BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalla agenzia di stampa AGI del 21 maggio 2012, il grave evento sismico che ha colpito alcune zone dell'Emilia Romagna ha riguardato anche le carceri, in modo particolare l'istituto penitenziario di Ferrara, dove la polizia penitenziaria, a partire dalle quattro circa di mattina, è stata costretta ad evacuare 500 detenuti, molti dei quali hanno il divieto di incontro tra di loro, perché collaboratori di giustizia o perché sottoposti al regime di alta sicurezza;
i detenuti sono stati portati in spazi esterni, come il campo di calcio, nel rispetto del piano di evacuazione e, soprattutto, delle norme di sicurezza;
sulla vicenda Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, ha dichiarato: «Fortunatamente tutto si è svolto nel migliore dei modi senza conseguenze per nessuno, nonostante le grandi difficoltà incontrate per l'esiguità degli spazi a disposizione e la carenza di personale, soprattutto di notte, quando si riduce ulteriormente. Infatti, sono stati richiamati gli agenti liberi dal servizio, in quel momento reperibili, e quei pochi che erano rimasti in caserma a dormire. I vertici dell'istituto hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco, per verificare eventuali danni strutturali. In luoghi come le carceri eventi di questo tipo possono assumere aspetti ancora più drammatici, considerato che coloro che si trovano nelle strutture detentive, perché reclusi, oppure perché ci lavorano, non possono allontanarsi, per evidenti ragioni» -:
dove siano stati allocati i detenuti in questione nei giorni immediatamente successivi all'evacuazione e se intenda intervenire affinché la predetta azione di sfollamento non arrechi pregiudizi ai diritti delle persone recluse;
se sia stata verificata la presenza di eventuali danni strutturali nel carcere di Ferrara dopo l'evento sismico. (4-16252)