Atto Camera
Mozione 1-00732
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
testo di
giovedì 20 ottobre 2011, seduta n.539
La Camera,
premesso che:
l'azienda Irisbus Italia spa è nata nel gennaio 1999 dalla decisione di due importanti gruppi industriali e commerciali europei (Fiat Iveco e Renault) di unire le loro attività nel campo del trasporto pubblico attraverso la fusione dei rispettivi settori autobus;
il principale stabilimento produttivo in Italia è quello di Valle Ufita di Flumeri (Avellino), che presenta una superficie totale di circa un milione di metri quadri, di cui 100.000 coperti, e che attualmente conta 684 dipendenti, di cui 561 operai e 123 impiegati, con un indotto che supera i 300 addetti;
nella giornata del 14 settembre 2011, la Fiat ha comunicato la decisione di dismettere il citato stabilimento Irisbus di Flumeri, che rappresenta, non solo per l'Irpinia, ma per l'intera regione Campania, un bacino industriale ed occupazionale di fondamentale importanza. Nella sola provincia di Avellino si contano ben 80.000 disoccupati, che rappresentano circa il 35 per cento della popolazione attiva, e la chiusura della Irisbus non farà altro che aggravare in modo irreversibile una situazione già particolarmente critica;
la vicenda della chiusura dello stabilimento dell'Irisbus di Flumeri, infatti, non può ridursi semplicemente all'ennesima storia di una grande fabbrica del Sud Italia che viene chiusa, ma ad un evento ben più ampio, che chiama in causa una serie di problemi di livello generale, che vanno dalla politica industriale del più grande gruppo meccanico nazionale alla gestione da parte del Governo delle crisi aziendali, dei problemi occupazionali, della politica della programmazione infrastrutturale e, in particolare, come peraltro evidenziato nell'ambito della mozione presentata dal gruppo dell'Italia dei Valori n. 1-713, di quella del trasporto pubblico locale nel nostro Paese;
appare grave e particolarmente preoccupante che il Governo italiano continui ad assistere inerme ad un disimpegno continuo del principale gruppo industriale del Paese, senza vincolarlo ad una coerente politica industriale, tanto più che lo Stato italiano nei decenni ha sempre generosamente contribuito a consolidare il fatturato della Fiat, intervenendo attraverso l'erogazione di risorse pubbliche ogni volta in cui l'azienda si è trovata in difficoltà;
da quando l'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha annunciato il progetto «Fabbrica Italia», che avrebbe dovuto portare in Italia investimenti per 20 miliardi di euro, le conseguenze sono state quelle che ormai tutti conoscono, ovvero: la cassa integrazione a Pomigliano, a Mirafiori, alla Bertone e in Iveco, la chiusura di Termini Imerese ed oggi la dismissione dello stabilimento di Irisbus a Flumeri;
in nessun Paese europeo la Fiat potrebbe permettersi quello che sta facendo in Italia. La differenza è che in Francia, in Germania, perfino in Polonia, esiste un Governo che ha una propria politica industriale. In Italia - ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo - questo non accade. La dirigenza Fiat, dopo aver già ottenuto negli ultimi anni tutto quello che chiedeva, ora beneficia grazie all'Esecutivo dell'inserimento dell'articolo 8 nell'ambito del decreto-legge n. 138 del 2011, chiudendo in tempi rapidissimi lo stabilimento della Irisbus di Flumeri e cancellando, giorno dopo giorno, migliaia di posti di lavoro;
il dramma sociale e occupazionale di Avellino non è altro che la fotografia di un Governo - a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo - eccessivamente attento alle richieste della dirigenza del gruppo Fiat, che, di fatto, sta perseguendo una politica di svendita del patrimonio industriale nazionale;
occorrerebbe una seria regia governativa per una strategia di rivisitazione e riqualificazione del parco mezzi del trasporto pubblico locale. Invece gli interventi di finanza pubblica adottati nel corso dell'ultimo biennio hanno pesantemente inciso sulla disponibilità delle risorse finanziarie per il trasporto pubblico locale, avendo, da un lato, drasticamente ridotto i trasferimenti statali destinati al pagamento dei servizi di trasporto pubblico e, dall'altro, di fatto interrotto il già previsto processo di fiscalizzazione che avrebbe condotto, per questa materia fondamentale per le regioni e per gli enti locali, al passaggio dal sistema di finanza derivata al sistema di finanza propria;
occorrerebbe una politica industriale ed occupazionale del Governo che ponga al centro della propria azione l'obiettivo primario della stabilità sociale e della valorizzazione della persona, nel quadro di un intervento reale per il rilancio del Sud del Paese, che sta pagando un prezzo altissimo sotto il profilo economico e sociale,
impegna il Governo:
a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata ad assicurare il sostegno e il rilancio del comparto automotive in Campania, scongiurando la cessazione dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita di Flumeri e garantendo il pieno utilizzo degli impianti ed il livello occupazionale;
a dare seguito, nell'immediato, alle istanze provenienti dalla regione Campania, nonché dagli stessi lavoratori dell'Irisbus, per stanziare, già con le prossime iniziative di natura finanziaria, 700 milioni di euro per il 2012 ed il 2013 e 600 milioni di euro per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico locale, tenendo conto che tali risorse potranno essere reperite a valere sulle destinazioni, nazionali e regionali, del fondo per le aree sottoutilizzate 2007-2013, ovvero sulla quota ancora utilizzata delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate 2000-2006 attraverso la rimodulazione dell'attuale programmazione dei fondi strutturali europei, sottoponendo al Cipe il provvedimento per l'individuazione della specifica fonte finanziaria e la ripartizione delle risorse tra le amministrazioni centrali e regionali, previa apposita concertazione con le regioni interessate;
ad assumere iniziative, anche normative, tese ad incrementare le risorse attualmente previste per il finanziamento del trasporto pubblico locale;
a predisporre in tempi celeri un piano nazionale per il trasporto pubblico locale che incentivi l'utilizzo delle modalità a più basso impatto ambientale, al fine di evitare l'ulteriore invecchiamento del parco autobus italiano.
(1-00732)
«Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».