BARBATO e DONADI. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:
lo storico quotidiano Il Mattino, colpito dalla crisi, rischia la chiusura; è di pochi mesi fa, infatti, la notizia che il quotidiano fondato nel 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, la più antica voce del Meridione in Italia, con sede a Napoli, dovrà tagliare 37 posti di lavoro, chiudere la sede di Roma e gli uffici di Milano e Reggio Calabria;
l'azienda editoriale Il Mattino spa il 18 marzo 2009 ha, infatti, presentato un piano di ristrutturazione «in presenza di crisi», che contiene, oltre al taglio del personale e alla chiusura di diverse sedi, una serie di trasferimenti e riduzioni delle retribuzioni per chi resta in organico;
sembra, però, che la crisi non sia giustificata da un calo delle vendite (Il Mattino è e resta di gran lunga giornale leader in Campania), bensì da una forte contrazione nei primi mesi del 2009 delle entrate pubblicitarie;
non si è pensato di avviare un concreto piano di rilancio e investimenti, per immaginare un prodotto più moderno e al passo con le nuove tecnologie, ma si è preferito offuscare la funzione storica essenziale de Il Mattino: quella di essere la principale e più autorevole voce del Mezzogiorno, in grado di informare opportunamente sulle scelte politiche ed economiche italiane;
come si legge nel piano di ristrutturazione finanziaria, il nuovo Mattino sarà «fortemente orientato alla sua area di diffusione primaria», cioè racconterà ai campani cosa accade in Campania, come un quotidiano locale; non avrà più la redazione di Roma; non avrà più gli uffici di corrispondenza di Milano e di Reggio Calabria; il nuovo Mattino non avrà più nessun cronista in Parlamento, nei ministeri, alla conferenza Stato-regioni, nei luoghi chiave dove si prendono decisioni fondamentali per chi vive a Napoli e nel Mezzogiorno. Le informazioni da Roma e dal mondo arriveranno «in maniera organica e continua» - si legge ancora nel piano - dall'utilizzo «di conoscenze presenti nelle testate del gruppo», ovvero de Il Messaggero, i cui autorevoli giornalisti, stante la loro professionalità, certamente non riprodurrebbero quella visione meridionalista, che è stata, e dovrà continuare ad essere, la mission di un giornale autorevole;
sul piano presentato dall'azienda la redazione de Il Mattino ha cominciato una dura vertenza, opponendosi a un progetto di ristrutturazione che pagherebbero i giornalisti e i lettori; «l'identità de Il Mattino è a rischio e con il suo principale giornale rischia di fare un passo indietro tutto il Mezzogiorno». È l'appello del comitato di redazione de Il Mattino, a cui si sono aggiunti tanti messaggi di solidarietà arrivati in queste settimane, dal consiglio regionale della Campania, dal consiglio comunale di Napoli, da sindacati, politici, da lettori e collaboratori della storica testata, i quali hanno fondato un gruppo su Facebook («Salviamo Il Mattino») forte di 4.000 adesioni;
il giornale fa capo al gruppo editoriale romano de Il Messaggero di Caltagirone editore, che, com'è noto, gode dei contributi concessi dallo Stato all'editoria -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra descritta e se non ritenga che le sovvenzioni date ai gruppi editoriali debbano salvaguardare proprio il pluralismo dell'informazione sancito dalla Costituzione e i patrimoni culturali ad esso legati. (3-00542)