Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01182
presentata da
FRANCESCO BOCCIA
mercoledì 3 agosto 2011, seduta n.512
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
Eusebio Haliti, 19 anni, è campione italiano di atletica nella categoria «juniores» sui 400 metri indoor e su pista, con il primato personale di 47 secondi netti. Vive a Bisceglie, in provincia di Barletta, Andria, Trani (BAT), ed è una delle promesse dell'atletica italiana che sogna le Olimpiadi;
Haliti, arrivato in Italia con la sua famiglia nell'aprile del 2002, con un visto turistico, ha vissuto a Zavaterello, in provincia di Pavia, per due anni, frequentando regolarmente la scuola, per trasferirsi in seguito, a Bisceglie, dove ha frequentato regolarmente fino al diploma: attualmente studia ingegneria ambientale a Matera;
nel 2003 ha cominciato a praticare l'atletica e s'è scoperto velocista, conseguendo una vittoria ed ottenendo un record dietro l'altro: ha al suo attivo, infatti, cinque titoli italiani, tre nei 400 metri piani (2010 all'aperto, 2008 e 2010 indoor) e due nei 400 metri ostacoli (2007 e 2008), un personale di 51"60 negli ostacoli, stabilito nel 2009 a Pavia, di 47"00 nei 400 metri piani (Ginevra, 2010) e 47"73 indoor (Ancona, 2011);
nonostante Haliti possa essere a tutti gli effetti considerato una giovane promessa dello sport italiano, egli non potrà indossare la maglia azzurra, perché, essendo nato a Scutari (Albania) la legge sulla cittadinanza (la legge n. 91 del 1992) è chiara: per chiederla, i ragazzi stranieri cresciuti in Italia devono dimostrare di risiedere legalmente nel nostro Paese da almeno 10 anni;
Haliti, sebbene sia in Italia con la sua famiglia dal 2000, può dimostrare la sua presenza legale nel nostro Paese solo a partire dal 2002, dunque la data nella quale potrà acquisire la cittadinanza sarà posteriore a quella utile per la partecipazione ai Giochi olimpici di Londra 2012, per i quali sarebbe decisamente qualificato;
per il Coni, inoltre, i ragazzi di seconda generazione sono stranieri a tutti gli effetti, e la loro presenza deve essere limitata «per tutelare i vivai nostrani»;
accade dunque che ragazzi, in questo caso campioni sportivi, cresciuti e formatisi in Italia, e che si sentono italiani a tutti gli effetti, vengano costretti ad un vero e proprio slalom in una babele di regolamenti federali, norme intemazionali e direttive del Coni, strettoie che di fatto impediscono loro di integrarsi veramente e, nel caso particolare, di portare il loro contributo alla «gloria» di un Paese che sentono come il loro;
la normativa italiana vigente in materia di cittadinanza, inoltre, sembra riconoscere al minore straniero solo diritti derivati, in quanto lega la sua presenza all'autorizzazione del permesso di soggiorno concesso al genitore, mentre, per quanto riguarda le norme sull'acquisto della cittadinanza, l'ordinamento italiano si è storicamente ispirato al criterio dello jus sanguinis;
da tempo giacciono in Parlamento proposte di legge presentate da parlamentari del gruppo PD che propongono regole più semplici e più rispettose dei diritti dei minori stranieri, anche in materia di cittadinanza -:
se non ritengano di dover adottare le necessarie iniziative affinché non si verifichino discriminazioni «di fatto» nei confronti di giovani, che, pur essendo magari nati oppure cresciuti in Italia e che si sentono italiani a tutti gli effetti, vengono sempre e comunque considerati stranieri.
(2-01182)«Boccia, Ventura».