CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 giugno 2024
324.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa
COMUNICATO
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  Martedì 18 giugno 2024. — Presidenza del presidente Elisabetta GARDINI, indi della vicepresidente Sandra ZAMPA.

  La seduta comincia alle 11.

Incontro con Didier Reynders, candidato alla carica di Segretario Generale del Consiglio d'Europa.

  Elisabetta GARDINI, presidente, dà il benvenuto a Didier Reynders, Commissario UE per la Giustizia dal 2019. Reynders ha altresì ricoperto più volte la carica di Ministro degli affari esteri e degli affari europei del Regno del Belgio nonché quella di Vice Primo ministro dal 2004 al 2019. Ricordo di aver già incontrato Didier Reynders a Strasburgo nel corso dell'ultima sessione dell'APCE.
  Il Segretario Generale, eletto per un mandato rinnovabile di cinque anni, è l'organo di indirizzo e di impulso del Consiglio d'Europa. La nostra Assemblea è chiamata ad eleggere il nuovo Segretario generale nella seduta del 25 giugno prossimo: al primo scrutinio è richiesta la maggioranza assoluta dei voti espressi mentre nell'eventuale secondo scrutinio è richiesta la maggioranza relativa. Ricorda che il 25 marzo il Comitato dei Ministri ha deciso di sottoporre all'Assemblea parlamentare oltre alla candidatura di Didier REYNDERS (Belgio, ALDE), quelle di Alain BERSET (Svizzera, SOC), ex Presidente della Confederazione svizzera, Indrek SAAR (Estonia, SOC), ex Ministro della cultura; Cede quindi la parola a Didier Reynders.

  Didier REYNDERS, candidato alla carica di Segretario Generale del Consiglio d'Europa, ritiene prioritariamente necessario aumentare la visibilità politica del Consiglio d'Europa, anche per consentire all'organizzazione una maggiore incisività nel contesto europeo e globale. Il SG deve lavorare in stretto raccordo con il Comitato dei Ministri e con l'Assemblea per cercare di trasmettere all'esterno un messaggio chiaro sui suoi temi prioritari, ossia pace, democrazia, stato di diritto. Non ci sono stati sufficienti messaggi di pace da parte del CdE, ad esempio in relazione a situazioni di crisi. Va rafforzato il dialogo tra Belgrado e Pristina, tra Azeri e Armeni, tra Mosca e Kiev. Se si lavorasse in questa direzione si potrebbe fare un'azione utile. Esprime invece preoccupazione perché il lavoro fatto in termini di osservazione elettorale e monitoraggio dal Consiglio viene utilizzato come strumento di sanzione verso gli Stati membri. Non ritiene invece necessario concentrarsi sulle sanzioni ma sul sostegno agli Stati per realizzare le riforme. Altro tema è l'attuazione delle sentenze della Corte EDU, sempre più criticate. Ad esempio, il Parlamento svizzero ha votato per superare la recente sentenza relativa all'ambiente. Del resto, è necessario individuare le norme e non lasciare tutto alla definizione in via giurisprudenziale. In settori trasversali, come le migrazioni, l'ambiente o l'intelligenza artificiale sarebbe bene definire visione comune, altrimenti le sentenze si baseranno sempre di più solo sull'interpretazione delle norme. Ritiene inoltre che il Segretario generale dovrebbe sottoporre al voto dell'Assemblea le decisioni più importanti.Pag. 4
  In conclusione, evidenzia la necessità di diffondere la conoscenza del CdE e di tutti i suoi organi per farne capire l'effettivo funzionamento e rilevanza. Bisogna altresì stabilire maggiori rapporti con le altre organizzazioni internazionali, come l'ONU, l'OSCE e l'UE. Ad esempio, sarebbe importante una presenza dell'organizzazione a New York presso le Nazioni Unite per diffondere maggiormente la conoscenza delle convenzioni del Consiglio. Inoltre, quando l'UE aderirà alla Convenzione sui diritti mani, si potrebbe aprire un dibattito sullo stato di diritto e democrazia. Ritiene, inoltre, che l'UE dovrebbe finanziare di più le attività del Cde, anche perché utilizza molto le raccomandazioni della Commissione di Venezia, le sentenze della Corte EDU e l'attività del GREVIO.

  Sandra ZAMPA, Senatrice (PD – IDP), constata il venire meno della capacità del Consiglio di incidere sui grandi nodi che attengono a democrazia e diritti umani. Sul tema della migrazione, ritiene non soddisfacente il nuovo patto europeo, che tra l'altro ignora la questione dei minori migranti. La Commissione Migrazioni dell'APCE ha svolto, invece, un lavoro approfondito, attraverso una missione a Calais e un'altra, che si svolgerà a settembre, a Lampedusa. Sarebbe utile mettere a disposizione maggiori risorse, non lasciando soli paesi come l'Italia e la Grecia. Non condivide la soluzione di «subappalto» dei migranti, da trasferire in altri paesi fuori dall'Europa, che alcuni stati stanno portando avanti. Concorda sulla necessità di far conoscere di più il CdE, che necessita comunque di una riforma amministrativa per contrastare le lentezze e l'eccesso di burocratizzazione. Condivide altresì la proposta che il SG discuta o condivida con l'Assemblea le decisioni più importanti, nonché quella di sostenere gli stati piuttosto che sospenderli o applicargli delle sanzioni, come da ultimo accaduto con l'Azerbaijan. È necessario costruire un continente più coeso, cosa che inevitabilmente comporta uno sforzo maggiore in termini di dialogo e confronto preventivi. Bisogna costruire prima le condizioni negli stati per evitare di comminare sanzioni. Esprime l'impressione che l'Europa sia diventata una roccaforte, ma in questo modo non si tutelano i diritti umani.

  Elisabetta GARDINI, presidente, concorda che il metodo di apertura e dibattito è importante per trovare la necessaria convergenza sulle questioni. È necessario lavorare di più su ciò che unisce, piuttosto che su quello che divide.

  Elena BONETTI, Deputata (AZ-PER- RE), condivide l'approccio e l'individuazione delle sfide. Sottolinea la portata del mandato del prossimo Segretario generale, posto che l'Europa per la prima volta dovrà gestire questioni dirimenti sul piano dei diritti nel contesto del diritto internazionale. Non si può fare dell'Europa l'oasi chiusa dei diritti umani, espellendo chi non li rispetta senza creare processi inclusivi. Inoltre, nell'attività di monitoraggio svolta dal Consiglio invita ad una maggiore interlocuzione con gli stati membri e con le relative rappresentanze nell'Assemblea. Invita, quindi, ad evitare dichiarazioni di principio che poi non hanno speranza di ricadute concrete nei singoli paesi, soprattutto perché alcune delle sfide che ci si trova ad affrontare sono determinanti. L'immigrazione è uno dei grandi temi; accanto al cambiamento climatico, e vanno ricordate anche le questioni sociali, che sono state più trascurate, quali sanità e lavoro.

  Aurora FLORIDIA, Senatrice (Misto, AVS), domanda a Reynders alcune proposte concrete nel campo dei diritti o rispetto all'assistenza agli Stati. Ricorda, inoltre, che nella Commissione Sociale si sta lavorando molto per introdurre il diritto ad un ambiente sano tra i diritti fondamentali e chiede un parere al riguardo.

  Ettore LICHERI, Senatore (M5S) si associa alle considerazioni dei colleghi e ringrazia Reynders per la sua presenza.

  Didier REYNDERS, candidato alla carica di Segretario Generale del Consiglio d'Europa, ribadisce che ritiene prioritario lavorare sulla visibilità politica dell'organizzazionePag. 5 e su come organizzare al meglio il dialogo e confronto tra SG, Comitato dei Ministri e Assemblea Parlamentare. Vorrebbe sviluppare contatti informali su temi concreti per definire il messaggio politico che si vuole diffondere. È fondamentale a tal fine il raccordo tra Segretario generale ed Assemblea, con un contatto politico più intenso ed un confronto diretto sui diversi temi per individuare l'indirizzo politico. Esprime sorpresa per il quasi assente confronto con i gruppi politici, che invece andrebbero incontrati periodicamente. Ritiene necessarie riformare il funzionamento dell'Assemblea, ad esempio svolgendo sessioni più brevi e numerose, o introducendo procedure d'urgenza più rapide in caso di crisi. A seguito dell'adozione in Georgia della legge sulle ONG, si sarebbe potuta ipotizzare una missione del Segretario generale e della Commissione di Venezia. Bisogna essere più presenti sul terreno con un mandato chiaro e con l'obiettivo del dialogo e del negoziato. È necessario trovare delle convergenze sui temi prioritari. Ad esempio sarebbe necessario puntare a trovare strade per la migrazione legale. Ricorda infatti che alcuni stati membri si lamentano per decrescita demografica, mentre in altri paesi l'età media della popolazione è troppo elevata. Ciò è in connessione col tema della migrazione Dopo la guerra in Ucraina abbiamo accolto 6 milioni di persone, con pochi problemi. Non dobbiamo diventare isole, ma trovare convergenze politiche. Altro tema importante è il lavoro con il Comitato diritti umani, in particolare riguardo ad alcune situazioni inaccettabili, come quella dei minori.
  Comprende che sia stato necessario espellere la Russia, a seguito dell'aggressione all'Ucraina, ma rileva che Mosca è ancora all'ONU e all'OSCE oltre che nel Consiglio Artico. Dopo la decisione sull'Azerbaijan, continuando su questa strada si prospettano future ulteriori espulsioni: non è questa la direzione giusta. Dopo 75 anni di costanti ampliamenti del Consiglio d'Europa non si può adesso andare verso una progressiva riduzione.
  Conclude sottolineando la necessità di ancorare i diritti, il cuore del lavoro del Consiglio d'Europa, a testi politici che impegnino realmente i nostri paesi, senza lasciare che l'unica regolazione sia fatta dalla Corte con le sue sentenze.

  Sandra ZAMPA, presidente, ringrazia Didier Reynders per il suo intervento ed i colleghi per il loro contributo.

  La seduta termina alle 12.