ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11990

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 563 del 05/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 05/02/2016
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 05/02/2016
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 05/02/2016
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 05/02/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 09/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/02/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/02/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 09/02/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 16/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11990
presentato da
SIBILIA Carlo
testo presentato
Venerdì 5 febbraio 2016
modificato
Martedì 9 febbraio 2016, seduta n. 565

   SIBILIA, COLONNESE, TOFALO, PETRAROLI, CASTELLI, MICILLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in un articolo pubblicato il 28 gennaio 2016 sul sito online «Economia e Finanza» firma di Mauro Bottarelli ed intitolato «Banche, le "fregature" in arrivo per l'Italia» si fa riferimento al fenomeno della cosiddetta cannibalizzazione del sistema bancario italiano;
   nel suddetto articolo si cita il fatto che «negli Stati Uniti le cosiddette "Big Four" (JP Morgan Chase, Bank of America, Wells Fargo e Citigroup), le principali quattro banche del Paese, insieme detengono il 45 per cento di tutti i depositi del Paese, circa 4,6 triliardi di dollari. La quinta banca, US Bancorp, non si avvicina nemmeno (...): pur avendo 3151 filiali e 65 mila dipendenti, ha infatti depositi per soli 271 miliardi di dollari»;
   nel pezzo si legge ancora che «tra il 1990 e il 2010 negli Stati Uniti 37 banche siano state inglobate dalle Big Four, siano sparite: il trionfo dell'M&A (Merger&Acquisition, fusioni e acquisizioni) che tanto viene invocato da Matteo Renzi»;
   secondo l'articolista Bottarelli, la frequenza di questo processo di consolidamento del settore bancario Usa è stata maggiore durante la crisi finanziaria del 2008, quando le Big Four hanno acquisito piccoli competitor (Washington Mutual, Bear Stearns, Countrywide Financial, Merrill Lynch e Wachovia) alle prese con i prestiti sub prime, garantendosi così l'assenza di concorrenza a vita («visto che la creazione di nuove banche è scesa a zero esattamente come i tassi della Fed: tra il 2009 e il 2013 sono nate solo 7 nuove banche negli Usa»);
   inoltre, sulla base di uno studio della Fed del 2014, questo fenomeno di denatalità bancaria è dovuto all'aumento delle regolamentazioni legato proprio alla crisi finanziaria: secondo la George Mason University, «negli ultimi 15 anni il numero di piccole banche negli Usa – le nostre popolari o Bcc – è sceso del 28 per cento, mentre le grandi banche sono aumentate del 33 per cento dal 2000 a oggi»;
   anche a parere degli interroganti, le crisi bancarie, frutto di speculazioni finanziarie, servono soltanto a consolidare sistemi oligopolistici che cancellano la concorrenza e danneggiano i consumatori e ciò accade anche in Italia;
   in un articolo pubblicato il 23 gennaio 2016 sul sito online « Economia e Finanza»: a firma di Sergio Luciano ed intitolato «Da Monti a Renzi, i guai irrisolti (anche) dopo la "magia" di Draghi», «la colpa e di Monti se oggi le banche tremano, perché, grazie alla sua inutile e confusa patrimoniale sulla casa il valore degli immobili italiani è caduto di vari punti e si è come congelato su livelli che tuttora non risalgono». Detto in altre parole: «Quando sarà passato l'eco delle parole, con cui Mario Draghi ha nuovamente “sedato” i mercati, le banche italiane si ritroveranno nude di fronte al problema reale che le opprime, 350 miliardi di euro di “non performing loans”, cioè crediti deteriorati, di cui ben 200 di sofferenze, ovvero crediti i cui debitori da tempo non pagano più né i rimborsi di capitali, né le rate di interessi. Ebbene, col crollo del valore del mattone questa copertura di garanzia... garantisce effettivamente meno di quanto potrebbe e contiene appunto al 46 per cento la percentuale di rischio di perdita implicita, per il sistema bancario italiano, nelle sofferenze» con la conclusione che «se gli immobili finalmente, dopo otto anni di calo, vedessero ripartire al rialzo i loro prezzi, le banche respirerebbero»;
   nello stesso articolo si fa riferimento ad «altre due spiegazioni tecniche – poco ascoltate in questi giorni convulsi – per la crisi di rigetto da parte dei mercati che ha colpito le banche: sono la gestione maldestra della "risoluzione" di Banca Etruria e degli altri tre istituti decotti; e gli annunci incauti e prematuri sulla nascita della bad bank statale. Il sistema bancario italiano ha sostenuto un costo complessivo di 4,2 miliardi per gestire il fallimento delle quattro banche, svalutando addirittura dell'82 per cento i loro crediti in sofferenza: se questa stessa percentuale fosse applicata agli altri 200 miliardi di sofferenze in essere, come hanno arguito molti analisti finanziari stranieri, significherebbe per le banche ufficialmente sane essere a corto di capitali per circa 100 miliardi, uno sproposito ingestibile. Ma non è così, proprio perché sappiamo che un 46 per cento di quei 200 miliardi è coperto da buone garanzie e la percentuale di realizzo della parte restante (non garantita) – in caso di cessione a una bad bank – è nell'ordine del 20-25 per cento, il che riduce ad un 30 per cento il rischio di perdite ulteriori, una sessantina di miliardi. Tanti, ma più gestibili» –:
   alla luce di quanto affermato il 21 gennaio 2016 dal Presidente del Consiglio dei ministri, secondo cui «In Italia ci sono troppe banche» se il Governo disponga di elementi su quali e quante banche rischiano di chiudere i battenti e con quali modalità e, considerata l'introduzione del meccanismo detto « bail-in», quali siano gli strumenti di protezione degli azionisti, degli obbligazionisti e dei correntisti delle banche in via di chiusura e se siano state previste forme di tutela e di informazione per i suddetti soggetti. (4-11990)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

crisi monetaria

statistica della sanita'