Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00311
presentata da
LUIGI BOBBA
giovedì 12 febbraio 2009, seduta n.132
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
l'articolo 23 del decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 «Testo Unico sull'Immigrazione», come modificato dall'articolo 19 «Titoli di prelazione» della Legge Bossi-Fini n. 189 del 30 luglio 2002, e l'articolo 34 del successivo decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, così come sostituito dall'articolo 29 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 334 del 2004, prevedono l'attribuzione di un titolo di prelazione ai fini dell'ingresso in Italia per motivi di lavoro a favore dei cittadini extracomunitari che abbiano partecipato a programmi di istruzione e formazione professionale nei propri Paesi d'origine, finalizzati all'inserimento lavorativo degli stessi nei settori produttivi italiani;
il Governo Prodi ha esteso la sperimentazione relativa all'attuazione dell'articolo 23, del decreto direttoriale del ministero del lavoro e delle politiche sociali del 16 maggio 2005, tramite le Regioni e le Province autonome, assegnando precise risorse finanziarie ripartite proporzionalmente ai fabbisogni espressi;
la struttura dei progetti promossi dalle varie regioni prevedeva un percorso formativo di lingua italiana, sicurezza sul lavoro ed educazione civica, svolto nei paesi d'origine dei cittadini extracomunitari, finalizzato al superamento dell'esame di certificazione di conoscenza della lingua italiana livello A2, così come definito nel Quadro comune europeo per le lingue contenuto nella raccomandazione R(98)6 emanato dal Consiglio dei Ministri UE il 17 marzo 1998. A seguito del superamento dell'esame livello A2, ai partecipanti di questi progetti vengono assegnate da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali le cosiddette «quote privilegiate», dopo l'attribuzione del titolo di prelazione per l'arrivo in Italia. Come partner dei progetti formativi sono state delle aziende e datori di lavoro che hanno espresso i loro fabbisogni di lavoratori extracomunitari e nei confronti di quali si sono assunti l'impegno a presentare richiesta nominativa nulla-osta e proposta di contratto di soggiorno, ai sensi dell'articolo 34, comma 7, del decreto-legge n. 394 del 1999;
l'attuale Governo ha bloccato l'attuazione e il completamento di questi programmi/progetti promossi dalle Regioni, e, in particolare, le richieste da parte dei datori di lavoro di assumere lavoratori stranieri, formati nell'ambito dei progetti, non possono essere soddisfatte, in quanto dal mese di giugno 2008 non è più possibile presentare le domande di nulla osta al lavoro, a causa del blocco della procedura di invio telematico delle richieste gestita dal Ministero dell'interno;
sotto il profilo normativo il blocco è motivato dal fatto che si è in assenza di un decreto flussi relativo all'anno 2008, mentre quello relativo al 2007 poneva il termine per la presentazione delle richieste nullaosta al 31 maggio 2008;
risulta comunque evidente come tale termine non possa essere applicato alle richieste nullaosta che riguardano imprese e lavoratori che hanno partecipato ai progetti speciali ex articolo 23, per i quali sussiste un diritto di prelazione e che si sono conclusi dopo la sua scadenza. In questi casi l'investimento in formazione rischia di essere vanificato, con gravi ripercussioni negative sulla credibilità dell'intero progetto;
nonostante la particolarità del problema sollevato, i soggetti di cui all'articolo 23 non sono stati introdotti nel decreto flussi del dicembre 2008 e al momento attuale non vi sono notizie del decreto che doveva affrontare e risolvere la questione entro il 30 gennaio 2009;
i partecipanti che hanno frequentato il corso ed in base al patto formativo sottoscritto, dopo il superamento dell'esame di certificazione linguistica livello A 2, erano e sono ancora in attesa di arrivare in Italia ed hanno, per questo motivo in molti casi, interrotto i rapporti di lavoro posti in essere nel loro Paese;
le selezioni delle persone hanno visto, spesso, il coinvolgimento del Ministero del Lavoro dei paesi coinvolti nella sperimentazione, per cui potrebbero esserci risvolti delicati per la credibilità dell'Italia sia nei confronti dei partecipanti al progetto ma anche nei confronti delle istituzioni locali;
ad oggi la problematica descritta coinvolge le Marche, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia e il Veneto; inoltre il Piemonte, l'Emilia-Romagna, e verosimilmente anche altre regioni, hanno progetti formativi già approvati dal ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ma risultano bloccati per le stesse ragioni -:
se i Ministri interpellanti vogliano chiarire lo stato della situazione in oggetto;
se gli stessi Ministri non intendano relazionare sulle scelte poste in essere e sull'evoluzione delle stesse;
se i Ministri interpellati non ritengano doveroso intervenire per risolvere lo stallo verificatosi e garantire a questi lavoratori i diritti loro spettanti.
(2-00311) «Bobba, Arturo Mario Luigi Parisi, Sarubbi, Mosella, Cuperlo, Giorgio Merlo, Lucà, Livia Turco, Minniti, Calgaro, Binetti, Lolli, Realacci, Oliverio, Sereni, Gatti, Bressa, Motta, Mosca, Letta, Damiano, Madia, Berretta, Lanzillotta, Codurelli, Ginefra, Touadi, Bachelet, Baretta, Capano».