ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11995

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 563 del 05/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: ROMANO PAOLO NICOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 05/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11995
presentato da
ROMANO Paolo Nicolò
testo presentato
Venerdì 5 febbraio 2016
modificato
Martedì 16 febbraio 2016, seduta n. 570

   PAOLO NICOLÒ ROMANO e TOFALO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   molti comuni italiani, in particolare delle aree montane e appenniniche, da anni, lamentano carenze infrastrutturali nella diffusione del segnale digitale al punto che sono numerosi i territori isolati dal punto di vista della ricezione tv e radio;
   tale problema di mancata integrale copertura nazionale del segnale radiotelevisivo riguarda molti comuni montani e collinari del Piemonte, ma anche della Lombardia, dell'Emilia Romagna (in particolare nel parmense, nel piacentino e nell'area tra Cesena e Forlì), del Friuli Venezia Giulia (l'area di Pordenone) anche se disagi più o meno significativi si riscontrano in tutto l'arco alpino e in moltissime aree appenniniche. In questi territori troppe comunità non fruiscono pienamente del servizio pubblico radio-televisivo e non poche sono totalmente al «buio» come si usa dire in gergo tecnico;
   da tempo, le cause di tali disservizi sono note alle autorità pubbliche e agli enti competenti, essendo stati oggetto di molteplici interrogazioni consiliari, regionali e parlamentari, di specifiche indagini conoscitive – tra cui la più nota realizzata dal comitato regionale per le comunicazioni del Piemonte (Corecom Piemonte) – ed iniziative pubbliche di sensibilizzazione e protesta, l'ultima del 10 gennaio 2016 promossa dall'Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), che ha pubblicamente invitato tutti comuni, le comunità montane e le unioni montane di comuni ad approvare un ordine del giorno in consiglio o in giunta, da trasmettere ai parlamentari delle proprie regioni, per chiedere un tavolo di monitoraggio nazionale con la commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l'intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) al fine di promuovere la mappatura delle aree alpine e appenniniche dove il segnale radio tv è scadente, oppure inesistente e per la rimozione delle cause di tale digital divide;
   non convince la risposta del Sottosegretario allo sviluppo economico, Antonello Giacomelli, data il 6 luglio 2015 all'interrogazione 4-03460, che, nel giustificare tale digital divide, ha dichiarato che: «la concessionaria del servizio pubblico, ha confermato di rispettare pienamente gli obblighi di copertura sopra riportati, evidenziando che un'eventuale estensione della copertura richiederebbe significativi investimenti e un arco temporale non breve», poiché la società di Radiotelevisione italiana (Rai Spa) è il quinto gruppo radiotelevisivo d'Europa, un colosso delle comunicazioni, che ha la concessione esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo, che esercita in regime di monopolio e a cui si paga una tassa annuale denominata «Canone Rai». Pertanto, nessuna ragione economica può giustificare la mancata realizzazione delle infrastrutture necessarie ad assicurare la copertura integrale del territorio nazionale del segnale digitale, così da garantire parità di accesso al servizio pubblico radiotelevisivo alla totalità degli italiani e, questo, anche in virtù dei numerosi sprechi che hanno caratterizzato e caratterizzano tuttora il cosiddetto «carrozzone Rai»;
   Rai Way è la società italiana proprietaria delle infrastrutture e degli impianti per la trasmissione e diffusione televisiva e radiofonica della Rai presente capillarmente su tutto il territorio nazionale, con una sede centrale a Roma, 23 sedi territoriali e oltre 2.300 siti dislocati su tutto il territorio italiano;
   l'articolo 1, comma 152, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016), stabilendo che l'imposta sul possesso della tv, comunemente chiamata «canone Rai», di euro 100,00, venga inserita sulla bolletta elettrica e versata ratealmente, a partire dal mese di luglio 2016, ha posto praticamente fine alle diffuse pratiche evasive, essendo la tassa più odiata dagli italiani, consentendo un recupero di gettito stimato, secondo un rapporto di Ricerche & Studi Mediobanca, nell'ordine di 420 milioni di euro in più l'anno per le casse dello Stato;
   numerose enti territoriali, in primis le comunità montane e le unioni montane di diverse regioni italiane, negli ultimi dieci anni, si sono fatti carico, acquistando e gestendo direttamente, con notevoli costi, impianti di diverse dimensioni e potenza per assicurare la trasmissione del segnale televisivo anche nelle valli più interne e nelle zone d'ombra non raggiunte dal segnale delle torri gestite da Rai Way –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per avviare un completo monitoraggio della qualità della ricezione del segnale televisivo sul territorio nazionale e se non ritenga urgente assumere iniziative, per quanto di competenza per impegnare parte del maggior gettito fiscale dall'imposta «Canone Rai» per il potenziamento delle infrastrutture per la trasmissione del segnale tv, in particolare nelle aree montane e più interne del Paese, così da ridurre il progressivo e sempre più grave aumento del «divario digitale» tra le zone periferiche del nostro Paese ed i centri urbani.
(4-11995)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

televisione

servizio pubblico

bilancio dello Stato