ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03060

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 807 del 31/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: LAFFRANCO PIETRO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 31/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 31/05/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-03060
presentato da
LAFFRANCO Pietro
testo di
Mercoledì 31 maggio 2017, seduta n. 807

   LAFFRANCO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il contratto collettivo nazionale per i dipendenti del terziario, distribuzione e servizi è stato sottoscritto il 30 marzo 2015 da Confcommercio con le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, e l'analogo contratto a firma Confesercenti è stato siglato a giugno 2016 con previsioni economiche sostanzialmente identiche;
   una parte della grande distribuzione, quella che aderisce a Federdistribuzione, continua a non riconoscere alcun aumento contrattuale ai dipendenti, pur non avendo Federdistribuzione firmato un altro contratto nazionale;
   Federdistribuzione, infatti, non è mai stata firmataria di alcun contatto nazionale e dichiara pubblicamente che le aziende aderenti applicano il precedente contratto Confcommercio scaduto a dicembre 2013, che ha cessato i suoi effetti in quanto sostituito dal rinnovo del 30 marzo 2015;
   dal 2014 Federdistribuzione dichiara di voler sottoscrivere un autonomo contratto nazionale, il primo, ma ad oggi non risulta aver sottoscritto alcun accordo e la trattativa avviata, che non ha portato alcun risultato, si è chiusa con uno sciopero a maggio 2016;
   da allora il sindacato ha più volte pubblicamente dichiarato che non sussistono le condizioni per sottoscrivere il primo contratto con Federdistribuzione;
   nelle imprese aderenti non viene, dunque, da oltre due anni applicato alcun aumento, nonostante vi sia una obbligazione sancita dal rinnovo del contratto nazionale del terziario distribuzione e servizi del 2015, l'unico vigente;
   si è appreso che le organizzazioni datoriali e sindacali hanno chiesto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali chiarimenti sulla mancata applicazione e indirizzi specifici sui comportamenti da adottare nei confronti di quelle aziende che non stanno applicando alcun contratto collettivo nazionale di lavoro vigente, chiarimenti chiesti anche da alcune direzioni territoriali e dall'Inps;
   la questione ha una duplice rilevanza, da un lato per i lavoratori di quelle imprese che non stanno riconoscendo gli aumenti, dall'altro rispetto alla eventuale fruizione di diversi benefici fiscali e contributivi, primo fra tutti l'esonero contributivo per le nuove assunzioni previsto ai commi 178-180, articolo 1, della legge n. 208 del 2015 (cosiddetta legge di stabilità 2016);
   tale beneficio è per legge espressamente condizionato al rispetto da parte del datore di lavoro «degli accordi e contratti collettivi nazionali, nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale», come disposto dall'articolo 1, comma 1175, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, richiamata anche dalla circolare, dell'Inps 18 aprile 2008, n. 51 in materia di documento unico di regolarità contributiva;
   per fruire dei benefici in deroga alla contribuzione ordinaria, le imprese devono dichiarare, non solo la regolarità contributiva, ma anche indicare il contratto collettivo nazionale applicato «vigente», impegnandosi in tal modo al suo rispetto;
   in assenza di chiarimenti e puntuali indicazioni agli organismi deputati alla vigilanza, si apre un vulnus che rischia di generare, oltre a fenomeni di dumping fra le imprese che insistono sullo stesso comparto, un rischio di indebita fruizione di benefici contributivi e fiscali da parte di soggetti che non ne avrebbero diritto. Il mancato intervento del Ministero pone lo stesso Inps, nella impossibilità di attivare verifiche ed eventuali azioni di recupero, con un potenziale danno per le risorse pubbliche all'uopo destinate e in contrasto con le finalità espresse dal legislatore –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare, ed in quali tempi, e quali chiarimenti intenda fornire per evitare possibili danni sia ai lavoratori sia alle imprese, consentendo agli organi ispettivi di effettuare le opportune verifiche e, se del caso, sanzionare eventuali comportamenti indebiti nella fruizione dei benefici normativi e contributivi che il legislatore ha collegato al rispetto dei contratti collettivi vigenti. (3-03060)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto collettivo

dichiarazione pubblica

sindacato