Atto Camera
Mozione 1-00196
presentata da
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO
testo di
mercoledì 24 giugno 2009, seduta n.192
La Camera,
premesso che:
l'agricoltura in Italia può contare su un tessuto produttivo di oltre un milione di imprese (il 16 per cento del totale delle imprese italiane) mentre circa 70.000 sono quelle dell'industria alimentare;
se si considerano anche l'industria alimentare, la distribuzione e i servizi, il settore agroalimentare del made in Italy vale oltre 220 miliardi di euro e si conferma, dopo il manifatturiero, come il secondo comparto in termini di contributo all'economia nazionale con un incidenza circa pari al 15 per cento del prodotto interno lordo (PIL);
l'economia e le imprese agroalimentari sono sottoposte, al pari di ciò che sta accadendo al sistema economico nazionale, in modo diretto e indiretto alle gravissime conseguenze della crisi mondiale economico-finanziaria, i cui segnali sono ben manifesti:
a) i costi produttivi e gli oneri sociali sono raddoppiati. Nell'ultimo anno, per l'acquisto dei fattori produttivi (concimi, sementi, gasolio, energia elettrica) che incidono sulla gestione aziendale per oltre il 70 per cento, si sono avuti aumenti medi del 7 per cento, mentre i prezzi all'origine, dopo una fase di rialzo della prima metà dello scorso anno, sono scesi in media del 7 per cento con punte del 35-50 per cento per il mercato dei cereali;
b) i redditi degli agricoltori, dopo l'aumento fatto registrare nel 2008, sono ovunque in calo e le imprese agricole, costrette sempre più spesso all'indebitamento, stanno incontrando difficoltà crescenti in termini occupazionali e di strumenti di accesso al credito;
c) il clima di fiducia dell'industria alimentare misurato attraverso un indice predisposto dall'Ismea su un panel di circa 1.200 operatori, ha fatto segnare, nel quarto trimestre del 2008, un netto peggioramento, scendendo a meno 13,6 per cento, da meno 0,7 per cento del trimestre precedente;
durante i numerosi cicli di audizioni che si sono svolti nelle Commissioni parlamentari tutte le organizzazioni professionali, produttive e sindacali, del settore hanno espresso il forte disagio che, in seguito alla crisi internazionale, sta colpendo fortemente il comparto agroalimentare e della pesca;
la crisi internazionale ha avuto ripercussioni sull'intero sistema agricolo europeo, tanto da indurre la Commissione europea a pubblicare una comunicazione «a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» che consente agli Stati membri di attivare misure rilevanti ed urgenti nel contesto dell'allentamento pur parziale e inadeguato dei vincoli comunitari;
i principali Paesi europei hanno adottato manovre anticrisi includendo misure specifiche per il rilancio competitivo del comparto come accaduto in Francia, dove il Ministro dell'agricoltura Barnier ha varato un piano di 250 milioni di euro per sostenere i redditi, degli agricoltori;
complessivamente, nei suoi primi nove mesi, ad avviso dei sottoscrittori del presente atto il Governo si è contraddistinto esclusivamente per i vistosi tagli operati a sfavore del comparto agroalimentare e per la mancanza di misure efficaci necessarie per invertire la sfavorevole congiuntura economico-finanziaria, infatti la cosiddetta manovra estiva, di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, e la legge finanziaria per il 2009 hanno totalizzato complessivamente una riduzione di 682 milioni di euro a sostegno dell'agricoltura, il decreto «milleproroghe» ha abrogato alcune disposizioni a sostegno dell'agricoltura e della pesca molto attese dal comparto e approvate in un provvedimento immediatamente precedente il milleproroghe, infine, la manovra anticrisi, di cui al decreto-legge n. 185 del 2008, non ha previsto alcuna misura direttamente riconducibile alla risoluzione della crisi del comparto agroalimentare;
in un momento in cui gli elementi di debolezza del settore sono amplificati dalla volatilità dei prezzi, dalle difficoltà di accesso al credito e da un ruolo sempre meno incisivo del sostegno pubblico, sono urgenti misure straordinarie che da un lato scongiurino un possibile arretramento del settore agroalimentare e della pesca e, dall'altro, sappiano rilanciarne la competitività,
impegna il Governo:
ad adottare, nell'immediato, i seguenti quattro interventi necessari per la tenuta competitiva del settore agroalimentare e della pesca nel quadro della crisi internazionale economica e finanziaria:
a) attivazione ed utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali necessari per governare la crisi che sta interessando le imprese del settore e, nello specifico, quelle della pesca particolarmente esposte alla congiuntura sfavorevole;
b) conferma biennale degli sgravi contributivi al fine di contenere il costo del lavoro in agricoltura nelle zone svantaggiate e garantire stabilità fiscale per gli agricoltori e attivazione del credito d'imposta in agricoltura;
c) conferma del sistema assicurativo e rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale al fine di dare piena attuazione ai meccanismi di gestione del rischio in agricoltura e di potenziare il ruolo delle polizze assicurative per far fronte alle crescenti emergenze climatiche;
d) incentivazione degli strumenti necessari per attuare una politica che favorisca l'accesso al credito degli imprenditori agricoli e ittici sempre più alle prese con problemi di liquidità;
ad adottare altresì con risolutezza quattro misure straordinarie per garantire al settore agroalimentare e della pesca il necessario rilancio produttivo affinché la difficoltà diventi un'opportunità per attrarre e motivare l'ingresso di giovani figure imprenditoriali e quindi occasione per un ricambio generazionale attraverso:
a) l'incentivazione, anche mediante una rinegoziazione in sede comunitaria della normativa sugli aiuti di Stato in agricoltura, della concentrazione dell'offerta agricola prevedendo un rafforzamento dell'assetto dimensionale o di forme di aggregazione di funzioni, nonché dell'innovazione organizzativa dell'impresa di filiera affinché i produttori possano governare e accompagnare più in profondità le fasi della catena alimentare, riducendo le intermediazioni dalla fase produttiva alla vendita ai consumatori;
b) aiuti straordinari e mirati al processo di internazionalizzazione della rete distributiva del comparto perché l'agroalimentare italiano, fortemente caratterizzato da tipicità e valori territoriali, possa accelerare la sua capacità d'inserimento nei mercati esteri attraverso nuove partnership commerciali, nuove relazioni bilaterali, assetti societari volti al radicamento e al controllo del prodotto italiano nei Paesi esteri;
aiuti straordinari per l'innovazione indirizzati ad imprese impegnate in nuovi processi produttivi tesi, da un lato, all'autoriduzione dei costi di produzione attraverso il risparmio energetico, il risparmio idrico, le razionalizzazioni logistiche, le innovazioni gestionali, e, dall'altro, a creare incrementi di valore del prodotto attraverso strategie di rafforzamento identitario e territoriale e a conseguire il valore aggiunto dato da contenuti di servizio più rispondenti alla domanda di mercato, a nuovi stili di vita, a nuove esigenze di tutela della salute alimentare, anche avviando concretamente l'insediamento dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare al pari degli altri Paesi europei;
il finanziamento di piani speciali di riconversione basati su rigorosi piani industriali pluriennali per il rilancio di alcune filiere produttive che, nella sovrapposizione degli effetti della crisi economica generale e dei recenti cambiamenti delle regole della politica agricola comunitaria, risultano particolarmente in sofferenza essendo esposte a processi di indebitamento e, pur avendo potenzialità e valore, non hanno sufficienti possibilità immediate per affrontare l'urgenza della concorrenza internazionale.
(1-00196)
«Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Servodio, Trappolino».