PORFIDIA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
l'istituto italiano per l'Africa e l'Oriente (o IsIAO), è un ente pubblico non economico, posto sotto la sorveglianza del Ministero degli affari esteri, a base associativa (circa 300 soci) nato nel 1995 dalla fusione dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), fondato nel 1933 da Giovanni Gentile e Giuseppe Tucci, con l'Istituto italo-africano (IIA), fondato nel 1906;
l'IsIAO opera attivamente nel campo della promozione culturale fra l'Italia e i Paesi dell'Africa e dell'Asia. Ha costituito centri di studio e di ricerca, organizzato mostre e conferenze, patrocinato convegni e seminari specialistici, edito riviste e pubblicazioni di riconosciuto valore accademico, istituito, sin dagli anni '50, corsi di lingue e culture africane e orientali, restaurato siti prestigiosi (quali Persepoli in Iran) e avviato programmi di cooperazione nel campo della conservazione e restauro, sottoscritto convenzioni e gemellaggi con analoghi enti accademici e università sia italiani che stranieri, realizzando tutto ciò con il concorso dei suoi soci e di un gran numero di esperti e docenti di formazione orientalistica e africanistica. Inoltre, al fine di promuovere e coordinare attività scientifiche internazionali, si avvale di una rete di oltre 120 accordi e convenzioni in Italia e all'estero con università, Ministeri, accademie ed enti di ricerca;
il contributo di carattere scientifico che l'Istituto ha recato - e reca tuttora - a una più diffusa conoscenza dei vari aspetti (storici, linguistici, artistici, culturali, religiosi, e altro) delle civiltà affermatasi nel corso dei millenni nei Paesi dell'Africa e dell'Asia, testimonia un impegno e una dedizione costanti, nel solco della migliore tradizione della scuola africanistica e orientalistica italiana;
IsIAO possiede, oltre alla sede centrale di Roma, 3 sezioni su territorio nazionale, a Milano, Ravenna e Fano, e 3 sezioni all'estero, Kyoto, Shangai e Saidu Sharif; quest'ultima è operativa da oltre 50 anni soprattutto nel settore archeologico;
attraverso il suo centro scavi e ricerche archeologiche e i suoi numerosi centri di ricerca (di bioarcheologia, lessicografia, e altro) l'istituto organizza, da più di cinquanta anni, missioni archeologiche, etnografiche ed etnolinguistiche. Esse sono attualmente operative in Afghanistan, Armenia, Cina, Giordania, Iran, Iraq, Kazakhstan, Mali, Nepal, Oman, Pakistan, Sudan, Tajikistan, Thailandia, Tunisia, Turkmenistan, Uzbekistan, Yemen. Costante, inoltre, è sempre stato l'impegno dell'Istituto nella valorizzazione e conservazione dei beni culturali in Asia e in Africa anche mediante progetti di cooperazione, tra i quali vale la pena menzionare la costituzione nella Repubblica popolare cinese del Centro per la conservazione e il restauro del patrimonio storico-culturale a Xi'an e del Sino-Italian Cooperation Training Center of Conservation and Restoration for Cultural Properties a Pechino;
la biblioteca dell'IsIAO - che si articola in due sezioni, africana ed orientale - possiede circa duemilacinquecento testate periodiche (cinquecento correnti), raccolte rare e di pregio (manoscritti, xilografie, antiche edizioni, carte geografiche, raccolte fotografiche, e altro). Di singolare rilevanza sono, tra gli altri, il Fondo Tucci composto da circa venticinquemila volumi, tra cui un copioso manipolo di xilografie e manoscritti in lingua tibetana ed un ricco numero di testi in cinese della tradizione buddista; una collezione di microfilm riproducenti alcune raccolte di manoscritti tibetani cinesi provenienti dalle grotte di Dunhuang; il fondo Quaroni di carattere indologico ed il Fondo E. Dubbiosi composto di numerose opere manoscritte in arabo;
la sezione africana della fototeca, ereditata dal Ministero delle colonie, comprende circa quattrocentomila stampe fotografiche e ventimila negativi. La sezione orientale include cinquecentomila foto prodotte nel corso delle missioni dell'Istituto. Circa dodicimila sono frutto delle spedizioni di Giuseppe Tucci nella regione himalayana, con foto uniche di monumenti tibetani non più esistenti;
la cartoteca è ricca di tremila carte geografiche per un totale di quattordicimila fogli, ereditati dal servizio cartografico del Ministero delle colonie. La raccolta, che va dal penultimo decennio del XIX secolo alla prima metà del XX, è la più importante del genere in Italia e riguarda, in particolare Eritrea, Etiopia, Somalia e Libia;
le collezioni orientali, di proprietà dell'Istituto e depositate nel Museo nazionale d'arte orientale «Giuseppe Tucci» a Roma, comprendono materiali rinvenuti nel corso delle campagne archeologiche. Importantissimi i reperti dell'arte del Gandhara. Le collezioni africanistiche, conservate dall'Istituto, comprendono opere di artisti italiani attivi nelle ex colonie, dipinti etiopici, sculture lignee, documenti e cimeli di esploratori, elementi di arredo, produzioni locali, materiali archeologici;
l'IsIAO, tra le sue finalità più rilevanti, ha quelle di diffondere la conoscenza delle lingue e delle culture dei Paesi dell'Africa e dell'Oriente attraverso appositi corsi; corsi che vantano una lunga e consolidata tradizione. Già nel lontano 1934, l'IsMEO disponeva - sotto la presidenza di Giovanni Gentile e la vice-presidenza di Giuseppe Tucci - l'istituzione in Roma di un corso di cinese e di uno di giapponese. Da allora furono via via istituiti corsi di bengalico, urdu, hindi, persiano e altro e dal 1951 furono formalmente attivati i corsi pratici triennali di lingue e culture orientali e africane;
sin da gli anni 1950 l'IsIAO ha avviato una intensa attività editoriale che ha prodotto sinora più di 500 titoli tra monografie edizioni critiche di manoscritti redatti in lingue orientali, rapporti di scavo atti di convegni e riviste;
dal settembre 2008 è on-line il Media-Store dell'Istituto, in cui è possibile consultare ed acquistare tutti i libri del catalogo di IsIAO editore;
nel corso della primavera del 2011 l'ente è stato toccato da un enorme buco di bilancio che ha portato a giugno all'annuncio del commissariamento, che è diventato effettivo solo a dicembre. Il Ministero degli affari esteri, organo vigilante, non riesce ancora a quantificare la cifra esatta, ma si parla di una somma che va da un milione e mezzo a tre milioni di euro;
nel frattempo i dipendenti del prestigioso istituto (18 persone, impiegati i che hanno vinto un concorso pubblico) al quale fa capo anche il Museo nazionale d'arte orientale di Roma, sono stati lasciati senza stipendio e parrebbe senza chiare prospettive -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda porre in essere per sanare la situazione occupazionale e salariale degli impiegati e per recuperare nel miglior modo possibile le funzioni dell'IsIAO, che a fronte della sempre maggiore globalizzazione di beni e conoscenze e visto l'impegno continuo dell'Italia in missioni internazionali in scenari afroasiatici, viene a ricoprire un ruolo fondamentale nell'ambito di studi e ricerche di settore.
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