ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16253

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 638 del 24/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16253
presentata da
MARCO BELTRANDI
giovedì 24 maggio 2012, seduta n.638

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

dal rapporto annuale dell'Istat emerge l'immagine di un Paese che sta vivendo una fase di difficile transizione economica e sociali, poiché aumentano i prezzi, i salari sono fermi, diminuiscono sia i consumi che il risparmio delle famiglie. C'è una sostanziale stabilità nel tasso di occupazione, ma i giovani restano senza lavoro. Non mancano segnali positivi, come la discesa del debito e la crescita delle esportazioni, però i problemi sono tanti: tra tutti le donne e il Sud, che è rimasto troppo indietro rispetto al resto del Paese;

i salari reali sono rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi 20 anni. Il rapporto dell'Istituto è chiaro: «Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita di quattro decimi di punto l'anno». Il prodotto interno lordo subirà una contrazione dell'1,5 per cento nel 2012 per poi aumentare dello 0,5 per cento nel 2013. Lo ha detto a margine della presentazione il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini;

la leggera ripresa dell'occupazione nel 2011, non ha coinvolto i giovani. «L'occupazione, in termini di unità di lavoro standard, è cresciuta dello 0,1 per cento nel 2011», si legge nel rapporto. La disoccupazione tra i 18 e 29 anni ha toccato il 20,2 per cento nel 2011, facendo registrare la massima distanza dal 1993 con il tasso di occupazione complessivo. L'anno scorso i neet cioè i giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni, che non studiano né lavorano, sono 2,1 milioni. Il 31,9 per cento si concentra al Sud, valore quasi doppio del Centro-Nord con punte in Sicilia e Campania;

le famiglie italiane guadagnano di più in termini assoluti, ma il potere d'acquisto è diminuito. Si è ridotta la propensione al risparmio. «Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita di quattro decimi di punto l'anno. Negli ultimi due decenni la spesa per consumi delle famiglie è cresciuta a ritmi più sostenuti del loro reddito disponibile, determinando una progressiva riduzione della capacità di risparmio. Dal 2008 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 2,1 per cento in valori correnti, ma il potere d'acquisto (cioè il reddito in termini reali) è sceso di circa il 5 per cento»;

in Italia il 33,7 per cento delle donne tra i 25 e i 54 anni non percepisce reddito. Sono cifre che fanno precipitare il Paese in fondo alla classifica europea per il contributo della donna ai redditi. Una neo mamma su 4 perde il lavoro. Nel 2012, a due anni dalla nascita del figlio quasi una madre su quattro (il 22,7 per cento) in precedenza occupata non ha più un lavoro. Solo il 77,3 per cento delle mamme mantiene il posto di lavoro a due anni dalla nascita del figlio;

il Mezzogiorno è fanalino di coda della penisola. Qui la situazione peggiora per tutti: operai, giovani e donne. Anche i servizi sociali sono inferiori al resto del Paese. Basti dire che, secondo l'Istat, nel 2010 il servizio sanitario nazionale ha speso 1.833 euro pro capite, che vanno dai 2.191 della provincia di Bolzano ai 1.690 della Sicilia. Le strutture residenziali per anziani offrono in media 37 posti letto ogni 1.000 anziani residenti nel Nord, e appena 10 al Sud. In Campania e Sicilia i più bassi livelli di soddisfazione per la sanità;

in tale contesto economico le imprese rischiano il «credit crunch». La modesta attività di investimento è stata accompagnata da crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Nella seconda metà del 2011 la percezione delle imprese manifatturiere sulle condizioni di credito è crollata: la percentuale di aziende che avverte un inasprimento delle condizioni si attesta su livelli compresi tra il 35 e il 45 per cento ovvero «valori molto elevati e paragonabili a quelli osservati nelle fasi più severe della crisi dell'autunno 2008»;

anche l'indice dei prezzi al consumo non porta buone notizie. L'inflazione italiana è cresciuta più degli altri Stati europei. «Nella media 2011 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività è aumentato del 2,8 per cento, quasi il doppio dell'anno precedente. La dinamica inflazionistica italiana, misurata attraverso l'indice armonizzato, è risultata in media d'anno di poco superiore a quella dei paesi dell'area euro (rispettivamente 2,9 e 2,7 per cento)» -:

se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali ulteriori iniziative intendano porre in essere, in aggiunta a quelle già intraprese, per dare soluzione alla crisi economica in atto. (4-16253)