XIX Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Mercoledì 20 marzo 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulla situazione energetica del Paese alla luce dei recenti sviluppi della situazione geopolitica internazionale (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulla situazione energetica del Paese alla luce dei recenti sviluppi della situazione geopolitica internazionale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, il seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulla situazione energetica del Paese alla luce dei recenti sviluppi della situazione geopolitica internazionale.
  Ricordo che nella seduta dello scorso 6 marzo il Ministro Pichetto Fratin ha svolto la sua relazione cui sono seguiti gli interventi dei deputati Cappelletti, Squeri, Peluffo, Cavo, Zucconi, Maerna, Pavanelli, L'Abbate e del presidente.
  Ricordo altresì che, come stabilito all'esito della medesima seduta, quella odierna è dedicata alla replica del Ministro ai quesiti e alle osservazioni già formulate dai colleghi.
  Do quindi la parola al Ministro Pichetto Fratin.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, presidente. Buongiorno ai commissari.
  Per questo ulteriore momento di confronto a seguito dell'audizione che si è tenuta, partirei immediatamente da alcune considerazioni sul Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) in relazione alle tempistiche di adozione, sulla base di una richiesta specifica avanzata dall'onorevole Cappelletti.
  Il Ministero, immediatamente dopo aver inviato a Bruxelles la proposta di aggiornamento del piano, ha avviato tavoli tecnici interistituzionali focalizzati sui settori in cui emergevano dei gap in termini di riduzione di emissioni – parliamo del settore civile e trasporti – e, dunque, settori sui quali è necessario intervenire con misure e politiche aggiuntive nuove o con il potenziamento di misure già esistenti, al fine di traguardare gli obiettivi dello scenario di policy.
  È, inoltre, stato dato avvio anche a un confronto su aspetti sociali e occupazionali connessi alla transizione energetica. A dicembre 2023 sono arrivate le raccomandazioni della Commissione europea, su cui chiaramente gli uffici del Dipartimento energia, insieme ad agenzie ed enti di ricerca, ci supportano e stanno lavorando per formulare proposte di adeguamento al piano. Nel frattempo, è stata avviata una nuova consultazione pubblica del testo inviato a Bruxelles, finalizzata, anch'essa, a formulare proposte di adeguamento che permettano di rispondere anche alle raccomandazioni della Commissione europea.
  Tra gli input che sarà necessario valutare per la predisposizione del piano di giugno 2024 dovremo considerare anche le ulteriori indicazioni specifiche che arriverannoPag. 4 nell'ambito della procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) a cui il piano è sottoposto, ed è in corso. In ogni caso, il processo di aggiornamento dovrà concludersi entro giugno 2024.
  In relazione agli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030, sottolineo l'importanza del contributo della produzione di energia elettrica derivante da biomassa. Qui mi collego alla richiesta specifica dell'onorevole Squeri. Il Governo è fortemente impegnato su tenere tutte le fonti di energia rinnovabile che possono contribuire al processo di decarbonizzazione degli usi finali, tra queste rientrano anche le biomasse. In tale ambito, il Dicastero è attento agli sviluppi della tecnologia impiantistica, nella consapevolezza della necessità di addivenire a un quadro regolatorio che non esponga ulteriormente il nostro Paese e le singole amministrazioni locali al rischio di sforamento dei limiti posti a livello comunitario in tema di qualità dell'aria. Pertanto, gli incentivi per l'utilizzo delle biomasse termiche devono continuare a seguire la logica della sostituzione degli impianti più emissivi con nuovi impianti meno emissivi.
  Per quanto riguarda, nello specifico, le fonti energetiche rinnovabili (FER) Termiche sono comunque diverse le iniziative in corso per valorizzare le biomasse. A brevissimo sarà avviata una consultazione pubblica sulla revisione del conto termico, che includerà requisiti aggiornati per le tecnologie e le bioenergie. A ciò affiancheremo la predisposizione del decreto per la definizione di incentivi ad asta per grandi impianti di produzione di energia termica rinnovabile e stiamo lavorando sulla riforma delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.
  Con riferimento alla regolazione, si è appena conclusa la consultazione pubblica sul decreto che fissa le regole per l'incremento dell'energia rinnovabile termica nelle vendite di calore. In questo ambito, le biomasse potranno avere un ruolo importante nelle decisioni di investimento delle imprese di teleriscaldamento e di forniture e servizi.
  Si ricordano, poi, gli sfidanti obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici nuovi e sottoposti a ristrutturazioni profonde – il richiamo è al decreto legislativo n. 199 del 2021 – che richiedono che siano progettate e realizzate in modo da garantire, tramite il ricorso agli impianti alimentati da fonti rinnovabili, il contemporaneo rispetto della copertura del 60 per cento dei consumi previsti per la produzione di acqua calda sanitaria e del 60 per cento della somma dei consumi previsti per la produzione di acqua calda sanitaria, per la climatizzazione invernale e per la climatizzazione estiva. Per gli edifici pubblici gli obblighi percentuali sono elevati al 65 per cento e gli obblighi relativi alla potenza da installare obbligatoriamente sono incrementati del 10 per cento.
  Dal punto di vista dell'energia rinnovabile elettrica, sono diverse le iniziative legislative in corso per valorizzare le biomasse, iniziative volte ad assicurare il rispetto dei criteri di sostenibilità individuati nel decreto legislativo n. 199 del 2021 e dal recepimento della direttiva (UE) 2018/2001.
  Per gli impianti di nuova costruzione, è attualmente all'attenzione della Commissione europea lo schema di decreto «FER 2», che prevede un contingente dedicato per impianti a biogas e a biomasse (in dirittura di arrivo). Per quanto concerne la tutela della produzione esistente, al fine di scongiurare il blocco della produzione da detti impianti a valle del termine del periodo di diritto agli incentivi (essendo caratterizzati, a differenza delle altre FER, da costi di esercizio elevati ed imputabili soprattutto al costo delle materie prime – certo il sole, almeno quando c'è, così come il vento, non viene remunerato), con il decreto-legge n. 57 del 2023 all'articolo 3-ter è stata demandata ad ARERA la definizione di prezzi minimi garantiti, ovvero integrazioni dei ricavi conseguenti alla partecipazione al mercato elettrico, specificatamente dedicati agli impianti in esercizio alimentati a biogas e biomassa che beneficiano di incentivi in scadenza entro la data del 31 dicembre 2027 o che, entro tale data, Pag. 5rinunciano anticipatamente agli incentivi di cui sono titolari.
  Sempre in tema di fonti rinnovabili, è forte l'attenzione per lo sviluppo dell'eolico off-shore. L'onorevole Cavo chiedeva delucidazioni in merito alla regolamentazione del settore. Nel PNIEC 2030 tra gli obiettivi di decarbonizzazione per assicurare la transizione energetica ha grande rilevanza l'obiettivo di un maggiore sfruttamento della potenzialità dell'eolico off-shore, che prevede al 2030 lo sviluppo di progetti per 2,1 gigawatt, con un notevole aumento dei target rispetto al 2019.
  Per quanto riguarda la normativa in materia di autorizzazione di tali impianti, l'articolo 23 del decreto legislativo n. 199 del 2021, riguardante la promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, ha modificato la competenza autorizzativa degli impianti eolici off-shore come prevista dall'articolo 12, ultimo periodo, del decreto legislativo n. 387 del 2003, assegnando tale competenza al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE), di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), e sentito, per gli aspetti legati all'attività di pesca marittima, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), a seguito del procedimento unico, comprensivo del rilascio della concessione d'uso del demanio marittimo e previa acquisizione della valutazione di impatto ambientale positiva. Sotto tale punto di vista sarà garantita l'uniformità di regolamentazione e di procedura.
  Da ultimo, con il decreto-legge n. 181 del 2023 («decreto Energia»), di recente convertito in legge dalle Camere, è stato individuato un percorso di sviluppo di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell'assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare. La suddetta norma prevede, quindi, che il MASE pubblichi a breve un avviso per la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte delle autorità portuali al fine di individuare almeno due porti del Mezzogiorno o in aree portuali limitrofe ad aree di centrali di interesse di phase-out dal carbone di aree demaniali marittime con relativi specchi acquei esterni alle difese foranee da destinare alla realizzazione di poli cantieristici per la produzione, l'assemblaggio e il varo di impianti eolici off-shore.
  A seguito della raccolta delle manifestazioni di interesse e della loro valutazione, il MASE, insieme al MIT, procederà ad adottare un decreto, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero della difesa e il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, in cui andranno individuate le aree demaniali marittime dove sviluppare tali poli, gli interventi infrastrutturali da fare nonché le modalità di finanziamento degli interventi individuati nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Ricordiamoci che una struttura di questo genere non è di poco momento.
  Infine, sempre il «decreto Energia» ha previsto che il MASE adotti un vademecum che indichi alle aziende interessate da tale tecnologia gli adempimenti e le informazioni minime necessarie ai fini dell'avvio del procedimento unico per l'autorizzazione di tali impianti. Il MASE sta già lavorando sia sull'avviso pubblico per la cantieristica navale, che sul relativo vademecum. Ad avvenuta adozione di quest'ultimo e terminata la fase istruttoria da parte dei competenti uffici per la verifica di procedibilità delle istanze, si procederà a comunicare gli esiti dei soggetti proponenti, assegnando un termine per l'eventuale integrazione. Invece, nel caso delle istanze ammissibili e integrate correttamente, si procederà tempestivamente all'avvio del procedimento e all'indizione della conferenza dei servizi.
  Vorrei sottolineare che questa è una grande sfida, dal momento che dobbiamo zonizzare il mare. La zonizzazione del mare è qualcosa di rilevante almeno nella parte sud del Mar Mediterraneo, visto che finora la zonizzazione marittima ha visto una zonizzazione solo per quanto riguarda le rotte delle navi. Chi si è occupato di trasporti si intende bene di queste questioni. A questo punto dobbiamo andare oltre la Pag. 6rotta delle navi, dobbiamo andare a zonizzare delle aree, prevedendo una pre-zonizzazione con i Paesi viciniori, con i quali ci sono valutazioni di politica estera molto importanti da fare. Vorrei ricordare, ad esempio, che l'influenza di Turchia e Libia nella parte sud del Mar Mediterraneo, nella parte del Mar Ionio, è notevole, per cui bisognerà in qualche modo riuscire a trovare un punto di equilibrio.
  Sul fronte dei porti, una volta individuati, bisognerà attrezzare i porti e bisognerà attrezzare anche le navi. Per rendere l'idea, una piattaforma ordinaria di eolico off-shore è composta da circa cinquemila tonnellate di acciaio. Un'ipotesi che abbiamo avuto modo di valutare, unitamente alla direzione, una grande operazione che avverrebbe nel sud della Sicilia, prevede il consumo di un milione di tonnellate di acciaio. Una quantità di questo genere a memoria in questo momento non mi sovviene. Pensate che Acciaierie d'Italia, in tutto il 2023, mi pare abbia prodotto due milioni di tonnellate di acciaio. Questo solo per rendere l'idea di cosa significhi un'operazione del genere.
  È chiaro che tutto questo è nell'intenzione del Governo, è nella mia intenzione: prendere delle aree di mare che siano cospicue e sufficientemente robuste, parliamo di cinquanta chilometri per cinquanta chilometri, settanta chilometri per settanta chilometri, lottizzare l'operazione e andare a gara. Questa potrebbe essere l'ipotesi di lavoro. La pongo come ipotesi di ragionamento di lavoro, non la pongo come scelta già fatta. Dobbiamo fare uno scalino alla volta.
  Sempre nell'ottica di semplificazione degli adempimenti per gli operatori e dare una cornice normativa – vengo alle richieste dell'onorevole Pavanelli – stiamo lavorando alla stesura di un testo unico sulle semplificazioni procedimentali per le rinnovabili. Tra le misure di REPowerEU si prevede l'adozione e l'entrata in vigore di un testo unico legislativo di rango primario che raccolga, accorpi e consolidi tutte le norme che regolano l'impiego di fonti di energia rinnovabile e che sostituisca la legislazione esistente più rilevante in materia. L'atto legislativo dovrà stabilire anche i princìpi per la razionalizzazione e l'armonizzazione delle procedure di autorizzazione per le fonti energetiche rinnovabili a livello subnazionale.
  Vorrei precisare che cominciamo ad avere un accavallamento di norme e correzioni che lo rendono, anche per gli addetti ai lavori, un qualcosa di particolarmente complicato da seguire.
  Sempre in tema di rinnovabili, infine, l'onorevole Zucconi chiedeva delucidazioni in relazione allo sviluppo del geotermico. La geotermia rientra tra le fonti incentivanti ai sensi del meccanismo di supporto del cosiddetto «FER 2», dedicato a fonti tecnologiche non pienamente mature, con caratteristiche innovative e con costi elevati di esercizio. Mentre, dall'altra parte, abbiamo il cosiddetto «FER X», dedicato a fonti tecnologiche vicine alla competitività di mercato. Lo schema di decreto «FER 2», che prevede contingenti dedicati ad impianti geotermici tradizionali con innovazioni e geotermici a emissioni nulle, è attualmente nelle fasi finali di negoziato con la Commissione europea, tale fase, di verifica di compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di stato, è propedeutica all'adozione della misura. Ci è stato riferito che mancano solo le firme.
  Si segnala, infine, che è stata introdotta, nell'ambito del decreto-legge n. 181 del 2023, la previsione di un nuovo e ulteriore meccanismo di supporto che meglio si adatta a tecnologie con profilo di produzione meno intermittente, come la geotermia.
  La geotermia si sta sviluppando moltissimo. Peraltro, quella moderna è una geotermia che può andare anche a migliaia di metri sottoterra, senza estrazione di acqua, quindi senza consumo d'acqua. Inoltre, può diventare importante – questo lo aggiungo io – sul fronte del litio, perché il pescaggio geotermico porta a espellere particelle – le chiamo così perché non mi viene un altro termine – di litio. Questo è uno dei meccanismi per il recupero del litio, un metallo che sta diventando importantissimo, visto che frequentemente parliamo di batterie e di accumuli. Quindi, per parlare di batterie e di accumuli dobbiamo avere il litio, che a Pag. 7livello mondiale si presenta in forma di oligopolio a livello di potere e di trattamento. Parlo di oligopolio perché il litio si trova in grandi quantità sotto il controllo della Cina, anche se si trova in altre zone dell'Asia, in Africa, in grandi quantità in Cile e in modeste quantità in Argentina. A tal riguardo, però, è rilevante non solo il luogo in cui ci sono i giacimenti di litio, ma anche laddove avviene il trattamento. Basti pensare che la Cina tratta circa l'80 per cento del litio a livello mondiale. Quindi, anche il litio estratto in altri Paesi, penso al Cile, ormai viene trattato con tecnologie cinesi. Questo è uno dei temi che dobbiamo porci a livello politico al fine di evitare monopoli o oligopoli, che poi rischiano di essere onerosi per il nostro sistema.
  Concludo il discorso relativo alle rinnovabili dando un riscontro all'onorevole Peluffo sul tema delle connessioni. Molto è stato fatto nella legislazione in corso per facilitare la realizzazione delle connessioni delle FER alle reti, da ultimo con le previsioni del DL Energia sulle autorizzazioni semplificate per le cabine primarie e per le reti di connessione delle FER al sistema elettrico nazionale, o con la previsione dell'articolo 9 sempre del decreto Energia che prevede l'avvio di un procedimento da parte dell'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione unica su istanza del proponente, anche in assenza di parere di conformità tecnica sulle soluzioni progettuali degli impianti per la connessione da parte del gestore medesimo, che comunque è acquisito nel corso del procedimento di autorizzazione ai fini dell'adozione del provvedimento finale (parliamo di Terna).
  Sul tema delle connessioni si segnala, inoltre, la delibera di ARERA del 3 agosto 2023 che semplifica l'iter di connessione degli impianti di produzione di potenza attiva nominale fino a 20 chilowatt, che non sono sottoposti al regime delle accise, che accedono al mercato elettrico come unica unità di produzione, che non accedono agli incentivi erogati dal Gestore dei servizi energetici (GSE) e che non condividono il punto di connessione con altre unità di produzione. Per tali impianti è stato rimosso l'obbligo di installazione del misuratore dell'energia elettrica prodotta e si consente al gestore di rete la facoltà di sostituire le verifiche in loco, quindi la redazione del famoso verbale d'accesso, con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con cui il richiedente la connessione, ovvero il produttore, dichiara la conformità dell'impianto alle norme tecniche, alla normativa vigente, nonché la corrispondenza con quanto già dichiarato in sede di presentazione della richiesta di connessione.
  ARERA sta portando avanti approfondimenti prodromici alla definizione di ulteriori modifiche alle procedure di connessione e, in particolare, alla definizione di soglie di potenza al di sotto delle quali è possibile effettuare connessioni tramite semplice comunicazione, oppure senza la necessità di interventi sulla rete esistente, oppure evitando che il gestore di rete debba valutare preventivamente la tipologia dei lavori da effettuare, al fine di limitarsi alle sole attività strettamente necessarie, riducendo il più possibile le tempistiche.
  Ribadisco che tale percorso di semplificazione, già avviato da tempo, va ancora sostenuto al fine di eliminare ogni ostacolo all'immissione nel sistema elettrico nazionale dell'enorme quantità di FER che, ad oggi, è in corso di progettazione nel Paese.
  Vorrei far presente un dato. Oggi come oggi si registrano mille allacciamenti al giorno e il GSE ha in carico 1 milione 600 mila produttori. A questo ritmo si stima di arrivare, a fine PNIEC 2030, a 3 milioni di produttori. Questo è il trend. Mille allacciamenti al giorno cominciano a essere un qualcosa di sostenuto. È vero che la quantità è data da connessioni molto piccole, però c'è un movimento accentuato su questo fronte.
  Con riferimento alla domanda dell'onorevole Cappelletti rispetto allo stato di agitazione dichiarato dai sindacati del comparto energia, non intendo entrare nel merito di tali scelte, in quanto credo che le scelte di manifestare pro o contro decisioni di un'azienda rientrino nell'ambito della libertà di espressione in questo Paese. È chiaro che in questo caso ci sono riconversioni da fare e bisognerà porre la massima Pag. 8attenzione alle trattative. Io, comunque, non ho ordinato la chiusura delle centrali di Brindisi e Civitavecchia. A settembre ci siamo posti il problema, me l'ha posto il dottor Boschi, e abbiamo ordinato la riduzione al minimo. L'atto di indirizzo che ho firmato era di ridurre i motori al minimo, proprio in attesa di fare una valutazione in ordine all'incertezza geopolitica attualmente presente, perché nessuno di noi è in grado di dire cosa potrà succedere rispetto alla guerra che c'è in Ucraina. Era il 25-26 settembre quando ci siamo posti il problema. Il 7 ottobre si è verificato l'attacco terroristico di Hamas. Quindi, il quadro complessivo non è affatto semplice.
  Personalmente sono convinto e determinato a chiudere le centrali di Civitavecchia e Brindisi il prima possibile. È chiaro, però, che la chiusura di queste due centrali deve vedere un impegno da parte della proprietà. Si è tenuto un incontro, la settimana scorsa, proprio per definire un impegno sulla riconversione della centrale e sulla rioccupazione dei lavoratori.
  Dobbiamo gestire un trapasso, che bisogna necessariamente portare avanti. Sarà gestito anche con le autorità locali, naturalmente con il diritto sindacale di porre le questioni di merito a livello occupazionale.
  Occorre ricordare che l'attività di produzione di energia elettrica nel nostro Paese è attività libera. Ricordo che ENEL ha un Piano strategico per il triennio 2024-2026 che prevede investimenti totali lordi pari a circa 35,8 miliardi di euro. Comunque, noi dobbiamo assolutamente modernizzare e adeguare la nostra rete, sia la grande rete, quella di Terna, sia la rete finale di distribuzione, quella di ENEL, che ha il 90 per cento delle reti italiane. Pertanto, dobbiamo accogliere questa sfida. Del resto, è inutile pensare di produrre energia nel Nord Africa e realizzare un cavo per trasportarla, senza avere le infrastrutture necessarie a distribuire questa energia lungo lo Stivale, da sud a nord. Non ha senso se poi non riusciamo a trasportarla. Quindi, le azioni di ENEL e Terna sono fondamentali per lo sviluppo del nostro sistema.
  Concludo con due tematiche. La prima è in relazione a una richiesta dell'onorevole Cavo in ordine alla nostra capacità di approvvigionamento di gas. Sul tema confermo il quadro delineato due settimane fa: tra i rischi e le situazioni da valutare con maggiore attenzione figurano quelle che hanno come conseguenza l'arresto e la riduzione dei flussi da sud, o come effetto combinato, ad esempio l'interruzione della fonte e la contemporanea situazione di elevati flussi in esportazione.
  La realizzazione dei terminali di rigassificazione galleggianti a Piombino e a Ravenna, nel breve termine, e la realizzazione di altri terminali di rigassificazione che possono avvenire in futuro, compreso quello nel nord della Sardegna, se verrà confermato l'impianto almeno definito – sul quadro tecnico – con la precedente amministrazione, che chiaramente è da verificare con la nuova amministrazione, che prevede a Porto Torres un rigassificatore per il trasferimento del gas lungo la dorsale e la ramificazione sull'isola, ci permettono di dire che superiamo il 50 per cento della nostra necessità di consumo con gli impianti di rigassificazione, che comincia a essere un quantitativo garantito. Addirittura se a questi aggiungiamo in modo puntuale Porto Empedocle e Gioia Tauro, con le quantità che si possono stimare, si arriva a quasi cinquanta miliardi di metri cubi. Questo è un quantitativo che ci dà la garanzia di sicurezza sulla quantità, chiaramente non sul prezzo.
  I consumi di gas registrati nel 2023 sono stati circa sessantuno miliardi di metri cubi, una cifra importante. Tenete presente che nel 2022 i consumi si attestavano intorno ai 70 miliardi di metri cubi. Da qui, l'importazione di gas naturale liquefatto (GNL) ha coperto il 26 per cento (16,3 miliardi di metri cubi) con una crescita del 15 per cento rispetto all'anno precedente. Di conseguenza, l'importazione via tubo è diminuita del 23 per cento. Infine, le esportazioni sono ancora a valori molto contenuti, pari a 2,6 miliardi di metri cubi. Al momento, abbiamo «girato» gas russo solo all'Austria, attraverso Tarvisio. I Paesi di provenienza del gas attualmente sono USA, Pag. 9Egitto, Nigeria, Mozambico, Guinea Equatoriale, Belgio e Qatar.
  Gli arrivi di GNL in Europa, nel corso del 2023, sono stati pari a 157 miliardi di metri cubi (bmc), che complessivamente sono stati concentrati in Olanda, Germania e Italia.
  Mi soffermo un po' sull'argomento. Sono stato due giorni a Berlino, dove abbiamo fatto il punto anche sulla questione gas e come Italia ho firmato un accordo di solidarietà, che era in itinere da un paio d'anni, anche con l'ausilio della Commissione europea, vale a dire dal momento in cui si è verificata la crisi. Abbiamo definito un impegno di solidarietà tra Italia e Germania, perché siamo i due grandi Paesi manifatturieri d'Europa, Paesi che sono interdipendenti l'uno rispetto all'altro. In altri termini, la Germania non va avanti senza di noi e noi non andiamo avanti senza la Germania.
  L'impegno che abbiamo assunto con questo accordo di solidarietà, che stabilisce anche le modalità tecniche di attuazione anche nel caso di lite, prevede di dare un aiuto reciproco, dove noi abbiamo un ruolo rilevantissimo perché, considerato il ribaltamento del quadro geopolitico sul fronte del gas, siamo noi la fonte principale a questo punto, tra Trans-Adriatic pipeline (TAP) con 10 miliardi di metri cubi, che diventano 11,2, Algeria con 28 miliardi di metri cubi, Libia con 4-7 miliardi di metri cubi (la quantità varia a seconda di come si riesce a gestirla), con il Passo del Gries con il gas norvegese, più i cinque rigassificatori (quattro più uno, quello che arriverà a Ravenna ad autunno 2024). Infine, sempre in questo accordo Italia-Germania abbiamo inserito un addendum con la Svizzera, anche perché transitiamo dalla Svizzera. Nel contempo, si sta andando avanti con un ragionamento che prevede, oltre il gas, anche l'idrogeno e con la possibilità di trovare un punto di convergenza con l'Austria, dato che l'Austria utilizza il gasdotto che collega Italia, Austria e Germania, il Trans-Austria gas pipeline (TAG).
  Il quadro del gas, dunque, è abbastanza definito. Parlo sempre sotto l'aspetto del quantitativo e della sicurezza, e non altro. Sui prezzi possiamo dire che la presenza di tanti rigassificatori e l'alta capacità di questi rigassificatori ci permettono, comunque, di ricevere gas da ogni parte del mondo, però il GNL costa di più, perché va trasformato rispetto al gas di provenienza diretta via pipeline. Quindi, chiaramente i prezzi, in mancanza di contratti di lungo periodo, rischiano di essere soggetti a ogni rischio internazionale. Comunque, oggi il prezzo è molto basso: siamo su una media di 25 euro a megawattora, che è il prezzo che pagavamo quasi tre anni fa, quando è scoppiata la crisi. Ricordo, però, che l'8 ottobre 2023, quando Chevron ha dichiarato di chiudere il giacimento in Egitto, di colpo c'è stato uno sbalzo del 40 per cento. Quindi, la garanzia del prezzo sul mercato internazionale non è assolutamente assicurata.
  Come ultimo tema, richiamo la domanda dell'onorevole Peluffo riguardo all'articolo 14 del «decreto Energia», legato all'introduzione di disposizioni specifiche in materia di risorse finanziarie per lo svolgimento delle campagne di informazione. Parlo del mercato a tutele graduali. In particolare, è stato previsto, in vista della cessazione del servizio di maggior tutela, uno stanziamento specifico per l'avvio, da parte del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e per il tramite di Acquirente Unico di campagne informative finalizzate ad assicurare un'adeguata informazione dei clienti domestici, inclusi quelli vulnerabili, ed è stato disposto il trasferimento allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, del fondo di cui all'articolo 11-bis del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, le cui risorse sono destinate al finanziamento di progetti a vantaggio dei consumatori.
  A seguito di predette disposizioni, si è così definito il quadro delle fonti e risorse finanziarie che il ministero può utilizzare. Nell'arco delle prossime tre settimane verranno messi in onda i primi quattro spot, da trenta secondi ciascuno, che costituiscono il primo passo della campagna informativa attraverso la televisione generalista.Pag. 10 A questi seguirà una campagna ad hoc sulla carta stampata e sui social, più altre iniziative, in modo da raggiungere tutta la platea interessata, anche con la collaborazione delle associazioni dei consumatori.
  Gli esiti delle aste per l'assegnazione del servizio a tutele graduali relativamente ai clienti domestici non vulnerabili hanno evidenziato l'esistenza di una significativa pressione concorrenziale a beneficio dei consumatori.
  Come noto, la cessazione definitiva del servizio di maggior tutela è stabilita a partire dal 1° luglio prossimo, data a partire dalla quale chi non ha scelto un fornitore nel mercato libero, e quindi è servito nel mercato tutelato, è assegnato al fornitore del servizio a tutele graduali selezionato per ogni specifica area.
  Fino a quella data restano in vigore le attuali regole, inclusa la facoltà di non essere più servito nel mercato libero e, su richiesta del cliente, di accedere al servizio di maggior tutela.
  A tal fine, le campagne informative in fase di lancio, volte ad accompagnare il consumatore in questa fase di passaggio, rappresentano l'occasione per fornire un quadro più chiaro sulle possibilità di scelta del consumatore. A questo si aggiunge, da parte di ARERA, l'iniziativa per intervenire nel modo più puntuale possibile.
  Aggiungo una cosa su questo: dobbiamo anche porci la questione della gestione del sistema dei clienti vulnerabili. Finora l'operazione, per 4,5 milioni di clienti, è stata positiva. La concorrenza ha portato benefìci e la tempistica è stata dilazionata, anche su richiesta di tutte le parti politiche, ma proprio per avere gli spazi per muoverci con le necessarie cautele. Chiaramente con ARERA dobbiamo valutare la questione dei vulnerabili, dato che attualmente c'è uno scalino eccessivo tra le tutele graduali e i vulnerabili.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Pichetto Fratin di essere intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.