ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01918

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 546 del 13/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: FRACCARO RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01918
presentato da
FRACCARO Riccardo
testo di
Mercoledì 13 gennaio 2016, seduta n. 546

   FRACCARO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 4, comma 1, punto 9), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (statuto di autonomia) prevede che la regione Trentino-Alto Adige ha la potestà di emanare norme legislative in materia di sviluppo delle cooperazione e vigilanza sulle cooperative purché l'attività legislativo e l'esercizio delle funzioni sia in armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica e con il rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica;
   con legge regionale 17 aprile 2003, n. 3 «Delega di funzioni amministrative alle Province Autonome di Trento e di Bolzano» sono delegati alla provincia autonoma di Trento le funzioni amministrative della regione Trentino-Alto Adige in materia di sviluppo della cooperazione e vigilanza sulle cooperative;
   nella regione autonoma Trentino-Alto Adige il sistema di vigilanza sulle società cooperative è disciplinato dalla legge regionale 9 luglio 2008, n. 5 «Disciplina della vigilanza sugli enti cooperativi» e dal relativo Regolamento di attuazione. In particolare, la legge regionale n. 5 del 2008 attribuisce le funzioni di vigilanza ad un'autorità di revisione (articoli 2 e 3) che, per gli enti cooperativi aderenti, è costituita dall'associazione di rappresentanza delle cooperative, a condizione che l'associazione stessa sia dotata di strutture organizzative idonee a garantire l'autonomia e l'indipendenza del revisore. L'autorità di revisione è quindi l'organismo che ha il potere di vigilare sugli enti cooperativi mediante revisioni cooperative e che prevede nell'atto costitutivo la non ingerenza delle proprie cariche elettive nell'esecuzione della revisione cooperativa;
   la divisione vigilanza della Federazione trentina della cooperazione opera tramite revisori legali e cooperativi, dipendenti della Federazione stessa, abilitati e iscritti negli appositi registri, dopo il superamento di un esame di idoneità professionale e previo tirocinio;
   per le società aventi l'obbligo normativo, su richiesta delle cooperative associate alla Federazione Trentina della cooperazione, la divisione vigilanza si occupa di: verifiche del risultato economico infrannuale al 30 giugno; verifica e sottoscrizione delle dichiarazioni riguardanti gli aggregati segnalati al Fondo nazionale di garanzia; verifica e sottoscrizione delle dichiarazioni riguardanti l'imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973; e sottoscrizione per dichiarazioni annuali IVA;
   per le società che ne fanno richiesta la divisione vigilanza si occupa di: rilascio di attestazioni di sostenibilità economica (misura 123.1 del PSR 2007/2013); verifiche per visto di conformità credito IVA; certificazione del bilancio redatto ai sensi dell'articolo 2545-octies del codice civile (perdita della qualifica di cooperativa a mutualità prevalente); due diligence contabile per operazioni straordinarie (fusioni, acquisizioni di aziende, e altro); verifica dei conti annuali separati per le cooperative del settore energetico tenute alla separazione amministrativa e contabile (Unbundling); rilascio di attestazioni per la partecipazione a gare d'appalto; rilascio di attestazioni attinenti le leggi provinciali: legge della provincia autonoma di Trento legge provinciale n. 15 del 2007 (attività agevolata); legge provinciale n. 8 del 2002 (patti territoriali); legge provinciale n. 6 del 2009 (soggiorni socio-educativi); legge provinciale n. 6 del 1999 (promozione territoriale);
   dal 1o luglio 2014 al 30 giugno 2015, la divisione vigilanza ha svolto la revisione legale dei conti per 46 casse rurali, 69 cooperative agricole, 40 cooperative di consumo e 74 cooperative di lavoro, servizi, sociali e abitazione. Per l'anno 2013, la divisione vigilanza ha svolto la revisione cooperativa ordinaria presso 24 casse rurali, 39 cooperative agricole, 49 cooperative di consumo e 147 cooperative di lavoro, servizi, sociali e abitazione. Per l'anno 2013, la divisione vigilanza ha svolto la revisione cooperativa straordinaria presso 1 cooperativa di lavoro, servizi, sociali e abitazione. Per l'anno 2014, la divisione vigilanza ha svolto la revisione cooperativa ordinaria presso 24 casse rurali, 50 cooperative agricole, 30 cooperative di consumo e 130 cooperative di lavoro, servizi, sociali e abitazione. Per l'anno 2014, la divisione vigilanza ha svolto la revisione cooperativa straordinaria presso 2 cooperative di consumo;
   Giorgio Fracalossi è stato nominato: presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Società cooperativa in sigla «Cooperazione Trentina» in data 12 giugno 2015; presidente della Cassa Rurale di Trento - Banca di credito cooperativo in data 14 maggio 2015; presidente di Cassa Centrale Banca S.p.a. - Credito Cooperativo del Nord Est S.p.a in sigla Cassa Centrale Banca - Cassa Centrale in data 29 maggio 2013; presidente I.B.T. Informatica Bancaria Trentina S.r.l. in sigla Informatica Bancaria Trentina S.r.l. in data 26 aprile 2012; consigliere di Solidea Onlus in data 12 luglio 2010. È evidente come i ruoli ricoperti da Fracalossi rivestano un forte interesse nella governance del sistema del credito cooperativo della provincia di Trento poiché le funzioni ad essi connessi spaziano dall'erogazione del credito ai consumatori, dall'erogazione del credito all'investimento diretto in capitale di rischio, dall'accompagnamento ai processi di costituzione, di acquisizione, di fusione e di cessione societaria, alla supervisione dell'attività di vigilanza, alle responsabilità nella gestione del personale, includente quello della divisione vigilanza, fino all'attività di rappresentanza nelle sedi legislative, istituzionali e del sistema nazionale della cooperazione. Il principio della separazione tra gestione e controllo non sembrerebbe rispettato al pari dei principi fondanti del movimento cooperativo, quali la democrazia societaria e il fine sociale;
   nell'intervento intitolato «Le banche locali e di credito cooperativo in prospettiva: vigilanza europea ed evoluzione normativa» svolto a Bolzano il 12 febbraio 2015 il capo del dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia, dottor Carmelo Barbagallo, ha sottolineato che le banche locali costituiscono la componente prevalente delle banche italiane less significant (LSI), ovvero degli intermediari che, nell'ambito del meccanismo di vigilanza unico (MVU), restano assoggettati alla supervisione diretta della Banca d'Italia, pur prevedendosi un ruolo di sorveglianza della BCE. Nell'ultimo triennio, le tensioni sui mercati finanziari e la lunga fase congiunturale sfavorevole hanno posto le banche locali di fronte a sfide non meno difficili di quelle affrontate dalle banche più grandi. Il processo di contrazione numerica delle banche del territorio, in atto da tempo, ha registrato un'accelerazione. Per il sistema del credito cooperativo la riduzione è particolarmente evidente. Se alla fine del 2011 si contavano 411 BCC, le operazioni di aggregazione, finalizzate a risolvere situazioni di problematicità che la fase recessiva ha aggravato, ne hanno ridotto il numero fino a 376 dello scorso dicembre;
   il Capo del dipartimento di vigilanza ha evidenziato inoltre che l'aspetto di maggiore vulnerabilità delle banche locali è rappresentato dal marcato deterioramento della qualità dei prestiti, per effetto, innanzitutto, di due pesanti recessioni dell'economia, ma anche di scelte gestionali e allocative rappresentative di un rapporto a volte non equilibrato con il territorio di insediamento. Ciò in primo luogo a causa del materializzarsi del rischio di «cattura»: il legame con il territorio, che teoricamente dovrebbe generare vantaggi informativi in grado di migliorare la selezione del merito di credito, può viceversa comportare condizionamenti tali da compromettere l'oggettività e l'imparzialità delle decisioni di finanziamento;
   nelle banche di credito cooperativo l'incidenza dei crediti anomali sul totale dei prestiti è salita dal 10 al 17,5 per cento tra giugno 2011 e giugno 2014. L'accelerazione ha riguardato principalmente le sofferenze, più che raddoppiate (dal 4 al 8,4 per cento). La rischiosità dei prestiti delle banche locali, in passato più contenuta nel confronto con le altre banche, ha raggiunto livelli più elevati di quelli relativi all'intero sistema bancario (16,8 per cento), sostanzialmente allineati a quelli delle banche oggetto della recente verifica approfondita degli attivi da parte della BCE (17,4 per cento);
   la capacità di risposta delle banche del territorio appare tuttavia limitata, anche a causa delle debolezze presenti negli assetti di governance, sottolineate della Banca d'Italia, tra le quali: la scarsa dialettica all'interno dei board e assenza di effettivi contrappesi alle figure apicali, a causa di fattori che limitano la funzionalità degli organi, quali le competenze non adeguate e non abbastanza diversificate, il limitato ricambio, anche generazionale, degli esponenti, il numero elevato di membri; la presenza frequente di conflitti di interesse, cui non corrisponde l'attivazione di efficaci processi interni di prevenzione e gestione;
   nell'intervento di Barbagallo del 23 giugno 2015 «La vigilanza bancaria unica: sfide e opportunità» tenutosi al Convegno «Unione Bancaria e Basilea 3 - Risk & Supervision 2015» organizzato dall'Associazione bancaria italiana, si evidenzia come nell'analisi delle possibili sovrapposizioni non può mancare quella riguardante l'esercizio delle attività di vigilanza rispetto a quelle di risoluzione delle crisi. La nuova architettura europea si fonda sulla separatezza tra vigilanza e risoluzione delle crisi, anche al fine di ridurre i conflitti d'interesse tra le autorità responsabili delle due funzioni. La ratio della norma è chiara e condivisibile. Deve però essere evitato il rischio di sovrapposizioni di compiti, scarsa chiarezza nell'attribuzione di responsabilità, mancato sfruttamento delle sinergie informative. Ciò è importante sia nella fase di pianificazione della gestione delle crisi, sia quando l'intermediario entra in difficoltà;
   come avviene per l'architettura europea, la quale segue la logica della specializzazione tra le diverse funzioni interessate per l'esercizio della vigilanza macroprudenziale, la suddivisione dei poteri di controllo tra autorità europee e nazionali dovrebbe avvenire anche per la vigilanza microprudenziale e per la pianificazione della risoluzione delle crisi a livello locale. I cambiamenti introdotti nell'architettura per la supervisione delle banche e la gestione delle crisi sono di portata storica. Richiedono un adattamento culturale, per le banche come per le autorità. Tutto questo richiede notevoli sforzi. Da parte delle autorità di vigilanza, che devono stabilire un linguaggio comune, essere trasparenti nei confronti del mercato e degli stessi intermediari, supportare con dati e analisi robuste le proprie posizioni, garantire una cooperazione convinta, pur se dialettica. Da parte delle banche, che devono porsi nelle migliori condizioni per una transizione non traumatica al nuovo sistema, accrescendo gli sforzi sin qui fatti per raggiungere più elevati livelli di efficienza allocative e operativa;
   nel parere d'iniziativa «Il ruolo delle banche cooperative e delle casse di risparmio nella coesione territoriale - proposte per un quadro di regolamentazione finanziaria adattato» (2015/C 251/02), il Comitato economico sociale europeo (CESE), se da un lato intende valorizzare il modello bancario rappresentato dalle banche cooperative e dalle casse di risparmio, dall'altro afferma con forza il suo totale rifiuto di determinati comportamenti del settore finanziario, seguiti anche da alcuni attori di questo settore, e chiede un rafforzamento delle norme deontologiche e dei codici di buona governance per l'insieme del settore finanziario quale conditio sine qua non per recuperare la fiducia perduta;
   nella fattispecie, il CESE fissa i principi cooperativi su cui è basata la governance delle banche cooperative, i quali sono quello di un processo decisionale democratico e quello di partecipazione (una persona, un voto). Fissa altresì le opzioni strategiche di fronte alle sfide del futuro. Riconoscendo il contribuito delle banche cooperative e delle casse di risparmio nel fornire stabilità, solvibilità e concorrenza al sistema bancario europeo, individuando le sfide imposte dalle esigenze di mercato tra le quali la promozione della trasparenza e della buona governance societaria. Per il CESE la governance societaria va migliorata attraverso la creazione di strutture appropriate per la formazione, la gestione e il controllo dell'attività. In concreto, bisognerà stabilire codici di condotta rigorosi per garantire la professionalità e l'etica nella rappresentanza di interessi differenti negli organi di governance; la creazione di un nuovo modello di vigilanza interna per le casse di risparmio e le banche cooperative che tenga conto dei dipendenti, dei rappresentanti delle piccole e medie imprese e di altri gruppi d'interesse. Tutto ciò al fine di potenziare il modello di banca socialmente responsabile fondata sui principi e valori dell'economica sociale –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti indicati in premessa e quali eventuali iniziative di competenza intenda assumere per evitare situazioni come quella descritta affinché l'attività di vigilanza sulle cooperative sia svolta in modo indipendente, autonomo e in sintonia con gli indirizzi suggeriti dal Comitato economico sociale europeo nel parere sopra citato.
(3-01918)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza e sorveglianza

banca

cooperativa