ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11694

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 548 del 15/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/01/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/01/2016
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/01/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/01/2016
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 15/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/01/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/01/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 26/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11694
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 15 gennaio 2016, seduta n. 548

   NESCI, LOREFICE, GRILLO, DELL'ORCO, PARENTELA e DIENI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto raccontano le cronache locali e nazionali, una donna di 28 anni incinta, residente a San Calogero (Vibo Valentia), si sarebbe recata, il 26 dicembre 2015, all'ospedale «Jazzolino» per sottoporsi a degli accertamenti, a causa di dolori addominali lancinanti, da cui pure sembrerebbe sia emersa una sofferenza fetale;
   rimandata a casa e tranquillizzata sugli stessi dolori, la donna si è ripresentata al nosocomio il 7 gennaio 2016, ma a quel punto in ospedale hanno riscontrato e poi comunicato alla donna l'incredibile morte del feto ancora in grembo;
   secondo quanto raccontato da « Il Quotidiano del Sud», a parte i dolori della settimana precedenti, nei giorni successivi «la situazione era sostanzialmente normale e nulla aveva fatto immaginare che le cose potessero precipitare in modo così tragico»;
   secondo la citata fonte giornalistica, «vista la situazione, si è proceduto al parto con il feto che, come detto, è purtroppo nato privo di vita. A quel punto i familiari della donna, increduli per quanto avvenuto, compreso il marito Francesco Di Masi, hanno immediatamente presentato denuncia alle forze dell'ordine ricostruendo la vicenda. Si è pertanto proceduto al sequestro della cartella clinica e di tutto il tracciato, con la documentazione che è arrivata sul tavolo del pm Coluccio (Claudia, nda). Oggi (otto gennaio, nda), quindi, l'autopsia che potrà offrire un quadro maggiormente chiaro sulla terribile ed amara vicenda)»;
   secondo i primi risultati della suddetta autopsia, sarebbe emersa la circostanza che il sangue non scorreva correttamente all'interno del condotto;
   sempre nel corso delle verifiche sul corpicino del piccolo Angelo (questo è il nome che avevano scelto papà Francesco e mamma Elvira) è risultato «come gli organi fossero integri e, quindi, perfettamente sani. Il che aggiunge ancora maggior amarezza alla drammatica vicenda. Ad ogni modo, le risultanze verranno messe nero su bianco dai periti che si sono presi un termine di 90 giorni»;
   stando a quanto emerso nei giorni successivi alla tragedia, ci sono tre medici coinvolti, iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Coluccio: due sanitari del reparto di Ginecologia dello «Jazzolino» (uno dei quali già coinvolto in passato in un episodio analogo) e uno in servizio presso il pronto soccorso. L'ipotesi di reato formulata è provocato aborto in concorso;
   a condurre indagini parallele, peraltro, è anche il dipartimento, per la tutela della salute della regione Calabria, che ha «immediatamente attivato il gruppo di esperti per la valutazione e verifica delle procedure messe in atto relativamente al percorso nascita», come dichiarato dal dirigente generale, Riccardo Fatarella;
   i tanti dubbi sulla vicenda sono stati espressi, chiaramente, dal legale di fiducia della famiglia, l'avvocato Aldo Currà: «Per quale motivo nessuno, al momento della sofferenza fetale, ha disposto un esame ecografico ? Perché non sono stati effettuati ulteriori e specifici accertamenti sulla ragazza e il bimbo ? Come mai queste condotte sono state caratterizzate da simile negligenza ed imperizia ?»;
   prime risposte sono arrivate anche dall'azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia che ha istituito una commissione d'inchiesta interna. Viene rilevata una discrasia rispetto alla versione fornita dalla famiglia, cioè che la sera del 26 dicembre 2015 la ragazza «venne sottoposta ad ecografia dallo specialista ginecologo di turno e, non emergendo problemi a carico del feto e della stessa paziente, quest'ultima era stata rinviata al proprio domicilio. Il 28 dicembre successivo la stessa, su consiglio del ginecologo che la seguiva, è stata nuovamente sottoposta a visita di controllo presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale vibonese; anche in tale circostanza non sono emersi rilevanti problematiche per madre e feto». Viene infine specificato che i previsti accertamenti esperiti la mattina del 7 gennaio hanno «accertato la morte endouterina del feto che ha portato la donna ad essere immediatamente ricoverata e sottoposta a taglio cesareo»;
   a parere degli interroganti urge fare rapidamente chiarezza sull'accaduto, anche perché sono svariati i casi di decessi di neonati o delle madri partorienti nelle strutture ospedaliere calabresi, riscontrati negli ultimi mesi;
   a mo’ di esempio, si ricorda l'interrogazione n. 4-08940, presentata dall'interrogante il 24 aprile 2015, nella quale si raccontava di una donna di 37 anni (C.C. le sue iniziali), fisioterapista di Taverna che viveva a Squillace (due piccoli comuni in provincia di Catanzaro), morta domenica 19 aprile 2015 all'ospedale «Pugliese» di Catanzaro, poche ore dopo la nascita della figlia;
   tali vicende non possono prescindere da una ricognizione puntuale sulle carenze della rete dell'assistenza calabrese in ordine all'evento del parto;
   nella fattispecie, come già denunciato in precedenti atti di sindacato ispettivo, desta forte preoccupazione la situazione della terapia intensiva neonatale regionale, per cui – secondo quanto detto alla scrivente dallo stesso personale medico – andrebbero ricavati subito nuovi posti dedicati, per evitare di mandare mamme e famiglie fuori regione, il che è un rischio più che concreto;
   a riprova di quanto detto, preme sottolineare che il 25 febbraio 2015, sul quotidiano « La Repubblica» e come ricordato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-08250, si leggeva un intervento dei dottori Domenico Corea e Pasquale Novellino, rispettivamente direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia di Lamezia Terme (Catanzaro) e direttore di patologia neonatale di Catanzaro;
   nel summenzionato articolo, si legge che «in Calabria la situazione è drammatica. Per un'area (Catanzaro, Crotone e, Vibo), dove avvengono circa 6.000 parti l'anno a fronte dei 12 posti letto previsti in terapia neonatale intensiva, sono attivi, dopo la soppressione di 4 posti letto a Crotone e 4 a Lamezia Terme, solo 4 posti letto a Catanzaro. E non infrequente è il caso di trasferimenti di donne gravide e neonati fuori regione (...) chiediamo un intervento rapido del Ministro perché non vorremmo essere facili profeti»;
   tale carenza di personale sanitario, ovviamente, è causa di pesanti sofferenze dell'utenza;
   in una situazione di tale gravità non mancano, pertanto, anche i casi di malasanità, specie nel territorio vibonese;
   in quest'occasione, oltre ai casi già summenzionati, si ricordano l'interrogazione n. 4-07323, riguardante il signor Nicola Guarna, morto a causa di soccorsi tardivi all'ospedale di Vibo Valentia, l'interrogazione n. 4-07674 riguardante la signora Santina Cortese, anche lei vittima della negligenza del suo medico curante e della struttura ospedaliera, ancora dell'ospedale di Vibo Valentia –:
   di quali elementi disponga il Governo in relazione al caso concreto;
   quali azioni di competenza intenda intraprendere per verificare, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, il reale livello di sicurezza dei reparti di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Vibo Valentia, a garanzia del diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione e dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza. (4-11694)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

sequestro di beni

istituto ospedaliero