenti. La situazione è oggetto di attenta valutazione e per questo motivo vi è anche un costante contatto con la provincia e con ISPRA.
  In provincia di Trento sono presenti squadre di intervento di emergenza composte da tecnici esperti ed appositamente formati per gestire i soggetti di orso bruno che si trovano in situazioni critiche e/o individuati come orsi problematici.
  A parere di ISPRA, la progressione numerica della popolazione, la frequenza e l'entità dei danni, la presenza di individui problematici rientrano negli andamenti dallo studio di fattibilità. Lo stesso ISPRA, ritiene che i dati ad oggi raccolti non evidenziano comportamenti anomali degli animali e che una attenta piena applicazione delle disposizioni tecniche del PACOIBACE possa efficacemente minimizzare i rischi per la sicurezza dell'uomo ed i danni causati dagli orsi alle attività economiche nell'area delle Alpi centrali, assicurando quelle condizioni di convivenza tra l'orso e l'uomo cui l'interrogante fa riferimento. Risulta quindi di fondamentale importanza la gestione di situazioni critiche secondo quanto previsto e soprattutto una più efficace azione di supporto nei confronti della popolazione locale per consentire la convivenza con l'orso, anche con la promozione di campagne di sensibilizzazione verso gli abitanti delle aree frequentate dall'orso al fine di evitare possibili conflittualità con le realtà locali e con l'industria turistica. Altro aspetto da non sottovalutare è la prevenzione verso possibili incursioni degli orsi presso stalle, ovili, pollai ed apiari, mediante la realizzazione e la posa in opera di appositi recinti elettrificati ed altre soluzioni dissuasive, messe a disposizione dagli allevatori anche nella provincia di Trento. Tali metodologie dissuasive, risultano essere ampiamente diffuse e utilizzate con successo anche nelle aree appenniniche interessate dalla presenza dell'orso bruno marsicano.
  Infine si ricorda che questo Ministero ha sempre confermato la propria disponibilità alla provincia autonoma di Trento, anche con il supporto di ISPRA, per trovare soluzioni idonee per la conservazione dell'orso e nel contempo per garantire la sicurezza alle popolazioni locali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareCorrado Clini.