ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13053

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 617 del 02/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: MUCCI MARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 02/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRODANI ARIS MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 02/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 02/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13053
presentato da
MUCCI Mara
testo di
Lunedì 2 maggio 2016, seduta n. 617

   MUCCI e PRODANI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   con la sentenza n. 162/2014 la Corte costituzionale ha, sancito l'illegittimità del divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge n. 40 del 2004. Con riguardo alle possibilità di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, la Corte ha affermato che: «Deve anzitutto essere ribadito che la scelta di tale coppia di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi, libertà che, come questa Corte ha affermato, sia pure ad altri fini ed in un ambito diverso, è riconducibile agli artt. 2, 3 e 31 Cost., poiché concerne la sfera privata e familiare. Conseguentemente, le limitazioni di tale libertà, e in particolare un divieto assoluto imposto al suo esercizio, devono essere ragionevolmente e congruamente giustificate dall'impossibilità di tutelare altrimenti interessi di pari rango (sentenza n. 332 del 2000). La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali, e ciò anche quando sia esercitata mediante la scelta di ricorrere a questo scopo alla tecnica di PMA di tipo eterologo, perché anch'essa attiene a questa sfera»;
   oggi, a due anni da quella sentenza, si è praticamente fermi: ostacoli, cavilli burocratici, caos normativo, regioni che sulla sanità procedono in ordine sparso per cui quello che è un diritto costituzionalmente garantito fa ancora fatica ad essere applicato;
   «Con la fecondazione assistita di tipo eterologo non siamo ancora partiti» è una delle risposte più frequenti che si ricevono dai centralini degli ospedali pubblici italiani. Il problema principale, stando a quanto riferiscono i medici responsabili dei reparti di ginecologia e medicina della riproduzione, starebbe nella pressoché totale assenza di donatori: mancano cioè gameti maschili e femminili. I motivi per cui tale approvvigionamento è estremamente difficile in Italia sono molteplici. Prima di tutto ciò è legato ad un fenomeno culturale, in quanto manca una cultura della donazione ed in tal senso bisogna rilevare una totale mancanza di una campagna informativa, sull'esempio di quelle promosse dal Ministero della salute per la donazione di sangue e organi;
   altro motivo sembra riscontrarsi sia nella mancanza di un rimborso ai donatori sia nell'assenza di previsione di spesa di copertura degli screening a cui i donatori devono sottoporsi per sicurezza sanitaria e tracciabilità; tale spesa attualmente è a carico dei donatori. A differenza per esempio della Spagna dove, per legge, i donatori possono avere 30 euro e le donatrici 800, l'Italia, invece, è tra i Paesi europei che hanno scelto di non concedere alcun rimborso spese per la donazione. «Questo, afferma uno dei pochi donatori italiani che ha accettato di concedere un'intervista anonima a FaiNotizia, non andrebbe a eliminare il concetto di gratuità della donazione. Chiedere ad un donatore di dover mettere i soldi di tasca propria in un procedimento che impiega tempo e impegno è sicuramente un disincentivo. I tempi delle analisi sono stati piuttosto lunghi, io ho iniziato a marzo dell'anno scorso e ho finito le ultime raccolte in ottobre e ho speso 230 euro. Un rimborso spese sarebbe auspicato e auspicabile dal personale medico stesso»;
   di conseguenza, senza donatori l'unica soluzione è importare gameti dall'estero. In tal senso, nell'ambito del nuovo assetto normativo, la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 nel 2014) all'articolo 1, comma 298, «Al fine di garantire, in relazione alle tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, la tracciabilità del percorso delle cellule riproduttive dal donatore al nato e viceversa, nonché il conteggio dei nati generati dalle cellule riproduttive di un medesimo donatore», ha previsto la creazione di un «Registro dei donatori di cellule riproduttive per tecniche di fecondazione eterologa» presso l'Istituto superiore di sanità, Centro nazionale trapianti e nell'ambito del Sistema formativo trapianti (SIT) di cui alla legge 10 aprile 1999, n. 91;
   tale registro contiene «tutti i soggetti ammessi alla donazione, mediante l'attribuzione ad ogni donatore di un codice. A tal fine, le strutture sanitarie autorizzate al prelievo e al trattamento delle cellule riproduttive comunicano al Registro i dati anagrafici dei donatori, con modalità informatiche specificamente predefinite, idonee ad assicurare l'anonimato dei donatori medesimi. Fino alla completa operatività del Registro, i predetti dati sono comunicati al Centro nazionale trapianti in modalità cartacea, salvaguardando comunque l'anonimato dei donatori». Dall'aprile 2015 al 1o luglio 2015 i dati dei donatori e le informazioni sui nati sarebbero stati trattati in violazione della legge n. 40, delle normative internazionali che l'Italia ha recepito e delle norme sulla privacy; come accertato dal Garante della Privacy è stata violata la privacy dei donatori collegati alle coppie riceventi prevedendo l'invio dei dati in chiaro e non tramite il codice criptato. Mentre in riferimento ai dati relativi all'importazione di gameti dall'estero il Centro nazionale trapianti e l'Istituto superiore della sanità mantengono l'assoluto riserbo ed in ogni caso ad utilizzarli sono soprattutto i centri privati con le conseguenze economiche che si possono immaginare;
   eppure all'indomani della sentenza della Corte Costituzionale, il Ministro della salute, in un'audizione del 29 luglio 2014 aveva affermato che la procreazione medicalmente assistita eterologa sarebbe stata inserita nei lea, i livelli essenziali di assistenza, e che in attesa di tale inserimento occorreva vincolare una quota del fondo sanitario nazionale per permettere l'accesso alla procreazione medicalmente assistita nei centri pubblici, con l'obiettivo di «mettere regioni e centri di Pma in condizione di partire subito con l'eterologa». A due anni di distanza però, nulla è cambiato e gli ultimi aggiornamenti dei lea portano la data del 2001;
   nella seduta del 22 dicembre 2014, è stato accolto come raccomandazione dal Governo l'ordine del giorno 9/2679-bis-B/117 con il quale si impegna lo stesso ad inserire le procedure di procreazione medicalmente assistita nei livelli essenziali di assistenza (LEA);
   si rileva infine che, a dare diretta attuazione alla sentenza ci hanno allora pensato le regioni, con l'approvazione del documento sulle problematiche relative alla fecondazione eterologa a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 162 del 4 settembre 2014 che fornendo «indirizzi operativi ed indicazioni cliniche omogenee rende immediatamente applicabile la decisione della Corte». Quel documento però, pur essendo stato approvato all'unanimità, non è stato recepito da tutti. All'appello mancano infatti Campania, Calabria, Sardegna e Basilicata, ma anche lì dove esistono delibere di recepimento altri casi e particolarità le rendono inapplicabili. Nonostante l'esistenza di atti giuridici validi, infatti, è ancora una volta la volontà politica ad imporre le proprie scelte, con l'inserimento di cavilli che frenano e a volte bloccano tutto il procedimento. Difficoltà se ne trovano in tutte le altre regioni italiane, ad eccezione di Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le uniche che consentono ad oggi di poter accedere a tecniche di fecondazione assistita di tipo eterologo nel pubblico. I tempi, però, come si può immaginare, non sono affatto brevi. In Toscana, ad esempio, la prima data utile è quella del luglio 2017;
   le soluzioni, dunque, tornano ad essere ancora una volta il «turismo procreativo» o i centri privati, che però non sono accessibili a tutti, con costi che si aggirano intorno ai cinquemila euro. Per chi non volesse spostarsi poi si può ordinare seme da donatori anonimi direttamente on-line. Qui si possono scegliere tratti somatici e «razza». Basteranno, poi, un paio di giorni e poche decine di euro e si riceverà la provetta in contenitore di ghiaccio o di azoto liquido direttamente a casa. On-line è possibile trovare anche soluzioni alternative «low cost». È il «fai da te» in ambito procreativo, ultimo effetto collaterale della legge n. 40. Su forum e social network è possibile trovare annunci di uomini che si offrono di donare il proprio seme a coppie che non riescono ad avere figli. I donatori, insieme ad una breve descrizione di loro stessi, forniscono analisti del sangue e test Hiv, garantendo alte percentuali di successo –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato, dopo un'approfondita indagine, intenda intraprendere nei confronti dei responsabili del Centro nazionale trapianti che, nonostante le norme in vigore in materia, sembra abbiano richiesto i dati dei donatori con nome, cognome, codice fiscale e altre informazioni, dati collegati a coppie riceventi;
   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere affinché le tecniche di fecondazione eterologa siano disponibili per tutte le coppie italiane, dando anche attuazione all'ordine del giorno accolto dal Governo in materia. (4-13053)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

procreazione artificiale