TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 266 di Mercoledì 20 marzo 2024

 
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DISEGNO DI LEGGE DI CUI SI RICHIEDE L'URGENZA

Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici. (C. 1717)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MARATTIN, FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   per settimane, su alcune reti televisive nazionali, è stato trasmesso uno spot pubblicitario – indicato come «comunicazione istituzionale» promossa dal Ministero dell'economia e delle finanze – relativo all'ultimo collocamento dell'emissione di Btp valore;

   la narrazione proposta vede due coppie di pensionati sedute a un tavolo, dove una delle due chiede all'altra i propri programmi per la settimana successiva e la seconda delle coppie risponde che «si troverà in crociera», perché ha «comprato Btp valore», il tutto suggerendo anche ad avviso degli interroganti una perniciosa associazione tra tale possibilità di andare in crociera e un'ipotetica «vincita alla lotteria»;

   tale rappresentazione distorce gravemente la capacità remunerativa del prodotto ed è evidentemente idonea a indurre in errore il consumatore medio, falsandone il processo decisionale e incidendo in misura apprezzabile sul comportamento economico del consumatore medio che raggiunge o al quale è diretta;

   nella pubblicità dei Btp valore viene evidenziato in maniera automatica il legame tra sottoscrizione del titolo e, in tempo breve, l'ottenimento delle risorse necessarie per «andare in crociera», senza tra l'altro alcun cenno anche minimale ai rischi che, sebbene in misura del tutto residuale, sono presenti nella sottoscrizione di obbligazioni pubbliche;

   simili circostanze appaiono pienamente riconducibili all'ambito delle pratiche commerciali scorrette sanzionate dagli articoli 21, 22 e 23 del codice del consumo, nonché, per quanto attiene ai professionisti, nell'alveo del divieto di pubblicità ingannevole disciplinato dal decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145;

   importanti forme di incentivazione all'acquisto di titoli di Stato – come agevolazioni e benefìci fiscali e il recente scomputo dal calcolo dell'Isee – trovano fondamento nella necessità di assicurare alla Repubblica risorse indispensabili per il proprio funzionamento, ma non possono in alcun modo giustificare campagne pubblicitarie a giudizio degli interroganti palesemente ingannevoli e che possono pregiudicare la tutela dei consumatori e professionisti, il corretto funzionamento dei mercati e la tutela della concorrenza sotto il profilo della capacità di collocazione dei titoli dei diversi emittenti –:

   per quale motivo il Ministro interrogato abbia ritenuto opportuno – pur nel conseguimento di una finalità istituzionale e auspicabile, quale il collocamento presso la clientela retail di un'emissione obbligazionaria di titoli di Stato ad essa principalmente rivolta – ricorrere a rappresentazioni che appaiono agli interroganti tipicamente riconducibili alle pratiche commerciali scorrette e alle tecniche di pubblicità ingannevole per promuoverne la sottoscrizione.
(3-01081)

(19 marzo 2024)

   D'ALESSIO, CARFAGNA, BENZONI, BONETTI, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la norma che regolamenta le sanzioni pecuniarie che il cittadino deve versare al comune in caso di versamenti di tributi non eseguiti o in presenza di dichiarazioni omesse o infedeli (decreto legislativo n. 471 del 1997) prevede che: in presenza di versamenti di tributi non eseguiti in tutto o in parte si applichi una sanzione pari al 30 per cento per ogni importo non versato; in caso di omessa o infedele dichiarazione le sanzioni raggiungono il 100 per cento, mentre, in caso di omessa denuncia e omesso versamento, le due sanzioni sono da sommarsi raggiungendo quindi il 130 per cento; in tali situazioni il comune, effettuati i dovuti controlli, notifica un avviso di accertamento e irroga le sanzioni previste;

   mentre il comune irroga immediatamente le sanzioni nella misura minima del 30 per cento, l'Agenzia delle entrate attualmente prima comunica al contribuente di aver riscontrato anomalie invitandolo a sanarle, poi invia una comunicazione di irregolarità con applicazione delle sanzioni nella misura del 10 per cento. Solo successivamente, se il contribuente non adempie dopo i primi due «avvisi», emette un avviso di accertamento con le sanzioni previste dalla normativa;

   il comune è, di fatto, l'istituzione più vicina ai cittadini e, nel caso di specie, è il solo soggetto ad applicare sanzioni così elevate;

   in un momento come quello attuale lo Stato, in tutte le sue articolazioni, dovrebbe tutelare i cittadini intervenendo sulla normativa affinché gli organismi comunali non gravino così pesantemente sulle tasche dei contribuenti attraverso l'irrogazione di sanzioni che possono risultare profondamente sproporzionate, trasformando il comune in una sorta di antagonista nemico del cittadino;

   i comuni, in ragione della connaturata vicinanza alla cittadinanza, avrebbero necessità di un cambio di passo ai fini di una «riappacificazione» tra ente e contribuente;

   si dovrebbe prevedere, derogando alla normativa vigente, la possibilità di richiedere ai cittadini, almeno in prima istanza, esclusivamente i tributi dovuti (la sola sorte capitale), oltre agli interessi maturati per il periodo intercorrente dalla data di scadenza del tributo fino alla data di pagamento dello stesso;

   ciò non inciderebbe sulle previsioni di bilancio dei comuni, in quanto le sanzioni non figurano quali entrate. Si permetterebbe così ai cittadini di versare quanto dovuto e ai comuni di raggiungere, senza alcun danno, il duplice obiettivo di riscossione dei tributi e di segno di vicinanza ai cittadini –:

   se non ritenga di promuovere iniziative di carattere normativo volte a modificare la disciplina menzionata al fine di andare incontro alle esigenze di riscossione dei comuni e di gravare in misura inferiore sui singoli cittadini.
(3-01082)

(19 marzo 2024)

   GRIMALDI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi tempi il sistema tributario italiano, disattendendo i dettami costituzionali, è diventato fortemente regressivo anche a causa di politiche fiscali che, favorendo i ceti più abbienti, ne hanno sensibilmente ridotto la capacità redistributiva, amplificando le diseguaglianze sociali;

   contemporaneamente, nei primi nove mesi 2023 il settore bancario nel nostro Paese ha segnato oltre 16 miliardi di euro di utili netti, l'80 per cento più dell'anno precedente;

   dai comunicati ufficiali principali istituti di credito quotati, come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Popolare di Sondrio e Credem, emerge che gli stessi hanno registrato nel corso del 2023 utili per 23 miliardi di euro;

   l'aumento del margine d'interesse, nel primo semestre del 2023, ha superato del 60 per cento quello del 2022, determinato soprattutto dalla decisione della Banca centrale europea di incrementare i tassi di interesse dallo 0,5 per cento al 4,50 per cento, generando un aumento dei costi del denaro per famiglie e imprese;

   il sistema bancario italiano, nell'uniformarsi a tali decisioni, ha applicato i rialzi dei tassi solo sui finanziamenti, portandoli dal 2,13 per cento al 4,76 per cento, lasciando pressoché invariati gli interessi riconosciuti ai depositanti, determinando nell'ultimo biennio una crescita della rata mensile dei mutui a tasso variabile del 50 per cento;

   l'incremento degli utili delle banche definiti «extraprofitti» ha indotto nel 2023 il Governo a imporre al settore un'imposta straordinaria del 40 per cento sulla parte del «margine di interesse», che va oltre il 10 per cento in più della stessa voce relativa all'esercizio 2021;

   il gettito, stimato intorno ai 4 miliardi di euro, sarebbe stato destinato a misure di sostegno per famiglie e imprese;

   è tuttavia intervenuta una disposizione che concedeva la facoltà di destinare l'importo al rafforzamento della struttura patrimoniale, con il risultato che i grandi fondi d'investimento internazionale si divideranno il 60 per cento di quei 28 miliardi di euro di extraprofitti, senza alcun beneficio per la collettività;

   il taglio del cuneo fiscale è stato fino a oggi finanziato in disavanzo, ma per essere messo a regime occorre individuare ulteriori entrate fiscali, così come ai fini del finanziamento del welfare sarà necessario cambiare la struttura attuale del prelievo, nonché rivedere le disposizioni in merito agli extraprofitti delle banche –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente promuovere una revisione della disciplina sul prelievo sugli extraprofitti delle banche e introdurre altre misure redistributive e di giustizia fiscale, al fine di porre un freno alle crescenti disuguaglianze e, allo stesso tempo, di finanziare il taglio del cuneo fiscale, il Servizio sanitario nazionale e la piena occupazione nella transizione ecologica.
(3-01083)

(19 marzo 2024)

   PASTORINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel 2023 l'importo annuo del canone dovuto quale corrispettivo dell'utilizzazione di aree e pertinenze demaniali marittime con qualunque finalità è stato fissato a 3.377,50 euro, ossia più 25,15 per cento rispetto al 2022, determinando un grave impatto sui concessionari;

   il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 2510 del 2023 (ruolo generale n. 4394/2023), ha sospeso in via cautelare l'efficacia di suddetto decreto, mettendo in dubbio proprio la legittimità dell'utilizzo dell'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali in luogo dell'indice dei prezzi all'ingrosso (che l'Istat non diffonde più da gennaio 1998) espressamente previsto dalle norme di legge in tema di adeguamento dei canoni demaniali;

   il decreto 17 dicembre 2023 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha previsto una lieve riduzione del 4,5 per cento, 152 euro. La misura minima di canone è stata, dunque, aggiornata a 3.225,50 euro a decorrere dal 1° gennaio 2024, mantenendo, tuttavia, gli stessi criteri di calcolo;

   inoltre, sul tema rimane ancora pendente la mancata attuazione dei decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive, di cui alla legge n. 118 del 2022. La delega è scaduta più di un anno fa, il 28 febbraio 2023, e da allora non è stato fatto alcun passo avanti;

   in risposta all'interrogazione n. 3-00349, ad aprile 2023, il Ministro interrogato ha dichiarato che avrebbe tenuto in adeguata considerazione le concessioni con finalità di carattere culturale, sociale e sportivo. Tuttavia, nonostante le numerose occasioni legislative presentatesi, il Governo non è intervenuto né ha accettato le modifiche emendative proposte e volte a ripristinare la disposizione valida per il 2021 in base alla quale, per le attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, e per finalità di interesse pubblico individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti, l'importo annuo del canone demaniale non poteva essere inferiore a euro 500 –:

   quali iniziative di carattere normativo intenda adottare con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per attività sportive, ricreative, legate alle tradizioni locali, senza fini di lucro e per finalità di interesse pubblico, alla luce della citata ordinanza sospensiva e per sanare con nuovi strumenti la mancata attuazione della delega di cui all'articolo 4 della legge n. 118 del 2022.
(3-01084)

(19 marzo 2024)

   MOLINARI, BAGNAI, CENTEMERO, CAVANDOLI, GUSMEROLI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CECCHETTI, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018), articolo 1, commi da 35 a 50 (successivamente modificati e integrati dall'articolo 1, comma 678, legge n. 160 del 2019 – legge di bilancio per il 2020), è stata introdotta in Italia la cosiddetta «web tax», un'imposta sui servizi digitali con aliquota pari al 3 per cento, i cui soggetti passivi sono le imprese che operano a livello internazionale e che realizzano congiuntamente:

    a) un ammontare complessivo di ricavi, ovunque realizzati, non inferiore a 750.000.000 di euro;

    b) un ammontare di ricavi derivanti dai servizi digitali, nel territorio dello Stato, non inferiore a 5.500.000 euro;

   la base imponibile dell'imposta è rappresentata dai soli ricavi derivanti dalla fornitura di servizi digitali «localizzati» in Italia e il periodo d'imposta è individuato nell'anno solare; sono escluse dall'applicazione del tributo una serie di fattispecie, quali, tra le altre, la fornitura diretta di beni e servizi nell'ambito di un servizio di intermediazione digitale e la cessione di dati da parte dei soggetti che forniscono taluni servizi perlopiù di carattere finanziario;

   il 2024 è il primo anno di applicazione in Italia delle norme sulla global minimum tax (decreto legislativo n. 209 del 2023, di recepimento della direttiva n. 2022/UE/2523), un sistema coordinato di regole di contrasto all'erosione globale della base imponibile delle imposte societarie sviluppato dall'Ocse (il cosiddetto «Pillar 2») per fronteggiare possibili meccanismi di elusione fiscale internazionale, derivanti dalla digitalizzazione e dalla globalizzazione dell'economia;

   proseguono, invece, tra molte difficoltà in sede Ocse i lavori del cosiddetto «Pillar 1», finalizzati a introdurre nuovi meccanismi di allocazione dei profitti delle imprese che operano su più mercati, idonei a intercettare le peculiarità dell'economia digitale;

   con comunicato del 15 febbraio 2024, il Ministero dell'economia e delle finanze ha annunciato che Austria, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno deciso di prorogare il compromesso politico stabilito nella dichiarazione congiunta del 21 ottobre 2021 sulla cosiddetta «tregua dalla web tax», concordata dal quadro inclusivo dell'Ocse/G20, fino al 30 giugno 2024;

   considerata la fluidità del quadro normativo internazionale, appare opportuno riflettere a livello multilaterale su come modulare l'ambito soggettivo e oggettivo della web tax e sul livello di tassazione da applicare, tenendo in conto la necessità di ampliare le basi imponibili alla luce del mutato quadro dell'economia globale e della nuova configurazione delle società di servizi –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare affinché la tassazione di cui in premessa venga mantenuta e razionalizzata.
(3-01085)

(19 marzo 2024)

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la sostenibilità del debito pubblico rappresenta un pilastro fondamentale che condiziona l'agibilità di bilancio del Governo, l'adesione alle norme comunitarie in materia di finanza pubblica degli Stati membri, oltre alla percezione dell'affidabilità del Paese come registrata dai mercati finanziari;

   il rapporto «Finanza pubblica: fabbisogno e debito», pubblicato da Banca d'Italia il 15 marzo 2024, segnala che il debito pubblico dell'Italia si è attestato a gennaio 2024 a quota 2.848,7 miliardi di euro;

   il trend del differenziale tra i tassi dei titoli di Stato italiani a dieci anni e quelli dei Bund tedeschi sta segnalando dati confortanti nel primo trimestre 2024, con una diminuzione di oltre quaranta punti base dal mese di gennaio 2024;

   già a novembre 2023, come comunicato da Banca d'Italia, la quota di titoli di Stato in mano a famiglie e imprese aveva raggiunto quota 320 miliardi di euro, pari al 13,4 per cento del totale del debito;

   il 26 febbraio 2024 i risparmiatori italiani hanno potuto iniziare ad acquistare il nuovo «Btp valore», con una raccolta che nella prima giornata ha raggiunto quota 6,44 miliardi di euro, un risultato maggiore delle due precedenti edizioni;

   come comunicato dal Ministero dell'economia e delle finanze il 4 marzo 2024, l'importo complessivamente emesso di Btp valore «è stato pari a 18.316,424 milioni di euro a fronte di 656.369 contratti conclusi, con un taglio medio di 27.906 euro. Si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori (retail), a cui è esclusivamente destinato il Btp valore» –:

   apprezzata la fiducia crescente dei cittadini, espressa anche durante l'ultimo collocamento di titoli di Stato italiani, quali ulteriori iniziative intenda assumere per rafforzare la sostenibilità del debito pubblico del Paese.
(3-01086)

(19 marzo 2024)

   BARELLI, NEVI, ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza rimane estremamente critica, con il rischio che l'avvio di un'operazione militare a Rafah da parte di Israele aggravi ulteriormente le sofferenze della popolazione civile;

   Governo e Parlamento hanno sollecitato il Governo di Israele ad adottare tutte le misure necessarie volte a ridurre al minimo il numero delle vittime civili nel quadro delle operazioni militari condotte in risposta ai brutali attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023;

   l'Italia è da sempre in prima linea nell'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza; il nostro Paese ha inviato aerei con aiuti umanitari, dislocato in Medio Oriente per due mesi la nave Vulcano che ha accolto a bordo per interventi e cure mediche numerosi feriti, si sono portati in Italia decine di bambini palestinesi per cure mediche insieme alle loro famiglie. Il Governo ha adottato due pacchetti di contributi per interventi umanitari per 20 milioni di euro. Gli aiuti finanzieranno misure per la salute e la sicurezza alimentare della popolazione di Gaza, nuovi progetti delle associazioni italiane in Cisgiordania e interventi di sminamento umanitario, indispensabili per affrontare la ricostruzione;

   l'11 marzo 2023 il Ministro interrogato ha presieduto la prima riunione di un tavolo per la risposta alla crisi umanitaria a Gaza con focus sulla sicurezza alimentare, iniziativa ribattezzata «Food for Gaza». Hanno partecipato ai lavori i vertici della Fao, del Programma alimentare mondiale e della Croce rossa internazionale, con la presenza della Protezione civile e della Croce rossa italiana;

   dopo la riunione di lancio, l'iniziativa è stata presentata ai Ministri degli esteri europei in occasione del Consiglio affari esteri del 18 marzo 2023 e a tutti i principali partner internazionali –:

   alla luce di quanto esposto in premessa, quali siano i seguiti che verranno dati dopo l'annuncio dell'iniziativa italiana «Food for Gaza» e quali siano le prossime azioni che il Governo intende intraprendere al fine di alleviare le sofferenze della popolazione civile vittima del conflitto.
(3-01087)

(19 marzo 2024)

   BOLDRINI, SCOTTO, BAKKALI, FERRARI, GHIO, ORLANDO, SCARPA, ZAN, CASU e FORNARO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   a Gaza la situazione umanitaria è al collasso: 31.000 morti, di cui tantissimi donne e bambini. L'Organizzazione mondiale della sanità dichiara che, senza il cessate il fuoco, saranno tra i 60.000 e gli 85.000 i morti in più nei prossimi sei mesi solo per le malattie;

   nessuna operazione umanitaria su larga scala è davvero possibile, però, senza il blocco delle ostilità;

   infatti, per gli aiuti umanitari si accumulano file sterminate di camion, tra i 1.500 e i 2.000, fermi a Rafah, come potuto constatare da una delegazione di deputati dei gruppi dell'opposizione che si sono recati al valico e che hanno scritto anche, in merito, tra le altre cose, alla situazione del blocco di questi aiuti alla Presidente del Consiglio dei ministri Meloni, la quale non ha dato alcuna risposta. Ad essere respinti dalle autorità israeliane sono anestetici, incubatrici, bombole di ossigeno, generatori, ambulanze, depuratori di acque; secondo criteri di assoluta discrezionalità;

   il divieto di ingresso degli aiuti e il conseguente calo drastico che ne deriva sulla popolazione civile è esso stesso equiparabile ad un crimine di guerra;

   il definanziamento e depotenziamento dell'Unrwa, a seguito di accuse ad alcuni dei suoi dipendenti, produrrebbe a Gaza il collasso definitivo del sistema di assistenza;

   l'Italia continua a bloccare il proprio contributo annuale all'Urnwa, mentre l'Unione europea lo ha ripristinato, sbloccando 50 degli 82 milioni di euro previsti, così come fatto da altri Stati. La Presidente della Commissione europea Von der Leyen, ha affermato: «Dobbiamo garantire la sicurezza della distribuzione degli aiuti all'interno di Gaza. Questo rende ancora più importante lavorare con quelle agenzie che hanno ancora una presenza sul campo. Ed è il caso dell'Unrwa»;

   inoltre, sono stati congelati numerosi progetti a Gaza e in West Bank dell'Agenzia della cooperazione italiana allo sviluppo e delle organizzazioni non governative italiane che operano in Palestina e in Israele;

   gli interroganti ritengono urgente assicurare la consegna degli aiuti umanitari all'interno della Striscia alla popolazione civile, anche attraverso una specifica iniziativa dell'Unione europea volta a chiedere allo Stato d'Israele, nell'immediato, lo sblocco dei valichi –:

   quali azioni di competenza stia perseguendo il Governo per favorire il cessate il fuoco a Gaza, sbloccare gli aiuti umanitari e come motivi il blocco dei progetti della cooperazione italiana, così come dei fondi all'Unrwa, stante la decisione dell'Unione europea di ripristinare i contributi, anche alla luce della due diligence che l'Onu ha prontamente effettuato.
(3-01088)

(19 marzo 2024)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CALOVINI, CAIATA, DI GIUSEPPE, LOPERFIDO, MURA e TREMONTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 17 marzo 2024 si è svolto al Cairo un incontro tra il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e una delegazione europea composta dal Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, dal Presidente della Repubblica di Cipro Nikos Christodoulidis e i Primi ministri di Belgio, Alexander De Croo, Grecia, Kyriakos Mitsotakis, e Austria, Karl Nehammer;

   il memorandum Unione europea-Egitto prevede finanziamenti per 7,4 miliardi di euro in 3 anni (2024-2027): 600 milioni in sovvenzioni, di cui 200 milioni per la gestione delle migrazioni (sicurezza ai confini, formazione di manodopera qualificata, misure per favorire la migrazione legale e scoraggiare quella illegale); 5 miliardi di euro erogati in forma di prestiti agevolati per progetti bilaterali; 1,8 miliardi di euro supporteranno ulteriori investimenti, a valere sul Piano di investimenti per l'economia del vicino Sud;

   il documento indica 6 priorità: primo, stabilità, democrazia, libertà fondamentali, diritti umani, uguaglianza di genere e pari opportunità; secondo, stabilità economica; terzo, la transizione verde e digitale in campo energetico; quarto caposaldo è quello delle migrazioni, raccordato con il quinto, ovvero quello della sicurezza; sesto punto, formazione e scambi, per preparare manodopera qualificata per Africa ed Europa;

   imponente è anche il pacchetto di interventi nell'ambito del Piano investimenti per il vicino Sud: attraverso 35 milioni di euro in sovvenzioni, l'Unione europea sosterrà l'Egitto nel completamento dell'elettrificazione e in altri ammodernamenti;

   aiuti sono previsti anche per l'agricoltura, che coinvolgerà particolarmente l'Italia: saranno fornite tecnologie per espandere la capacità di stoccaggio e la produzione del grano per far fronte alla mancanza di quello ucraino;

   gli accordi previsti dal memorandum Unione europea-Egitto sono stati preceduti da un colloquio bilaterale tra Italia ed Egitto, al termine del quale il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi hanno convenuto di stabilire un partenariato tra Italia ed Egitto nel contesto dei grandi progetti agricoli e di bonifica, finalizzati a stabilire una «model farm» e a trasferire le più innovative tecnologie italiane nel settore per contribuire alla sicurezza alimentare della nazione –:

   se il Governo intenda intraprendere iniziative volte a giungere alla massima integrazione tra quanto previsto dal memorandum Unione europea-Egitto e quanto stabilito dal partenariato Italia-Egitto, anche in ragione dei contenuti del «Piano Mattei» per l'Africa.
(3-01089)

(19 marzo 2024)

   SPORTIELLO, QUARTINI, MARIANNA RICCIARDI e DI LAURO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i tempi di attesa per una visita o un esame diagnostico nella sanità pubblica sono sempre più lunghi e questo costringe i cittadini a rivolgersi alla sanità privata. In molti, per sostenere i costi, devono necessariamente ricorrere ad un prestito: secondo quanto emerge da un'indagine condotta da Facile.it e Prestiti.it, nel 2023 le richieste di prestiti personali per sostenere le spese mediche hanno rappresentato il 4,8 per cento del totale dei finanziamenti chiesti nella regione Toscana;

   anche nel Lazio e nel resto delle regioni le liste di attesa continuano ad essere troppo lunghe, con la conseguenza di dovere ricorrere in tantissimi casi al privato: da un sondaggio effettuato dalla Cisl Lazio emerge che circa l'80 per cento delle persone dichiara di essersi dovuta rivolgere, negli ultimi anni, alla sanità privata e per il 70 per cento i tempi lunghi ne sono la causa;

   la nota trasmissione televisiva Presadiretta – con la puntata «sanità s.p.a.» – si è occupata qualche giorno fa di sanità, con un focus sulla situazione lombarda, approfondendo diversi aspetti: dai medici a gettone ai camici in fuga fino alla «privatizzazione occulta»; un focus specifico sulla città di Varese ha mostrato come le attese dei pazienti al pronto soccorso e le difficoltà nel prenotare gli esami siano in buona parte riconducibili al mancato funzionamento del centro unico di prenotazione e all'assenza di controlli adeguati sul suo impiego da parte delle strutture private;

   sono sempre più numerosi medici e infermieri che scelgono di lasciare la sanità pubblica e sono stati sostituiti da medici e infermieri a chiamata, comunemente detti «gettonisti», la cui spesa appare sempre più rilevante; la spesa più alta sarebbe in Lombardia con 1.400 liberi professionisti in corsia –:

   se intenda ovviare al perdurante problema delle liste di attesa attraverso idonei interventi normativi che invece di «foraggiare» la sanità privata garantiscano l'assunzione strutturale e a tempo indeterminato di personale sanitario, nonché un efficace funzionamento del centro unico di prenotazione a cui obbligatoriamente dovranno afferire anche tutte le strutture sanitarie private convenzionate.
(3-01090)

(19 marzo 2024)