Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00680
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
martedì 20 aprile 2010, seduta n.309
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
è con grande soddisfazione che accogliamo la notizia della liberazione - per assoluta mancanza di prove e imputazioni a loro carico - dei tre operatori umanitari di Emergency, arrestati il 10 aprile dal Governo afghano con accuse molto pesanti, tra cui quella di aver organizzato un complotto per l'uccisione del governatore della provincia Gulabuddin Mangal;
dopo un'iniziale atteggiamento contraddistinto da una presa di distanza dall'organizzazione e dai tre arrestati, prendiamo atto che il governo italiano si è mosso correttamente, dando una risposta efficace alle preoccupazioni espresse da una vasta opinione pubblica e rispondendo alle puntuali sollecitazioni del Partito Democratico, che sin da subito aveva ribadito l'esigenza di una non politicizzazione della vicenda e della necessità di mantenere prudenza e senso di responsabilità, ma chiedendo altresì di far valere tutto il peso e il ruolo politico che l'Italia riveste in Afghanistan per una rapida soluzione della vicenda;
restano tuttavia molti dubbi e zone d'ombra da chiarire, a partire dalla futura permanenza dell'ospedale nella zona di Lashkar Gah nella provincia dell'Helmand e alcune preoccupazioni su possibili nodi politici irrisolti nel rapporto tra l'Italia e il governo afgano, e tra l'Italia e i suoi alleati;
le organizzazioni umanitarie, tra cui Emergeney, svolgono un'opera preziosa in contesti difficili quale quello afgano, valorizzando complessivamente l'impegno civile, e costituiscono un elemento indispensabile al fine di ridurre il più possibile i drammatici effetti, anche sulla popolazione civile, derivanti dalle operazioni a carattere bellico;
l'Italia è presente in Afghanistan da più di otto anni, con un contingente di quasi 3.000 soldati che quotidianamente rischiano la propria vita, con numerosi progetti di cooperazione civile e non trascurabili risorse economiche, anche per cercare di contribuire al complessivo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione afgana;
la peculiarità del complessivo approccio italiano in Afghanistan, attento a contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di possibile miglioramento delle condizioni della popolazione civile, rischia di essere contraddetta nel caso in cui non si proceda ad una riapertura dell'ospedale, anche per il suo alto valore simbolico -:
se non ritenga che, emersa l'infondatezza delle gravi accuse rivolte ai tre operatori di Emergency, non risulti del tutto immotivata la chiusura dell'ospedale di Lashkar Gah, e quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere perché si giunga alla sua riapertura;
se non ritenga che per il consistente ruolo italiano in Afganistan - sopra richiamato - il Governo avrebbe dovuto essere preventivamente informato di quanto stava avvenendo, anche al fine di cooperare con le forze afgane per un rapido accertamento dei fatti, come poi è avvenuto a conclusione della vicenda con l'attribuzione di un ruolo alla magistratura italiana nel proseguimento delle indagini;
quali iniziative intenda assumere per evitare in futuro che le nostre organizzazioni umanitarie e civili possano essere nuovamente così esposte senza alcun preavviso né collaborazione con le autorità italiane;
quale siano gli elementi in possesso del Governo in relazione alle cause reali che hanno determinato il verificarsi dei fatti riportati, in particolare se li ritenga attribuibili a contrasti interni agli apparati afgani, quale conseguenza della difficile situazione di governo del paese, ovvero se li ritenga attribuibili alla presunta incompatibilità - secondo le opinioni delle Forze alleate quali ripetutamente riportate da organi di stampa - tra l'attività dell'ospedale e le operazioni condotte dalle forze internazionali.
(2-00680)
«Tempestini, Rugghia, Ventura, Villecco Calipari, Maran, Amici, Mogherini Rebesani, Barbi, Corsini, Narducci, Rubinato, Colombo, D'Antona».