Doc. XII-quinquies, N. 22

ASSEMBLEA PARLAMENTARE DELL'OSCE

Sessione Annuale di Lussemburgo

Risoluzione su «La militarizzazione da parte della Federazione russa della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli temporaneamente occupate, dell'Ucraina, del Mar Nero e del Mar d'Azov»

Trasmessa il 24 settembre 2019

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RISOLUZIONE SU «LA MILITARIZZAZIONE DA PARTE DELLA FEDERAZIONE RUSSA DELLA REPUBBLICA AUTONOMA DI CRIMEA E DELLA CITTÀ DI SEBASTOPOLI TEMPORANEAMENTE OCCUPATE, DELL'UCRAINA, DEL MAR NERO E DEL MAR D'AZOV»

  1. Di fronte al persistere di violazioni evidenti, gravi e non sanate degli scopi e dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dall'Atto finale di Helsinki, in particolare per quanto concerne il rispetto della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'inviolabilità delle frontiere degli Stati, la composizione pacifica delle controversie e l'astensione dalla minaccia o dall'uso della forza, la non ingerenza negli affari interni, la cooperazione tra gli Stati e l'adempimento in buona fede degli obblighi assunti in virtù del diritto internazionale,

  2. Ricordando la Risoluzione dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE sulle violazioni evidenti, gravi e non sanate dei principi di Helsinki da parte della Federazione Russa (2014), la Risoluzione sulla continuazione delle violazioni evidenti, gravi e non sanate degli impegni dell'OSCE e delle norme internazionali da parte della Federazione Russa (2015), la Risoluzione sull'adesione ai principi di Helsinki nelle relazioni tra gli Stati nella regione dell'OSCE (2015), la Risoluzione sulle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli (2016), la Risoluzione sul ripristino della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina (2017), e la Risoluzione sulle violazioni persistenti dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli (Ucraina) (2018),

  3. Prendendo in considerazione la Risoluzione 68/262 dell'Assemblea Generale dell'ONU del 27 marzo 2014 «Integrità territoriale dell'Ucraina», la Risoluzione 71/205 dell'Assemblea Generale dell'ONU del 19 dicembre 2016 «Situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli (Ucraina)», la Risoluzione 72/190 dell'Assemblea Generale dell'ONU del 19 dicembre 2017 «Situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli, Ucraina», la Risoluzione 73/194 dell'Assemblea Generale dell'ONU del 17 dicembre 2018 intitolata «Il problema della militarizzazione della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli (Ucraina), nonché di parti del Mar Nero e del mar d'Azov», e la Risoluzione 73/263 dell'Assemblea Generale dell'ONU del 22 dicembre 2018 intitolata «Situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli, Ucraina»,

  4. Ricordando la Dichiarazione della milletrentaquattresima Riunione (Speciale) del Consiglio permanente dell'OSCE del 20 gennaio 2015 e la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU 2202/2015 del 17 febbraio 2015 riguardante il «Pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk», che riaffermano il pieno rispetto della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e la piena attuazione degli accordi di Minsk,

  5. Considerando che l'occupazione temporanea della Crimea e la minaccia o l'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'Ucraina da parte della Federazione Russa contravviene agli impegni assunti in virtù del Memorandum sulle garanzie di sicurezza Pag. 3legate all'adesione dell'Ucraina al Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (Memorandum di Budapest) del 5 dicembre 1994, nel quale, è stato ribadito, tra l'altro, l'impegno a rispettare l'indipendenza e la sovranità e i confini esistenti dell'Ucraina, e ricordando inoltre lo status di paese non nucleare dell'Ucraina in quanto Stato firmatario del Trattato sulla non proliferazione di armi nucleari (TNP),

  6. Riconoscendo che l'attuale occupazione temporanea e il tentativo di annessione della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione Russa, e la crescente presenza militare illecita della Federazione Russa in Crimea e nelle acque territoriali dell'Ucraina rappresentano la minaccia più grave alla sicurezza e alla stabilità nella regione dell'OSCE,

  7. Sottolineando che la costruzione e l'apertura del ponte sullo stretto di Kerch tra la Federazione Russa e la Crimea temporaneamente occupata, che è stato costruito contro la volontà e senza l'assenso del governo ucraino, costituiscono una nuova violazione flagrante dei diritti sovrani dell'Ucraina e del diritto internazionale, facilitano l'ulteriore militarizzazione della Crimea, e ostacolano lo sviluppo economico dell'Ucraina, in particolare limitando le dimensioni delle navi che possono raggiungere i porti ucraini sul mar d'Azov,

  8. Preoccupata dalla crescente presenza militare della Federazione Russa nel mar d'Azov, sullo stretto di Kerch e sul mar Nero, e anche dalle perquisizioni selettive di navi ucraine e straniere, che impediscono l'esercizio legittimo dei diritti e delle libertà di navigazione in conformità al diritto internazionale vigente, circostanza che comporta una diminuzione dei flussi di merci e perdite finanziare reali per l'economia locale Ucraina e i commercianti i cui mercantili sono sottoposti a tale regime,

  9. Ribadendo che il mandato della Missione di monitoraggio speciale dell'OSCE (SMM) si riferisce all'intero territorio dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, che comprendono la Repubblica autonoma di Crimea, la città di Sebastopoli e le zone marittime,

  10. Prendendo atto delle relazioni della Missione di monitoraggio speciale dell'OSCE (SMM) sulle gravi ripercussioni socio-economiche dovute alle continue attività di disturbo sistematico della libertà di navigazione internazionale attuate dalla Federazione Russa nel mar d'Azov e nello Stretto di Kerch, in particolare per i porti ucraini di Mariupol e Berdiansk,

L'Assemblea Parlamentare dell'OSCE:

  11. Ribadisce il suo pieno rispetto della sovranità, dell'indipendenza politica, dell'unità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, che comprendono la Repubblica autonoma di Crimea, la città di Sebastopoli e le zone marittime;

  12. Reitera la sua condanna all'occupazione illegale e al tentativo di annessione della Crimea attualmente in corso da parte della Federazione Russa, ed esorta la Federazione Russa ad annullarle e a ritirare le forze di occupazione russe dalla Crimea e a riportarla sotto il controllo del governo ucraino;

  13. Ribadisce la propria grave preoccupazione per la crescente militarizzazione della penisola di Crimea e per l'intenzione della Federazione Russa di dispiegare armi nucleari in quella regione, violando lo status di paese non nucleare dell'Ucraina e compromettendo ulteriormente la pace e la sicurezza regionale, europea e mondiale;

  14. Condanna la crescente militarizzazione del Mar d'Azov, dello Stretto di Kerch e del Mar Nero da parte della Federazione Russa;

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  15. Condanna l'atto non provocato di aggressione armata e l'uso ingiustificato e sproporzionato della forza militare da parte della Federazione Russa contro le navi ucraine e i loro equipaggi, che hanno avuto luogo nelle acque internazionali neutrali del Mar Nero in prossimità dello Stretto di Kerch il 25 novembre 2018;

  16. Incoraggia la Presidenza in carica dell'OSCE, le istituzioni dell'OSCE e gli Stati partecipanti a fare di tutto e a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per facilitare la liberazione immediata e incondizionata dei prigionieri di guerra ucraini tenuti in cattività dalla Federazione Russa e delle navi sequestrate;

  17. Esorta the Federazione Russa a concedere, in attesa della loro liberazione, l'assistenza medica, legale e/o consolare necessaria ai prigionieri di guerra ucraini conformemente alle disposizioni in materia del diritto umanitario internazionale, ivi comprese le Convenzioni di Ginevra;

  18. Esorta la Federazione Russa a garantire la libertà di passaggio nel Mar d'Azov e nello Stretto di Kerch conformemente al diritto internazionale vigente, in particolare alle disposizioni della Convenzione dell'ONU sul diritto del mare del 1982;

  19. È favorevole a rendere disponibili le risorse necessarie per migliorare le capacità della Missione di monitoraggio speciale dell'OSCE (SMM), in particolare mediante l'uso di attrezzature di controllo tecnico, droni e immagini satellitari, per controllare la situazione nel Mar d'Azov e nello Stretto di Kerch, ed esorta la Federazione Russa a eliminare tutti gli ostacoli alle attività di controllo della Missione di monitoraggio speciale dell'OSCE, in particolare nelle zone meridionali, sotto occupazione russa, della regione di Donetsk adiacente al Mar d'Azov;

  20. Sostiene la definizione di altre opportune misure da parte degli Stati partecipanti e delle istituzioni dell'OSCE miranti a dissuadere la Federazione Russa dal prendere altre misure aggressive e dall'ostacolare la libertà di navigazione nel Mar d'Azov e nel Mar Nero, esaminando, in particolare, le modalità per assicurare un controllo internazionale efficace del traffico marittimo nello Stretto di Kerch e in prossimità dello stesso.