Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01128
presentata da
LUCA VOLONTE'
martedì 14 giugno 2011, seduta n.485
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
le banche popolari in forma cooperativa sono dotate di una legislazione speciale/settoriale espressa agli articoli 29-32 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (decreto legislativo n. 385 del 1993) che rafforza l'autonomia del modello proprio della cosiddetta «democrazia societaria»;
le regole cooperative del voto capitario, dei limiti partecipativi in uno col principio della «porta aperta» e del gradimento esprimono il particolare assetto organizzativo su cui si fonda la cosiddetta «mutualità strutturale», mentre la gestione di servizio (che si sostanzia nell'operare prevalente della banca in favore dei soci), unitamente alla promozione dello spirito di solidarietà ed alla diffusione del senso di responsabilità economico-sociale, sono il portato della cosiddetta «mutualità operativa»;
lo sviluppo della cooperazione spuria ed in generale la multiformità del fenomeno cooperativo vanno inquadrati nel modello mutualistico secondo i princìpi generali attinenti alla funzione sociale che la Costituzione gli accorda;
l'articolo 150-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia ha affermato la piena appartenenza al modello ed al mondo cooperativo delle banche cooperative, sia delle banche popolari che delle banche di credito cooperativo, nelle differenti vesti/misure di cooperative a mutualità non prevalente le prime e a mutualità prevalente le seconde;
quanto detto in precedenza conferma che nelle banche popolari cooperative il capitale non svolge affatto una funzione organizzativa;
a seguito di ispezione della Banca d'Italia sulla banca popolare di Milano Scarl la governance di tale istituto vigilato ha affermato l'esigenza di ri-patrimonializzazione tramite aumento di capitale per circa 1.200 milioni di euro, come risulta dai principali quotidiani nazionali del mese di aprile e maggio 2011;
una simile esigenza di ri-patrimonializzazione tramite aumento di capitale nasce a ridosso dell'ultima assemblea societaria di banca popolare di Milano tenutasi a Milano il 30 aprile 2011 quando proprio la goverenance presenta comunque in bilancio utili e dividendi da distribuire agli azionisti/soci;
ad avviso degli interpellanti appare fondato il sospetto di manovre poco chiare sull'istituto meneghino ed in particolare sulla sua forma di cooperativa, più volte attaccata dalla vigilanza bancaria e/o dalla stessa governance interna alla banca;
in particolare, un aumento di capitale di cospicua entità comporta per la banca popolare di Milano l'abbandono de facto della forma cooperativa, tradendo l'interesse sociale attuale ed in essere della banca nonché la fiducia dei soci cooperatori (lavoratori e/o clienti) sostanzialmente «traditi» da operazioni para-capitalistiche interne alla cooperativa -:
quali elementi abbia a disposizione e se non ritenga di adottare urgenti iniziative, anche di tipo normativo, volte a tutelare la natura cooperativistica di banche come la Popolare di Milano.
(2-01128)«Volontè, Compagnon».