Atto Camera
Mozione 1-00305
presentata da
SILVANO MOFFA
testo di
lunedì 11 gennaio 2010, seduta n.263
La Camera,
premesso che:
il Governo ha dovuto affrontare le ripercussioni di una gravissima crisi internazionale che ha inevitabilmente prodotto delle conseguenze molto serie sul terreno dell'occupazione, che avrebbero potuto essere ben più gravi se l'Esecutivo non avesse accompagnato i processi con provvedimenti di volta in volta adeguati pur in un quadro di complessa attenzione alla stabilità dei conti pubblici, a fronteggiare l'emergenza: si è trattato di interventi volti non solo a rilanciare la struttura produttiva e dei servizi, ma anche a sostenere i livelli occupazionali, mediante l'estensione dello strumento degli ammortizzatori sociali a beneficio dei lavoratori sospesi dal lavoro a causa delle improvvise ed acute difficoltà di mercato, in cui sono incorse nei mesi scorsi numerose imprese;
anche grazie all'accordo con le regioni, è stato possibile stanziare un ingente ammontare di risorse (8 miliardi in un biennio) per ampliare la cassa integrazione in deroga ed estenderne l'intervento anche nei settori del lavoro dipendente, fino a quel momento sprovvisti;
nell'ambito di tali misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori, vanno segnalati taluni interventi di carattere particolarmente innovativo in materia di riqualificazione dei lavoratori, volti a sostenere progetti di autoimprenditorialità, il cui finanziamento è in parte sostenuto dalla possibilità di capitalizzare le risorse derivanti dagli ammortizzatori sociali riconosciuti ai singoli cassintegrati o disoccupati interessati ad intraprendere un lavoro autonomo;
i dati diffusi dall'Istat in data 17 dicembre 2009 a seguito della rilevazione continua sulle forze di lavoro condotta dall'istituto nel terzo trimestre 2009, mostrano una prosecuzione della riduzione delle forze di lavoro anche in tale trimestre: al Nord si è registrata una riduzione marcata dell'occupazione (-274.000 unità rispetto ad un anno prima) odi una crescita della disoccupazione (+218.000 unità), al Sud il tasso di disoccupazione registra una crescita maggiore rispetto alla riduzione del tasso di occupazione (7,3 per cento in termini grezzi e 7,8 in termini destagionalizzati) con una forbice tra le due aree territoriali sempre ampia ma in riduzione (il tasso del Nord passa dal 3,4 per cento al 5,1 per cento, quello del Mezzogiorno dall'11,1 per cento all'11,7 per cento);
i dati sull'occupazione evidenziano quindi le criticità in cui si è trovato ad operare il sistema Paese nel suo complesso e rilevano la condizione economica e sociale svantaggiata che il Governo sta affrontando, anche tenendo conto delle proposte avanzate dai gruppi parlamentari;
i dati del rapporto elaborato dall'Isfol sull'occupazione relativamente al 2009 indicano che rispetto alla media europea l'occupazione in Italia è diminuita ma in misura inferiore ad altri Paesi - nel secondo trimestre 2009 si registra una contrazione dello 0,9 per cento, contro una media in Europa dell'1,9 per cento - e che la crescita del numero di disoccupati e la contrazione dell'orario medio di lavoro appare in Italia più contenuta rispetto all'incremento registrato in molti Paesi comunitari: ciò è imputabile alle scelte del Governo di fronteggiare la crisi attraverso un robusto potenziamento delle risorse degli ammortizzatori sociali e un consistente ampliamento della platea dei beneficiari, sino a coinvolgere anche lavoratori per i quali non era precedentemente prevista alcuna tutela; tuttavia, si evidenzia che la crisi acutizza i divari territoriali: il tasso di occupazione nel Mezzogiorno si è ridotto in modo più accentuato che nel Centro-Nord: è calato del 2 per cento, passando dal 47 per cento del secondo trimestre 2008 al 45 per cento del secondo trimestre 2009; mentre non supera il punto percentuale nel resto del Paese;
tra la forza lavoro del Mezzogiorno un individuo su due è inattivo, contro il 33 per cento del Centro e valori intorno al 30 per cento nel Nord: nessun Paese europeo ha al suo interno divari territoriali così ampi come il nostro;
nel Mezzogiorno, inoltre, risulta più diffuso il lavoro atipico, mentre è meno utilizzato lo strumento dell'apprendistato, si fa meno formazione continua e si riscontrano maggiori difficoltà nell'ambito dell'istruzione tecnica e professionale, cioè in quel segmento educativo particolarmente volto a favorire processi più rapidi di ingresso nel mercato del lavoro;
la crisi economica e finanziaria su scala internazionale ha colpito quindi anche il Mezzogiorno che presenta problemi strutturali ancora irrisolti e una realtà produttiva dalla configurazione assai diversa dal Nord del Paese: in tale ambito, pertanto, la cassa integrazione non può essere l'unica modalità attraverso la quale leggere l'impatto della crisi attraversata dal sistema produttivo nazionale, dal momento che il Mezzogiorno è caratterizzato da una forte presenza di lavoro precario, sommerso e da una disoccupazione rilevante, soprattutto per quanto concerne l'occupazione femminile;
occorre considerare, dunque, le peculiarità delle diverse aree del Paese per fornire risposte flessibili ed adattabili a modelli e caratteristiche assolutamente particolari da territorio a territorio;
l'economia del Mezzogiorno ad esempio, attraverso la concatenazione fra problemi irrisolti e minacce derivanti dalla globalizzazione, è ancora fragile con gravi problemi strutturali, non attraendo investimenti ed esportando in maniera largamente insufficiente;
nell'attuale situazione di crisi economica è pertanto assolutamente necessario continuare ed accrescere le azioni di contrasto al lavoro nero, favorire l'inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati attraverso specifici percorsi di formazione, facilitare le prime esperienze dei giovani e le opportunità di reimpiego per gli «over» espulsi dal mercato, proseguire nel processo già positivamente intrapreso con una serie di strumenti diversi ma convergenti verso l'unico obiettivo di favorire l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese;
si impone quindi la realizzazione di un potenziamento delle politiche attive del lavoro, chiamate ad agevolare i processi di transizione sul mercato del lavoro, garantendo l'equità, ma anche l'efficienza e la selettività degli interventi, mantenendo e sviluppando l'occupabilità delle persone, favorendo il ritorno al lavoro da parte dei percettori dei sussidi;
appare urgente dare attuazione a un vero e proprio piano per favorire l'occupazione, che preveda, anche attraverso un coordinamento dei soggetti pubblici e privati competenti in materia, la promozione di tirocini formativi e il miglioramento del funzionamento dei servizi per l'impiego;
la valorizzazione di strumenti di integrazione tra sistema educativo e mercato del lavoro, come il contratto di apprendistato e i voucher per le attività di assistenza e formazione - unitamente all'implementazione del livello di efficienza dei servizi pubblici per l'impiego del Mezzogiorno, potrebbe rendere più trasparente il mercato del lavoro, attraverso l'incentivazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, consentendo di svolgere un effettivo contrasto al lavoro sommerso;
il disegno di riforma in senso federale dello Stato avviato dal Parlamento nella XVI legislatura appare in tal senso significativo in vista di una valorizzazione delle autonomie locali;
Stato, regioni e parti sociali sono chiamati a condividere le fondamentali linee guida per orientare la spesa dedicata alla formazione degli inoccupati, dei disoccupati e dei cassaintegrati nel prossimo anno, in relazione ai caratteri discontinui e selettivi della ripresa che indurranno l'allungamento del periodo di inattività o transizione verso altra occupazione di molti lavoratori. La formazione deve quindi risultare quanto più tarata sui fabbisogni professionali dei settori e delle imprese e sulle concrete esigenze delle persone interessate in funzione della loro occupabilità,
impegna il Governo:
a proseguire nelle iniziative intraprese, coniugando, in un quadro di strategia organica, misure a favore delle imprese, provvedimenti di sostegno dell'occupazione e di salvaguardia del reddito, garantendo la necessaria copertura finanziaria, e in ogni caso nel rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria previsti a livello internazionale ed europeo, in un'ottica di rilancio del sistema produttivo e occupazionale del Sud del Paese;
a dare attuazione, anche al fine di attenuare il divario tra le diverse zone del Paese, al Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro (Italia 2020), facilitando la transizione dalla scuola al lavoro, rilanciando l'istruzione tecnico-professionale ed il contratto di apprendistato, ripensando il ruolo della formazione universitaria e aprendo i dottorati di ricerca al sistema produttivo e al mercato del lavoro, in ogni caso nel rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria previsti a livello internazionale ed europeo;
a salvaguardare la corretta applicazione delle norme della cosiddetta legge Biagi, che prevedono, in via presuntiva, la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato nei casi in cui sia riconosciuta l'irregolarità del rapporto di collaborazione, favorendo lo sviluppo e l'ampliamento dei centri preposti alla certificazione, in prospettiva di una sostanziale azione di contrasto nei confronti del lavoro sommerso, particolarmente diffuso nelle zone del Sud del Paese, in ogni caso nel rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria previsti a livello internazionale ed europeo, e proseguendo nell'opera di adeguamento degli organici delle amministrazioni pubbliche alle effettive esigenze, senza appesantimenti non funzionali di strutture e orpelli burocratici, frutto di prassi deleterie dell'immediato passato fondate sulla diffusione del precariato nelle pubbliche amministrazioni, anche locali, e sulla conseguente stabilizzazione di personale non sempre corrispondente alle effettive necessità istituzionali delle amministrazioni e in violazione di principi costituzionali;
a procedere in un'ottica di strategia federalista, nella valorizzazione del ruolo delle autonomie regionali per l'attuazione delle politiche attive di lavoro e di sostegno al reddito, per meglio rispondere, anche utilizzando di comune intesa le risorse regionali, alle differenti esigenze territoriali dei lavoratori e dei datori di lavoro;
a dare piena attuazione alle misure volte a favorire iniziative autonome imprenditoriali dei giovani meridionali attraverso il meccanismo del finanziamento della microimpresa, in ogni caso nel rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria previsti a livello internazionale ed europeo;
a proseguire l'azione di contrasto al lavoro nero, la cui presenza in alcune zone del Mezzogiorno, è particolarmente rilevante, anche attraverso l'adozione di misure che puntino più alla prevenzione e alla sensibilizzazione che alla repressione, dando priorità alla semplificazione degli adempimenti fiscali e burocratici a carico delle imprese;
a promuovere, anche alla luce delle situazioni emerse nelle regioni meridionali, una migliore corrispondenza degli interventi di formazione professionale alle esigenze del sistema produttivo valorizzando il ruolo delle imprese e sviluppando sinergie con il sistema dell'istruzione, adottando una nuova strategia che sottolinei la valenza formativa del lavoro, la centralità dell'impresa come luogo di formazione e l'importanza della certificazione delle conoscenze e delle competenze possedute, comunque acquisite dal lavoratore;
ad assicurare in tutte le regioni del Paese e tra queste a quelle del Mezzogiorno un'informazione esauriente e tempestiva sull'offerta e sulla domanda di lavoro insieme al monitoraggio degli interventi in vista dell'allestimento delle politiche del lavoro e delle politiche sociali, anche avviando quanto prima l'applicazione del «Programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro», (Italia 2020), un piano strategico di azione per la conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi dedicati alla cura della famiglia e per la promozione delle pari opportunità nell'accesso al lavoro.
(1-00305)
«Moffa, Cazzola, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Giammanco, Mannucci, Minardo, Mottola, Pelino, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Scandroglio, Taglialatela, Cosenza».