ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05575

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 266 del 17/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/07/2014
Stato iter:
31/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/10/2014
MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 03/10/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/10/2014

CONCLUSO IL 31/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05575
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Giovedì 17 luglio 2014, seduta n. 266

   REALACCI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   come riportato nei giorni scorsi dai maggiori quotidiani nazionali e locali, da ampi servizi televisivi ed approfondimenti online, Coldiretti ha lanciato un allarme sulla concorrenza sleale del riso asiatico contro la produzione nostrana. Si tratta non solo di dumping commerciale ma anche di timori legati alla qualità e alla nocività di risi coltivati senza i necessari controlli fitosanitari;
   nel 2014 si è altresì verificata in un solo anno una riduzione del 22 per cento, per una riduzione di oltre 15 mila ettari, delle risaie destinate alla coltivazione di riso varietà «indica», che viene importata dalla Cambogia senza dazio e con grave danno ai coltivatori italiani;
   l'accordo «Everything But Arms» – «Tutto tranne le armi» – che ha portato all'azzeramento dei dazi, ha favorito, come denuncia Coldiretti, l'insediamento di multinazionali in Paesi meno avanzati dove hanno fatto incetta di terreni e si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l'utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee. Per questo dopo la mobilitazione sul territorio, una delegazione di produttori rappresentativa di tutte le regioni guidata ha portato al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, un campione di riso importato dalla Cambogia per chiedere che vengano fatti controlli qualitativi dopo che nel primo semestre 2014 il sistema di allerta rapido europeo (RASFF) ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati o che superano i limiti ammessi di residuo e assenza di certificazioni sanitarie;
   il 20 maggio 2014 la «Autorità europea per la sicurezza alimentare», EFSA, ha inoltre pubblicato il «rapporto 2014 sui residui di pesticidi negli alimenti», frutto del «programma coordinato di monitoraggio dell'Unione europea»; il rapporto si riferisce alle attività di controllo relative ai residui antiparassitari nei prodotti alimentari effettuate nel 2011 in 29 Paesi europei (i 27 Stati membri e 2 Paesi EFTA, Islanda e Norvegia). Nel medesimo documento viene illustrata anche una valutazione del rischio ambientale, che ha prodotto alcune raccomandazioni alle istituzioni europee intese a migliorare l'applicazione della legislazione europea sui residui di antiparassitari negli alimenti; nel 2011 più di 79.000 campioni di oltre 600 prodotti alimentari sono stati testati per verificare la presenza di residui fitosanitari. Oltre al peperoncino vietnamita vi sono altri alimenti di consumo quotidiani come l'okra dall'india col 43,3 per cento di irregolarità; i piselli dal Kenya col 40,4 percento di irregolarità; le lenticchie dalla Turchia (1,6 milioni chili importati) che sono risultate irregolari in un caso su quattro col 24,3 per cento di irregolarità; le melagrane col 40,5 per cento di irregolarità; le arance dall'Uruguay col 19 per cento di irregolarità presentano residui di pesticidi quali l'imazil, il fenthion e l'ortofenilfenolo, oltre i limiti di legge, il cui utilizzo è vietato nel nostro Paese; i fichi dal Brasile col 30,4 per cento di irregolarità; il frutto della passione dalla Colombia col 25 per cento di irregolarità; l'ananas dal Ghana col 15,6 per cento di irregolarità; le foglie di the dalla Cina col 15,1 per cento di irregolarità, le cui importazioni nei primi due mesi del 2014 sono aumentate addirittura del 1100 per cento; il riso dall'India, Myanmar e Cambogia col 12,9 per cento di irregolarità, con un flusso di importazione record di 38,5 milioni di chili nel 2013, risulta essere il prodotto a rischio più importato in Italia; i fagioli dal Kenya col 10,8 per cento di irregolarità; i cachi da Israele col 10,7 per cento di irregolarità; il peperoncino dalla Turchia col 10,5 per cento di irregolarità. Si tratta di valori preoccupanti per l'Italia che può contare su una produzione con livelli di sicurezza elevati con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2 per cento (limite di un già basso 0,3 per cento delle precedenti analisi) che sono risultati inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6 per cento di irregolarità) e addirittura trentadue volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità);
   secondo il Dossier della Coldiretti le importazioni del riso cambogiano in Italia sono aumentate del 360 per cento nel primo trimestre. Il riso «indica» lavorato cambogiano arriva in Italia ad un prezzo riferito al grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata, pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale;
   l'Italia è ancora il primo produttore europeo di riso su un territorio di 216 mila ettari. Questa produzione storica riveste poi un ruolo ambientale insostituibile e contribuisce a dare opportunità occupazionali a migliaia di famiglie che compongono così una delle filiere più importanti dell'agroalimentare italiano di qualità, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo –:
   se il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali intenda attivarsi da subito affinché la questione del dumping commerciale del riso asiatico sia posta e risolta in ambito comunitario e affinché venga attivata la «clausola di salvaguardia» contro importazioni a dazio zero di riso. (4-05575)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 ottobre 2014
nell'allegato B della seduta n. 322
4-05575
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Con riguardo alla problematica rappresentata, concernente la produzione del riso, riferisco che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, già a partire dall'agosto 2013, ha rappresentato in sede di comitato di gestione cereali, le difficoltà di mercato che si delineavano a causa dell'incremento registrato nell'ultimo periodo di importazione di riso lavorato dai Paesi meno avanzati (Pma) ed in particolare dalla Cambogia.
  A tutt'oggi, si conferma il trend evolutivo delle importazioni evidenziato dall'interrogante ed anche recentemente rappresentato dalla delegazione italiana nelle competenti sedi europee ed ai vari livelli istituzionali.
  Evidenzio che, al fine di trovare ogni confacente soluzione alla problematica su esposta, abbiamo lavorato di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e la filiera circa l'elaborazione di un documento tecnico che dimostri il peggioramento costante dello stato «commerciale» della produzione risicola nazionale.
  Ciò premesso, evidenzio che il dossier «richiesta della clausola di salvaguardia» per l'importazione di riso dalla Cambogia è stato inoltrato, per il tramite della rappresentanza italiana presso la Unione europea, alla Commissione europea – DG Trade.
  Le procedure europee prevedono, nella fattispecie, che la Commissione, nei successivi trenta giorni, provvederà ad attivare l'indagine conoscitiva.
  Inoltre, ho chiesto la massima attenzione ed un mirato supporto soprattutto alla filiera del riso, sostenendo l'iniziativa anche attraverso il coinvolgimento delle rispettive Federazioni europee di settore.
  Preciso, altresì che, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, fermo restando l'impegno a portare avanti tutte le azioni previste dalla regolamentazione europea per sostenere la produzione italiana del riso, ritiene opportuno coinvolgere anche gli altri Stati membri produttori interessati, quali la Grecia e la Spagna, sollecitandoli a presentare un dossier simile a quello italiano.
  Per ultimo, rilevo, che stante il perdurare della situazione, l'attività del Ministero sarà finalizzata a seguire le ripercussioni che potrebbero derivare dalla diminuzione delle superfici e dalla riduzione dei prezzi per le aziende risicole.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaliMaurizio Martina.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

prodotto agricolo

cerealicoltura

antiparassitario

prodotto alimentare

importazione comunitaria

riduzione tariffaria