ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00705

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 28 del 04/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2013
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2013
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/06/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/06/2013

SOLLECITO IL 25/11/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00705
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo presentato
Martedì 4 giugno 2013
modificato
Martedì 11 giugno 2013, seduta n. 31

   SORIAL, COMINARDI, ALBERTI, BASILIO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
la scuola primaria comunale Grazia Deledda di Brescia è una delle vittime principali dell'inquinamento causato dalla fabbrica Caffaro: a causa delle mancate bonifiche dei terreni prossimi alla scuola, i bambini, da dieci anni, non possono usufruire liberamente del cortile perché il terreno è intriso di policlorobifenili (PCB) e diossine: durante la ricreazione gli alunni sono confinati in una sorta di platea in cemento, per non entrare in contatto con il terreno gravemente inquinato, e anche l'acqua prelevata dai rubinetti, utilizzata nelle mense, è ormai diventata motivo di forte preoccupazione;
a seguito di questa drammatica situazione dell'inquinamento, i genitori degli alunni, si sono visti costretti ad occupare la scuola con i loro figli, per far sentire la loro voce contro la mancata bonifica ma anche per protestare contro quella che avvertono come indifferenza delle istituzioni, lamentando anche la recente spesa di 450 mila euro effettuata dal comune di Brescia per il restauro della statua «Era Fascista», quando per il giardino della scuola ne sarebbero bastati 150 mila;
nella città di Brescia esiste infatti da anni un'emergenza sanitaria e ambientale di contaminazione diffusa da pcb (policlorobifenili), che interessa vaste aree collocate nel comune di Brescia, limitrofe alla ex-fabbrica Caffaro, dove vivono più di 25 mila tra uomini, donne e, naturalmente anche bambini, che, ad esempio, non hanno più la possibilità di godere delle zone verdi come i parchi pubblici, poiché non si può più camminare sull'erba senza rischiare la contaminazione da pbc;
la situazione è ben più grave poiché l'assorbimento del pcb è pressoché inevitabile visto che avviene soprattutto a mezzo dell'assunzione di alimenti di origine vegetale ed animale, prodotti nell'area interessata, e dunque, per i più piccoli, anche attraverso il latte materno, con il quale le madri, inconsapevolmente, hanno trasmesso ai loro figli sostanze che, per il livello di tossicità, vengono paragonate alla diossina di Seveso, come ha recentemente sancito lo IARC, l'Istituto per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità; e infatti, le ricerche effettuate dall'ASL di Brescia riportano nei cittadini residenti presso i terreni interessati, valori anche 10/20 volte maggiori quelli normali di assorbimento a carico dell'organismo umano; conseguenza diretta dei tremendi valori d'inquinamento ambientale nei terreni, superiori anche di 5000 volte quelli normali fissati dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 (livelli per le aree residenziali pari a 0,001 mg/kg, successivamente modificato in 0,060 mg/kg), denunciati dalle ricerche effettuate dall'ARPA di Brescia su mandato del comune di Brescia;
tale inquinamento è dovuto principalmente alle attività pregresse della stabilimento chimico Caffaro Spa, attivo dall'inizio del 1900 nella produzione di vari composti derivati dal cloro, ora società Chimica Fedeli Spa e in disuso, che dagli anni trenta fino a metà degli anni ’80 ha prodotto migliaia di tonnellate del pericoloso cancerogeno pbc, sversandone centinaia di tonnellate allo stato puro nell'ambiente circostante poiché erano assenti le procedure minimali di protezione nei processi d'immagazzinamento, tanto che ora il «sito Caffaro» è tristemente entrato a far parte ufficialmente dei siti di interesse nazionale individuati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare come sito fortemente contaminato e quindi da bonificare;
secondo un reportage dello scorso autunno e trasmesso domenica 31 marzo 2013 dalla trasmissione di RaiTre «PresaDiretta», e come segnalato anche a mezzo stampa (Giornale di Brescia, il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano), dallo stabilimento Caffaro di Brescia, continuerebbero ad uscire significative quantità di pcb e altri pericolosi inquinanti;
nel corso della trasmissione sono stati riportati i dati di una recente indagine condotta da un epidemiologo di Mantova, dottor Paolo Ricci, su dati ufficiali dell'Istituto superiore di sanità, un significativo aumento nella popolazione bresciana rispetto al resto del Nord Italia di tumori al fegato (+58 per cento), tumori al seno (+26 per cento), linfomi non-Hodgkin (+20 per cento), aumento che, secondo l'epidemiologo, sarebbe in stretta relazione con il forte inquinamento da PCB di cui sopra;
dagli anni settanta è stata riconosciuta la pericolosità dei PCB e riconosciute le loro potenzialità tossiche, nonché la loro capacità di attecchire sul DNA umano; più in particolare l'esposizione ai PCB al di sopra dei limiti evidenziati dalla ricerca medico-scientifica e definiti dal legislatore, avrebbe effetti patogeni di vario tipo: alterazioni al funzionamento di fegato e pancreas, alterazioni a carico del sistema immunitario, fino al loro grave e riconosciuto effetto cancerogeno (IARC 2013) –:
quali misure il Governo intenda prendere o abbia deciso in ordine a tale grave emergenza sanitaria e ambientale che sembra aver raggiunto le dimensioni del vero e proprio disastro ambientale e se sia a conoscenza della grave situazione esposta in premessa della scuola Grazia Deledda e, in tal caso, non reputi necessario intervenire nei modi che gli sono propri per difendere il fondamentale diritto alla salute degli alunni dell'istituto;
se, vista l'estrema gravità dei fatti, non si consideri necessario avviare una seria indagine, volta a valutare con certezza le conseguenze sanitarie a cui è stata ed è soggetta la popolazione della zona, anche attraverso l'attivazione di adeguati e capillari controlli sanitari sulla popolazione interessata, con particolare attenzione alla salute dei più piccoli, come gli alunni della scuola Deledda, attivandosi anche affinché tutti i dati sanitari e ambientali che sono e saranno in possesso dei soggetti istituzionali siano resi pubblici e disponibili per i cittadini;
se, non si ritenga urgente avviare parimenti un serio a capillare monitoraggio ambientale delle aree interessate, per chiarire la gravità dell'inquinamento subito da questa zona;
se non si consideri, altresì, improcrastinabile fermare da subito con azioni e infrastrutture mirate, lo sversamento degli inquinanti dallo stabilimento bresciano della ex Caffaro, anche per tramite degli istituti specializzati del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e attivare tutte le necessarie risorse finanziarie al fine di avviare rapidamente la bonifica dei terreni e della falda idrica, a partire dalle zone più delicate come il cortile della scuola Grazia Deledda, chiarendo modalità e tempi di implementazione e precisando l'ammontare delle risorse disponibili per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale. (4-00705)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

BRESCIA - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

disastro naturale

sostanza tossica

sostanza pericolosa

istituto di istruzione

controllo sanitario

zona residenziale

degradazione dell'ambiente