XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 25 gennaio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gribaudo Chiara , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione di Padre Paolo Benanti, Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana.
Gribaudo Chiara , Presidente ... 3 
Benanti Paolo , Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana ... 3 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 5 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 5 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 5 
Mari Francesco (AVS)  ... 6 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 6 
Volpi Andrea (FDI)  ... 6 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 6 
Benanti Paolo , Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana ... 7 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 8 

Audizione di rappresentanti di ALIS – Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile:
Gribaudo Chiara , Presidente ... 8 
Fiorini Francesca , Segretario generale di ALIS ... 9 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 11 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 11 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 11 
Fiorini Francesca , Segretario generale di ALIS ... 11 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 13 

Audizione di rappresentanti di ANCE – Associazione nazionale costruttori edili:
Gribaudo Chiara , Presidente ... 13 
Deldossi Massimo Angelo , Vicepresidente tecnologia e innovazione di ANCE (Intervento da remoto) ... 13 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 15 

Audizione di rappresentanti di Confapi – Confederazione italiana piccola e media industria privata:
Gribaudo Chiara , Presidente ... 15 
Perini Antonio , delegato di Confapi Unimatica all'Intelligenza artificiale ... 15 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 17 

Audizione di rappresentanti di Confimi Industria – Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata:
Gribaudo Chiara , Presidente ... 18 
Galia Domenico , consigliere e presidente di Confimi industria digitale ... 18 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 20 
Galia Domenico , consigliere e presidente di Confimi industria digitale ... 20 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 20 
Galia Domenico , consigliere e presidente di Confimi industria digitale ... 20 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 20 

Allegato 1: Documentazione presentata dai rappresentanti di ANCE ... 21 

Allegato 2: Documentazione presentata dai rappresentanti di Confapi ... 33

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
CHIARA GRIBAUDO

  La seduta comincia alle 13.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Padre Paolo Benanti, Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Padre Paolo Benanti, professore straordinario presso la Facoltà di Teologia della Pontificia università Gregoriana nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro. Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in video conferenza dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità, gli cedo immediatamente la parola. Prego Padre Paolo Benanti.

  PAOLO BENANTI, Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana. Grazie Onorevoli e Onorevole, mi sento onorato per questa opportunità, e in quanto professore di etica delle tecnologie proverei ad impostare questa audizione partendo dal chiarificare qual è la prospettiva.
  La storia della tecnologia ci dice che non esistono tecnologie neutrali; abbiamo almeno un paio di esempi: uno viene da New York, a Manhattan, dove la costruzione di un'autostrada, la Parkway, che unisce Manhattan stessa con Long Island, in uno dei posti più prestigiosi e più desiderati, che è Jones Beach, ha di fatto prodotto un cambio all'interno della mobilità sociale. In che senso? I ponti su questa autostrada sono costruiti due piedi più bassi di quello che è lo standard, e questo impedisce ai mezzi pubblici di transitare e quindi impediva a chiunque non avesse avuto la capacità di acquistare una macchina di poter raggiungere Jones Beach.
  Langdon Winner, che è uno dei capostipiti di questo tipo di approccio, in un famoso articolo, di fatto, sottolinea che ogni innovazione tecnologica è una disposizione di potere e una forma d'ordine. Quindi, questo impatta qualsiasi comunità sociale, compresa quella del lavoro.
  Un secondo esempio, dal quale vorrei partire, riguarda un processo di innovazione che è avvenuto in California nella metà degli anni settanta: il mercato di pomodori della California era il mercato principale negli Stati Uniti e circa 3.200 aziende erano presenti all'interno di quel mercato all'inizio degli anni settanta. Nel 1975 l'università della California sviluppò una raccoglitrice automatica di pomodori che sostanzialmente abbassò il costo di raccolta a 2 dollari a tonnellata. Pochi anni dopo, cinque anni dopo, però il numero di azienda crollò; da 3.200 rimasero semplicemente 280 aziende. Perché? Perché il costo dell'innovazione era circa 175.000 dollari dell'epoca, mezzo milione di dollari di oggi, e produsse una contrazione del Pag. 4mercato. Affianco a questo, ciò ha prodotto un'altra trasformazione, perché era necessario selezionare un pomodoro che resistesse alle compressioni meccaniche di questa macchina, generando di fatto sul mercato un prodotto diverso, visto che il pomodoro più economico – perdonatemi il pregiudizio locale – era molto meno saporito del pomodoro precedente.
  Permettetemi di rileggere queste innovazioni nell'ottica del digitale: quello che noi oggi scriviamo nelle autostrade digitali come algoritmi ha lo stesso effetto di quei ponti, dà o toglie alcune possibilità di accesso, compreso anche al mondo del lavoro, nel momento stesso in cui gli algoritmi diventano coloro che fanno la selezione delle risorse umane.
  In seconda istanza, l'innovazione concentrerà il mercato, perché solo chi se la potrà permettere potrà rimanere sul mercato e a volte cambierà anche la natura del prodotto. Ecco, questi tre elementi vanno messi in tensione con quello che le intelligenze artificiali generative possono produrre nel mercato del lavoro. Perché chiaramente al momento abbiamo solo sette grandi player internazionali che si presentano capaci di gestire questa forma di innovazione e tutti e sette hanno una capitalizzazione superiore al trilione di dollari. Ciò significa grandi agglomerati che forniscono questo tipo di servizio come degli strati intermedi all'interno dell'esecuzione dei processi nel mondo del lavoro; in altre parole, sono in grado di fornire degli strati che controllano quello che accade nel mondo del lavoro, concentrando – quindi – non solo la ricchezza, ma anche quello che è il fattore di controllo.
  Di fatto, quella che prima era la capacità di essere sul mondo del lavoro delle singole aziende e delle singole realtà o anche del singolo lavoratore, ora è quanto meno legato, se non in qualche misura vincolato, alla capacità di questi sistemi di stare sul mercato in maniera profittevole.
  Mi permetto, a questo punto, di andare verso la conclusione di questo mio intervento con tre elementi. Il primo elemento è quello che normalmente viene chiamato dagli informatici il paradosso di Moravec, cioè una macchina è molto più capace di fare un lavoro cognitivo alto che non un lavoro cognitivo basso. Ciò significa che – per fare un esempio – un calcolatore solare che è in grado di fare una radice quadrata costa meno di 1 euro se comprato bene su internet, mentre una mano robotica che possa aprire una maniglia costa intorno ai 200 mila euro.
  Nel caso umano, però, un bambino di 4 anni può aprire la porta e scappare in strada, mentre per fare una radice quadrata almeno dovrà andare in terza media. Cioè: l'impatto che le intelligenze artificiali avranno sul mondo del lavoro sarà molto più forte su quelli che sono i lavori a più intenso contenuto cognitivo, che oggi corrispondono con i lavori meglio pagati all'interno della società. Quindi l'aggressione sarà soprattutto su una serie di lavori che caratterizzano la borghesia o quanto meno coloro che hanno una simile capacità di acquisire reddito.
  La seconda questione riguarda, però, anche il paese compreso nel suo insieme, perché se noi guardiamo ai dati demografici abbiamo circa 40 province in Italia in cui il numero dei pensionati supera il numero dei lavoratori.
  Questo significa che se noi vogliamo pensare che l'Italia possa continuare a svolgere un ruolo competitivo a livello globale abbiamo bisogno di aumentare la produttività, e questo va dall'altra parte. Se da un alto bisogna stare attenti per evitare il moltiplicarsi di diseguaglianze, dall'altro abbiamo bisogno anche della implementazione della intelligenza artificiale perché il sistema industriale, il sistema lavorativo del paese, continui a essere competitivo, così come le condizioni internazionali al momento ci richiedono.
  L'ultimo elemento che vorrei sottolineare è il fatto che, da quello che emerge dalle ricerche, la parte più preziosa per il lavoro con l'intelligenza artificiale è rappresentata dai cosiddetti laureati nel settore Stem. Un laureato nel settore Stem costa a Stato e famiglia 170.000 euro; cioè vuol dire che lo Stato copre la sua formazione e la famiglia copre quello che non riesce a coprire lo Stato con un valore Pag. 5totale di 170.000 euro. Le ricerche ci fanno vedere che in questo momento il comparto lavoro italiano non riesce ad assorbire questi laureati; non abbiamo posti per loro proprio perché i produttori sono sostanzialmente gli altri. Ciò rappresenta una prospettiva interessante perché vuol dire che la parte più preziosa per questo settore che possiamo produrre in Italia in realtà viene poi assorbita all'estero o conosce altre vie di utilizzo.
  Ecco, queste sono le sfide che affrontiamo, sfide che hanno come caratteristica l'estrema velocità con cui avvengono. Se noi pensiamo che quello che chiamiamo tutti oggi l'intelligenza artificiale generativa – cioè ChatGPT3, e ChatGPT4, che sono una novità di questo gennaio – già abbiamo le prime applicazioni industriali.
  La seconda grande questione è l'assenza di regole specifiche che rendono la velocità ulteriormente amplificata e amplificabile perché in questo momento non ci sono guardrail che possano indirizzare tutto questo.

  PRESIDENTE. Grazie Padre Benanti, davvero molto utili e molto interessanti le sue considerazioni, soprattutto questi tre punti di caduta su cui credo che avremo molto da riflettere e da ragionare insieme.
  Chiedo se vi siano domande da parte dei colleghi. Prego Onorevole Barzotti.

  VALENTINA BARZOTTI. Grazie Presidente.
  Ringrazio Padre Benanti per questo interessantissimo contributo alla nostra indagine conoscitiva sulla intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. Rispetto alle sue considerazioni vorrei fare una domanda relativa alle competenze; di fatto quello che noi abbiamo capito dai contributi che sono stati fatti nel corso delle varie audizioni che si sono susseguite è che l'intelligenza artificiale porterà sostanzialmente a una polarizzazione del mercato del lavoro: chi ha alte competenze sarà più efficiente e andrà ad aumentare la produttività; chi ha meno competenze di fatto resterà sempre più emarginato, e nel mezzo, si collocano le enormi perdite di posti di lavoro.
  Quindi, noi abbiamo una sfida, uno Tsunami, che ci sta per travolgere e dovremmo cercare di capire come governare questo fenomeno. Sicuramente non penso che i nostri presidi territoriali, come possono essere ad esempio i centri per l'impiego, siano nelle condizioni attualmente di affrontare quello che sta per accadere, nonostante nel 2019 siano state stanziate risorse per più di 1 miliardo per il potenziamento dei centri per l'impiego e per l'assunzione di 11.600 operatori, che però al momento ancora non sono stati assunti. Mi chiedo se queste persone siano formate per affrontare questo, perché altrimenti accumuliamo ritardi su ritardi e subiremo questo fenomeno. Poi vorrei chiederle anche se non ritenga che il salario minimo universale, un reddito di base universale, possa essere una possibile soluzione da adottare proprio per evitare questo tipo di degenerazione, questo tipo di rischi.
  Da ultimo, le faccio una domanda un po' scomoda, nel caso mi perdoni, però ci provo lo stesso; ho appena partecipato a un convegno sui Content Creators e c'era il Sottosegretario Butti che ha proprio citato la prossima emanazione di un testo sull'intelligenza artificiale; mi chiedevo se lei avesse già dato un contributo su questo, se può anticiparci qualcosa; lo apprezzeremmo, grazie.

  PRESIDENTE. Volevo solo aggiungere, sulla scia delle considerazioni dell'onorevole Barzotti, qualche osservazione sul tema naturalmente della formazione. Poiché l'intelligenza artificiale non è neutra, e non sarà neutro l'impatto sulle nostre vite nel mercato del lavoro; lei giustamente ci ricorda come il paradosso è quello che avremo i lavori per cui investiamo anche di più nel percorso di studio e nella crescita, che verranno sostituiti più agevolmente, spingendo al ribasso la qualificazione. Dunque, c'è anche un tema di povertà a 360 gradi, mi viene da dire, sia cognitiva, sia salariale e dunque esistenziale. Siamo ancora in tempo – anche questo forse è un retorico o provocatorio, consentitemelo – visto che l'intelligenza artificiale è condotta e gestita dagli uomini, per trovare quel punto di equilibrio indispensabile, visto che la tecnologiaPag. 6 non è neutra? Ciò al fine di contemperare il più possibile l'inasprirsi di un ascensore sociale fortemente bloccato e dunque fronteggiare le ricadute del mercato del lavoro che possono effettivamente fare a male a tutto il sistema e a tutta la società.

  FRANCESCO MARI. Intervengo stimolato dalle considerazioni della collega e del Presidente. Il punto è questo: il progresso tecnologico fino a ieri ha introdotto novità, sempre, costantemente, nella vita delle persone e dei lavoratori. Però oltre un certo limite ha avuto sempre un carattere democratico, perché quell'innovazione tecnologica alla fine è stata utilizzata in modo diffuso; al netto dei brevetti la società ha preso possesso delle novità, che sono state varie; il frigorifero è stata una novità, però a un certo punto il frigorifero lo potevamo fare tutti.
  L'intelligenza artificiale ha una caratteristica; quando diciamo intelligenza generativa diciamo una ripetizione, in quanto, se è intelligente, deve essere per forza generativa; se non è generativa, non è intelligente. Se non si ha questa capacità autonoma di implementarsi attraverso l'uso, di che intelligenza si tratta? Quindi, vi è una ripetizione.
  Qui c'è il problema però del possesso della tecnologia, perché se chi possiede quella tecnologia si appropria automaticamente della implementazione – crescendo, aumentando le proprie performance da solo – il problema c'è, perché il pubblico può fare fino a un certo punto. Quando il possesso di questo tipo di tecnologia, con questa capacità di crescere, di implementarsi, di svilupparsi da sola, è molto concentrato c'è un problema gigantesco dal punto di vista democratico. Il punto è questo: è la ricaduta non diretta, anche indiretta, sul lavoro che ci può essere, come fattore della crescita anche umana. Credo che nelle audizioni abbiamo avuto anche pareri discordanti sulla velocità di questi processi, c'è chi ci ha detto che sono dietro la porta e chi ha detto di no.
  Questo non lo sappiamo, lo sapremo vivendo; io ho l'impressione che, proprio perché è generativa, essa è molto veloce, ha la capacità di bruciare le tappe; forse gli effetti hanno una cadenza diversa, ma il punto è proprio: preoccuparci, da un lato, delle ricadute dirette, dall'altro più complessivamente delle conseguenze sul sistema della democrazia, sulla distribuzione del lavoro, sulla distribuzione della ricchezza, altrimenti non riusciamo ad affrontare tale fenomeno.
  Se noi vogliamo entrare nel merito, siamo sguarniti; come è stato detto, ad oggi sono 6 o 7 i grandi gruppi che possono fare ricerca a un certo livello. Quindi siamo di fronte a un'ipotesi di grandissima concentrazione della tecnologia che non abbiamo conosciuto in passato; non è avvenuto né per la macchina a vapore, né per il telaio, né per la resistenza della stufetta; non è mai avvenuta questa cosa qui. Dopo pochissimo tempo tutte le innovazioni del progresso scientifico tecnologico sono diventate tutte quante patrimonio dell'umanità, con una certa velocità.
  Qui può accadere una cosa diversa?

  PRESIDENTE. Grazie Onorevole Mari.

  ANDREA VOLPI. Sarò rapidissimo.
  Intanto è la prima volta che ascolto interventi sull'intelligenza artificiale senza percepire preoccupazione o comunicazione negativa da parte di chi relaziona, e questo mi fa piacere, perché sono abituato a cogliere tutti gli aspetti anche come delle opportunità.
  Allora qual è l'opportunità dell'intelligenza artificiale per l'Italia? Mi chiedo se l'Italia possa avere una marcia in più rispetto a un lavoro che dovremo fare, con tutti gli altri Stati, a livello mondiale, ovvero mi chiedo se, piuttosto che un sostegno momentaneo ai nostri cittadini in difficoltà, che può essere appunto temporaneo e non strutturale, non sia il caso di mettere in campo un'informazione e una formazione proprio per avere gli strumenti necessari per non vivere questa transazione come un momento di sconfitta o di rallentamento, ma come invece un innesto di energie e di competenze per affrontare tale transizione.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

Pag. 7

  PAOLO BENANTI, Professore straordinario presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Gregoriana. Sto facendo esami all'università, pensavo di essere io quello che faceva le domande difficili oggi, ma c'è sempre un momento per trovarsi dall'altra parte.
  Vi ringrazio, proverò ad unire alcuni temi. Ho svolto parte del mio dottorato negli Stati Uniti nel periodo coincidente con la prima Presidenza Obama nel 2009, con il grave problema della Economic Downturn, della crisi economica. E Obama, proprio per stimolare il lavoro, fece questo grande pacchetto di aiuti, di enormi investimenti, chiamato Stimulus. Non c'erano più quelli che lavoravano nel settore dell'auto a Detroit e Obama disse che era necessario creare nuove professioni. Solo che chi fino a ieri faceva il saldatore a Detroit, quella fu la miopia, non diventò in un giorno un infermiere da un'altra parte; ci sono voluti quattro anni. Quei posti poi furono presi in realtà da altri lavoratori già formati, provenienti soprattutto dal Sud-est asiatico, creando altre polemiche, che poi hanno portato a quello che avete visto.
  Ecco, ciò risponde a una serie di domande poste sulla formazione; bisogna iniziare a pensare prima alla formazione, perché la formazione ha, perdonatemi l'esempio agricolo, un tempo di semina e di raccolta molto differente. Quindi, se la tecnologia è veloce e la tecnologia è potente, investire sull'uomo è la cosa più saggia che c'è, perché è la parte che sta di fronte, ma questo richiede un tempo.
  Allora qui io, animato anche da un profondo ottimismo, direi: «Sì, siamo ancora in tempo se investiamo sulla parte umana», perché sarà la parte di cui c'è bisogno anche per dare senso a tutto questo. Ma questo ha bisogno – secondo me – di un orizzonte temporale di 3, 4, 5 anni almeno, che era il tempo, per esempio, per fare un corso, per fare diventare infermiere chi prima lavorava da un'altra parte. Qualcosa di questo tipo va pensato con questo orizzonte temporale.
  La seconda questione interseca un po' tutte le cose che avete detto e riguarda proprio la postura politica che vorrà avere questo Paese. Ci troviamo in un momento equivalente all'adozione della corrente elettrica, che è una tecnologia come l'IA: non serve a fare qualcosa, ma cambia il modo di fare tutte le cose. Allora noi dobbiamo chiederci inevitabilmente se vogliamo essere un paese che fa procurement, cioè che cerca dove comprare queste risorse o se siamo un paese che invece vuole anche produrre parte di queste risorse.
  Allora, con la corrente elettrica abbiamo avuto una soluzione, raggruppando tutta una serie di capacità produttive dentro un campione nazionale, oggi si chiamano così, che era l'ENEL; l'ENEL acquistò anche la società Idroelettrica Piemontese, la sigla era SIP, che poi divenne un campione in un altro settore. Però, ecco, dare una certa cubatura a un'iniziativa di questo tipo significa avere anche un'alternativa.
  E qui arrivo alla domanda dell'onorevole sulla specificità italiana; la stessa cosa è successa nel mercato dell'automobile: noi non abbiamo mai avuto una competizione reale con i 5.000 di cilindrata della Cadillac americana, ma l'eccellenza della Ferrari è un modello italiano di design. Allora, visto che vi è una macchina che deve interagire così tanto con l'uomo, è chiaro che la nostra tradizione umanistica può dire tantissimo su uno stile di design che faccia un prodotto veramente nostro, veramente di qualità e innovativo.
  È chiaro, bisogna mettere in atto quelle caratteristiche che consentano alla parte migliore del Paese di produrre soluzioni di questo tipo. Se oggi un laureato in discipline che afferiscono a questo non ha un posto dove andare a lavorare siamo incapaci di accogliere quella ricchezza.
  Tutto questo va vissuto con una consapevolezza, cioè che il mondo corre e corre forte. Vi do dei numeri: a Davos l'altro giorno Mark Zuckerberg, proprietario di Meta e di Facebook, ha annunciato con estrema tranquillità che pure per lui l'intelligenza artificiale era molto importante e quindi aveva deciso di raddoppiare il numero di GPU, cioè degli elementi di calcolo che servono per addestrare l'intelligenza artificiale.Pag. 8
  Quando vi dico Meta, non è una delle sette, è meno di un trilione, parliamo di un'azienda che sta subito sotto e ha raddoppiato il numero di GPU comprandone 350.000. Noi abbiamo fatto adesso dei supercalcolatori con 10, 100, 200 GPU. Ecco, questi 350.000 significano un accordo da 10 miliardi con il produttore, che è più o meno la metà di quanto noi spendiamo per una finanziaria. Non so quanto abbiamo pagato la Salerno – Reggio Calabria, ma è l'equivalente di una nostra opera pubblica. Ho usato l'esempio sbagliato; non so quanto costa al chilometro un'autostrada, però parliamo di un qualcosa che per noi è una grande opera pubblica. Allora capite che, chiaramente, noi non potremo competere con quelle cifre, però da non poter competere su quello, cioè non essere produttori della Cadillac, a dire che non c'è spazio per un'industria italiana c'è di mezzo tutta un'azione che vede insieme formazione, costruzione di capacità di lavoro di un certo tipo e aperture a settori industriali.
  Mi interessava molto questa idea della tecnologia che diventa democratica, perché è una delle grandi questioni. Il testo più interessante pubblicato nel 2023 è di due economisti americani – Acemoglu e Johnson – e si chiama Power And Progress (purtroppo non ancora tradotto in italiano). Esso mostra che è vero che noi siamo stati caratterizzati da questa democratizzazione di tecnologia, ma perché noi abbiamo avuto un ruolo dei corpi sociali – sindacati ed altri – che nella tensione sociale hanno prodotto questa democratizzazione, perché altrimenti si va verso un altro modello; cioè la tecnologia aiuta chi ha più potere in quel momento.
  Quindi, anche il fatto di recuperare alcune grandi tradizioni del Paese su questa capacità di gestire la complessità potrebbe rappresentare un'altra ricchezza che è in grado di fornire un modello italiano.
  I content creators hanno un mercato molto particolare, perché dipende dalla piattaforma; qui il ruolo della piattaforma rispetto a questa gestione e distribuzione di ricchezza purtroppo siede in un vuoto normativo un po' ampio, e andrebbe riconsiderato. Essi sono nati da una direttiva di Al Gore, quando era Vice Presidente di Clinton, che, per fare sviluppare all'epoca internet, tolse molte responsabilità a queste entità (solo che non c'erano i grandi colossi di oggi).
  Oggi che ci sono questi grandi colossi si può ancora pensare di deresponsabilizzare il mercato? Questo è un altro grande tema; mi dispiace che l'audizione duri poco e sia costretto più a lanciare il problema che a fornire risposte.
  Infine, sul salario minimo universale: io non sono un'economista, quindi rischio di dire cose di cui non sono competente, vi dico però che nelle mie frequentazioni con questo mondo tecnologico ho un solo sospetto: lo usano troppo i super ricchi di questo mondo, come una sorta di giustificazione per proseguire in quel modello di business. Non che non abbia effetti, non lo so, non sono in grado di dirlo. Però l'ho sentito dire troppo da chi lavora in quell'ambito. Prendetela come la riflessione di un cittadino qualsiasi: se la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro penso che la più grande forma di dignità che possiamo dare ai nostri cittadini è la capacità di lavorare in questa nuova stagione e quindi di dargli competenze, come avete detto; la formazione è l'elemento chiave per potere essere protagonisti di questa stagione. Poi, dove non arriviamo, secondo me, meglio tutele sociali che niente; questo è un altro discorso ancora.
  Però, ecco, non vado oltre perché veramente lì ho letto che ci sono tante teorie economiche differenti e non è la mia specialità. E mi fermo qua, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie davvero Padre Benanti per questa audizione preziosa.
  La ringrazio, e naturalmente dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di ALIS – Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede l'audizione dei rappresentanti di alcunePag. 9 realtà per il proseguimento della nostra indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale, accogliamo con piacere i rappresentanti di ALIS – Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile – nell'ambito della nostra indagine.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in video conferenza dei deputati e delle deputate secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Sono presenti in rappresentanti della associazione l'avvocato Francesca Fiorini, Segretario Generale, e l'avvocato Naika Di Raimo collaboratore del Segretario Generale.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità, cedo immediatamente la parola all'avvocato Francesca Fiorini.

  FRANCESCA FIORINI, Segretario generale di ALIS, Grazie illustrissimo Presidente e onorevoli Commissari, grazie e buonasera per questa opportunità di confronto su un tema che noi riteniamo davvero molto rilevante.
  ALIS è l'associazione logistica dell'intermodalità sostenibile, è una delle primissime, forse la prima associazione, che ha avuto una visione innovativa e trasversale del trasporto e della logistica, basata sullo sviluppo di un sistema distributivo incentrato sulla sostenibilità economica, sulla sostenibilità ambientale e sulla sostenibilità sociale.
  La logistica e l'intelligenza artificiale, a nostro avviso, hanno dei tratti in comune, perché sono entrambi degli strumenti fondamentali per la risoluzione e la gestione delle complessità in generale.
  Riteniamo, però, innanzitutto che l'intelligenza artificiale, allo stato, già da adesso, debba fare uno sforzo che la logistica ha già fatto negli ultimi anni per ragioni diverse, legate sicuramente, alla esigenza di decarbonizzazione e agli obiettivi ovviamente posti dall'Unione Europea. La logistica si è spinta molto sui temi della sostenibilità.
  Parimenti, questo sforzo, a nostro avviso, lo deve fare anche l'intelligenza artificiale. Quando la logistica è sostenibile? La logistica è sostenibile quando potenzia il valore della decarbonizzazione, punta sulla intermodalità e soprattutto, lo stiamo vedendo in questi giorni, riesce anche a gestire i momenti di crisi globali, come sono stati quelli vissuti per il conflitto Russia – Ucraina, ancora con delle conseguenze attuali, e quelli della crisi attualmente in corso nel Mar Rosso, che sta ridisegnando gli equilibri dei flussi globali e commerciali anche per il Mediterraneo.
  Dicevamo che l'intelligenza artificiale deve essere anch'essa sostenibile. Ci domandiamo come potrà essere sostenibile e ci siamo un pochino risposti nel senso di dire: potrà essere sostenibile qualora sarà davvero attenta a dare valore ai diritti fondamentali, all'etica, alla privacy, alla sicurezza, ai principi di interoperabilità, al fine di non produrre ulteriori diseguaglianze sociali. Quindi c'è una sfida di sostenibilità che, secondo noi, anche parametrato a quelli che sono i dettami dell'Agenda 2030, l'intelligenza artificiale dovrà comunque dichiararsi disposta ad affrontare.
  Un'indagine condotta da Indeed, che è un nostro associato, evidenza proprio che il valore della sostenibilità farà sì che le aziende non verranno solo misurate più sul successo finanziario, ma anche sulla capacità di esprimere e di attrarre talenti proprio in virtù di questo, ed essere preferite ad altre proprio perché esprimono talenti e valori di questo tipo.
  Tuttavia, lo spazio per l'intelligenza artificiale nel settore del trasporto e della logistica è uno spazio molto ampio; l'intelligenza artificiale può essere intesa come intelligenza cognitiva, predittiva, consentendo di anticipare determinate fenomenologie, per cui la logistica e il trasporto sono un ambito di sperimentazione molto, molto ricco.
  Voglio fare una brevissima carrellata delle idee che ci hanno un po' fatto riflettere su questo tema. Partiamo dall'ottimizzazione della supply chain attraverso i nodi infrastrutturali strategici del nostro Paese, quelli portuali e terminalistici, ma anche semplicemente stradali, e dalla scelta della modalità di trasporto. Potrà essere fondamentale ottimizzarne le combinazioni, ottimizzarnePag. 10 i consumi nella sicurezza stradale, attraverso l'impiego di dispositivi che possono addirittura presidiare la condotta di guida, al punto tale da valutare come questa sui mezzi, sui veicoli, sui treni, sulle navi, prevenendo le condotte non corrette. Potrà trovare applicazione nella gestione dei consumi dei veicoli, ma immaginiamo anche in tutto quello che è l'apparato di funzionamento delle macchine, quindi predicendo quelli che sono anche i limiti di guasto dei singoli componenti, il cosiddetto tempo di guasto delle componenti meccaniche.
  Non possiamo trascurare l'impiego dell'intelligenza artificiale che avrà nella valutazione dell'uso dell'usura delle infrastrutture, nella gestione dei volumi di carico all'interno delle stive – sia dei veicoli stradali, ma anche dei treni, dei carri cargo e anche delle stesse navi – nella gestione delle scorte di magazzino e nell'implementazione di questa gestione con tutto il mondo della robotica che comunque è già una realtà per grande parte della logistica integrata di magazzino.
  Ma non posso trascurare in questa sede una questione che ci sta molto a cuore, che sappiamo rientra nella sensibilità del paese e anche di questo Governo: la sicurezza sul lavoro, la salute. Si tratta di impiegare quell'intelligenza artificiale nei sistemi dei dispositivi di protezione individuale al punto tale da poter prevenire e interrompere condotte causali che possono anche andare contro le prescrizioni oggettivamente fornite per l'utilizzo di una macchina o la conduzione di un mezzo, producendo conseguenze purtroppo spesso tragiche che siamo abituati a leggere nelle cronache dei giornali.
  Immaginiamo un mondo dove probabilmente la macchina possa funzionare da alert efficace, interrompendo l'accesso a determinati dispositivi o addirittura la condotta.
  Alcuni nostri associati, infatti, come Randstad ad esempio, ci hanno segnalato che l'impiego delle nuove professionalità legate alla intelligenza artificiale e alla machine learning sarà molto ampio nel settore del trasporto e della logistica. Il cosiddetto esperto di edge computing sarà colui che riuscirà a coniugare tra loro tutta una serie di expertise legate alla ottimizzazione dei flussi e alla risoluzione in tempo reale di problematiche, le più varie, all'interno della catena di approvvigionamento delle merci.
  L'altro settore, collegato al mondo del lavoro in generale, che secondo noi potrà avere un grande impulso è quello del recruitment; cioè l'intelligenza artificiale potrà leggere i profili professionali, scriverli in maniera tale da poter ottimizzare ed efficientare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, consentendo alle imprese di collocare, di reperire al meglio le professionalità e, dall'altra parte, al candidato di presentarsi nel migliore modo possibile all'interlocutore, che cerca appunto la professionalità corretta.
  Inoltre non possiamo, proprio per il nostro ruolo di associazione che si occupa di logistica integrale e quindi ha a che fare con il sistema integrato dei trasporti, non considerare che l'intelligenza artificiale potrà avere un grandissimo valore anche nella tutela della cybersecurity e dagli attacchi che lì dove portati al sistema nazionale dei trasporti sarebbero attacchi contro la sicurezza della nazione. Quindi, assolutamente, il sistema dei trasporti è un asset critico e strategico, e come tale va assolutamente tutelato da attacchi impropri, anche attraverso il mondo web.
  Nonostante le numerose opportunità dell'intelligenza artificiale, è evidente che le perplessità sono tante, gli interrogativi, ne abbiamo appunto delineati alcuni in termini di sostenibilità, sono molteplici. Main Power – che è sempre un altro nostro associato – comunque ci segnala che, nonostante la crescita relativa del 2024 dell'occupazione vada a stabilizzarsi sull'1 per cento, dal 2025 al 2027 si stima una riduzione dei posti di lavoro proprio a causa dell'implementazione delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale. Quindi affronteremo sicuramente un momento nel quale ci saranno da fare delle valutazioni anche in termini di implementazione di strumenti sia negoziali sia contrattuali sia previdenziali che possano funzionare da ammortizzatori rispetto agli effetti sostitutivi della Pag. 11implementazione dell'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, creando delle sacche di indisponibilità di competenze, che potrebbero venire sostituite.
  Però questo è un naturale processo che va conosciuto prima introducendo alcuni correttivi – nell'ultima parte andremo a vederli – anche con una formazione pianificata in maniera trasversale su tutte le fasce di età. Essendoci fasce di età più o meno agevolate nell'utilizzare questo tipo di sistema, potremo sicuramente evitare danni ulteriori a carico del comparto del lavoro.
  Per questo, in conclusione, avevamo ragionato su quelle che potevano essere delle leve programmatiche utilizzabili in questo momento, visto che abbiamo del tempo prima che la tecnologia arrivi proprio all'interno delle aziende e all'interno dei sistemi pubblici in maniera così massiva. Quindi, noi riteniamo che sia strategico in questo momento favorire la collaborazione internazionale proprio per condividere le best practice e per condividere i codici etici che dovranno poi muovere e presidiare il corretto funzionamento e la corretta implementazione di questi meccanismi all'interno del mondo del lavoro.
  Il prerequisito che riteniamo fondamentale è quello di accelerare la messa a terra degli investimenti sulle infrastrutture; quando parlo di infrastrutture parlo soprattutto della rete TEN-T che è sostanzialmente l'ossatura europea della rete dei trasporti, che sarà una rete intelligente, sia nei sistemi di segnalamento dei treni, sia nei sistemi di circolazione dei mezzi, che consentirà forse meglio alle aziende di fare questo passaggio, questa transizione tecnologica in maniera accompagnata. Però devono esistere le infrastrutture che consentono di parlare la lingua tecnologica necessaria, creando dei programmi di sensibilizzazione pubblica. Da una parte c'è anche una certa paura nel parlare di intelligenza artificiale e quindi, si tratta di sfatare quei falsi miti. Dall'altra, però, si tratta di far capire all'utenza più larga che comunque l'intelligenza artificiale ha delle potenzialità, ma anche dei limiti; quindi probabilmente nell'uso comune si sta declinando un'idea di intelligenza artificiale che fa un pochino paura; secondo me, con un'informazione corretta a più livelli questo si può sicuramente recuperare in termini di fiducia.
  Si tratta infine di effettuare degli investimenti mirati nella formazione, nella ricerca, con priorità alla formazione continua, dotando i lavoratori degli strumenti necessari per potere fare l'upgrade di competenze per effettuare il passaggio a un mondo nuovo, rivoluzionato, con maggiore consapevolezza, dando il contributo necessario che il sistema economico attende.
  Io avrei concluso; noi depositeremo una memoria più compiuta nei prossimi giorni, a disposizione dei lavori della Commissione.

  PRESIDENTE. Grazie avvocato Fiorini per il contributo.
  Chiedo ai colleghi o alle colleghe se hanno delle domande. Prego Onorevole Barzotti.

  VALENTINA BARZOTTI. Grazie Presidente.
  Ringrazio per questa audizione e sicuramente leggeremo la memoria con attenzione. Ha dato delle indicazioni rispetto all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nell'ambito dei trasporti, però volevo chiederle se ha avuto modo di vedere dei progetti, dei prototipi, rispetto a quella che poi sarà l'effettiva applicazione per avere proprio un'idea concreta di quello che sta per accadere, della rivoluzione che ci sta per travolgere.

  PRESIDENTE. Grazie Onorevole Barzotti.
  Sul tema della logistica, che mi riguarda direttamente, e soprattutto sul tema della sicurezza, che sta a cuore a tutti noi, mi domando e le domando esattamente quali sono le linee su cui state lavorando, anche per fornire eventuali soluzioni anticipatorie rispetto a quelli che possono essere i nuovi risvolti della intelligenza artificiale collegata al vostro lavoro.

  FRANCESCA FIORINI, Segretario generale di ALIS, Rispondo sicuramente molto Pag. 12volentieri a questa domanda, perché ALIS è sempre molto vicina alle aziende e le aziende hanno un grande fermento e una grande attenzione alla messa a terra di questi progetti.
  I progetti sono diversi e vanno, ovviamente, dalla transizione tecnologica, con addirittura sperimentazioni in ambito di realtà aumentata – già vediamo qualche accenno di progettualità da questo punto di vista – ma per quanto riguarda il mondo automotive, che è forse quello più vicino e facile da immaginare, è chiaro che dovremo immaginare un futuro anche verso la guida accompagnata, se non vogliamo parlare di guida autonoma, per la quale ancora le tecnologie non sono pronte e probabilmente neanche il settore di infrastrutturazione nazionale (non è esattamente quella americana anche in termini di spazi e di perimetri dal punto di vista dei tracciati). Anche quello è tutto un mondo che si sta muovendo. Parliamo, ad esempio, del sistema di segnalazione RTMS nel mondo ferroviario, parliamo per quanto riguarda i porti di tutto il sistema di tracciabilità delle merci.
  Immaginiamo tutto quello che serve per tracciare delle unità di carico in quantitativi di centinaia di migliaia di unità di carico che si muovono da un punto all'altro, e averne la certezza fisica di dove si trovino, magari facendo delle tratte di migliaia di chilometri. Quindi, parliamo di un'intelligenza che consente anche di andare a fare una ricerca per evitare un maggiore consumo delle gru, quando sono quelle semoventi e andarle a cercare all'interno dei terminali dove sono stoccate, in modo tale che anche il movimento a volte delle macchine tenda a ottimizzarne i consumi e quindi a renderle maggiormente sostenibili senza dovere necessariamente andare a guardare codici, che spesso non sono neanche facilmente visibili.
  Quindi, faccio riferimento a tutto quello che è il mondo dello sdoganamento anticipato delle merci in mare, che è già una realtà per molti porti e che consente di velocizzare tutte le pratiche doganali, con semplificazioni digitali in ambito documentale. Ma su questo siamo in attesa che venga definitivamente ammesso il CMR elettronico che sarà la porta attraverso la quale poi entrerà la digitalizzazione vera del settore dei trasporti, che ancora, purtroppo, viaggia su supporti cartacei.
  Quindi, le applicazioni sono numerosissime; pensiamo alla capacità di controllare i consumi delle navi; noi abbiamo navi in dotazione nelle flotte che sono associate ad ALIS che sono in grado di non consumare energia quando sono ferme in porto, perché il loro fabbisogno energetico viene controllato e gestito con delle grandissime batterie. Faccio riferimento addirittura alla possibilità che le navi possano essere, e lo sono attualmente, anche dei sistemi di pulizia dei mari, rimuovendo le microplastiche presenti, perché hanno dei meccanismi di scrubber che possono aiutare la raccolta di questi addensamenti inquinanti all'interno delle acque marittime.
  Pensiamo a tutta la rete degli interporti, a come possono essere interconnessi con le città, oppure agli aeroporti (che non sono esattamente il nostro ambito); si tratta di far vivere le smartcity in maniera più consona e vicina alle esigenze dell'uomo.
  Quindi, queste sono tante esperienze su cui ci confrontiamo e per noi la sostenibilità e anche la transizione digitale, che è peraltro una delle nostre mission fondamentali, è stata un faro. Devo dire che l'anticipazione di queste tematiche ci ha trovati pronti. Ecco perché poi vogliamo vedere l'intelligenza artificiale declinata con le stesse caratteristiche che noi abbiamo dedicato per la logistica, con l'incentivazione all'intermodalità e alle modalità alternative di trasporto, ancora prima che insomma venisse varato il Green Deal europeo.
  Abbiamo visto il trasporto alle prese con la pandemia e sappiamo quanto la logistica e il trasporto possano essere le chiavi di volta di soluzioni di complessità di sistema, come dicevo prima, quindi sostanzialmente accelerando i processi di crescita del Paese e accompagnandolo nei momenti in cui il Paese soffre per contingenze che ci auguriamo tutti che non ci siano (ma che purtroppo capitano e capitano sempre più spesso). Infatti, la globalizzazione ha fatto Pag. 13sì che gli eventi anche non strettamente prossimi al Paese di riferimento, ma regionali e di altre aree, possano ripercuotersi in maniera immediata sugli equilibri commerciali ed economici di aree più lontane. Stiamo vedendo quello che sta succedendo con i flussi delle merci sul canale di Suez, che gestisce comunque il 12 per cento del traffico e che in una congiuntura particolare come questa rischia di mettere veramente in difficoltà gli equilibri economici di alcuni porti del mediterraneo, che potrebbero non essere più interessati da determinate rotte.
  Le aziende sono pronte, ma hanno bisogno di sentire vicino le istituzioni e di sentire confermata la volontà di un supporto che non è in termini di aiuto; le aziende di trasporto e di logistica sono strutturate e anche le aziende italiane hanno imparato a camminare con le loro gambe. È una cultura del trasporto che sta facendo sì che crescano in dimensione e anche in cultura del settore, che è a nostro avviso anche un altro compito che l'ALIS ha svolto nel tempo e che ha dato degli enormi risultati. Tuttavia bisogna costruire un cruscotto di regole efficaci, un cruscotto di regole coerenti, un cruscotto di regole ordinate, non dimenticando mai che queste discipline comunque sono di carattere sovranazionale, derivano da regolamenti che sono direttamente efficaci nel nostro ordinamento giuridico e sulle quali bisogna incidere a monte in maniera efficace; altrimenti siamo sempre costretti a rincorrere normative e a chiedere modifiche che sono intempestive per il semplice fatto che non abbiamo elaborato lo strumento a tutela delle nostre esigenze quando ci serviva.

  PRESIDENTE. La ringrazio, è stata più che esaustiva. Del resto abbiamo una legge stupenda sulla sicurezza, ma non abbiamo ancora avuto dopo dieci anni alcuni decreti attuativi; ci sono varie questioni da mettere insieme in questo Paese. La ringraziamo per il prezioso contributo; naturalmente leggeremo la memoria volentieri. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di ANCE – Associazione nazionale costruttori edili.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di ANCE – Associazione nazionale costruttori edili. Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto – in videoconferenza – dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Interviene in videoconferenza, in rappresentanza dell'associazione, l'Ingegner Massimo Angelo Deldossi, Vice Presidente Tecnologia e Innovazione, che ringrazio per la disponibilità, a cui cedo immediatamente la parola.

  MASSIMO ANGELO DELDOSSI, Vicepresidente tecnologia e innovazione di ANCE (Intervento da remoto). Buona giornata a tutti, ho cercato di fare una sintesi, visto i tempi a disposizione. Parto quindi con questa piccola premessa. L'intelligenza artificiale, anche nell'edilizia, può avere ottimi risvolti e, come in tutti i settori, potrà avere un impatto molto dirompente a patto che, però, venga gestita sempre come se fosse una transizione, per cui fa parte di quella che chiamiamo transizione digitale, che comunque deve essere guidata da altri due fattori, quello umano e quello etico, Questo non serve solo al nostro settore, ma in generale.
  L'inserimento dell'intelligenza artificiale porterà a quella che chiamiamo rivoluzione 5.0, oppure digitale sostenibile.
  Ma andando nel concreto esaminando quali possono essere tra i molti gli impatti un po' più dirompenti; essi sono sostanzialmente tre: un aumento della produttività e una migliore pianificazione dei nostri lavori; uno sviluppo dell'industria e dell'edilizia industrializzata; un miglioramento della sicurezza sui nostri cantieri.
  Ciò permette ai nostri cantieri di avere qualcuno che in ogni istante rivede quella Pag. 14che è la nostra pianificazione, migliorando il nostro processo, che sappiamo essere molto diluito, perché intervengono molti elementi; la costruzione di una casa che è fatta da tantissime persone, da tantissimi soggetti e il loro coordinamento spesso non è semplice.
  Se poi a questo aggiungiamo anche l'integrazione dei cosiddetti laser scanner, queste macchine che fanno i rilievi dell'avanzamento del cantiere in formato nuvola di punti, tramite l'intelligenza artificiale riusciamo a riconoscere non delle nuvole di punti, ma degli oggetti e quindi in questo modo si riesce ad avere anche la concretezza di come il cantiere sta avanzando. L'intelligenza artificiale può in questo modo essere allineata allo sviluppo del cantiere.
  Non da ultimo vi è la sostenibilità ecologica che sempre più sta caratterizzando i nostri lavori; ormai l'EPTD (Environment and production technology) è alle porte e avremo necessità di tenere sotto controllo sempre di più la quantità dei prodotti che andiamo ad utilizzare e tutte le loro caratteristiche in termini di sostenibilità.
  Questo comporterà un grosso lavoro da parte nostra; un aiuto da questo punto di vista potrebbe appunto venire da questo tipo di tecnologia.
  La seconda macrocategoria è quella della edilizia industrializzata; in questo il coordinamento della catena di approvvigionamento di tutte le forniture che servono per realizzare il nostro cantiere potrebbe in questo modo diventare più standardizzato e riuscire ad organizzarsi meglio.
  Terza macrocategoria è quella della sicurezza nel cantiere, dove sarebbe molto d'aiuto per riuscire a tenere sotto controllo anche certe disattenzioni che a volte i nostri dipendenti hanno, dovute al fatto che chi fa quel tipo di lavoro spesso si prende una certa confidenzialità anche con il pericolo. Faccio sempre questo esempio per dire che banalmente anche a noi capita a volte magari in macchina di non rispettare sempre i limiti orari. Ecco, a volte proprio nel non rispettarli può succedere l'infortunio e l'incidente.
  Si potrebbe riuscire a tenerli sotto controllo in maniera più tempestiva tramite delle telecamere.
  L'intelligenza artificiale in queste tre macrocategorie aumenterebbe la produttività del nostro lavoro, ma potrebbe – secondo noi – migliorare anche il lavoro umano. Questo non vuol dire che bisogna dare una delega in bianco all'intelligenza artificiale, anzi questo per noi è assolutamente da non fare, da non immaginare, però il lavoro che viene così sviluppato dai nostri dipendenti, dai tecnici e coordinatori potrebbe avere un ottimo supporto e quindi migliorare quello che è il risultato, ma soprattutto anche la loro qualità del lavoro.
  Un tema importante che noi stiamo tenendo monitorato è che nel nostro settore il ricambio generazionale è molto, molto lento. Abbiamo più necessità di più dipendenti di quelli che oggi abbiamo, e quello è lo stato attuale, ma in prospettiva, andando a vedere i dati statistici della media dell'età dei nostri dipendenti troviamo che noi abbiamo molti più dipendenti nella fascia tra cinquanta e sessanta, che non quella dai venti ai trenta. Questo che cosa vuol dire: che nei prossimi dieci anni noi avremo una riduzione della manodopera disponibile sul nostro lavoro. Ecco, quindi, si tratta di un problema da risolvere.
  È chiaro che l'aumento della produttività, anche grazie a questo tipo di tecnologie, ci aiuterebbe a colmare un po' quel problema. Avremmo anche un altro vantaggio – per vedere il mezzo bicchiere pieno, come si suol dire – ovvero che noi andremo a sostituire un personale un po' meno avvezzo alle tecnologie digitali con del personale un po' più esperto in tale ambito; questo però deve essere coordinato con una crescita all'interno delle scuole, soprattutto degli ITS su cui molto stiamo investendo e credendo, per inserire anche questo tipo di tecnologie già nella fase scolastica e trovarci quindi del personale che sia più pronto ad usare tali tecnologie.
  Non solo, avremo necessità per tutta quella fascia intermedia, quindi tra i trenta e cinquanta anni, di fare un reskilling delle loro competenze. Potremmo eseguire, tramite le scuole edili, attraverso il nostro Pag. 15sistema bilaterale – lo stiamo già in parte eseguendo – un aggiornamento degli operatori per renderli un po' più esperti nelle materie digitali.
  Chiedo a voi di aiutarci a individuare insieme una vera e propria strategia, gestendo anche degli incentivi che possono essere adeguati e che ci aiutino in questa transazione, che noi chiamiamo transizione 5.0.
  Da ultimo, abbiamo rivolto più volte al Governo la richiesta di una formazione di una piattaforma nazionale digitale delle costruzioni. Riteniamo ancora oggi questo aspetto molto importante, perché l'intelligenza artificiale diventa più concreta e più utile, più la base dati che ha al suo fondo, che le permette di svolgere i ragionamenti, è ampia; quindi, più ha dati a disposizione su cui fare confronti e analogie, più l'intelligenza artificiale si muove e riesce a fare ragionamenti.
  Ecco perché, allora, una piattaforma digitale del nostro settore potrebbe inoltre aiutarci a determinare una governance di tutti quei dati, ottimizzando il rapporto di questi all'interno di tutta questa lunga filiera, con una razionalizzazione dei processi, con una riduzione del costo finale del prodotto, sia esso privato che pubblico; non cambia perché il processo sempre quello è.

  PRESIDENTE. Allora, è stato chiarissimo. Nel ringraziarla le chiedo naturalmente di inviarci anche la memoria con le proposte puntuali che lei ha rivolto al Governo e a chi sta in Parlamento. I suoi spunti puntuali io credo possano essere effettivamente da stimolo anche nella nostra indagine.
  Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
  La ringrazio per il contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Confapi – Confederazione italiana piccola e media industria privata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Confapi – Confederazione italiana piccola e media industria privata. Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto – in videoconferenza – dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Intervengono in videoconferenza il dottor Antonio Perini, delegato di Confapi Unimatica all'Intelligenza Artificiale, e il dottor Daniele Bianchi, Ufficio Studi di Confapi.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità, cedo immediatamente la parola al dottor Perini.

  ANTONIO PERINI, delegato di Confapi Unimatica all'Intelligenza artificiale. Illustrissimo Presidente, onorevoli Commissari a nome di Confapi e Confapi Unimatica vi ringrazio per l'invito all'audizione su un tema che sta acquisendo sempre più rilevanza nel mondo produttivo delle piccole e medie imprese che sono quelle che noi rappresentiamo.
  Le indagini che affrontiamo sull'intelligenza artificiale degli ultimi mesi, su quella generativa, tendono spesso ad evidenziare, come anche nel programma della vostra indagine che ci avete inviato, gli scenari più pessimistici, con effetti negativi riguardo alla sostituzione dei lavoratori, oppure la scomparsa di alcune professioni e profili.
  Si teme che l'IA possa creare danni sul piano materiale e intellettuale, se non addirittura prendere il sopravvento in molti ambiti della nostra vita.
  Tuttavia, a nostro avviso, si dice sempre molto meno riguardo ai benefici e alle opportunità che possono esserci con una tecnologia con applicazioni intelligenti che aumenteranno le esperienze e il benessere e la capacità della forza. In Italia la digitalizzazione del processo produttivo, quella Pag. 16che chiamiamo 4.0, ha rappresentato un passaggio fondamentale per pensare all'inserimento dell'IA, ma, come evidenzia un recente studio di ISTAT, presentato dal Sole 24 Ore, nelle piccole e medie imprese che noi rappresentiamo il 60,7 per cento dei casi ha raggiunto il livello base contro il 91,1 della grande impresa; quindi è aumentato il gap tra le differenze strutturali.
  Da un sondaggio che realizzato a gennaio da Unimatica territoriale di Brescia, di cui mi onoro di essere il Presidente, risulta che il digitale è certo in avanzamento, ma è particolarmente polarizzato sulle aziende più strutturate; la conoscenza dei temi legati all'AI generativa è particolarmente limitato e la necessità di informazioni e supporto è sempre un tema dove troviamo un gap immenso tra grandi e piccole aziende.
  Ci sono scarse competenze interne e difficoltà a realizzare formazione funzionale alla gestione di questa tecnologia; l'acquisizione, l'utilizzo, il trasferimento, lo sviluppo e l'archiviazione della conoscenza sono tutti processi critici e complessi.
  La digitalizzazione è stata spinta dagli incentivi fiscali che hanno permesso alle aziende di inserire nuove tecnologie e impianti produttivi interconnessi, ma oggi le aziende stanno raccogliendo una montagna di dati di produzione che non vengono analizzati ed utilizzati per fare davvero la differenza ed essere efficienti.
  Se guardiamo i dati dei costruttori di macchine utensili in Italia ci dicono che un macchinario potrebbe lavorare 8.760 ore all'anno, qualcosa più di 5 mila ore, se consideriamo le giornate lavorative, ma nella maggior parte dei casi delle nostre aziende superiamo a malapena le 2.000 ore; è un dato molto simile alle 1.669 ore che avete indicato nel vostro documento.
  Questo aumenta il deficit competitivo con gli altri Paesi, e non permette di sfruttare al meglio gli investimenti che sono stati fatti. Una delle cause di questo è la mancanza del personale, come sentivo anche da chi mi ha preceduto, dovuta alla limitata attrattività di alcune operazioni nei nostri giovani e dalla mancanza di figure professionali da dedicare a questa operazione. Questa carenza di personale diventerà sempre più grave nel prossimo decennio a causa della riduzione della natalità che farà mancare al tessuto produttivo un numero altissimo di figure professionali; questo è un tema su cui ci terremo ad avere una grande attenzione da parte del Governo.
  L'intelligenza artificiale e quella generativa in particolare ci permetteranno di ricavare il valore dei dati, ridurre i tempi operativi, estrarre informazioni preziose per migliorare le procedure e supportare le decisioni. Contestualmente, si potrà ottenere un generale miglioramento delle condizioni di lavoro, distogliendo le persone dai lavori ripetitivi e poco appaganti, spostando l'attenzione verso ruoli e competenze in cui poter esprimere al meglio le proprie qualità aiutati dalla tecnologia e non sostituiti da essa.
  Un esempio di questa scelta lo troviamo in Microsoft, che ha voluto chiamare la sua prima tecnologia Copilot, proprio per indicare come ci sia bisogno di un copilota nella gestione del lavoro, che debba essere di supporto, ma che necessita della presenza dell'uomo, della sua intelligenza e della sua creatività.
  Ad un convegno realizzato recentemente a Brescia con l'INAIL, in cui si è affrontato il tema dell'intelligenza artificiale generativa in riferimento agli infortuni sul posto del lavoro, si è evidenziato come, oltre a ridurre gli infortuni sui lavori di basso profilo, che molto spesso sono dovuti alla disattenzione, si potranno vedere grandi miglioramenti anche nella patologia dello stress da lavoro correlato che ne consegue per quanto dicevo prima.
  Dobbiamo considerare che i cosiddetti foundation models dell'intelligenza generativa vanno, innanzitutto, adattati a progetti personalizzati a uno specifico business, a un'area aziendale, e ognuna con le proprie caratteristiche; questo crea nelle aziende la necessità di promuovere corsi intensivi e massicci di formazione continuativa a vari livelli, dedicata sia alle nuove risorse, che alla valorizzazione di quelle interne.
  I fondi interprofessionali possono rivestire in quest'ambito un ruolo strategico Pag. 17per la loro riconosciuta capacità di individuare i fabbisogni formativi specifici dei lavoratori, ma saranno altresì fondamentali politiche di sgravi fiscali, crediti di imposta e incentivi per le aziende che intendono formarsi e superare il gap di conoscenza e tecnologico, magari individuando anche nuove figure professionali.
  Dobbiamo mettere le aziende in condizione di sfruttare al meglio e non subire questa tecnologia, garantire la corretta preparazione all'utilizzo dei dati e rendere strutturati quelli che ancora non lo sono, nonché offrire un accompagnamento iniziale e, se possibile, un affiancamento per tutto il periodo, a lungo termine, perché non è una tecnologia che si inserisce in breve termine.
  Serve un forte collegamento tra le aziende e gli istituti scolastici – e qui vogliamo esternarlo con forza – non solo tecnici, visto che l'intelligenza artificiale generativa è uno strumento di utilizzo comune di tutte le attività aziendali; per fare un esempio, la nuova suite di Microsoft 365 Copilot cambierà l'utilizzo nelle nostre aziende di tutto quello che è il mondo office, della ricerca sul web, creando uno strumento innovativo anche nell'utilizzo delle semplici e-mail, Word, e quant'altro, e quindi andrà ad impattare su tutti i livelli professionali delle nostre aziende.
  Si devono, da una parte, creare offerte di lavoro invitanti ed attraenti per le nuove generazioni e dall'altra figure professionali in grado di padroneggiare l'utilizzo delle nuove tecnologie con competenze e professionalità.
  Le nostre aziende hanno bisogno di manodopera, hanno bisogno di spingere i giovani, che ci guardano con attenzione; quindi l'intenzione nostra è di creare più posti di lavoro che siano attrattivi e che ci permettano di continuare a guardare al futuro e risolvere il grande problema della mancanza di personale.
  Serve, poi, da parte vostra una grande attenzione legislativa nella regolamentazione del trattamento e della protezione dei dati aziendali personali e dei rischi derivanti da uno scorretto utilizzo degli stessi, compreso quello inconsapevole e spregiudicato da parte di terzi. Infine, e mi avvio alla conclusione, riteniamo che sia necessario valutare l'esposizione a potenziali minacce degli asset digitali e fisici dell'azienda in modo continuativo, potenziando la cybersecurity, altro tema dove troviamo un gap immenso tra le grandi aziende e le piccole e medie imprese, soprattutto se parliamo di infrastrutture hardware, in quanto la parte software è più alla portata di tutti.
  Confapi e Confapi Unimatica sono quotidianamente impegnate verso le proprie aziende associate, sviluppando accordi e protocolli di intesa che perseguono i risultati che ho indicato prima; prova ne sono ad esempio gli ultimi protocolli sottoscritti con Polizia Postale e Questura di Brescia per quanto riguarda la Cyber sicurezza e il protocollo definito negli ultimi giorni con la stessa Microsoft per l'utilizzo responsabile e per il sostegno alle aziende, alle piccole e medie imprese nell'inserimento delle loro soluzioni.
  Come Confapi siamo naturalmente disponibili a partecipare attivamente a qualsiasi iniziativa governativa e al tavolo parlamentare, portando il nostro contributo, il nostro pragmatismo, tipico delle aziende piccole che ci rappresentano, manifestando la nostra totale disponibilità ad essere parte attiva nello sviluppo di queste riflessioni, a tutela delle nostre aziende.

  PRESIDENTE. La ringrazio, e naturalmente rimando anche a lei la richiesta eventuale di una memoria scritta. Si tratta di un'indagine conoscitiva avviata proprio per mettere, da un lato, meglio a fuoco le necessità di chi davvero crea o prova a creare e a mantenere il lavoro in questo Paese e, dall'altro, a contemplare le necessarie tutele dei lavoratori e delle lavoratrici per vivere insieme questa quarta rivoluzione che cambierà, naturalmente, non solo le nostre vite, ma anche il mercato del lavoro tutto insieme.
  Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2).Pag. 18
  Grazie per il contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Confimi Industria – Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Confimi Industria – Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  È presente per Confimi industria il dottor Domenico Galia, consigliere e presidente di Confimi industria digitale, che ringrazio per la disponibilità e a cui cedo immediatamente la parola.
  Prego dottore.

  DOMENICO GALIA, consigliere e presidente di Confimi industria digitale. Innanzitutto buon pomeriggio e grazie l'invito.
  Da circa un anno con l'avvento di ChatGPT il dibattito globale sull'intelligenza artificiale e le preoccupazioni legate al suo impatto sulle persone e sulle economie evidenziano l'importanza di questo elemento dirompente per i prossimi anni, però tutto ciò sta avvenendo mentre le piccole e medie imprese sono ancora impegnate nella transizione digitale ed è ancora marginale la visibilità degli impatti positivi e negativi dell'intelligenza artificiale sugli attuali modelli di business.
  Perché oggi le PMI sono concentrate nell'affrontare sfide contingenti, come: la necessità di riduzione continua dei costi in un contesto di inflazione e cicli economici sempre più veloci e intermittenti; la necessità di mantenere un'elevata flessibilità produttiva in contesti e processi aziendali che sono sempre più un ibrido tra interazione fisica e virtuale; soddisfare le proprie necessità in termini di forza lavoro in un contesto di carenza di manodopera e invecchiamento della popolazione; la necessità di soddisfare i propri clienti che si aspettano prodotti e servizi sempre più personalizzati e sostenibili.
  Al di là dell'enorme visibilità mediatica legata alle applicazioni dell'intelligenza artificiale generativa, con la sua capacità di autoapprendimento e di analisi avanzata dei dati, l'intelligenza artificiale sta ridefinendo da tempo il modo in cui si produce, si gestisce e si innova nei settori manifatturieri. Per esempio, nell'analisi dei dati e nella manutenzione predittiva degli impianti, nella personalizzazione di prodotto e produzione agile, nel controllo di qualità e sicurezza dei prodotti, nell'automazione di funzioni d'ufficio ad elevata ripetitività. Quindi, queste innovazioni sono già presenti sul mercato e stanno via, via coinvolgendo anche le imprese di minori dimensioni.
  Però, le questioni etiche, sociali e strategiche, legate alla adozione dell'intelligenza artificiale sono molteplici e probabilmente alcune di esse si paleseranno solo in futuro.
  Vi sono, tuttavia, alcune delle criticità oggettive sulle quali è necessario fin da subito porre particolare attenzione, come il rischio di dipendenza tecnologica. La maggior parte di queste innovazioni e dei progressi nell'ambito dell'intelligenza artificiale proviene da un numero limitato di Paesi; le implementazioni commerciali di queste tecnologie sono concentrate in un numero estremamente ridotto di players, nessuno di questi è comunitario e men che meno italiano.
  Questo può portarci in una situazione di dipendenza tecnologica che potrebbe essere non solo più grave di quella energetica, vissuta recentemente, ma molto più difficile da risolvere. L'assenza di modelli culturali ed etici europei, in virtù di implementazioni commerciali di queste tecnologie, principalmente in capo ad operatori statunitensi – ma non tarderanno ad aggiungersi soluzioni coreane, cinesi – implementate in smartphone e device, determina Pag. 19che queste soluzioni incorporeranno tratti etici e culturali che non sono quelli europei, né tanto meno quelli italiani. Questo può provocare non solo delle criticità nelle decisioni della stessa intelligenza artificiale, ma anche una progressiva erosione e contaminazione del substrato di valori e cultura propria del nostro Paese e degli altri Stati Europei; di fatto potrebbe determinare un'egemonia culturale.
  Attenzione, non stiamo solo parlando del mondo del lavoro, perché sappiamo benissimo che l'intelligenza artificiale è pervasiva e riguarderà l'intera società, soprattutto le nuove generazioni.
  Vi è il rischio di monopoli tecnologici. Oltre alla dipendenza da altri Paesi, potrebbe aggiungersi anche la dipendenza da un numero estremamente ridotto di players; la pervasività di questa tecnologia pone una questione che alcuni anni orsono avremmo catalogato come fantascientifica: ovvero la dipendenza di intere economie da pochissimi operatori che disporrebbero di un'influenza e di un potere sproporzionato.
  Quali sono le sfide umani e sociali. Se l'intelligenza artificiale deve essere, per definizione, un alleato e non un sostituto delle persone e dei lavoratori dobbiamo affrontare il tema della formazione continua per imprenditori e lavoratori, garantendo che siano in grado di adattarsi alle nuove tecnologie consci che un impatto rilevante comunque ci sarà.
  Passiamo alla questione della privacy e dell'impatto sociale. La pervasività di queste implementazioni pone obiettivi ancora più sfidante rispetto a quelli del recente passato, sui temi della privacy dei dati e della loro autenticità. È di queste ore l'annuncio, credo che tutti sappiamo, della start up di Genius e Cineca che stanno lavorando su un modello di intelligenza artificiale generativa italiana, la quale si dovrebbe basare sui dati liberi da copyright; però attenzione anche la Francia sta lavorando, altri Paesi stanno lavorando, però in un contesto globale è difficile pensare di rivolgersi solo a queste nicchie. La base dati deve essere molto più ampia, perché poi alla fine i risultati sarebbero ristretti rispetto a quella base dati.
  Ecco, io rappresento la categoria digitale, e si pone un problema, perché l'offerta è in fibrillazione, nel senso che, come è stato per blockchain, si stanno in qualche modo orientando, visto che comunque si sta aprendo un mercato importante, su queste nuove prospettive basate sull'intelligenza artificiale; ma questo, a mio avviso, porrà un ulteriore problema per la domanda, nel senso che genererà maggiore confusione; tanta offerta rispetto alla quale la domanda non sa bene come orientarsi.
  Pertanto, le associazioni datoriali, come Confimi Industria, con le altre parti sociali, in uno scenario sempre più complesso, svolgono un ruolo che è fondamentale per aiutare le imprese verso questo cambiamento epocale; e lo devono fare con grande senso di responsabilità insieme alla politica.
  Questa è una difficile sfida che nessuno può affrontare da solo. Formulo alcune proposte; la prima: accrescere la consapevolezza degli imprenditori e di conseguenza dei propri addetti sul potenziale offerto da queste nuove tecnologie e aiutarli anche a prevenire e a proteggersi dai nuovi rischi che ne possano derivare. Uno dei problemi è come fare alzare la testa dal tornio a un imprenditore di una piccola impresa, che è sempre concentrato e oberato nel seguire la propria azienda in prima persona. Il nostro tessuto imprenditoriale è prevalentemente fatto di imprenditori di piccole imprese.
  Poi, oltre all'AI Act europeo, a nostro avviso, sarebbe importante redigere e adottare un codice etico condiviso riguardo l'uso dell'intelligenza artificiale, che venga riconosciuto da un'istituzione e che assuma un valore simile a quello del rating ESG, al quale le imprese si devono attenere.
  È importante, anche, costituire un osservatorio permanente per monitorare la maturità digitale delle aziende e rilevare l'adozione di soluzioni basate sull'intelligenza artificiale, perché molti imprenditori, che io frequento, stanno ancora pensando che si tratti forse di una moda, di un qualcosa di passeggero, non si sono ancora resi conto dell'impatto dirompente che avrà questa nuova tecnologia.Pag. 20
  Poi credo che in ambito ministeriale bisognerebbe istituire un comitato permanente sull'intelligenza artificiale, che includa anche rappresentanti del mondo datoriale; questo potrebbe essere anche di supporto ai lavori del G7, visto che l'Italia li condurrà.
  Infine, sempre ragionando sul mondo del lavoro, è certo che l'intelligenza artificiale avrà un impatto ancora più dirompente del cosiddetto smart working, perché lo smart working ancora del tutto non è stato applicato (si è più trattato di telelavoro); però questo necessita anche di un nuovo modello di relazioni industriali e qui si apre un altro campo, un altro pianeta.

  PRESIDENTE. Grazie Dottor Galia, ha toccato tantissimi punti nelle proposte, tutte preziose, che aprirebbero una lunga discussione. Non abbiamo il tempo di farla tutta oggi. Naturalmente invito anche lei a consegnare la sua memoria. La ringrazio per il contributo. Lo spirito con cui abbiamo condotto fino ad adesso l'indagine conoscitiva è proprio quello di confrontarci con tutti, perché sappiamo bene che è una sfida che riguarda tutto il paese. Tale fenomeno rimescola le relazioni industriali ed è fondamentale per vincere questa sfida provare ciascuno a fare la propria parte (non solo chi svolge un ruolo di rappresentanza e chi fa politica). Speriamo di poter svolgere tale discussione anche in altre sedi.

  DOMENICO GALIA, consigliere e presidente di Confimi industria digitale. Io ringrazio voi e insisto sul fatto che occorre proprio l'istituzione di una Commissione specifica, perché occorre navigare a vista; e non abbiamo ancora l'idea di quale impatto avrà sulla nostra vita. Si stanno facendo delle ipotesi, ma gli stessi soggetti che hanno creato Open AI stanno un po' brancolando formulando ipotesi che dovremo monitorare.

  PRESIDENTE: Non c'è dubbio che serve un cambio di passo; vista l'opportunità che avrà l'Italia di guidare il G7, questa è sicuramente un'occasione da non perdere. Lo dico dall'opposizione, sono certa e mi auguro che come Paese non perderemo assolutamente questa occasione e certamente lo faremo.

  DOMENICO GALIA, consigliere e presidente di Confimi industria digitale. È un tema trasversale.

  PRESIDENTE: Assolutamente. Grazie per la disponibilità e per la preziosa memoria.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.

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ALLEGATO 2

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