XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 36 di Mercoledì 10 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione del Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, Gen. D. Fernando Nazzaro:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 21 
Potenti Manfredi  ... 21 
Morrone Jacopo , Presidente ... 21 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 21 
Spagnolli Luigi  ... 22 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 22 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 23 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 24 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 24 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 24 
Rando Vincenza  ... 24 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 25 
Iaia Dario (FDI)  ... 27 
Nazzaro Fernando , Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica ... 28 
Morrone Jacopo , Presidente ... 28 

(La seduta, sospesa alle 9.35, è ripresa alle 9.45) ... 29 

Comunicazioni del presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 29 
Spagnolli Luigi  ... 32 
Morrone Jacopo , Presidente ... 33 
Spagnolli Luigi  ... 33 
Morrone Jacopo , Presidente ... 33 
Potenti Manfredi  ... 34 
Iaia Dario (FDI)  ... 34 
Morrone Jacopo , Presidente ... 35

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, Gen. D. Fernando Nazzaro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, generale di divisione Fernando Nazzaro, che saluto e ringrazio per la presenza.
  Il generale Nazzaro è accompagnato dal suo collaboratore, capitano Aldo Di Foggia. Ricordo che la seduta odierna si svolgerà nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito delle materie oggetto di inchiesta da parte della Commissione, ai sensi della legge Pag. 4istitutiva n. 53 del 10 maggio 2023, con particolare riguardo ai filoni di approfondimento su cui la Commissione ha inteso avviare una specifica attività di indagine.
  Secondo quanto da ultimo convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 28 febbraio scorso, più specificatamente la Commissione svolge indagini volte alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione, centrale e periferica, ovvero dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti, nonché dei sistemi di affidamento dei suddetti servizi.
  Mediante lo svolgimento della suddetta attività di inchiesta, la Commissione mira, inoltre, a individuare eventuali connessioni tra le attività illecite legate al ciclo dei rifiuti e altre attività economiche, anche con riferimento alla destinazione e all'utilizzo di fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale.
  Inoltre, con riferimento specifico alle tematiche dell'audizione odierna, rientra nell'ambito dell'indagine condotta dalla Commissione anche la verifica della corretta attuazione della normativa vigente in materia ambientale e delle disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente, anche relativamente al mancato avvio o realizzazione delle necessarie opere di bonifica di siti risultati inquinati a seguito della violazione della normativa ambientale.
  Cedo dunque la parola al generale Nazzaro per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Signor presidente, onorevoli senatori, onorevoli deputati della CommissionePag. 5 parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, sono particolarmente grato per l'opportunità di questa audizione e porgo a tutti loro, anche a nome del signor comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il mio rispettoso saluto, a cui unisco quello di tutto il personale del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, che ho il privilegio, oggi, di rappresentare.
  Nelle considerazioni che sottoporrò alla vostra attenzione è necessario fare cenno alla legge 8 luglio 1986, n. 349, di istituzione del Ministero dell'ambiente, ove all'articolo 8, comma 4, il legislatore ha inteso fornire al Dicastero una forza di polizia della quale potersi avvalere, e al discendente decreto interministeriale dell'11 novembre 1986, con il quale è stato istituito il Nucleo operativo ecologico (NOE) dell'Arma dei carabinieri, posto alle dirette dipendenze funzionali del signor Ministro, per la vigilanza, la prevenzione e la repressione delle violazioni compiute in danno dell'ambiente.
  Nel corso degli anni, le funzioni attribuite al comparto di specialità dell'Arma sono state costantemente adeguate alle modifiche di attribuzioni conferite al Dicastero, inclusa, in ultimo, quella relativa alle competenze acquisite in materia di sicurezza energetica.
  L'attuale struttura del Comando tutela ambiente e sicurezza energetica, che è stato recentemente potenziato, è articolata su un assetto centrale per lo sviluppo di indagini transnazionali e attività di verifica più complesse, e su assetti periferici costituiti da cinque gruppi, con sede in Roma, Milano, Venezia, Napoli e Palermo, e trentuno Nuclei operativi ecologici, normalmente ubicati in sede di Corte d'appello.
  I compiti istituzionali attribuiti al comparto discendono dal decreto interministeriale del 1986, a cui ho fatto cenno prima. Pag. 6In particolare, i carabinieri del reparto speciale dell'Arma provvedono, come poc'anzi detto, alla vigilanza, alla prevenzione e alla repressione delle violazioni compiute in danno dell'ambiente, con particolare riguardo al traffico e allo smaltimento illecito di rifiuti e tutto ciò che attiene alla materia della tutela dall'inquinamento atmosferico, idrico e acustico. Inoltre, ai sensi del decreto interministeriale 23 gennaio del 1996, svolgono azione di contrasto al traffico e allo smaltimento illecito di materiale radioattivo.
  A questi compiti, con decreto del Ministro della difesa del 22 ottobre 2009, è stata affidata all'Arma la sorveglianza e l'accertamento di illeciti ambientali nell'ambito dell'amministrazione della difesa. Le attribuzioni in materia di tutela ambientale affidate all'Arma sono anche contenute nel Testo unico ambientale – il decreto legislativo n. 152 del 2006 – ove, in particolare, all'articolo 135, comma 2, all'Arma è affidato l'accertamento di illeciti in violazione delle norme in materia di tutela delle acque, unitamente ad altre amministrazioni dello Stato; l'articolo 195, comma 5, concerne l'accertamento di illeciti in materia di rifiuti, con particolare riguardo a traffici e smaltimenti illegali di rifiuti; l'articolo 197, comma 4, autorizza i militari del comparto ad effettuare le ispezioni e le verifiche necessarie su tutto il territorio nazionale presso i gestori di attività produttive che possono avere impatti nocivi sull'ambiente.
  Il Ministro dell'ambiente, inoltre, con direttiva del 31 maggio scorso, ha affidato ai carabinieri del Comando tutela ambientale nuovi compiti in materia di sicurezza energetica, tra i quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, il monitoraggio degli interventi finanziati con fondi PNRR volti alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché il controllo delle attività di decommissioning di materialiPag. 7 radioattivi e la tutela delle aziende energetiche dalle ingerenze della criminalità, con particolare riguardo ai programmi di incentivazione delle energie rinnovabili ed efficienza energetica.
  La criminalità ambientale costituisce un fenomeno illegale in costante espansione, in quanto trasversale a distinti ambiti di interesse economico-finanziario, dove operano soggetti e consorterie che spesso si avvalgono di collegamenti transnazionali. L'individuazione di un unico modus operandi, in tale contesto, non è di immediata identificazione. Tuttavia, le risultanze dell'analisi investigativa tendono a distinguere due diversi tipi di criminalità ambientale: quella diffusa e quella organizzata, laddove con la prima si può intendere una qualsiasi condotta occasionale, anche da parte di una singola persona, che danneggia l'ambiente. Con maggiore frequenza sono state accertate azioni di criminalità ambientale organizzata a connotazione interprovinciale e transnazionale, che si distinguono per complessità e sistematicità perché condotte da strutture delinquenziali di tipo imprenditoriale, in cui operano soggetti con funzioni di responsabilità sia all'interno di aziende e società che di enti pubblici territoriali.
  Si tratta di una criminalità che si radica e penetra nel tessuto economico e sociale attraverso gruppi imprenditoriali strutturati e caratterizzati da grande flessibilità, che si avvalgono della consulenza e delle prestazioni di figure di elevata professionalità per infiltrare i settori dell'economia legale, anche attraverso circuiti relazionali con appartenenti alla pubblica amministrazione, al fine di alterare i procedimenti amministrativi per il rilascio di autorizzazioni e di turbare le procedure di gara per l'aggiudicazione di appalti.
  Per quanto attiene alle forme di manifestazione, la criminalità ambientale organizzata opera soprattutto nel traffico Pag. 8illecito dei rifiuti attraverso il sistema del «giro bolla», basato sulla falsificazione di ogni documento afferente al rifiuto, quali le analisi chimiche, le bolle di accompagnamento, i formulari identificativi dei rifiuti, i registri di carico e scarico, in modo da declassare i rifiuti pericolosi e abbattere i costi di smaltimento.
  Le risultanze investigative, infatti, hanno dimostrato come tale modalità di gestione illecita sia frequentemente adottata dalle imprese per massimizzare i profitti attraverso l'abbattimento dei costi, arrecando, conseguentemente, danni all'ambiente e alterando le regole del libero mercato.
  In questo ambito è anche emersa la tendenza dell'imprenditoria deviata a intessere rapporti distorti con funzionari pubblici, al fine – come dicevo poc'anzi – di ottenere le autorizzazioni per operare nel settore. Al riguardo, nel marzo del 2021 i carabinieri del NOE di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell'amministratore di società operanti nel settore dei rifiuti solidi urbani e di un direttore generale della regione Lazio, ritenuti responsabili di corruzione e concussione in relazione al rilascio di autorizzazione per un impianto di proprietà dell'imprenditore.
  In tale scenario, l'articolo 452-quaterdecies del codice penale (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti) sintetizza una condotta criminosa di assoluta attualità. Nelle condotte emerse si riscontrano spesso tratti comuni, che, peraltro, tipizzano il reato stesso, quale l'esistenza di una struttura organizzata con l'allestimento di mezzi e il declassamento del rifiuto attraverso la falsificazione della relativa documentazione di identificazione.
  Le condotte illecite risultano realizzate da soggetti che, a vario titolo, si muovono nell'ambito dell'intera filiera – produttore, trasportatore, detentore, commerciante, analista – e va Pag. 9assumendo sempre maggiore rilievo l'intermediario di rifiuti, che acquisisce preventivamente spazi presso discariche o termovalorizzatori a prezzi concordati, ottenendo un notevole vantaggio rispetto agli altri attori della filiera in termini di minore esposizione a possibili azioni giudiziarie, considerata l'impossibilità per gli investigatori di individuare beni aziendali da sequestrare.
  Tra le diverse attività investigative condotte dal Comando tutela ambientale e sicurezza energetica sul ciclo dei rifiuti, vorrei, sia pur sinteticamente, soffermarmi sulla discarica di Malagrotta. Il NOE di Roma, coordinato dalla procura della Repubblica della Capitale, all'esito delle indagini svolte, il 9 gennaio 2014 ha eseguito una misura cautelare personale nei confronti del titolare della società che gestiva l'impianto, di tre suoi diretti collaboratori, di un direttore generale e di un dirigente della regione Lazio; in quell'occasione ha anche sequestrato 18 milioni di euro quale provento dei reati contestati. I reati contestati erano stati l'associazione per delinquere, l'abuso d'ufficio, la frode nelle pubbliche forniture e il traffico illecito di rifiuti. Il processo si è concluso nel 2018 con l'assoluzione degli indagati per non aver commesso il fatto relativamente ai primi due reati e per intervenuta prescrizione in relazione al traffico illecito di rifiuti e alla frode in pubbliche forniture.
  Nel 2014, sulla base delle risultanze delle pregresse attività investigative, sempre il NOE di Roma, in collaborazione con i carabinieri forestali, ha avviato un'altra indagine per verificare l'eventuale inquinamento della sottostante falda acquifera del sito e, nuovamente delegato nel 2017, sempre dalla procura di Roma, per svolgere approfondimenti sulla gestione del percolato della discarica; l'anno successivo ha eseguito il sequestro preventivo della società e il sequestro per equivalente di circa Pag. 10190 milioni di euro. È stato contestato, in quel caso, il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Come è noto alla Commissione, il sito è attualmente in amministrazione giudiziaria.
  Con riferimento, invece, alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti, l'interesse da parte della criminalità organizzata al ciclo di gestione dei rifiuti è stato più volte documentato dalle commissioni prefettizie di accesso agli enti locali, soprattutto con riferimento al servizio di igiene urbana.
  Sul piano investigativo, le recenti acquisizioni del comparto – mi riferisco soltanto gli ultimi anni – scaturite dalle indagini sviluppate nel periodo 2021-2023, condotte rispettivamente dai NOE di Firenze, Ancona, Napoli e Milano, hanno riscontrato l'infiltrazione della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti attraverso la creazione di specifiche filiere di traffici illeciti di rifiuti speciali. Nei casi indagati è stata rilevata la presenza di soggetti appartenenti alla criminalità mafiosa, di origine calabrese e campana, anche in regioni diverse da quelle di radicamento storico.
  Per quanto attiene, invece, alle aree di tradizionale presenza mafiosa, nel febbraio 2023 i carabinieri del gruppo per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, unitamente alla Guardia di finanza, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, del patrimonio mobiliare e immobiliare di due imprenditori del settore rifiuti e trasporti originari della provincia di Caserta. A carico dei destinatari del provvedimento sono stati acquisiti elementi di rilevanza penale, confermati, peraltro, dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, in ordine alla gestione illecita dei rifiuti e alla riconducibilità di uno degli indagati al clan dei Pag. 11Casalesi. In esecuzione del provvedimento sono stati sottoposti a sequestro quote e compendi aziendali, otto società, ventisette immobili, sei veicoli, nonché rapporti bancari e finanziari per un valore complessivo di 70 milioni di euro.
  Elementi che riconducono all'infiltrazione nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata sono, altresì, emersi nel corso dell'indagine «Black Steel», condotta dal NOE di Milano, che ha consentito di disarticolare una struttura imprenditoriale criminale operante nell'attività di recupero, trattamento e commercio di metalli ferrosi, di cui parlerò in seguito, nella parte relativa al traffico illecito transfrontaliero.
  In riferimento, invece, alle richiamate attività del NOE di Firenze e di Ancona, nel mese di aprile 2021 i carabinieri del NOE e del gruppo carabinieri forestali di Firenze, a conclusione di un'indagine delegata dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo toscano, afferente alla gestione illecita dei rifiuti del settore conciario toscano, hanno dato esecuzione, anche in questo caso, a un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal GIP del tribunale di Firenze, nei confronti di sei soggetti, hanno notificato sette misure cautelari interdittive e deferito in stato di libertà ulteriori sei persone, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, aggravata dal metodo mafioso, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale, impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari, corruzione. Nell'occasione sono stati sequestrati due impianti di trattamento rifiuti, nonché la somma di 20 milioni di euro. L'indagine ha permesso di accertare la commissione di gravi illeciti ambientali nel distretto conciario toscano attraverso lo smaltimento di ingenti quantitativi di scorie pericolose, residui del ciclo produttivo, presso l'impianto di proprietà di un imprenditore affiliato ad una 'ndrina della provincia di Crotone, Pag. 12come peraltro riscontrato anche in altra autonoma attività di indagine del ROS di Firenze, nonché responsabilità penali per corruzione e abuso d'ufficio nei confronti di soggetti che avevano agevolato il rilascio delle concessioni autorizzative.
  Nel mese di marzo 2023, i carabinieri del NOE di Ancona, in collaborazione con i gruppi di Roma e Napoli, a conclusione di un'attività di indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Ancona, hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa da quel GIP, nei confronti di otto soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, aggravata dal metodo mafioso, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, illecita concorrenza, nonché sono state sequestrate tre aziende riconducibili agli indagati. L'attività trae origine dal fenomeno del furto degli oli vegetali esausti da contenitori collocati in aree pubbliche o presso esercizi commerciali. Nel caso specifico, le indagini hanno fatto emergere l'interesse di un clan camorristico della provincia di Napoli e, in particolare, di amministratori di società operanti nel settore del recupero e raccolta degli oli vegetali esausti affiliati al sodalizio. Il materiale, commercializzato senza essere sottoposto ad alcun trattamento di recupero, e i documenti di trasporto acquisiti nel corso degli accertamenti hanno consentito di ricostruire i passaggi dell'illecita movimentazione.
  Le risultanze investigative compendiate nel provvedimento cautelare hanno provato un fenomeno tipico di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico legale al di fuori delle aree di radicamento storico. Come osservato dal giudice per le indagini preliminari in sede di valutazione cautelare, l'espansionismo mafioso costituisce un fenomeno complesso, adattabile e multilivello, e utilizza la forza e l'intimidazione solo nei casi e nella misura in cui sia strettamente Pag. 13necessario al raggiungimento dei suoi scopi, non solo di natura economica. Lo schema di tale processo è stato documentato dalle indagini condotte dal comparto di specialità dell'Arma, che hanno evidenziato come imprese di stampo camorristico, anche attraverso un'accorta modulazione nell'utilizzo dei mezzi di persuasione, abbiano acquisito in alcune regioni del Centro-Nord il monopolio di un nuovo settore di mercato, costituito dalla gestione dei rifiuti generati dai processi produttivi degli oli alimentari esausti, strettamente connesso alle energie rinnovabili ottenute dalla biomassa per la produzione del biodiesel.
  Con riferimento al traffico transnazionale dei rifiuti, la criminalità ambientale e organizzata agisce prevalentemente anche in ambito internazionale. La crescente quantità di rifiuti prodotti in Italia e in altri Paesi industrializzati, il numero inadeguato di impianti di trattamento e, di conseguenza, l'elevato costo delle operazioni di gestione del ciclo, inducono una parte dell'imprenditoria a procedere allo smaltimento su canali transnazionali attraverso complessi giri di documentazione, in taluni casi anche mediante la fittizia esportazione e importazione.
  La scelta imprenditoriale di commercializzare i rifiuti all'estero è da ricercarsi principalmente nell'abbattimento dei costi di smaltimento e rappresenta anche uno dei più abili strumenti di elusione dei controlli sulla filiera del riciclo. Per questi motivi, deve essere considerato come un fenomeno in crescita e difficile da contrastare, a causa della mancanza di regimi normativi omogenei di controllo e di punizione sia in ambito europeo che internazionale.
  La norma che disciplina i traffici commerciali transfrontalieri all'interno dell'Unione europea è il regolamento (CE) n. 1013/2006, che prevede, tra le altre cose, l'obbligo della procedura di notifica e autorizzazione preventiva da parte delle Pag. 14autorità competenti dei Paesi di spedizione, transito e destinazione del carico e, invece, un generale obbligo di informazione quando la spedizione transfrontaliera dei rifiuti – quelli inseriti nella cosiddetta «lista verde», quindi quelli non pericolosi – non deve essere autorizzata preventivamente, ma è lì che molto spesso si annida l'irregolarità dell'esportazione.
  È un dato di fatto il significativo aumento del giro di affari legato alla gestione dei rifiuti, sia pericolosi che non, con un'estensione delle aree territoriali coinvolte. Le tipologie predominanti di rifiuti pericolosi, che incidono per oltre la metà del quantitativo complessivo, sono costituite da rifiuti minerali e solidi, mentre un terzo è formato da rifiuti chimici e sanitari. Anche l'accumulo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ha mostrato una crescita costante, in considerazione sia della velocità con cui i prodotti tecnologici diventano obsoleti, sia degli incentivi produttivi.
  Nel corso dell'ultimo triennio, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha comunicato alla Commissione europea il respingimento di circa 7.360 tonnellate di rifiuti, di cui circa il 70 per cento relativo a plastica e gomma, non conformi. Il restante 30 per cento riguarda principalmente prodotti tessili, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli fuori uso. Tali respingimenti sono dovuti alla mancanza dei requisiti previsti per l'esportazione dal citato regolamento e sono scaturiti a seguito dei controlli delle autorità preposte nelle varie fasi di movimentazione, durante le quali vengono riscontrate difformità documentali, mancanza totale o parziale delle autorizzazioni e dei requisiti richiesti, non conformità alle caratteristiche per le quali erano state autorizzate le spedizioni.
  Il grave pericolo rappresentato dal traffico illecito dei rifiuti transnazionale emerge dall'analisi delle sue caratteristiche fondamentali. È un fenomeno strettamente legato all'economia Pag. 15legale, è un settore in cui operano sia le imprese legali, sia le organizzazioni criminali, con la conseguenza di richiedere approcci differenziati sul piano investigativo, ed è sovente connesso ad altri crimini, come collusioni e frodi; è quindi un reato difficile da contrastare per le ragioni di cui ho fatto menzione poco prima, vale a dire la mancata omogeneità dei regimi normativi.
  Il comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, su disposizione del Comando generale dell'Arma dei carabinieri, ha avviato un'approfondita attività di analisi e di monitoraggio, che ha consentito l'avvio di progetti investigativi delle proprie unità attraverso i canali di cooperazione di polizia, al fine di condividere informazioni di interesse e aggiornare le metodologie investigative di contrasto. Le articolazioni dipendenti hanno documentato, nel corso degli anni, le direttrici dei flussi commerciali dall'Italia verso Paesi esteri. È stata, inoltre, registrata recentemente una fase di espansione anche verso i Paesi africani, grazie alla complicità di gruppi criminali stranieri e all'intermediazione di discutibili agenzie, come emerge dalla recente operazione «Atlante» del NOE di Salerno, di cui parlerò in seguito.
  I controlli eseguiti nel settore dei traffici commerciali transfrontalieri di rifiuti rappresentano, in qualche modo, le linee d'azione definite nelle direttive del comparto per contrastare le condotte illecite nella filiera di tale ciclo. Si tratta di attività anche di tipo ispettivo, condotte con la collaborazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, e finalizzate a evidenziare fenomeni illeciti non occasionali. Con riferimento all'ultimo biennio, sono stati eseguiti 429 controlli, 314 dei quali hanno evidenziato irregolarità. Sono state conseguentemente elevate 68 sanzioni penali, denunciate all'autorità giudiziaria 94 personePag. 16 ed eseguiti 14 sequestri, per un valore stimato di circa 2 milioni 300 mila euro.
  Le attività ispettive svolte hanno permesso, quindi, di monitorare l'andamento delle esportazioni di rifiuti, prevalentemente apparecchiature elettriche ed elettroniche, pneumatici, plastica, rottami ferrosi e oli esausti, dall'Italia verso Paesi dell'Unione europea (Bulgaria, Francia, Ungheria, Slovenia, Austria, Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Romania, Germania) e verso Paesi extracomunitari (Pakistan, Togo, Turchia, Tunisia, Mali, India, Senegal, Thailandia).
  Con riferimento alle più recenti attività svolte dal comparto in merito al traffico transfrontaliero dei rifiuti, mi piace ricordare l'indagine «Black Steel», che è quella a cui ho fatto cenno poco prima. L'attività investigativa è stata condotta dal NOE di Milano e coordinata da quella direzione distrettuale antimafia. Tale attività ha consentito di disarticolare una struttura imprenditoriale criminale operante nell'attività di recupero, trattamento e commercio di materiali ferrosi, anche con il coinvolgimento di società estere. In sintesi, gli indagati reperivano illegalmente sul territorio nazionale ingenti quantitativi di rottami ferrosi, simulandone l'importazione dalla Germania, con l'intento di reimmetterli sul mercato e rivenderli ad acciaierie e fonderie italiane. Tali rottami venivano classificati illegalmente come non rifiuti, simulando fittizie operazioni di recupero attraverso la falsificazione di certificazioni e di documenti di trasporto.
  Nell'occasione, è stata costituita una squadra investigativa comune, coordinata da Eurojust, a cui hanno preso parte, oltre al NOE di Milano, anche la direzione distrettuale antimafia di Milano, Europol, la procura federale e l'ufficio federale della polizia criminale di Monaco di Baviera. Nel febbraio 2023, all'esito dell'attività, i militari del NOE di Milano hanno dato Pag. 17esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal GIP, nei confronti di diciotto persone, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Due delle persone indagate erano già state arrestate nel 2021 nell'ambito dell'inchiesta «Petrol-mafie» della procura di Reggio Calabria, perché ritenuti imprenditori riconducibili alle locali cosche. Nell'ambito di questa indagine sono emerse, tra l'altro, società di trasporto con sede legale in Ungheria ed è emersa anche la presenza di un soggetto già indagato nell'ambito dell'indagine «Rinascita-Scott» ad opera della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in quanto considerato un facilitatore delle 'ndrine del vibonese. È stato disposto, in questa occasione, il sequestro preventivo delle quote e dei beni aziendali, nonché il sequestro ai fini della confisca di beni mobili e immobili quale controvalore del profitto illecito realizzato, per un valore pari a circa 90 milioni di euro. Proprio lo scorso mese è stata condotta dal NOE di Salerno un'indagine in collaborazione con la DIA. Tale attività, che è stata coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Potenza, ha consentito di disarticolare un'organizzazione criminale dedita a operazioni di trasferimento di ingenti quantitativi di rifiuti verso la Tunisia, ove sarebbero stati incendiati o interrati, contribuendo così a incrementare il fenomeno dell'incontrollato smaltimento nel continente africano di rifiuti provenienti dai Paesi industrializzati.
  All'esito dell'attività, i militari hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal GIP del tribunale di Potenza, nei confronti di undici persone, ritenute responsabili di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, fittizia intestazione di beni, gestione illecita di Pag. 18rifiuti e realizzazione di discarica abusiva, oltre che di frode nelle pubbliche forniture. Oltre ai provvedimenti cautelari, nella circostanza è stato anche eseguito il provvedimento di sequestro dei beni delle società coinvolte. In tale ambito si è reso particolarmente importante avviare, come dicevo poc'anzi, la cooperazione internazionale di polizia.
  A seguito dei rapidi mutamenti di scenario degli ultimi decenni, le strutture criminali stanno orientando i propri interessi verso traffici che hanno una dimensione sovranazionale per realizzare cospicui guadagni illeciti. La comunità internazionale, conseguentemente, ha indirizzato i propri sforzi verso forme di collaborazione sempre più estese, allo scopo di contrastare le nuove minacce, in un contesto integrato caratterizzato da obiettivi e azioni comuni. Anche il comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, nell'ambito dello sviluppo della politica di cooperazione dei Ministeri della difesa e dell'interno, ha intrapreso iniziative per partecipare ai vari consessi internazionali, al fine di contrastare più efficacemente i crimini ambientali mediante l'individuazione condivisa di obiettivi e l'applicazione di uniformi procedure operative. Le azioni intraprese sono state indirizzate soprattutto verso l'intensificazione dello scambio di informazioni sui fenomeni criminali emergenti, l'individuazione delle migliori procedure operative di contrasto alle consolidate forme di criminalità ambientale, la diffusione delle esperienze investigative rivelatesi di maggiore efficacia.
  L'impegno dell'Arma, in particolare, è stato orientato principalmente verso le iniziative assunte da Europol in merito al contrasto ai crimini ambientali. L'Agenzia europea per il coordinamento delle forze di polizia è l'organo internazionale preposto prioritariamente all'analisi dei fenomeni criminali emergenti, che sta gradualmente evolvendo da centro per lo Pag. 19scambio di dati e notizie a sede di studio e progettazioni di efficaci forme di collaborazione fra le strutture investigative dei singoli Stati.
  Negli anni più recenti il comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica (TASE) ha fornito un deciso impulso all'attività di cooperazione internazionale in seno alle iniziative promosse da Europol, favorendo l'avvio di numerosi rapporti di collaborazione con le forze di polizia estere, volti a trovare linee di azione operative congiunte da intraprendere in relazione a specifici casi di indagine. Il comando ha, inoltre, incrementato l'uso del canale informativo SIENA (Secure information exchange network application), un network per lo scambio in sicurezza delle informazioni, nonché ha partecipato a numerose riunioni operative con forze di polizia straniere impegnate in attività di polizia giudiziaria, con convergenze con indagini a livello nazionale.
  Sempre in ambito europeo, un'ulteriore forma di cooperazione internazionale è rappresentata dalla piattaforma multidisciplinare europea di contrasto alle minacce criminali EMPACT (European multidisciplinary platform against criminal threats). In sintesi, questo organismo è lo strumento chiave dell'Unione europea per definire e affrontare le principali minacce poste all'Unione dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità internazionale. In tale ambito, ogni quattro anni il Consiglio dell'Unione europea definisce le priorità criminali da combattere; alla luce delle priorità stabilite, gli Stati membri concordano le azioni operative che mirano a contrastare, con attività concrete, le varie forme di criminalità.
  Il comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica rappresenta uno dei punti di riferimento europeo nel contrasto al traffico internazionale di rifiuti. Infatti, sin dal 2017, anno in cui il Consiglio dell'Unione europea Pag. 20ha, per la prima volta, incluso i crimini ambientali tra quelli di prioritario interesse comunitario, gli ufficiali del comando TASE guidano le principali azioni operative di contrasto ai flussi transnazionali illeciti di rifiuti. A titolo esemplificativo, nel 2023 l'azione operativa, guidata da un ufficiale del comando TASE, ha visto la partecipazione di ventisette Stati e tre agenzie (Europol, Interpol, Eurojust). Le attività svolte nell'ambito di questo progetto hanno condotto all'esecuzione di quasi 7 mila ispezioni, di cui circa 70 hanno dato un riscontro positivo, all'arresto di 90 persone e al sequestro di oltre 115 mila tonnellate di rifiuti, nonché alla confisca di 32 milioni di euro, quale illecito profitto delle azioni delittuose scoperte.
  Ad oggi, gli ufficiali del comando partecipano anche ai lavori dei gruppi G7 sui crimini ambientali, sono membri dei network di esperti in materia ambientale, quali EnviCrimeNet (Environmental crime network) e IMPEL (Implementation and enforcement of environmental law), partecipano a progetti di polizia a carattere internazionale su temi ambientali, come «Unit Project», nonché sono impegnati in una serie di attività di cooperazione bilaterali che mirano ad accrescere le competenze specialistiche in materia di contrasto ai reati ambientali di vari Paesi, tra cui figurano Serbia, Albania e Macedonia del Nord.
  Grazie all'esperienza maturata nel corso degli anni, si può affermare che l'attività di cooperazione internazionale ha un rilevante impatto a livello operativo, poiché permette di rendere più agili ed efficaci le indagini di polizia giudiziaria riguardanti strutture criminali organizzate operanti in più Stati. Non solo, la partecipazione del comando a consessi internazionali, soprattutto europei, ha permesso di contribuire concretamente a delineare e adottare le strategie migliori per arginare il fenomeno criminale ambientale. Ringrazio tutti per l'attenzione.

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  PRESIDENTE. Ringrazio il generale Nazzaro. Do la parola ai colleghi parlamentari che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MANFREDI POTENTI. La ringrazio, generale Nazzaro, della sua preziosa relazione, che ci permette di arricchire il nostro patrimonio informativo, al fine di compiere le nostre attività. Vorrei porle alcune domande. Innanzitutto, da toscano, avendo avuto il pregio di poter ascoltare le sue parole riferibili alle indagini compiute nell'ambito dell'inchiesta «Keu», dal nome dell'inerte finale derivante dal trattamento dei fanghi e non entrando adesso, ovviamente, nel dettaglio della vicenda, vorrei chiederle, a fronte di queste commistioni con organizzazioni criminali che si sono acclarate anche in territorio toscano, visto che il titolare dell'impianto di trattamento dei materiali è un personaggio noto e riferibile alla cosca Gallace, se prima della vostra attività di indagine, compiuta per conto della DIA, vi erano state emergenze o elementi fattuali tali da poter motivare eventuali misure, ad esempio, interdittive o di prevenzione. In definitiva, questi personaggi si sono materializzati all'improvviso oppure, a vostre notizie, erano già presenti qui e altrove per questo tipo di attività?
  Vorrei sapere, inoltre, se avete avuto modo di circoscrivere o, comunque, di dare conto di una presenza – a questo punto acclarata – dell'organizzazione criminale all'interno di un tessuto economico che noi ritenevamo sano e certamente in questo ambito non coinvolgibile, almeno presuntivamente, in questo tipo di attività. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Do la parola al generale Nazzaro per la replica.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Vorrei Pag. 22dire innanzitutto che la figura di quell'imprenditore a cui faceva riferimento il senatore Potenti è emersa nel corso delle indagini: non ne avevamo assolutamente conoscenza prima di svolgere quelle attività. Con riferimento a eventuali altre presenze di appartenenti alla criminalità organizzata – ovviamente posso rispondere con particolare riguardo al settore di cui mi occupo – al momento non abbiamo rilevato alcunché.

  LUIGI SPAGNOLLI. Grazie, generale Nazzaro, per questa relazione, che immagino avrebbe potuto durare anche ore, dal momento che l'attività che svolgete è estremamente più complessa, più completa e più articolata di quella che lei ci ha sinteticamente, seppur in un tempo piuttosto lungo, oggi rappresentato. Vengo alla domanda. È certamente molto interessante avere notizia delle vostre indagini, però mi pare di poter affermare, da quello che lei ha detto, che poco si evince rispetto alle sentenze definitive relative alle vostre indagini. È chiaro che per voi è fondamentale fare delle indagini e avere poi, per esempio, il conseguente atto del giudice per le indagini preliminari che avvia dei procedimenti o per cui vengono fatti dei sequestri, eccetera. Tuttavia, noi, politicamente, abbiamo bisogno di avere una garanzia maggiore circa il fatto che queste indagini abbiano portato ad accertare colpevolezze, perché le scelte da fare si fanno in funzione delle sentenze date e non soltanto delle presunte colpevolezze di persone, che poi, magari, invece, all'atto pratico, dal tribunale vengono prosciolte. Per cui, volevo chiedere se magari, in una prossima occasione, è possibile fare riferimento a sentenze definitive che ci danno informazioni più puntuali. Grazie.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Certamente e sarà mia cura farle ricevere, almeno per quanto Pag. 23riguarda le operazioni di cui ho parlato, le informazioni che ha richiesto relativamente alla conclusione o meno di taluni procedimenti penali. Per alcuni, però, le posso rispondere immediatamente. È abbastanza recente, per esempio, il procedimento in relazione alla Black Steel di Milano, dove sono stati tutti quanti condannati, tranne nove, per i quali è ancora in corso il procedimento.
  Con riferimento agli altri, sicuramente le posso dire che su Malagrotta è ancora in corso il procedimento con riferimento all'ultima attività che ha riguardato il sequestro. Per le altre vicende mi riservo di farle avere le informazioni che mi ha richiesto.
  Io ho parlato, ovviamente, dell'azione di contrasto dell'Arma dei carabinieri e ho cercato di dare un inquadramento per rappresentare alla Commissione – con specifico riferimento soltanto a due parti delle attività di cui ci occupiamo, perché mi sono soffermato esclusivamente sul ciclo dei rifiuti e sul traffico transfrontaliero di rifiuti – la presenza di una criminalità ambientale organizzata e anche la presenza della criminalità organizzata in questi settori di nostra specifica competenza. Ho provato a delineare l'azione e l'attività svolta dall'Arma dei carabinieri, però sarà mia cura senz'altro farle avere informazioni al riguardo alla conclusione o meno dei procedimenti penali, che ovviamente non dipende da noi.

  MARCO SIMIANI. Ringrazio il comandante per il materiale che ha messo in campo e soprattutto per l'attività dell'Arma. La ringrazio per questo. Faccio una riflessione sulle attività malavitose nell'ambito dei rifiuti, soprattutto su quei rifiuti che oggi non solo vengono spostati, ma sversati sui territori, soprattutto al Sud. Noi siamo stati in Puglia e abbiamo ravvisato la difficoltà, dopo la Terra dei fuochi, nel rivedere un ulteriore elemento di attività malavitosa nell'ambito della bellissima Pag. 24Puglia. Vengo alla domanda. Oggi noi ci troviamo a gestire una serie di minidiscariche in giro per l'Italia, soprattutto in Campania e Puglia, ma volevo capire da lei se quel traffico che oggi c'è nello spostare i rifiuti dalla Campania alla Puglia riguarda in maniera concreta anche il traffico di rifiuti che vanno all'estero. Vorrei sapere se, in maniera parallela, una parte di rifiuti nel nostro territorio viene sversata da noi, mentre un'altra parte va all'estero, anche in luoghi come la Turchia, la Grecia o addirittura l'Africa.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Lei ha fatto riferimento alla Puglia e credo sia stato anche audito, se non sbaglio, il procuratore della Repubblica di Bari.

  MARCO SIMIANI. Mi interessava capire se c'erano state delle attività anche in tal senso.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Ci sono e sono ancora in corso delle attività in merito ai traffici a cui faceva riferimento lei, in particolare verso la Puglia. Speriamo di poter a breve concludere queste attività attraverso una valutazione da parte dell'autorità giudiziaria di quelle che sono state e sono le nostre indagini. Ci sono diverse indagini, ovviamente, che riguardano i traffici illeciti di rifiuti: alcune vanno verso la Puglia, altre sono svolte da altre articolazioni dipendenti dall'Arma e vanno nelle direzioni a cui lei faceva poco prima riferimento, ovvero mi riferisco all'imbarco di rifiuti con destinazioni estere.

  VINCENZA RANDO. Grazie per la relazione, per la puntualità e la complessità del quadro che ci ha dato. Ho colto due aspetti. Rispetto al traffico transfrontaliero, lei parlava di Pag. 25alcune lacune legislative che ci sono. A tale riguardo, i Paesi che lei diceva, i Paesi con i quali si fanno le indagini, sono collaborativi? Comprendono la complessità di quello che succede nei loro territori? Quali sono le lacune? Lei parlava delle autorizzazioni nell'uscita dei materiali: quali sono le lacune su cui la Commissione può mettere in atto delle proposte?
  Rispetto alla criminalità organizzata, lei parlava di criminalità diffusa e di operazioni della criminalità organizzata. Le chiedo: rispetto ai rapporti che invece ha la criminalità organizzata con l'impresa legale, quali sono le condotte che maggiormente distinguono il traffico illecito dalla criminalità comune rispetto alla criminalità organizzata? Le relazioni, le connivenze con la criminalità organizzata, sono rafforzative anche di un'invasione, di un radicamento nei territori che non sono tipici del Sud ma che sono anche al Nord?
  L'ingresso e la capacità della comunità organizzata di andare in territori come quelli del Nord, trova spazio perché l'impresa legale gli fa trovare spazio rispetto alla indagine che avete fatto e che avete condotto?
  Io conosco un po' l'indagine Keu ed, effettivamente, quando c'è la condotta rafforzativa mafiosa, naturalmente ci sono rapporti relazionali che l'hanno fatta entrare dentro quei territori: questo fenomeno è in aumento? Si riesce a leggere? La criminalità organizzata che invade i territori del nord ha rapporti relazionali sistemici con l'impresa legale? Il tema che pongo è la relazione che può esservi anche con l'impresa legale. Grazie.

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Con riferimento alla sua prima domanda, quella sulla collaborazione di altri Paesi, grazie a tutte quelle iniziative assunte da Europol a cui ho fatto prima riferimento, oggi la collaborazione Pag. 26tra le forze di polizia c'è ed è anche molto sviluppata. In ordine al quadro normativo, ovviamente, non tutte le nazioni europee possono avvalersi, ad esempio, di uno strumento specifico ma era quello a cui ho fatto riferimento io, cioè l'articolo 452 del codice penale, che punisce seriamente i responsabili di quella condotta, quindi l'organizzazione imprenditoriale che si occupa di crimini ambientali. Sarebbe auspicabile che, prima o poi, ci fosse una omogeneizzazione su tutto il territorio dell'Unione europea. Con riferimento, invece, al Regolamento europeo, cioè quello della spedizione transfrontaliera, generalmente per i rifiuti pericolosi è necessaria la preventiva autorizzazione delle autorità preposte ai controlli, come dicevo, sia di spedizione del carico, sia di semplice transito, sia di destinazione.
  Il meccanismo messo in atto per ovviare a questa necessità, a questa autorizzazione necessaria, è quello di inserire i rifiuti pericolosi nella cosiddetta «lista verde», che sarebbero i rifiuti non pericolosi, tanto per essere chiari. Solo attraverso i controlli doganali – cosa che abbiamo fatto con l'Agenzia delle dogane, grazie a questo rapporto di collaborazione che abbiamo sviluppato con essa – riusciamo a individuare il carico e, quindi, anche ad individuare dei rifiuti che hanno una classifica diversa da quelli realmente comunicati, per cui è possibile anche bloccare il carico.
  Spesso questo avviene anche nei Paesi di destinazione. Ad esempio, anche la Repubblica Ceca, attraverso le sue autorità doganali, ha fatto questo controllo e ci ha restituito il carico di rifiuti, quindi, sotto questo aspetto, diciamo che c'è una maggiore sensibilità, tant'è che l'azione di contrasto ai crimini ambientali è stata inserita tra uno degli obiettivi prioritari proprio dell'Unione europea, come ho detto nella mia relazione.
  Con riferimento alla criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti, l'impresa legale o infiltrata – mi consenta questo terminePag. 27 – è quell'impresa che, ovviamente, vuole massimizzare i costi: l'impresa mafiosa offre un servizio a costi decisamente più bassi, per cui è evidente ed è chiaro che quegli imprenditori che trovano un vantaggio economico importante nella gestione dei rifiuti, si rivolgano a questa impresa per questioni di natura prettamente economica.

  DARIO IAIA. Generale, noi la ringraziamo per la straordinaria attività che svolgete sul territorio. Non possiamo che prendere atto anche dell'estrema competenza, non solo in questa materia. Per quanto riguarda i quesiti, le rivolgo una prima domanda: con riguardo all'espletamento delle gare pubbliche che attengono alla gestione dei rifiuti (quindi parliamo sia della raccolta che delle attività di smaltimento, eccetera), avete registrato delle infiltrazioni da parte di criminalità organizzata? Mi riferisco all'espletamento della predisposizione degli atti di gara, dell'esecuzione della gara e quant'altro. Vorrei sapere, inoltre, se avete svolto delle indagini o avete registrato delle attività da parte di organizzazioni criminali rispetto alla possibilità di insediamenti di apertura e costruzione di impianti nell'ambito dei territori. Lei sa molto meglio di me che la chiusura del ciclo dei rifiuti, comunque, determinerebbe una diminuzione dei costi; chiaramente, se il ciclo dei rifiuti non si chiude e il rifiuto va a terminare in discarica, i costi sono superiori. Molto spesso – anzi, quasi sempre – il ciclo dei rifiuti non si chiude per l'opposizione da parte dei territori o da parte delle popolazioni rispetto alla realizzazione di impianti innovativi di chiusura del ciclo dei rifiuti. Vorrei capire se avete registrato delle attività di pressione che, in qualche maniera, in determinati territori sono state poste in essere da organizzazioni criminali per far sì che la popolazione, ovvero le associazioni si oppongano a questo tipo di insediamenti.

Pag. 28

  FERNANDO NAZZARO, Comandante del Comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica. Con riferimento alla sua prima domanda, non abbiamo registrato, almeno per le attività da noi svolte, ingerenze nell'affidamento delle gare d'appalto; piuttosto, abbiamo registrato nella fase successiva – quella del subappalto – l'ingresso di imprenditori riconducibili alla criminalità organizzata. Invece, con riferimento alla sua seconda domanda, onestamente non abbiamo, al momento, registrato alcunché su eventuali pressioni della criminalità organizzata in merito all'opposizione o alla resistenza, in qualche modo, a realizzare impianti di termovalorizzazione in generale sui vari territori, anche perché il territorio nazionale è estesissimo; non dico che va tutto bene, ma semplicemente che non abbiamo registrato questo tipo di problematica.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto una relazione molto corposa, che magari analizzeremo in un secondo momento. Nello specifico, visto che abbiamo dei filoni di inchiesta aperti, magari le potremmo far avere qualche domanda per iscritto e poi, se lei potrà farci la cortesia di tornare nuovamente, oppure ci risponderà per iscritto, per entrare nello specifico in alcuni filoni di inchiesta. Sul filone della Terra dei fuochi abbiamo verificato che ci sono degli sversamenti in determinati terreni, abbiamo visto delle ecoballe che sono probabilmente riconducibili ad organizzazioni, e poi ci sono le indagini della procura. Come Commissione d'inchiesta, noi vorremmo entrare un po' più nello specifico e nel merito delle cose, quindi potremmo farle avere, tramite i nostri magistrati, alcuni dei nostri quesiti e poi potremmo rivederci, confrontarci, coinvolgendo, naturalmente, anche la procura.
  Secondo me, per una nostra relazione più puntuale e precisa su determinati filoni che ci possono interessare, avremo la necessità di avere nello specifico nomi delle aziende, nomi e Pag. 29cognomi degli interessati, di modo da fare una relazione più specifica e puntuale. Mi permetto di fare questo anticipo e l'audizione di oggi è stata una presentazione alla Commissione. Immagino che avremo un rapporto di stretta collaborazione, anche perché ci saranno dei vostri ufficiali di collegamento che verranno assegnati presso la Commissione e che saranno a disposizione, in un rapporto di scambio di informazioni che continuerà. La ringrazio per la sua disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 9.35, è ripresa alle 9.45.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, all'esito della riunione svolta in data odierna, ha convenuto di individuare due commissari relatori, uno di maggioranza e uno di opposizione, per ciascun filone d'inchiesta già avviato dalla Commissione. Tali relatori saranno incaricati di seguire, con l'ausilio dei consulenti che saranno a ciò assegnati, la predisposizione della bozza di relazione tematica riguardante il relativo filone d'inchiesta, riferendo poi alla Commissione in ordine all'andamento dei lavori. In particolare, il medesimo ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto sui seguenti nominativi: per il filone d'inchiesta riguardante il sistema complessivo di gestione dei rifiuti della regione Lazio e di Roma Capitale, anche con particolare riferimento all'ex discarica di Malagrotta, Andrea De Priamo per la maggioranza, mentre si attende l'indicazione del nominativo per l'opposizione; per il filone d'inchiesta riguardante i fatti concernenti la discarica di Riceci, situata nel territorio di Pesaro-Urbino, Rachele Silvestri per la maggioranza, e Francesco Emilio Borelli per l'opposizione;Pag. 30 per il filone d'inchiesta riguardante il sistema di smaltimento dei rifiuti in Sicilia, nonché il monitoraggio degli appalti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e delle conseguenze di incendi e accadimenti di natura criminale nella medesima regione, Pietro Lorefice per l'opposizione, mentre si attende l'indicazione del nominativo per la maggioranza; per il filone d'inchiesta riguardante il sistema di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché il monitoraggio degli appalti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e delle conseguenze di accadimenti di natura criminale nella medesima regione, incluso il fenomeno dei roghi, Gerolamo Cangiano per la maggioranza, mentre si attende l'indicazione del nominativo per l'opposizione.
  Comunico, inoltre, che, nell'ambito delle proposte riguardanti i filoni di approfondimento su cui la Commissione d'inchiesta ha avviato la sua attività di indagine, e secondo quanto convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 20 dicembre scorso, il medesimo ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha concordato di dare seguito al filone di approfondimento concernente in particolare il ciclo dei rifiuti nella regione Emilia-Romagna, anche con riferimento alla presenza di attività illecite connesse a tale ciclo. A tal fine, si svolgeranno delle audizioni con i principali soggetti che operano nei settori rientranti nel suddetto ambito di indagine, che la presidenza procederà a individuare prossimamente, anche sulla base delle proposte dei gruppi, per poi procedere eventualmente a svolgere delle missioni sul territorio, presso i luoghi di interesse per l'attività di indagine.
  Inoltre, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di avviare il filone d'inchiesta relativo alle attività illecite legate al fenomeno delle cosiddette zoomafie Pag. 31e alla verifica della corretta applicazione del titolo IX-bis del libro secondo del codice penale, relativo ai delitti contro il sentimento per gli animali, anche a seguito della recente missione svolta in Sicilia e degli ulteriori spunti di riflessione derivati dall'audizione del dottor Ciro Troiano, responsabile dell'Osservatorio zoomafie della Lega antivivisezione, effettuata nell'ambito della medesima missione. Tale approfondimento verterà anzitutto su alcune tematiche legate alle pratiche criminose che coinvolgono gli animali, tra cui il traffico, anche internazionale, di animali d'affezione, le corse clandestine di cavalli e i combattimenti tra cani, anche con riferimento al ruolo della criminalità organizzata, includendo poi nell'attività d'indagine le attività volte alla cura e al recupero di animali precedentemente soggetti a tali pratiche criminose. Sarà poi ovviamente possibile individuare, anche su indicazione dei gruppi, ulteriori settori di approfondimento. Anche per tale filone, si inizierà a svolgere delle audizioni con i principali soggetti che operano nei settori rientranti nel suddetto ambito di indagine, che la presidenza procederà a individuare prossimamente, anche sulla base delle proposte dei gruppi.
  Comunico altresì che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nell'ambito del filone di inchiesta riguardante la discarica di Riceci e, più in generale, il sistema di smaltimento dei rifiuti nella regione Marche, anche a seguito della recente missione che dal 18 al 19 marzo scorso una delegazione della Commissione ha effettuato nella provincia di Pesaro e Urbino e delle audizioni finora svolte, ha convenuto di proseguire l'attività d'indagine procedendo a fare richiesta alla regione Marche e alla provincia di Pesaro e Urbino di acquisizione di tutta la documentazione in loro possesso riguardante la società Aurora S.r.l., con particolare riguardo alla verifica della sussistenza dei requisiti tecnici previsti dalla normativa Pag. 32vigente per la costruzione e gestione di una discarica come quella di Riceci.
  Comunico, inoltre, che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di avvalersi delle seguenti collaborazioni di soggetti esperti della materia che possano garantire il loro supporto tecnico all'attività della Commissione, in collegamento con i singoli filoni d'inchiesta: a tempo pieno e a titolo gratuito, del dottor Francesco Castellano, magistrato a riposo, già consulente della Commissione nelle passate legislature; a tempo parziale e a titolo gratuito, del luogotenente dell'Esercito italiano Michele Galluccio; a tempo pieno e a titolo gratuito, del capitano di fregata del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, Roberto Cubeddu, quale ufficiale di collegamento della Commissione. La presidenza avvierà per queste collaborazioni la procedura prevista per l'autorizzazione da parte dell'amministrazione di appartenenza, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge istitutiva.
  Comunico, infine, che sono giunte le autorizzazioni per le collaborazioni con la Commissione, a tempo parziale e a titolo gratuito, del dottor Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione, da parte del Consiglio superiore della magistratura; del maggiore in ausiliaria, Leonardo Bernardi, da parte del comandante generale della Guardia di Finanza, e del dottor Gennaro Esposito, da parte della città Metropolitana di Napoli.
  Ha chiesto di intervenire il senatore Spagnolli. Prego.

  LUIGI SPAGNOLLI. Presidente, innanzitutto attendiamo le comunicazioni degli altri capigruppo dell'opposizione ma, se fosse necessario, mi rendo disponibile a fare da relatore per l'approfondimento su Malagrotta (solo se non ci sono altre proposte da parte dei partiti di maggioranza).

Pag. 33

  PRESIDENTE. Non ho alcun problema al riguardo, anzi mi fa molto piacere. Vi chiederei, però, di coordinarvi tra voi, magari con il collega Fina in particolare, tenendo conto della suddivisione che abbiamo già stabilito tra maggioranza e opposizione. Se quindi vi sentite fra voi e mi fate pervenire i nomi, io poi provvederò a formalizzare subito la nomina (la stessa cosa vale per i rappresentanti della maggioranza, laddove ci sono nomi che ancora mancano, come per la Sicilia).

  LUIGI SPAGNOLLI. Perfetto. Una seconda questione riguarda gli slanci idealistici della LAV, che io capisco, ma che però non ritengo così pertinenti con il filone d'indagine da avviare sugli animali – cani o cavalli – che partecipano alle corse clandestine, rispetto alla mission della nostra Commissione, perché la nostra Commissione persegue i reati ambientali. Ora, le corse abusive dei cavalli e dei cani, a parte il fatto che hanno i cani e i cavalli come protagonisti, con l'ambiente hanno ben poco a che fare. Siccome i nostri filoni d'indagine riguardano ambiti estremamente più complessi e, dal punto di vista dell'importanza – mi si permetta – molto più rilevanti che non quelli, io francamente non so quanto valga la pena andare ad avviare un filone d'inchiesta come quello citato, che sicuramente può portare ad apparire magari sui media ma, da un punto di vista ambientale, ha veramente poca rilevanza (questo lo dico in termini di considerazione finale).

  PRESIDENTE. Noi abbiamo però un capitolo sulle zoomafie che è stato inserito nella nuova legge istitutiva ed è per questo che si è aperto un approfondimento in tal senso. Io, per quello che ho ritenuto opportuno, ho proposto di circoscriverlo alle corse clandestine, ai combattimenti fra cani e al trasferimento dei cani da affezione, quindi non mi inserirei nel problema dei trasporti di animali vivi o altro, perché altrimenti rischiamo di Pag. 34non uscirne più. Però, su questo tema qui, osservo che si tratta di un filone di approfondimento che è oggetto proprio di un articolo specifico che è stato inserito con l'ultima legge istitutiva; semmai, ragioniamo su come sia meglio fare ciò.

  MANFREDI POTENTI. Grazie presidente, ad adiuvandum di quello che lei stava dicendo, questa previsione nella legge istitutiva ci permette con più precisione di andare a fare anche un focus sulla attualità del sistema normativo per quelle parti di fattispecie di reato che coprono questo tipo di condotte illecite, per poter esprimere, come già fatto anche nella scorsa legislatura dalla precedente Commissione, una valutazione tecnica sull'opportunità, nonché sull'attualità delle norme in essere, e anche, eventualmente, su come poterle in qualche modo aggiornare e adeguare in virtù delle casistiche riscontrate. Per esempio, una cosa simile fu fatta nella scorsa legislatura su tutto il corpus legato al sistema delle nuove fattispecie di reato, dal disastro e via dicendo, quindi credo che ciò potrebbe essere utile. Poi, sul metodo esplorativo delle casistiche non mi pronuncio, ma, a conferma effettivamente di ciò che lei ha osservato, c'è questa previsione nel merito nella stessa legge istitutiva della Commissione.

  DARIO IAIA. Io condivido, presidente, la sua impostazione, nel senso che essendovi un capitolo e avendo comunque aggiornato la norma istitutiva di questa Commissione, chiaramente parliamo di argomenti che vertono sull'attività di indagine e di inchiesta della Commissione. Peraltro, in Sicilia si sono svolti anche dei primi accertamenti in tal senso, quindi ritengo che si debba invece proseguire su questo filone d'indagine, limitando tale ambito, appunto, al testo della norma, essendo comunque argomenti importanti sia a livello nazionale che a livello territoriale.

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  PRESIDENTE. Io aggiungo una cosa riferita ai relatori. Noi abbiamo convenuto sui relatori, uno di maggioranza ed uno di opposizione, visto che la nostra Commissione, sotto un certo punto di vista, se vogliamo, è un organismo abbastanza tecnico, a cominciare dalle persone che vogliono collaborare e lavorare con noi e che dovranno supportare i relatori nello scrivere le relazioni: il lavoro vero e proprio è lì. Se i capigruppo si mettono d'accordo, poi l'appartenenza politica dei commissari relatori a me importa relativamente; l'importante è che ci sia la volontà di collaborare e di lavorare. Poi, a partire dalle prossime audizioni – finora abbiamo fatto una panoramica dal punto di vista dei rifiuti che allargheremo ora anche all'agroalimentare – sarà importante concentrare anche le stesse audizioni su alcuni punti specifici, con domande puntuali che, magari anche prima dell'audizione, potremmo inviare agli stessi auditi, per far sì che poi, quando verranno qui in sede, ci diano notizie maggiormente specifiche. Quindi io vorrei, anche da parte vostra, la collaborazione su ciò che vi interessa, soprattutto in relazione ai filoni che ognuno cercherà di portare avanti o di seguire, per formulare domande specifiche, anche tramite l'ausilio dei nostri consulenti magistrati, che poi faremo pervenire agli auditi proprio con l'obiettivo di andare a fondo delle specifiche questioni (in tal senso, fisserei anche dei tempi di massima per le relazioni illustrative degli auditi, in modo da contingentare meglio il tempo disponibile durante le audizioni). Presto faremo un giro di audizioni generali sul filone agroalimentare, quindi ascoltando associazioni di categoria come Coldiretti, Cia, Confagricoltura e via dicendo. A seguire, entreremo nello specifico della materia oggetto di inchiesta, con audizioni e domande più puntuali su ciascun capitolo oggetto di approfondimento; ciò al fine di ottimizzare il tempo al meglio. Pag. 36Se non ci sono altri interventi, dichiaro concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 9.55.