ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02290

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 639 del 28/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 25/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 25/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 31/05/2012

SOLLECITO IL 28/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02290
presentata da
PAOLA BINETTI
lunedì 28 maggio 2012, seduta n.639

BINETTI e FARINONE. -
Al Ministro della salute.
- - Per sapere - premesso che:

è di recente pubblicazione la notizia diffusa da diversi organi di stampa che l'uso di alcune tra le più diffuse classi di antidepressivi utilizzati anche in Italia per combattere la depressione, può provocare un paradossale aggravamento della depressione stessa con drammatiche conseguenze;

la scoperta è stata effettuata dai ricercatori della McMaster University - la prestigiosa università canadese fondata a Ontario 130 anni fa - i quali hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista scientifica «Frontiers In Evolutionary Psychology»;

il risultato è emerso paragonando gli effetti dei più moderni e diffusi antidepressivi, gli «inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina» (SSRI) a un gruppo trattato con placebo. I livelli di serotonina alterati dai farmaci possono produrre tutta una vasta gamma di effetti indesiderati: tra questi si va dai più «semplici» problemi digestivi a effetti collaterali più seri come difficoltà nella sfera sessuale, ictus e morte prematura. Diversi tra gli psicofarmaci esaminati nello studio offrono pochi benefici per la maggior parte delle persone affette da depressione da lieve a moderata, mentre offrono un aiuto attivo solo ad alcuni tra i pazienti più gravemente depressi. In alcun casi si sono addirittura riscontrati effetti positivi più marcati con l'uso di un placebo rispetto al farmaco;

gli antidepressivi SSRI interferiscono con l'attività cerebrale, lasciando il paziente vulnerabile a una depressione di «rimbalzo» che spesso si presenta con intensità ancora maggiore rispetto a prima dell'inizio della terapia. A seguito di una sospensione dai farmaci SSRI «dopo un uso prolungato, il cervello compensa la presenza in eccesso del neurotrasmettitore riducendone automaticamente i livelli di produzione - sottolinea il dottor Paul Andrews, coordinatore della ricerca - e questo cambia il modo in cui i recettori nel cervello rispondono alla serotonina stessa, rendendo alla fine il cervello meno "sensibile" a questa sostanza»;

diversi studi suggeriscono che gli effetti indesiderati possano permanere fino a due anni, aumentando significativamente il rischio di scompenso psichico. Oltre a ciò, i farmaci SSRI possono interferire con tutti i processi fisici che di norma sono regolati dalla serotonina: per esempio, quantità significative di questa sostanza sono presenti nell'intestino, in quanto essa è utilizzata per controllare la regolarità della digestione, formare coaguli di sangue nei punti di cicatrizzazione e anche regolare la riproduzione e la crescita dell'organismo, e questa è la ragione per la quale queste classi di psicofarmaci possono causare problemi di sviluppo nei minori;

l'utilizzo di antidepressivi in fascia pediatrica e adolescenziale è il problema che maggiormente preoccupa gli esperti che si occupano di farmacovigilanza in età pediatrica e di sensibilizzazione sul tema dell'uso disinvolto di psicofarmaci su organismi e cervelli ancora in via di sviluppo;

inoltre, somministrati in bambini ed adolescenti, alcuni farmaci antidepressivi potrebbero innescare il meccanismo psicologico che porta al suicidio. È l'avvertimento dei consiglieri scientifici del governo degli Stati Uniti, secondo i quali, genitori e medici devono essere messi al corrente in maniera esplicita di questo rischio -:

se non ritenga opportuno avviare un processo di monitoraggio per tutti quegli adolescenti che presentano un rischio concreto di suicidio, mettendo a fuoco una serie di indicatori che permettano alla famiglia, ai medici e al contesto sociale in cui è inserito di essere sempre in guardia per sostenere il ragazzo nei momenti di maggiore criticità;

se non giudichi necessario emanare nuove linee guida per l'utilizzo di questi psicofarmaci sui minori, dal momento che in Italia decine di migliaia di minori sono a rischio. (3-02290)