ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00956

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 266 del 17/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: D'ALIA GIANPIERO
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 17/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 17/07/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00956
presentato da
D'ALIA Gianpiero
testo di
Giovedì 17 luglio 2014, seduta n. 266

   D'ALIA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in data 9 luglio 2013 l'Eni confermava la volontà di continuare ad investire nel territorio di Gela firmando un accordo con le parti sociali e istituzionali del territorio nel quale si prevedeva un progetto di ristrutturazione e rilancio del sito produttivo con un investimento di 700 milioni di euro, con l'obiettivo di dare vita ad una raffineria capace di affrontare le sfide di un mercato competitivo ed in continua evoluzione, economicamente solida, ancora più ecocompatibile ed attenta al territorio;
   secondo i dirigenti Eni il «progetto di ristrutturazione e di rilancio mirava a recuperare sostenibilità economica attraverso il superamento delle debolezze strutturali del sito». Sempre la stessa Eni dichiarava che a regime nel 2017, grazie ad un nuovo assetto industriale ed organizzativo, la raffineria di Gela doveva essere capace di generare utili con produzioni più adeguate alle esigenze di mercato (massimizzazione della produzione di diesel e interruzione della produzione di benzine e polietilene), recuperando nel contempo affidabilità, flessibilità ed efficienza operativa;
   nel mese di giugno 2014 lo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accoglieva le istanze proposte dal gruppo Eni riguardo al rilascio della certificazione AIA, riconoscendo alla raffineria di Gela il principio della media ponderata sulle emissioni inquinanti in atmosfera che consente di vendere l'energia elettrica prodotta dalla centrale termoelettrica;
   nei giorni scorsi l'amministratore delegato di Eni, De Scalzi, comunicava agli organi di stampa la volontà della società di procedere al fermo degli impianti a tempo indeterminato, non rispettando di fatto quanto previsto dall'accordo del 9 luglio 2014 sottoscritto con le parti sociali e istituzionali; tale volontà veniva confermata nel corso degli incontri con i sindacati tenutosi a Roma in data 8 luglio 2014;
   a dimostrazione di quanto annunciato da De Scalzi, la produzione presso la Raffineria di Gela si è interrotta il 15 marzo 2014, facendo precipitare nel panico un'intera comunità che ha ancora nel presidio industriale il cuore pulsante della propria economia;
   come viene riportato nel documento approvato dal consiglio comunale di Gela «Nessun indizio di chiusura era paventato, atteso che la stessa Eni dichiarava che, a differenza delle altre società petrolifere europee che stavano chiudendo le loro raffinerie in Europa (15 dal 2008) per investire in Asia e in Medio Oriente, loro invece avevano deciso di affrontare la difficile congiuntura economica del settore senza delocalizzare, bensì investendo nel riassetto dei siti italiani in crisi»;
   la paventata chiusura della raffineria di Gela metterebbe in discussione il posto di lavoro di almeno 5.000 lavoratori tra diretto ed indotto, con dirette conseguenze per la tenuta sociale ed economica della città stessa e del suo comprensorio, scelta che se confermata rappresenterebbe un tradimento per l'intera comunità siciliana che ha dato molto di più di quanto abbia ricevuto;
   il territorio di Gela e i comuni limitrofi non potrebbero sostenere le ricadute sociali di un'eventuale delocalizzazione del sito di raffinazione, che determinerebbe il rischio concreto di un pericoloso ritorno della recrudescenza criminale;
   ai cittadini di Gela, che considerano ancora l'Eni come un'industria di Stato e che hanno scommesso in questi anni sul riscatto di quella terra, puntando sull'affermazione della legalità come presupposto di un modello di sviluppo, una tale evenienza farebbe passare l'insidioso sospetto che a garantire i presidi della legalità e dello sviluppo in Sicilia, debbano essere soltanto i sacrifici unilaterali a carico dei cittadini –:
   quali iniziative di competenza intendano intraprendere affinché sia riattivata la produzione e restituita la serenità alle centinaia di famiglie preoccupate;
   se non ritengano di assumere iniziative affinché l'Eni dia seguito a quanto sottoscritto nell'ultimo accordo del 2013, che prevedeva, è bene ricordarlo, investimenti di adeguamento tecnologico e ambientale che avrebbero dato sicuramente ristoro e fiducia a quella comunità, vessata dagli effetti di questa crisi perdurante;
   quale sia il piano industriale dell'Eni in Sicilia e in Italia, e se si possa ancora ritenerla un'industria strategica per il nostro Paese; infine, qualora dovesse trovare conferma da parte dell'Eni l'attuazione di quanto annunciato, se non ritengano di agevolare soluzioni alternative a quelle offerte da Eni. (3-00956)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ENTE NAZIONALE IDROCARBURI ( ENI )

GEO-POLITICO:

GELA,CALTANISSETTA - Prov,SICILIA

EUROVOC :

raffinazione del petrolio

politica industriale

delocalizzazione

stazione energetica

investimento