XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 31 di Giovedì 22 febbraio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 

Audizione della Rettrice della Sapienza Università di Roma, Professoressa Antonella Polimeni:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 3 
Semenzato Martina , Presidente ... 7 
D'Elia Cecilia  ... 7 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 8 
Lancellotta Elisabetta Christiana (FDI)  ... 9 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 9 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 11 
Semenzato Martina , Presidente ... 13 
Polimeni Antonella , Rettrice della Sapienza Università di Roma ... 13 
Semenzato Martina , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARTINA SEMENZATO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Rettrice della Sapienza Università di Roma, Professoressa Antonella Polimeni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione della rettrice della Sapienza Università di Roma, professoressa Antonella Polimeni.
  Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Ricordo, inoltre, che i lavori potranno proseguire in forma segreta sia a richiesta degli auditi che dei colleghi, sospendendosi in tal caso la partecipazione da remoto e la trasmissione sulla web-tv.
  A nome di tutti i commissari e di tutte le commissarie do il benvenuto alla professoressa Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza Università di Roma, accompagnata dal dottor Giovanni Brancato e dal dottor Antonio Lodise.
  Siamo, pertanto, molto onorati di poter contare sul contributo della rettrice del primo ateneo romano che si è distinto per iniziative di particolare spessore sul terreno della prevenzione Pag. 3della violenza di genere, con un'attenzione particolare rivolta anche al corpo docente, oltre che agli studenti, e al rapporto con il territorio. Hanno suscitato interesse i corsi di formazione interfacoltà sulle tematiche di genere, l'apertura di un centro antiviolenza nel quartiere romano di San Lorenzo, l'istituzione di una consigliera di fiducia per la segnalazione di casi di molestie, l'attivazione di un servizio di consulenza psicologica e del progetto «Safe Zone».
  La Sapienza può, dunque, a buon diritto rappresentare una best practice nel panorama universitario italiano, di cui questa Commissione potrà tenere conto.
  Do, quindi, la parola alla rettrice Polimeni, che ringrazio.

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Buon pomeriggio a tutti e a tutte. Grazie, presidente e onorevoli. Grazie veramente per questo invito, che dà la possibilità di descrivere con maggiore dettaglio quanto già la presidente ha rappresentato nella premessa e soprattutto in senso più generale cosa può e deve fare l'università contro la violenza di genere.
  Lei ha citato, nella nostra offerta formativa, i corsi di formazione contro la violenza di genere, che peraltro furono istituiti sin dal 2019. Al tempo io ricoprivo la carica di preside pro tempore della facoltà di medicina, con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo area medica e area giuridica, area della comunicazione e area sociologica, e voglio sottolineare che la modalità di costruzione del corso andava, e va tuttora, a ricoprire una fascia di popolazione che non riguardava esclusivamente i soggetti laureati, ma consentiva la partecipazione anche agli studenti con il diploma di scuola media superiore, proprio per andare a lavorare su una platea più ampia.
  Il tema della violenza di genere declinato in maniera (come piace dire a noi) transdisciplinare, perché esistono i problemi, Pag. 4le discipline non devono ergersi a divisori, come muri, come spesso capita anche in ambito accademico, in cui ci si trincera all'interno dei «saperi», consente di descrivere il fenomeno da più punti di vista, tra cui è certamente importante anche il punto di vista dell'approccio medico alla violenza di genere. Su questo ho potuto dare un contributo specifico, perché da medico, occupandomi di un settore anatomotopografico che colpisce un terzo delle donne vittime di violenza di genere, il distretto testa-collo, potevo apportare un contributo molto più diretto e non in astratto. Però, un dato è certo: le università devono e possono offrire anche a tutto il resto del sistema della formazione e, quindi, azioni che si possono costruire per lavorare con le scuole. Quando parlo di scuole, parlo ovviamente dei licei, ma anche delle scuole medie.
  La parola chiave è la cultura del rispetto e, quindi, un affiancamento nella crescita dei nostri ragazzi che, accanto al sostegno per la cultura del rispetto, lavori contemporaneamente anche sulla decostruzione degli stereotipi, perché lo stereotipo influenza negativamente il trend rispetto a quelle che possono essere le prime tracce di violenza di genere, ma è anche quello che poi costruisce un imprinting negativo nei più giovani. È evidente che questa azione va svolta su tutti i giovani, ma in particolare sui ragazzi, e i ragazzi vanno affiancati e coinvolti. Io penso che in tutte le tematiche che riguardano certamente la violenza di genere, ma anche la parità di genere sia importantissima la partecipazione dei componenti maschili ai vari consessi.
  Sicuramente conoscete l'obbligatorietà da parte degli enti di ricerca e delle università di stilare un gender equality plan anche ai fini delle progettualità europee. Ebbene, nel nostro ateneo il gender equality plan è coordinato da un collega, il pro-rettore vicario, perché il coinvolgimento e, quindi, l'azione rispetto a Pag. 5queste attività e la partecipazione della componente maschile io credo che faccia veramente la differenza.
  Con riferimento alla formazione, si svolgono chiaramente attività all'interno dell'ateneo, i corsi di alta formazione, i master, un corso di studi dedicato agli aspetti della comunicazione rispetto alle differenze e, quindi, alla parità di genere e alla violenza di genere, da poter mettere a disposizione con la modularità che necessiterebbe anche a ordini di scuola diverse. Credo che questo sia un impegno rispetto alla formazione che tutti gli atenei dovrebbero poter cogliere.
  È evidente che esistono azioni che riguardano la cultura e, quindi, l'attività di prevenzione a monte. Poi, è evidente che bisogna costruire all'interno degli ambienti, in questo caso è un ambiente universitario, una rete per intercettare, cosa che noi abbiamo fatto in questi anni. Non a caso, uno dei primi atti del mio governo della Sapienza è stato quello di reclutare una consigliera di fiducia, che è una figura non obbligatoria – lo sottolineo –, non statutaria.
  Statutariamente, come in tutti gli atenei, esiste il Comitato unico di garanzia, che spesso vicaria nella sua composizione queste attività, ma che è comunque un comitato interno. Invece, la consigliera di fiducia è una figura terza, con una formazione professionale specifica, che poi, però, deve essere, appunto, messa in rete con le altre figure che all'interno dell'ateneo sono occupate su questo tema, quindi certamente il CUG, certamente per quello che riguarda la componente docente chi per conto del rettore segue i procedimenti disciplinari, che nel caso specifico del nostro ateneo è il centro antiviolenza, che lei prima ha citato. È stato istituito nel 2021 e poi attivato nel 2022, grazie a una sollecitazione partita dalla Sapienza sulla regione Lazio, con l'attivazione di centri antiviolenza in tutte le università del Lazio. Abbiamo scelto di ubicarlo in una nostra Pag. 6struttura universitaria, che però fosse in un territorio particolarmente delicato, che è il territorio di San Lorenzo, che indubitabilmente è una delle zone di Roma più a rischio. È stato istituito con il supporto dell'Ente regionale diritto allo studio che ha finanziato in maniera specifica la Call e che poi ha previsto una selezione (da noi, per esempio, il centro è seguito dal Telefono rosa).
  Ormai abbiamo i dati sulle segnalazioni rispetto alla consigliera di fiducia e rispetto al centro antiviolenza, che ovviamente non raccoglie solo la popolazione della comunità universitaria, quindi studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, ma anche quella di quel territorio. Però, è molto importante che questo network si istituisca.
  Le sensibilità e le attività all'interno delle varie componenti della nostra comunità universitaria, quindi la comunità studentesca, la comunità docente e la comunità tecnico-amministrativa e bibliotecaria, non possono che passare per una consapevolezza generale, ma anche con la sicurezza di avere all'interno della propria struttura i punti di riferimento.
  Il potenziamento del servizio di counseling, che è avvenuto proprio con fondi di ateneo, anche nell'immediato, nel 2021, per il sostegno soprattutto a studenti e studentesse post-Covid, perché registriamo una fragilità psicologica che è cresciuta dopo il Covid, è andato poi a specializzarsi sul tema della violenza di genere in un percorso in cui noi andiamo ad affiancare la nostra comunità, quindi i ragazzi, le ragazze e il personale, laddove si ravvedano fattispecie precise.
  Questo è in sintesi quello che ad oggi abbiamo messo in atto, oltre alle «Safe Zone», che sono progetti dedicati e che vedono integrate tutte le attività che vi ho brevemente descritto.
  Ripeto, è fondamentale avere una rete di competenze, che sono competenze tutte specialistiche, e avere nella figura della Pag. 7consigliera di fiducia, che è terza rispetto all'organizzazione, un elemento di primo ascolto, che però poi deve entrare nel circuito, che con il counseling diventa particolarmente efficace.

  PRESIDENTE. Ringrazio la professoressa Polimeni, che ha messo a disposizione della Commissione una relazione.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  CECILIA D'ELIA. Signor presidente, ringrazio la rettrice Polimeni. Credo sia molto importante socializzare l'esperienza maturata dalla Sapienza, ma anche dalle altre università del Lazio, come lei diceva, però a seguito di una sollecitazione che veniva dalla Sapienza. Lo ricordo perché all'epoca ero in cabina di regia alla regione Lazio.
  È molto importante per due motivi. Primo, perché è una grande popolazione quella dell'università, quindi è un target molto particolare, è un luogo in cui le molestie possono essere diffuse anche dentro relazioni diseguali. Per esempio, all'Università di Torino stanno venendo fuori delle cose molto inquietanti. Quindi, il fatto di aver aperto un centro antiviolenza, di avere una figura di riferimento, la consigliera di fiducia, e di avere una sensibilità su questi temi è molto importante. Secondo, perché c'è un ruolo. Abbiamo molto discusso, oltre a tutte le norme che abbiamo cambiato, come nell'approvazione all'unanimità delle ultime norme, della necessità della formazione e della prevenzione.
  Lei, inoltre, ha sottolineato il ruolo che potete avere anche nella costruzione di percorsi didattici e transdisciplinari e l'importanza di questo ruolo, e su questo convengo assolutamente. Tra l'altro, il Policlinico nel pronto soccorso aveva uno sportello dell'associazione «Differenza Donna» all'epoca e anche quello funzionava per il territorio del municipio II. Quindi, Pag. 8c'è una storia di impegno su questi temi. Però, noi abbiamo anche la necessità di avere delle figure di laureati, avvocati, magistrati, medici, assistenti sociali, che nel loro percorso di formazione abbiano una corretta lettura della violenza. Allora, quello che le voglio chiedere è se, dal punto di vista degli ordinamenti – non so se è giusto usare questa parola – ci sia una riflessione, in un ateneo così sensibile, sulle iniziative che noi dobbiamo immettere nel percorso di studio ordinario di queste figure, che poi sono quelle che andranno a incrociare, ahimè, purtroppo, finché non la sconfiggiamo, magari situazioni e donne che hanno subìto violenza.

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Grazie molte per la domanda. Il tema dei moduli dedicati alla violenza di genere da poter inserire all'interno della formazione dei corsi di studio triennali o piuttosto a ciclo unico, tipicamente il corso di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e Professioni sanitarie, è già oggetto di sperimentazioni dedicate. Per l'ordinamento di Medicina, che a breve verrà rivisto, è già previsto l'inserimento di una quota parte di crediti formativi da dedicare, ma il nostro ateneo è già molto avanti, con attività che sono attività didattiche elettive che possono poi essere mutuate nel curriculum.
  Più in generale, noi stiamo lavorando a costruire un modulo di crediti formativi che già abbiamo sperimentato per grandi temi quali la legalità, che abbiamo già messo a sistema negli ultimi due anni, proprio dedicati alla formazione sulla violenza di genere, fruibili da tutta la comunità studentesca. Crediti che, ovviamente, possono essere poi valorizzati nel percorso di studi. Questo pacchetto di crediti è un pacchetto che declina in maniera multidisciplinare e che quindi può già essere riconosciuto per tutti i percorsi. Siamo in dirittura d'arrivo, lo Pag. 9lanceremo spero prima dell'estate, in maniera che sia fruibile per il prossimo anno accademico.

  ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA. Signor presidente, innanzitutto consentitemi di fare una piccola digressione personale. Oggi sono molto emozionata. Professoressa, forse lei non si ricorda di me, ma io sono stata una sua alunna, quindi è un momento per me di grande emozione. Le dico grazie per tutto quello che ha fatto per tanti suoi alunni, per me in particolar modo. È un orgoglio e un onore avere lei come primo rettore donna dell'Università alla quale sono stata legata, che mi ha visto anche essere professore a contratto per dieci anni.
  La mia domanda è questa: cosa si prevede – mi allaccio anche alla domanda del vicepresidente D'Elia – in merito alla formazione non tanto per i magistrati, per gli avvocati, ma in ambito sanitario? Noi sappiamo che il personale sanitario è fondamentale per intercettare i primi segnali della violenza. L'università cosa prevede? Sostanzialmente cosa si può fare ex ante, cioè prima? Soprattutto chiedo se ci sono dei numeri, all'interno dell'università, che possano indicare dei campanelli di allarme in ambito della violenza di genere. Grazie.

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Su cosa si prevede sulla formazione, ho appena detto che questa organizzazione di crediti formativi declinati sulle varie discipline, compresa ovviamente l'area medica, è l'estrapolazione di quello che, all'interno del corso di formazione che abbiamo istituito nel 2019, destinato non solo a laureati ma anche a diplomati, vedeva per la parte di area sanitaria andare a intercettare quelli che erano gli epifenomeni a campanello d'allarme.
  Prima ho fatto cenno (lei forse non era ancora entrata in aula) proprio all'attenzione che abbiamo rivolto come medici – Pag. 10quindi ho cambiato la giacca e ho parlato da medico – al distretto testa-collo, dal quale si possono evincere, in un terzo dei casi di violenza di genere, della cosiddetta «intimate partner violence», quindi quella che si verifica in ambiente familiare, i segni dai più banali ai più importanti per poter poi avviare il percorso. Ovviamente i codici rosa e i percorsi ospedalieri, come quello che ricordava la vicepresidente, già attivi al Policlinico e ora in riattivazione sono possibili, ma inserire all'interno degli ordinamenti dei corsi di studio di area sanitaria comunque anche delle frazioni di credito nella formazione standard dei nostri futuri medici, odontoiatri e infermieri è particolarmente importante.
  Nel nostro ateneo già si fa. Va organizzato in maniera tabellare, come si dice in gergo ricostruzione degli ordinamenti didattici, ma questa opportunità di crediti che potrà essere fruita in area medica per le competenze mediche, lo sarà anche in area giuridica, in area comunicazione e lì il corso di laurea sui gender studies per i media e la comunicazione è già impostato perché anche la comunicazione, anche i media devono educare alla cultura del rispetto di genere e del rispetto in assoluto. Questo è un corso di laurea magistrale, che tra l'altro sta avendo un riscontro molto buono.

  PRESIDENTE. Rettrice, se posso le farei io due domande. Volevo capire se c'era un numero, un ordine di grandezza di quante ragazze si rivolgono – la fascia temporale ce la dica lei – alla consigliera di fiducia.

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Sono pronta. Abbiamo i dati, sono pronta.

  PRESIDENTE. Le ho fatto una domanda tecnica giusto per capire.

Pag. 11

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Le do i dati del 2023, che sono i più aggiornati. Abbiamo registrato tredici attivazioni. Nel primo semestre gennaio-giugno, cinque attivazioni, tutte molestie sessuali nel corso di tirocini presso strutture convenzionate, quindi su soggetti terzi per corsi di laurea in professioni sanitarie o altri corsi di laurea in area umanistica con cui l'ateneo intercorre convenzioni. La gestione ovviamente in queste fattispecie ha portato a un'interruzione delle convenzioni, evidentemente, con la segnalazione specifica alla direzione della struttura. Sul secondo semestre, otto attivazioni, sei casi di molestie; cinque di queste sono avvenute proprio in una relazione di potere docente o ricercatore verso studentessa o dottoranda, una in una relazione tra colleghi. Al momento una procedura è ancora seguita in maniera informale, altre per valutazione di acquisizione di altri elementi, perché in alcuni di questi casi c'è la parallela attivazione dei procedimenti disciplinari che, come è noto, seguono vie separate anche rispetto alle segnalazioni alla procura della Repubblica. Un caso, tra l'altro, ha ricordato un caso di stalking digitale di uno studente verso una studentessa. Ecco, la fattispecie dello stalking digitale è una fattispecie nuova, ma che non mi stupirei se crescesse particolarmente nel tempo. Questo lo vogliamo segnalare. Rispetto a questa situazione c'è stata poi la denuncia al commissariato, ma contemporaneamente anche l'attivazione di un percorso di recupero dello studente del counseling. Quindi, lo studente è stato comunque invitato a sottoporsi a delle sedute di counseling, a fronte del dialogo con la consigliera di fiducia.
  Un altro caso riguarda un comportamento scorretto di un docente verso una dottoranda. Nel 2023 abbiamo sospeso un docente, ed è stato confermato anche in sede giudiziaria, per Pag. 12molestie sessuali, per una segnalazione che era avvenuta nel 2022.
  In queste fattispecie il percorso di denuncia per infrazione del codice penale può e deve essere necessariamente affiancato dalle attività disciplinari all'interno dell'ateneo, che vedono nel caso di specie il delegato della rettrice che provvede a fare l'istruttoria e che porta al Collegio di disciplina – che è un collegio in cui sono previsti anche membri esterni, che provengono da altre università – che rispetto all'istruttoria poi decide per l'archiviazione o per la sanzione. La sanzione poi viene irrogata dal consiglio d'amministrazione in una composizione presieduta dal vicario e non dal rettore, in maniera da tenere i procedimenti separati.
  Vi dico che rispetto alle sanzioni disciplinari, al di là di queste specifiche che riguardano le fattispecie veramente più odiose, con una certa frequenza l'irrogazione della sanzione che prevede sospensione dal servizio e dallo stipendio da parte del docente e impossibilità di ricoprire incarichi elettivi, quindi l'esclusione dall'elettorato passivo per incarichi o attività, spessissimo viene impugnata dai colleghi e quindi poi, rispetto all'irrogazione reale, le tempistiche possono anche essere disallineate. Andiamo con i TAR, le sospensive, i Consigli di Stato e quant'altro.
  Ciò per dire come spesso magari si possono avere irrogazioni di sanzioni che sono disallineate rispetto ai tempi. Questi sono i numeri della nostra consigliera di fiducia.
  Rispetto, invece, al centro antiviolenza, dove però è evidente che i numeri non descrivono solamente la comunità universitaria, ma descrivono il quartiere (come ho detto, siamo nel quartiere San Lorenzo e al centro si rivolgono anche altri soggetti), questi i numeri di accesso all'utenza: 64 denunce di violenza; 133 si sono rivolte al CAV per informazioni legali, Pag. 13laddove il CAV, ovviamente, oltre che intercettare le denunce offre una serie di servizi; consulenza psicologica, 172 casi; 39 per informazione; 186 persone per essere rassicurate e ascoltate; 11 richieste di ospitalità per le case rifugio; 8 per altre questioni.
  Questi sono i numeri che sono aggiornati all'attività del 2023. Ripeto, questo dato non descrive solo la comunità Sapienza, ma anche l'interezza del quartiere.

  PRESIDENTE. Rettrice, concludo con una domanda su un tema che sta particolarmente a cuore a questa Commissione, che ci ha dato mandato di scavarlo, che è quello della violenza economica, indipendenza economica e lavoro, legato poi anche alla educazione finanziaria delle giovani donne, considerando il fatto che il 62 per cento delle donne vittime di violenza che ricorrono al CAV non hanno una indipendenza economica.
  Ecco, le chiedo se vuole concludere con una riflessione su questo tema, se nei corsi viene affrontato, scavato, approfondito anche il tema della violenza economica e la trasversalità della formazione economico-finanziaria per le giovani donne, io metto sempre tra parentesi anche giovani uomini, perché la consapevolezza riguarda entrambi.

  ANTONELLA POLIMENI, Rettrice della Sapienza Università di Roma. Grazie anche per questa domanda. Questo, tra l'altro, è il tema che sottende il sostegno economico, il reddito di libertà, che è stato ormai stabilizzato per le donne vittime di violenza. Questo è un altro degli argomenti che peraltro avevamo affrontato come una delle attività che avremmo voluto che il professor Visco, ex Governatore della Banca d'Italia, quando è venuto da noi a tenere una lectio, inserisse, e gli avevamo chiesto la disponibilità, per costruire proprio i crediti formativi da far fruire all'interno di un pacchetto dedicato sull'educazione finanziaria.Pag. 14
  Anche di questo, per la parte sulla violenza di genere, mutueremo quota parte di questi crediti, per fare la stessa operazione. L'ateneo è quindi fortemente concentrato su questo tema ed è molto importante che la vostra autorevole Commissione lo segua.

  PRESIDENTE. Ringrazio la rettrice Antonella Polimeni e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle ore 15.30.