PDL 525

FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3
                        Articolo 4
                        Articolo 5

XIX LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 525

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
PORTA, TONI RICCIARDI, DI SANZO, CARÈ

Disposizioni per la promozione della conoscenza dell'emigrazione italiana nel quadro delle migrazioni contemporanee

Presentata il 7 novembre 2022

torna su

Onorevoli Colleghi! – L'emigrazione italiana, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e fino ai nostri giorni, è stata indiscutibilmente uno dei fattori di più profondo cambiamento della società italiana e l'esperienza di più intensa e diffusa internazionalizzazione che gli italiani abbiano conosciuto. Anche trascurando i non irrilevanti fenomeni di migrazione vissuti dagli abitanti della penisola in età moderna, abitualmente si calcola che siano oltre 25 milioni gli italiani espatriati nelle diverse aree del mondo a seguito della prima e della seconda ondata emigratoria, e tra i 55 e i 60 milioni le persone di origine italiana che vivono attualmente nel mondo. I cittadini italiani che risiedono all'estero e che sono iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) sono ormai circa 6 milioni: una cifra grosso modo equivalente a quella degli stranieri che si sono insediati in Italia.
Dopo il rallentamento dei flussi in uscita negli ultimi due decenni del Novecento, il fenomeno della mobilità degli italiani in ambito mondiale è ripreso con cadenze annuali che si avvicinano a quelle dei primi decenni del dopoguerra e non si è interrotto nemmeno a seguito del rallentamento della mobilità internazionale determinato dalle misure di contrasto della pandemia. Esso, inoltre, riguarda anche soggetti acculturati e qualificati e fasce sociali intermedie.
Nel loro complesso, le esperienze maturate nel corso di questo lungo percorso, che pure presentano aspetti differenziati a seconda dello specifico contesto nel quale si sono realizzate, hanno sedimentato un inestimabile patrimonio di vissuto e di relazioni umane, di pratiche d'integrazione, di confronto interculturale, di contaminazioni identitarie e di vincoli di solidarietà.
Oggi siamo di fronte a un'inaspettata ripresa di attenzione per gli esiti di quella lunga evoluzione. La reazione alle tendenze omologanti dei processi di mondializzazione, infatti, ha riacceso nelle comunità di origine e, in particolare, nelle nuove generazioni, evocazioni e domande di radici e di identità che comportano sia un approfondimento delle ragioni e dei valori che sono alla base della formazione delle stesse comunità sia un più consapevole legame con i luoghi di partenza. La partecipazione di centinaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo alla Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana, svoltasi nel dicembre 2008 a Roma, e più di recente la buona riuscita dell'incontro di Palermo promosso dal Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), hanno consentito di verificare direttamente l'intensità e il valore di questa diffusa disponibilità per il recupero delle più lontane radici e per una rinnovata fase d'interlocuzione.
Si è più volte sottolineata l'importanza per un Paese come l'Italia, naturalmente proiettato in una dimensione internazionale in ragione del suo sistema economico-sociale e della sua straordinaria offerta culturale, di una presenza consolidata e diffusa della comunità di origine italiana in alcune delle aree più importanti del mondo. Una costellazione che, se messa proficuamente in rete, potrebbe essere di sostegno e di spinta per promuovere la competitività del nostro sistema in ambito globale, soprattutto nella fase di ricerca di una prospettiva di rilancio dopo la regressione determinata dalla vicenda pandemica.
Eppure, nonostante l'evidenza di queste considerazioni e l'importante novità costituita dall'entrata a regime della circoscrizione Estero e del voto per corrispondenza, in parte contraddetta dalla recente diminuzione del già ridotto numero dei parlamentari, nelle scelte dei Governi che si sono succeduti e, ancora di più, nella più ampia opinione pubblica stentano a farsi strada la consapevolezza di questo cospicuo e originale retroterra storico e la percezione delle potenzialità di sviluppo che ad esso sono legate. Per essere più precisi, negli ultimi tre lustri si sono fatti degli indiscutibili passi in avanti, quali la ripresa degli studi e delle iniziative editoriali sulle migrazioni, l'attivismo delle regioni che, sia pure in modo disorganico, ha consentito di recuperare energie e contatti, e la presenza di un gruppo di parlamentari provenienti dall'estero che riportano in sede parlamentare le esigenze delle nostre comunità. Ma tutto questo non è bastato per convincere i maggiori strumenti di comunicazione a fare sistematicamente ed efficacemente «informazione di ritorno» e a coinvolgere la più ampia opinione pubblica nella conservazione della memoria di una vicenda storica tanto importante, che pure appartiene al vissuto più profondo del popolo italiano.
L'anello debole di questa catena è rappresentato dalle nuove generazioni che, non trovando adeguati riferimenti nei canali di informazione e di comunicazione da loro abitualmente usati, sono portate a rimuovere completamente questo patrimonio storico, umano ed etico, recidendo in tal modo il filo di continuità della loro stessa memoria familiare.
L'aspetto più preoccupante di questa situazione è che la tendenza alla dissolvenza del retroterra storico dell'emigrazione italiana si manifesta nel vivo del processo di transizione che la società italiana sta attraversando ormai da qualche decennio. L'Italia, com'è noto, da Paese di storica emigrazione si sta trasformando in luogo di approdo e di insediamento di milioni di stranieri che arrivano nel nostro territorio sulla base di motivazioni analoghe a quelle che nel corso del tempo hanno indotto tanti nostri connazionali a partire e che tuttora, come si è visto, non sono ancora sopite. Anche se è il caso di guardarsi da facili e superficiali assimilazioni tra le vicende vissute dagli italiani nel loro insediamento in Paesi stranieri e quelle, che si svolgono in tempi e in contesti diversi, degli stranieri che arrivano in Italia, è evidente che una conoscenza comparativa delle forme e delle tematiche delle migrazioni moderne può diventare un elemento centrale di una moderna formazione alla contemporaneità. Tanto più che ormai, da diversi anni, la presenza nelle nostre scuole di una componente crescente di «nuovi italiani» ha di fatto aperto la strada a un'impostazione del lavoro di apprendimento di tipo interculturale, che da un rinnovato approccio con l'emigrazione italiana potrebbe trovare il suo sostegno e il suo potenziamento. Una migliore comprensione dei diversi aspetti delle migrazioni, insomma, può essere un impulso per la formazione, spesso auspicata, di un profilo identitario aperto e plurimo, che declini in termini di apertura e di arricchimento culturali le esperienze d'incontro con i nuovi venuti, che in molti casi sono invece vissute in termini di ansia e di antagonismo.
Oggi, inoltre, è possibile guardare alle vicende dell'emigrazione italiana attraverso una pluralità di «lenti» disciplinari – storiche, economiche, sociali, geografiche, linguistiche, letterarie, musicali, cinematografiche, alimentari, di costume, eccetera – che rendono quanto mai ampio lo spettro della ricerca e fluida l'applicazione di metodologie laboratoriali, adatte a calarsi elasticamente ed efficacemente nella programmazione dell'offerta formativa che le istituzioni scolastiche annualmente compiono.
Per queste considerazioni, la presente proposta di legge intende fare del patrimonio storico, culturale ed etico dell'emigrazione italiana la base di un progetto formativo da consegnare agli operatori delle scuole di ogni ordine e grado, affinché esso possa integrare utilmente il percorso di crescita culturale tracciato per milioni di ragazzi che, altrimenti, rischierebbero di non conoscere una delle esperienze più importanti e significative che il popolo italiano ha vissuto nel suo cammino verso la contemporaneità. Il riferimento alla vicenda emigratoria del nostro Paese, inoltre, rappresenta un corretto presupposto per sviluppare un percorso di formazione interculturale quanto mai necessario per l'ormai massiccia presenza – più di 850.000 – di ragazzi di origine straniera nelle nostre scuole.
All'articolo 1 della proposta di legge si prevede che il Ministero dell'istruzione assuma l'emigrazione italiana come tema di un progetto nazionale, previsto tra le misure volte all'innovazione dall'articolo 11, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, relativo all'autonomia delle istituzioni scolastiche. Il Ministero trasmette agli istituti scolastici di ogni ordine e grado le linee generali del progetto, in modo da garantirne la flessibilità in relazione alle specificità territoriali e alla creatività degli studenti affinché esso sia considerato all'atto della programmazione dell'offerta formativa definita per ciascun anno scolastico. Lo stesso Ministero, poi, è chiamato a verificare gli esiti del progetto con cadenza biennale alla luce delle risultanze, valutate in termini di prodotti e di processi, con particolare attenzione alla rilevazione di «buone pratiche» trasferibili.
All'articolo 2 si prevede che, a decorrere dall'anno scolastico 2023/2024, il progetto sia inserito nell'ordinaria programmazione formativa, con le modalità previste dalla legislazione vigente e nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Nello stesso articolo si sottolineano la valenza interculturale del progetto, la sua idoneità a una declinazione multidisciplinare e la possibilità di una larga applicazione delle metodologie laboratoriali. Si sottolinea, altresì, l'opportunità che il progetto, quale fattore di ampliamento dell'offerta formativa, sia preferibilmente incluso nelle attività curricolari.
L'articolo 3 si propone di favorire l'integrazione tra le aree disciplinari e la costruzione di reti anche extraregionali tra i diversi istituti scolastici nella prefigurazione e nella realizzazione del progetto.
Inoltre, si sottolinea anche l'esigenza di uno stretto raccordo con le iniziative degli enti e delle altre istituzioni locali impegnati nel campo delle migrazioni e si formula l'indicazione di un'auspicabile collaborazione con le realtà associative che fanno riferimento, in Italia e all'estero, al territorio nel quale gli istituti scolastici sono collocati. Si auspica, inoltre, il coinvolgimento diretto delle famiglie degli studenti con l'intento di determinare un più immediato e corretto recupero della memoria e delle problematiche degli eventi migratori e di promuovere un legame più efficace con i territori interessati.
L'evocazione dell'emigrazione in ambito familiare, inoltre, potrà favorire la considerazione in chiave più oggettiva dei fenomeni dell'immigrazione che in questi ultimi anni si sono sviluppati nel Paese.
Con l'articolo 4, allo scopo di incentivare la partecipazione degli istituti scolastici alla realizzazione del progetto e l'impegno a conseguire risultati efficaci e qualificati nell'attività di ricerca e di formazione, si prevede l'istituzione del premio nazionale «Migranti come noi», riservato a classi e a istituti scolastici che si siano particolarmente distinti in tali attività. Alla valutazione dei concorrenti al premio contribuiscono riconosciuti studiosi ed esperti impegnati nelle tematiche delle migrazioni nonché esperti ed operatori del settore dell'informazione.
All'articolo 5 si prevede che la realizzazione del progetto avvenga, oltre che attraverso l'ottimizzazione delle risorse esistenti, attingendo al Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi di cui alla legge 18 dicembre 1997, n. 440.
Si esprime l'auspicio che su questa proposta di legge, che tiene conto delle sollecitazioni provenienti da comunità di origine italiana, da soggetti associativi operanti in questo settore in Italia e all'estero e da enti regionali e locali, si raccolga in modo trasversale il più ampio consenso dei colleghi parlamentari e la disponibilità del Governo, in modo da fare della vicenda dell'emigrazione italiana, passata e attuale, un fermento attivo della formazione in senso interculturale dei nostri giovani e un impulso per una più piena comprensione della contemporaneità.

torna su

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Progetto nazionale sull'emigrazione
italiana)

1. Per sostenere e per diffondere la conoscenza della diaspora degli italiani nel mondo nel quadro delle migrazioni contemporanee, il Ministero dell'istruzione assume l'emigrazione italiana come tema di un progetto nazionale di ricerca e di approfondimento nell'ambito dell'ordinaria programmazione scolastica, di seguito denominato «progetto nazionale», ai sensi dell'articolo 11, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275.
2. Il progetto nazionale è inserito in un quadro di formazione interculturale e ha carattere multidisciplinare. Il Ministero dell'istruzione cura il coordinamento del progetto nazionale con gli altri progetti già adottati dallo stesso Ministro e, in particolare, con il progetto in materia di educazione interculturale, dei quali rappresenta un'opportuna integrazione, e formula con riferimento ai diversi ordini e gradi di istruzione e alle specifiche aree disciplinari gli indirizzi generali del progetto nazionale in modo da garantirne un'applicazione flessibile in relazione alle specificità territoriali e alla creatività degli studenti.
3. Il Ministero dell'istruzione attiva le opportune iniziative per promuovere e per fare conoscere il progetto nazionale, nonché per sensibilizzare e per formare il personale docente del primo e del secondo ciclo di istruzione ai fini dell'acquisizione delle conoscenze e delle competenze necessarie. Lo stesso Ministero adotta misure per la verifica, con cadenza biennale, dei risultati raggiunti dal programma nazionale, valutati in termini di prodotti e di processi, prestando particolare attenzione alla rilevazione delle pratiche educative trasferibili. Il medesimo Ministero provvede, inoltre, a segnalare gli istituti scolastici che si sono particolarmente distinti per la qualità degli interventi adottati e per l'efficacia dell'azione formativa realizzata.

Art. 2.
(Contenuti e metodologie del progetto
nazionale)

1. Gli indirizzi generali di cui al comma 2 dell'articolo 1 prevedono l'apprendimento dei diversi aspetti della storia dell'emigrazione italiana e dei fenomeni di nuova mobilità nel quadro delle tematiche relative alle migrazioni, intese quale elemento significativo e ineliminabile dell'età contemporanea. Tale apprendimento è basato su una comparazione tra le diverse esperienze e culture di cui i migranti sono portatori e, in particolare, sull'impegno a confrontare il patrimonio umano e storico dell'emigrazione italiana con le situazioni che si evidenziano a seguito dell'insediamento dei migranti dentro i confini nazionali.
2. A decorrere dall'anno scolastico 2023/2024, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, all'atto della definizione dei piani dell'offerta formativa, previsti dall'articolo 3, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, stabiliscono le modalità di realizzazione degli indirizzi generali relativi al progetto nazionale formulati dal Ministero dell'istruzione, tenendo conto dei contesti sociali e territoriali in cui essi operano.
3. I piani dell'offerta formativa di ogni istituto scolastico di cui al comma 2 possono prevedere che l'insegnamento della storia e delle espressioni culturali e artistiche dell'emigrazione italiana sia inserito nell'ambito delle attività curricolari. Essi, inoltre, favoriscono il ricorso ad attività e a metodologie laboratoriali e interdisciplinari.

Art. 3.
(Attuazione del progetto nazionale)

1. Nell'attuazione del progetto nazionale sono favorite l'integrazione tra le diverse aree disciplinari di uno stesso istituto scolastico e la costruzione di reti anche extraregionali tra gli istituti scolastici.
2. Nella fase di realizzazione del progetto nazionale è promosso il coinvolgimento diretto delle famiglie degli studenti, volto a determinare un più immediato e corretto recupero della memoria degli eventi legati all'emigrazione e a promuovere un legame più efficace con i territori interessati.
3. In sede di definizione della programmazione dell'offerta formativa, i dirigenti scolastici stabiliscono gli opportuni contatti con gli enti locali, in particolare nelle aree di più consolidata tradizione emigratoria e di arrivo di migranti, e con le realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche interessate alle tematiche affrontate, con particolare riguardo alla partecipazione delle associazioni che, in Italia e all'estero, fanno riferimento al territorio in cui gli istituti scolastici sono insediati.
4. I dirigenti scolastici provvedono, altresì, a instaurare rapporti con istituti scolastici inseriti in ordinamenti formativi di Paesi esteri dove è più intensa la concentrazione di immigrati italiani e di persone di origine italiana. Tali relazioni sono finalizzate al coinvolgimento di classi e di gruppi di lavoro dei citati istituti nell'intero progetto nazionale o in alcuni suoi aspetti specifici. Sono favoriti, in particolare, i contatti diretti tra gli alunni tramite visite scolastiche e soggiorni di studio.

Art. 4.
(Premio nazionale «Migranti come noi»)

1. Ai fini di cui alla presente legge, è istituito il premio nazionale «Migranti come noi». Il premio nazionale è assegnato annualmente a classi e a istituti scolastici che si sono particolarmente distinti per l'originalità e per il rigore della ricerca nonché per l'efficacia del percorso formativo sulle tematiche delle migrazioni.
2. Il Ministro dell'istruzione, con proprio decreto, emana annualmente il bando di concorso per l'assegnazione del premio nazionale di cui al comma 1 e provvede a nominare una commissione di esame composta da nove membri, scelti tra studiosi ed esperti impegnati nelle tematiche delle migrazioni, nonché tra esperti ed operatori del settore dell'informazione.

Art. 5.
(Disposizioni finanziarie)

1. Il Ministro dell'istruzione, con proprio decreto, determina annualmente le quote del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi, di cui all'articolo 1 della legge 18 dicembre 1997, n. 440, da destinare al conseguimento delle finalità previste dalla presente legge.

torna su