XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Mercoledì 10 gennaio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) e del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO):
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Capuano Ignazio , presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) ... 5 
Morrone Jacopo , Presidente ... 8 
Bellomi Giovanni , direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 9 
Morrone Jacopo , Presidente ... 14 
Salvestrini Claudia , direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO) ... 14 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Lorefice Pietro  ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 17 
Salvestrini Claudia , direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO) ... 18 
Morrone Jacopo , Presidente ... 18 
Potenti Manfredi  ... 18 
Morrone Jacopo , Presidente ... 18 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 18 
Morrone Jacopo , Presidente ... 19 
Petrucci Simona  ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 19 
Capuano Ignazio , presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 21 
Bellomi Giovanni , direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 22 
Salvestrini Claudia , direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO) ... 23 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Salvestrini Claudia , direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO) ... 23 
Lorefice Pietro  ... 23 
Morrone Jacopo , Presidente ... 24 
Lorefice Pietro  ... 24 
Morrone Jacopo , Presidente ... 24 
Lorefice Pietro  ... 24 
Morrone Jacopo , Presidente ... 24 
Bellomi Giovanni , direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 24 
Lorefice Pietro  ... 24 
Bellomi Giovanni , direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 25 
Lorefice Pietro  ... 25 
Bellomi Giovanni , direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 25 
Lorefice Pietro  ... 25 
Capuano Ignazio , presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) ... 25 
Morrone Jacopo , Presidente ... 25 
Petrucci Simona  ... 25 
Capuano Ignazio , presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) ... 26 
Petrucci Simona  ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) e del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione congiunta di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), del Consorzio nazionale per raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) e del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO).
  Saluto, in particolare, per il Consorzio CONAI, il presidente Ignazio Capuano, che è accompagnato dal direttore generale, Walter Facciotto, dalla responsabile del centro studi per l'economia circolare, Simona Fontana, e dal responsabile relazioni istituzionali, Ivan Illomei; per il Consorzio POLIECO, la direttrice, Claudia Salvestrini, che è accompagnata dal giurista del Consorzio, Franco Silvano Toni di Cingoli, e dall'assistente informatico, Dario Elia; infine, per il Consorzio COREPLA, il direttore generale, Giovanni Belloni, e il direttore affari legali e Pag. 4generali, Giambattista Folli, nonché il direttore relazioni esterne e comunicazione, Andrea Campelli, e il responsabile relazioni istituzionali, Giuseppe Ciraolo.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito di un programma di audizioni deliberato dall'Ufficio di presidenza nella riunione del 25 ottobre scorso, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulle materie oggetto d'inchiesta ai sensi della legge istitutiva della Commissione (legge 10 maggio 2023 numero 53). In particolare, ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche, nonché con riferimento alla destinazione e all'utilizzo dei fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale.
  La Commissione intende inoltre acquisire elementi di conoscenza utili alla verifica della sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, nonché ai relativi sistemi di affidamento, ovvero alle attività di Pag. 5bonifica dei siti inquinati e a seguito del mancato rispetto alla normativa vigente in materia ambientale.
  Cedo dunque la parola ai nostri ospiti per lo svolgimento delle loro relazioni, al termine delle quali i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento iscrivendosi presso la presidenza.
  Do quindi la parola ad Ignazio Capuano, per il Consorzio CONAI.

  IGNAZIO CAPUANO, presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI). Grazie, presidente. Farò una sintesi del documento che è già stato inviato e che è piuttosto corposo, e che eventualmente integrerò se vi sono delle domande con ulteriori commenti.
  Il CONAI è il Consorzio nazionale imballaggi, è un consorzio privato senza fini di lucro ed è garante al raggiungimento degli obiettivi nazionali di corretta gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Questi obiettivi, per quanto riguarda il riciclo di tutte le filiere nel loro insieme, sono stati del 65 per cento alla fine dell'anno scorso e del 70 per cento al 2025. Questi obiettivi sono stati entrambi già raggiunti nel 2022. Nel 2022 abbiamo avuto un tasso di riciclo del 71,15 per cento, laddove il tasso di riciclo obiettivo a livello comunitario è del 70 per cento. Quindi, rispettiamo ampiamente questo obiettivo, di cui noi, come CONAI insieme a tutti i consorzi, siamo garanti nei confronti del Governo e dello Stato. Il Consorzio è stato istituito oltre 25 anni fa ed è, appunto, il perno del sistema nazionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.
  Fanno parte del Consorzio oltre 690 mila imprese che chiaramente producono e utilizzano imballaggio, che realizzano circa il 50 per cento del valore dell'intera produzione nazionale del PIL.Pag. 6
  Altro fatto importante è che il finanziamento è totalmente privato, a carico delle aziende, ed è istituito un contributo ambientale CONAI – il CAC – che serve, appunto, a finanziare la raccolta degli imballaggi e l'avvio al riciclo. Altra fonte di reddito, oltre al CAC, è la vendita dei materiali d'imballaggio al mercato; chiaramente, con questo si ribadisce la natura totalmente privatistica, seppur con fini pubblici, del sistema e anche la sussidiarietà dello stesso, cioè laddove il mercato non arriva, il Consorzio arriva attraverso questi contributi. Tra gli obiettivi che vengono dati al CONAI dalla legge, al di là del raggiungimento degli obiettivi di riciclo, curiamo il reporting verso le istituzioni – MASE e ISPRA prima di tutto – e siamo promotori e abbiamo l'obbligo di favorire la prevenzione degli imballaggi sul rispetto all'impatto ambientale degli stessi. Questo lo facciamo attraverso lo strumento del CAC, perché questo è modulato in funzione del fatto che l'imballaggio sia riutilizzabile o no, e sulla facilità o meno del riciclo dello stesso. Poi abbiamo strumenti come l'ecodesign, o il design for recycling, che sono rivolti a tutte le aziende e servono sostanzialmente a favorire la progettazione di imballaggi che sono, se posso usare un termine inglese, environmentally friendly, cioè sono più «amici» dell'ambiente.
  Altre attività che noi facciamo proprio nell'ambito della prevenzione, sono le campagne di formazione, informazione e sensibilizzazione dei comuni. Abbiamo diversi progetti con diverse università. Per esempio, questo che vi mostro ora è un libro sull'economia circolare che racchiude diverse parti, che vanno da un inquadramento di natura legislativa, a come fare il life cycle assessment e ad altre notizie e informazioni abbastanza didattiche sulla sfida che il packaging pone sull'economia circolare, che è stato realizzato con il Politecnico di Milano, l'Università Bicocca, la IUAV di Venezia e il Sant'Anna di Pisa. Pag. 7Poi, se ci è concesso, manderemo a ognuno di voi questo volume, che è abbastanza interessante e omnicomprensivo.
  Tra le attività che svolgiamo per quanto riguarda la formazione e la prevenzione vi sono i progetti di formazione professionalizzante presso la scuola superiore, sempre in economia circolare, un master post universitario di formazione per quanto riguarda i green job. Poi ci sono diverse attività che svolgiamo non soltanto come CONAI ma come sistema consortile, quindi con tutti i consorzi, sulle scuole. Infatti, una delle attività che ha maggior presa e maggior risultato nel futuro è quella di istruire e dare formazione ai bambini delle scuole elementari; questo è secondo me un grande vantaggio perché si va a vedere come fare il riciclo a casa, come fare la differenziata e che cosa può portare in termini di benefici questa attività.
  I consorzi di filiera associati a CONAI sono 7, per ogni materiale, quindi c'è la plastica e poi il collega per il COREPLA vi parlerà di quel consorzio; ci sono la carta, il legno, l'acciaio, l'alluminio e la bioplastica e il vetro. Lo strumento legislativo che noi utilizziamo, a parte i compiti che ci vengono dati dalla legge, è l'accordo ANCI-CONAI. La raccolta differenziata viene sviluppata non da noi, ma viene fatta dai comuni o dagli enti gestori incaricati dai comuni; questo è un accordo di durata quinquennale in cui viene tratteggiato un accordo quadro, in cui ogni filiera, per ogni materiale, con le sue specificità, svolge i propri accordi. Nell'accordo quadro tra le attività che devono essere svolte c'è sicuramente quella di aiutare i comuni nella comunicazione ai propri cittadini sulle modalità per fare la raccolta differenziata. Ci sono anche diverse attività di finanziamento di progetti volti sempre al miglioramento della raccolta differenziata, che sono accordi abbastanza onerosi.
  Per esempio per quanto riguarda progetti territoriali che sono stati svolti negli ultimi anni è stato un controvalore di Pag. 8circa 18 milioni se ricordo bene. Scusate, 40 milioni negli ultimi 15 anni.
  In aggiunta a questo per esempio abbiamo aiutato oltre 200 comuni nel presentare le domande sul PNRR, non tanto sulla parte impiantistica ma proprio sulla raccolta differenziata. Circa 180 domande sono state accettate, adesso andranno nella fase successiva. Anche qua ci è stato richiesto l'intervento da parte dei comuni per aiutarli nella progettazione. Questi investimenti di PNRR richiedono circa 115 milioni.
  Due parole per quanto riguarda il volume dei rifiuti che noi trattiamo. Innanzitutto, i rifiuti in Italia, complessivamente, tra industriali e urbani, sono oltre 175 milioni. Di questi, oltre 30 milioni sono rifiuti urbani e, all'interno di questi, circa 14 milioni di tonnellate sono rifiuti che derivano da imballaggio. Questa è l'entità dei volumi.
  Noi ci occupiamo di questi oltre 14 milioni di rifiuti di imballaggio, di cui il 71,5 per cento vengono avviati al riciclo, superando il famoso 70 per cento di obiettivo del 2025. In termini economici viene valorizzato questo apporto in circa 3 miliardi di euro, che viene fatto da materiale secondario, che viene utilizzato per oltre 11 milioni di tonnellate (non viene utilizzata quindi materia prima vergine) e in beneficio ambientale in minor consumo di energia (per circa 56 terawattora) e minore emissione di CO2 per un po' meno di 10 milioni di tonnellate. Questi sono i traguardi che raggiungiamo attraverso il riciclo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Abbiamo specificato che è una prima audizione, anche per presentare i consorzi e per rendere noto il vostro lavoro ai neocommissari; ci saranno poi altri momenti di interazione per poter interagire e confrontarci, anche sul posto, in determinate situazioni. Quindi, grazie per Pag. 9l'esposizione. Do ora la parola a Giovanni Belloni per il Consorzio COREPLA.

  GIOVANNI BELLOMI, direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Come nel caso del presidente del CONAI, cerco di riassumere velocemente quel documento che vi è già stato anticipato e che illustra un po' le attività del Consorzio COREPLA. COREPLA, come CONAI, è un consorzio privato senza fini di lucro ed è stato istituito per legge nel 1977 e viene oggi regolato dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e dalle successive modifiche. È il Consorzio che si occupa, a livello nazionale, per quanto riguarda la raccolta, il riciclo e l'eventuale avvio al recupero di tutti gli imballaggi in plastica immessi nel territorio. Ad oggi COREPLA conta circa 2500 imprese consorziate nella filiera del packaging in plastica, che si suddividono fondamentalmente in quattro categorie principali: i produttori di materia prima, quindi di resine di materiale plastico; i produttori di imballaggi, i cosiddetti trasformatori; gli utilizzatori che autoproducono i propri imballaggi; i riciclatori e recuperatori di imballaggi.
  COREPLA ha il compito di garantire, per quanto di competenza, che tutti gli imballaggi raccolti sul territorio nazionale attraverso la raccolta differenziata vengano avviati al riciclo e al recupero in maniera efficace, efficiente ed economica, mantenendo il massimo livello di economicità per il sistema.
  La mission principale possiamo riassumerla in quattro punti. Noi riceviamo la raccolta differenziata di tutti i rifiuti di imballaggi in plastica che viene effettuata dai comuni o dai loro delegati, andando a riconoscere un corrispettivo economico in base alla quantità e alla qualità dei rifiuti che vengono conferiti sulla base dell'accordo ANCI-CONAI di cui parlava prima il presidente di CONAI. I corrispettivi che vengono corrisposti ai Pag. 10singoli comuni vengono definiti, a parte l'accordo quadro, da allegati tecnici all'accordo quadro, che vengono definiti poi da ogni singolo consorzio. Supportiamo i comuni nell'attivare e sviluppare tutti i sistemi per migliorare la raccolta differenziata, andando a fornire ai comuni stessi, ma anche ai singoli cittadini, tutte le informazioni e l'educazione necessaria affinché la raccolta venga avviata per massimizzare il riciclo. Questo comporta, ovviamente, anche un'operazione con i produttori dei singoli imballaggi, con cui lavoriamo costantemente al fine di andare a migliorare l'efficacia e l'efficienza dei loro imballaggi in ottica di trasformarli sempre più possibile, andando a diminuire l'impatto ambientale – e quindi la riduzione della plastica – da un lato e, dall'altro lato, a convertire quegli imballaggi che oggi non risultano riciclabili per la loro conformazione in imballaggi riciclabili (quello che fondamentalmente viene definito ecodesign).
  COREPLA assicura, inoltre, il corretto avvio al riciclo e al recupero di tutto il materiale raccolto, facendosi carico della selezione di questo materiale e della collocazione presso le imprese di riciclo, rispettando tutte le regole di mercato e la parità di accesso per tutti gli operatori. Quando parliamo di selezione, diciamo che, rispetto agli altri Consorzi che aderiscono a CONAI, per il nostro Consorzio spesso si parla di plastica ma non si comprende bene il numero di polimeri di cui è composta la plastica. Quindi se è facile andare a raccogliere un monopolimero o un monomateriale, mentre molto più complessa risulta l'attività di andare a raccogliere degli imballaggi in plastica che sono composti spesso da multi materiali, ma comunque da polimeri estremamente diversi l'uno dall'altro, avendo tutti questi delle destinazioni d'uso molto differenti e dei sistemi di riciclo molto differenti.Pag. 11
  L'ultimo punto che ci compete come mission è quello di coinvolgere tutte le imprese, i cittadini e i diversi portatori di interesse con l'obiettivo comune di prevenire la dispersione dei rifiuti di imballaggio nell'ambiente e ridurre il più possibile l'impatto ambientale a fine vita degli imballaggi in plastica. COREPLA lavora in una filiera che principalmente si può riassumere, come stakeholder, in alcuni punti principali. Noi abbiamo 31 centri di selezione distribuiti in Italia, quindi tutto il materiale che viene raccolto nei 7700 comuni, che noi sappiamo essere sul territorio italiano pari al 98 per cento di tutti i comuni italiani (quel 2 per cento che manca, in realtà, probabilmente lo osserviamo ma non ha seguito tutto l'iter di convenzionamento), o meglio, tutti i materiali che facciamo raccogliere dai comuni o dai delegati dei comuni a copertura di questi 7700 comuni convergono in 32 – oggi 31 – centri di selezione in Italia, dove vengono selezionati e suddivisi per diversi materiali. Una volta usciti da questi centri di selezione i materiali convergono, ad oggi, presso 92 centri di riciclo, anche questi distribuiti sia sul territorio nazionale che a livello internazionale, quindi alcuni di loro sono in Europa. Ad oggi il convenzionamento con COREPLA permette di servire 58 milioni 400 mila cittadini, una dimensione pari fondamentalmente al 99 per cento della popolazione, cioè noi paghiamo un corrispettivo per la raccolta differenziata della plastica a copertura del 99 per cento della popolazione. Quindi, riassumendo velocemente, possiamo distinguere due flussi di competenza COREPLA. Innanzitutto, vi è il flusso di materiale per cui noi tracciamo il materiale dal produttore trasformatore dell'imballaggio fino al consumatore, per poi supportare la raccolta differenziata attraverso i comuni o gli enti incaricati dai comuni, a cui diamo un corrispettivo di raccolta; dopodiché questo materiale converge nei centri di selezione, a cui diamo Pag. 12un corrispettivo di selezione; i prodotti in uscita dai centri di selezione convergono presso dei riciclatori o dei trasformatori per il recupero energetico, a cui, nella maggior parte dei casi, diamo un contributo di riciclo, quindi paghiamo affinché prendano il materiale e venga riciclato; infine, si segue il flusso del materiale verso il trasformatore che trasforma questo materiale riciclato in nuovi beni di servizio. Fondamentalmente, oggi, il riciclo di COREPLA vede la maggior quantità ancora composta da imballaggi misti (quindi imballaggi filmosi, misti poliolefinici) che seguono un iter di riciclo a contributo; non esistono, ancora oggi, dei sistemi consolidati che prendano questo materiale per riutilizzarlo negli stessi beni e spesso dobbiamo pagare un contributo affinché questo venga riciclato. Abbiamo, poi, la grossa componente di tutti i materiali filmosi, il cosiddetto film classico, quello che trovate intorno ai fardelli o quello che avvolge dei beni. Abbiamo quindi il classico PET delle bottiglie in plastica, oggetto anche della normativa SUP (Single-Use Plastics), che ha determinati obblighi di raccolta e riciclo. Poi l'HDPE, quindi un polietilene ad alta densità, ed altri materiali minori. Viene conteggiato anche oggi a riciclo un materiale che va ad agire come agente riducente nelle acciaierie italiane, chiamato SRA, che va fondamentalmente a sostituire il coke metallurgico – il polverino di carbone classico – permettendo tra l'altro una riduzione di emissioni di CO2 nell'ambiente rispetto al polverino di coke del 30 per cento. Andando ad alcuni dati velocemente. Oggi, a fronte di un immesso in consumo di imballaggi in plastica di competenza di COREPLA, che approssimativamente è un milione 870 mila tonnellate, COREPLA raccoglie un milione 290 mila tonnellate di materiale attraverso la raccolta differenziata. Di questo materiale che viene raccolto vengono riciclate circa 700 mila tonnellate e, a queste, si aggiungono, sull'immesso al consumo di un milione e Pag. 13870, altre 350 mila tonnellate che vengono avviate al riciclo attraverso operatori indipendenti oppure le piattaforme che chiamiamo commercio industria. Quindi, sono degli imballaggi in plastica che però non seguono la raccolta differenziata, non vanno nella raccolta urbana, ma vengono raccolti direttamente dal commercio industria, perché utilizzati in commercio industria, o vengono raccolti direttamente da operatori indipendenti che si occupano della loro raccolta e poi riciclano il materiale. Tracciamo, ovviamente, tutti questi flussi e riportiamo questi dati e flussi a CONAI, al MASE e a ISPRA. Siamo soggetti – è stato il caso dell'anno scorso – insieme a CONAI anche a degli audit da parte della Commissione europea. In particolare, abbiamo avuto Eurostat con un audit l'anno scorso che ha certificato i nostri dati, così come abbiamo avuto la Corte dei conti europea che ha fatto visita ai nostri impianti di riciclo per tracciare tutti i flussi, perché è stata riconosciuta la filiera CONAI-COREPLA nella plastica come un'eccellenza a livello europeo, dove oggi, in termini di trasparenza e di comunicazione dei dati, abbiamo una reportistica assolutamente bullet proof, a prova di qualsiasi verifica. C'era stato chiesto di darvi anche degli elementi per quanto concerne il PNRR. Oggi COREPLA beneficia di un finanziamento a fondo perduto attraverso il PNRR per incrementare quella che viene definita la raccolta selettiva in Italia.
  Quindi, è stata presentata, anche con il supporto di CONAI, una proposta di investimento di circa 42 milioni di euro per andare a installare sul territorio italiano degli ecocompattatori, quindi delle macchine che possano andare a raccogliere la parte delle bottiglie (quelli che chiamiamo contenitori per liquidi in PET). Di questa cifra è stata finanziata da parte del Ministero circa il 35 per cento, per un montante totale di 14 milioni di euro, che ci vede ingaggiati in un progetto per l'installazione di Pag. 14circa 1250 ecocompattatori sul territorio entro il 2026, così da poter incrementare la raccolta differenziata – cosiddetta selettiva, in questo caso, perché riceveranno soltanto queste bottiglie – al fine del raggiungimento degli obiettivi della normativa SUP che è stata istituita in Italia.

  PRESIDENTE. Grazie. Lascio la parola a Claudia Salvestrini per il Consorzio POLIECO.

  CLAUDIA SALVESTRINI, direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO). Buonasera a tutti. Il Consorzio POLIECO, come ha ricordato chi mi ha preceduta parlando a proposito del Consorzio COREPLA, si occupa solo di un monopolimero – il polietilene – e, peraltro, non di imballaggi ma di beni in polietilene, quindi tutto ciò che deriva dal settore agricolo, industriale e tutto ciò che non è imballaggio. Il Consorzio POLIECO ha un modo di operare un po' diverso dagli altri Consorzi: noi eroghiamo il contributo solo sul granulo ottenuto, quindi ai rigeneratori, con 365 impianti di riciclo, facilmente controllabili e visibili da parte del Consorzio per eventuali verifiche in azienda.
  Il Consorzio POLIECO quest'anno ha raggiunto 480 mila tonnellate di riciclato su un milione di immesso sul mercato. La mission del Consorzio non è solo quella di attivarsi per la raccolta dei propri beni, ma anche quella di verificare la tracciabilità dei rifiuti. Ciò che mi sorprende è che qui non sembra ci sia un problema, che in realtà c'è, per cui sfuggono migliaia di tonnellate di materiale dall'Italia attraverso dei traffici illegali di rifiuti! Quindi questo è un problema che tutti noi ci dobbiamo porre e su cui dobbiamo porre l'attenzione, visto che Europol e Interpol hanno anche fatto una relazione su questo fenomeno. È un fenomeno che, badate bene, in Italia è Pag. 15conosciuto grazie alle nostre forze dell'ordine, che trovano, ispezionano e controllano, mentre in altri Paesi probabilmente lo stesso fenomeno c'è ma è meno intercettato. Però, va da sé che noi abbiamo migliaia di tonnellate che ci sfuggono dalla filiera corretta di gestione del riciclo dei rifiuti. È un problema che ci sfugge perché i nostri rifiuti, contraddistinti dal codice 19, annoverano al loro interno una serie di frazioni di plastiche che possono, se ben selezionate, arrivare – e di questo ne sarei contenta – a questi compattatori selettivi, perché forse ciò permetterà di fare una raccolta basata sulla qualità e non più sulla quantità del rifiuto. Comunque, su questo noi siamo molto impegnati perché, se non raggiungiamo gli obiettivi di riciclo (che non sono sicuramente gli obiettivi che possiamo annoverare, ad esempio, con il semplice invio ai cementifici, in quanto l'R1 non è costituito quale parte integrante per il raggiungimento degli obiettivi mentre quello energetico sì), o riusciamo a produrre energia in termini territoriali europei, oppure, altrimenti, noi non possiamo neanche annoverare questo risultato tra gli obiettivi delle finalità del riciclo. Questo crea un grosso problema perché il giorno che i Consorzi non raggiungessero gli obiettivi, ci vedremmo costretti, insieme con i Ministeri di competenza, a rivedere l'attribuzione del contributo, cosa che poi devono vedere i cittadini, posto che poi, alla fine, il contributo lo pagano loro.
  Quindi, io credo che, al di là delle nostre mission, della tracciabilità e del raggiungimento degli obiettivi, ci sia in ognuno di noi la necessità di porre un'attenzione su questo traffico nascosto, tant'è che io oggi avevo preparato un intervento che volevo svolgere in modo secretato in questa Commissione, perché credo che ci siano in questo momento degli elementi urgentissimi di cui voi dovete essere messi a conoscenza.Pag. 16 Quindi, mi riservo di svolgere successivamente un'audizione secretata e non più pubblica.

  PRESIDENTE. Intanto chiederei se ci sono domande sulla prima parte, quella concernente i primi due Consorzi, CONAI e COREPLA. Do la parola all'onorevole Lorefice.

  PIETRO LOREFICE. Grazie, presidente, e grazie ai rappresentanti di CONAI, COREPLA e POLIECO. Io proverei a fare una domanda di carattere generale che può essere riferita a tutti e tre i soggetti che stiamo audendo. Almeno per CONAI e COREPLA avete parlato di consorzi privati senza fini di lucro (il primo ha parlato di quasi 700 mila aziende). Io vi chiedo, visto che la nostra mission come Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti è di capire come si muovono i rifiuti, sia nella filiera legale ma sia, principalmente e soprattutto in quella illegale, a livello di sistema di verifica in ingresso, cioè quando un'azienda vuole venire a far parte delle vostre famiglie, voi che verifiche fate? Oltre a fare una verifica secondo due diligence, perciò soltanto dal punto di vista economico-finanziario, oppure vi avvalete delle prefetture per chiedere la certificazione antimafia? Come fate la selezione delle aziende che vogliono aderire a questo grande sistema?
  Al di là dei numeri che ci vedono come eccellenza a livello europeo per il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione europea, però il nostro è un compito specifico: capire in che modo tutti quei rifiuti sfuggono, poiché sappiamo che ciò avviene perché l'abbiamo già visto e vissuto. La rappresentante di POLIECO ha fatto riferimento alle attività di Europol e di Interpol, ma anche delle forze specializzate dei reparti dei Carabinieri, della Guardia di finanza e della Polizia.
  Negli anni passati abbiamo visto in questa bicamerale come, in diverse occasioni, alcune aziende italiane riescano a eludere Pag. 17per vari motivi il percorso legale. Pertanto, io vi chiedo, come prima domanda rivolta a tutti e tre, in che modo fate selezione alle aziende e se fate delle verifiche in corso d'opera, secondo quella che è la normativa e la direttiva europea sulla responsabilità estesa al produttore, che chiama in causa anche voi. Occupandomi di politiche europee da diversi anni, ho seguito anche quella direttiva e il trasferimento dalla parte comunitaria a quella nazionale, e abbiamo più volte dibattuto con voi e non solo con voi su ciò. Pertanto, da un lato vorrei capire in che modo voi verificate, o se avete un sistema interno di verifica e controllo, con riguardo alle aziende che aderiscono alle vostre grandi famiglie virtuose. Un'altra cosa: se ci potete anche fornire delle informazioni più di dettaglio e puntuali, o se avete una reportistica interna, su quante delle aziende aderenti ai vostri Consorzi sono state oggetto di combustione accidentale, incendi, atti vandalici. Vedo che lei sorride, ma ho voluto evitare di parlare di attività illecite volute, perché abbiamo anche profili che ci rendono simili o vicini alla magistratura, tuttavia in questo caso serve capire se voi avete dei sistemi di controllo dei vostri associati. Per ora mi fermo qui.
  Per la parte in segreta, lei ricorda, presidente, che avevo già auspicato ciò, avendo avuto un contatto durante la visita presso la fiera Ecomondo con la presidente del Consorzio POLIECO. Mi riservo, quindi, di intervenire nuovamente non appena verrà chiusa la parte pubblica.

  PRESIDENTE. Va bene. Tra l'altro, io adesso chiederò anche agli altri colleghi di svolgere le loro domande e poi lasceremo il tempo per le risposte. Non so se però riusciremo a svolgere la parte segreta oggi perché, come voi sapete, alle 15 dobbiamo per forza interrompere la seduta e quindi saremo costretti a riconvocare, quantomeno i rappresentanti di POLIECO. D'altronde, quando facciamo il calendario non abbiamo contezza Pag. 18esatta del calendario dei lavori dell'Assemblea, che spesso cambia all'ultimo minuto.

  CLAUDIA SALVESTRINI, direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO). Io comunque stasera lascerò a lei i documenti secretati della mia relazione e poi potrete farmi pervenire una nuova convocazione.

  PRESIDENTE. Va bene. Do la parola all'onorevole Potenti.

  MANFREDI POTENTI. Cerco di stringere, in quanto parte delle domande che avrei voluto fare le farò poi rispetto ai contenuti anche riservati. Volevo fare una domanda che forse coincide con quella del collega Lorefice: mi interessava capire come si svolgeva la verifica in proprio da parte del Consorzio, quindi in termini di operatività rispetto a quanto ci hanno descritto, e come poi, nella fase eventualmente successiva, si sviluppano anche le collaborazioni con le forze dell'ordine, la polizia giudiziaria e la magistratura soprattutto (rispetto alla quale si avrà necessità di avere anche un rapporto collaborativo per quanto afferisce alle attività di indagine sui con i consorzi, ovvero ai sospetti che possono esserci rispetto a una destinazione che eluda l'obbligo di assoggettamento alle vostre attività (quindi le tariffe). Dietro ogni attività criminale, naturalmente, c'è sempre un tornaconto economico, quindi credo che il fatto che si possa sfuggire al controllo o eluderlo, ovvero sopprimerlo sia funzionale a un vantaggio economico. Vi chiedo quindi come funziona la vostra attività.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola alla collega Auriemma.

  CARMELA AURIEMMA. Grazie, presidente. Dalla dichiarazione dei rappresentanti del Consorzio POLIECO vediamo che Pag. 19c'è una differenza di modalità nell'erogazione del contributo rispetto agli altri due Consorzi: volevo quindi capire come avveniva l'erogazione del contributo per gli altri due Consorzi e se vi è una scelta – da quello che capisco discrezionale – circa queste modalità. Vi chiedo quindi un chiarimento su questo passaggio concernente le modalità di erogazione del contributo degli altri due Consorzi.

  PRESIDENTE. Do la parola alla collega Petrucci.

  SIMONA PETRUCCI. Grazie. Noi ci conosciamo ormai da anni sono otto anni che io vi vedo tra comune, poi in Commissione ambiente, quindi la funzione dei vari consorzi la conosciamo abbastanza bene. Ciò che volevo capire era la stima dell'ultimo sommerso, perché poi alla fine si cerca di capire quanto è il rifiuto che non passa attraverso le aziende che la raccolgono. Infatti, poi, le grandi aziende che trattano rifiuti sono soggette ad autorizzazioni particolari, quindi con tutti i relativi monitoraggi, i vari registri che devono tenere per l'ingresso e l'uscita, se si parla di evasione in quel contesto, allora iniziamo ad avere un pochino più di sospetti di altro tipo. Insomma, si parla di realtà dove non vengono registrati i rifiuti in uscita o in ingresso, quindi diventa difficile giustificare tutto il trattamento. Quindi, vorrei sapere di più sul sommerso nella fase iniziale (quanto si pensa non venga raccolto) e qual è la parte nei vari step di procedura (quindi, raccolta, trattamento e smaltimento) dove probabilmente si annida la parte che evade il sistema legale.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per le repliche.

  IGNAZIO CAPUANO, presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI). Ci divideremo, con il direttore di COREPLA, alcune riflessioni. Innanzitutto, vorrei fare una precisazione. Pag. 20Quando noi parliamo di rifiuti – quello di cui si occupa CONAI e i suoi consorzi – sono i rifiuti di imballaggio. Quindi, sono i rifiuti di cui il consumatore si disfa perché si bevuto l'acqua e la bottiglietta per lui è ora diventata un rifiuto. Quindi, noi ci occupiamo di una porzione di quelli che sono i rifiuti. Torno a dire che i rifiuti nel loro complesso in Italia sono 175 milioni di tonnellate: noi ci occupiamo dell'8 per cento di questi rifiuti; questo per dare una dimensione di ciò che è nel nostro potere. Ci piacerebbe poter dare delle risposte perché, forse, se riuscissimo a entrare nel sommerso avremmo risolto i problemi dell'Italia, perché abbiamo non so quanti miliardi di euro di sommerso (scusatemi la battuta).
  Detto questo, noi come funzioniamo? Tutte le aziende in Italia, proprio rispettando quelle che sono le normative (IPR ed altri sistemi), devono necessariamente essere organizzati attraverso consorzi o in modo autonomo per la raccolta dei propri rifiuti di imballaggio sul territorio nazionale: questo noi facciamo. Quindi, chi ci fornisce i rifiuti da imballaggio sono i comuni: noi riceviamo i rifiuti di imballaggio attraverso i comuni; quella è l'attività che noi facciamo. Come descritto per quanto riguarda il consorzio COREPLA, ma ciò si applica anche in modo e in modalità leggermente differente sugli altri consorzi, noi riceviamo questo materiale, che viene rielaborato – quindi, da rifiuto diventa materia prima seconda laddove possibile – e poi riavviato al riciclo. Chi non è in grado di crearsi un proprio un proprio sistema autonomo, arriva al CONAI, deve registrarsi (chiaramente noi facciamo delle verifiche di legge e non facciamo gli investigatori, poiché ciò non è nelle nostre possibilità, né facoltà) e, in funzione delle dichiarazioni che loro fanno, su cui noi facciamo dei controlli ex post sull'imballaggio che viene immesso al consumo da parte loro, essi pagano un contributo. Tale contributo, definito contributo ambientale – Pag. 21CAC – serve a finanziare il costo della raccolta che i comuni sostengono per raccogliere questi rifiuti da imballaggio, che sono essenzialmente rifiuti di natura urbana. Chiaramente noi abbiamo il primo interesse, che è quello di andare a trovare dei contributi, quindi per ogni imballaggio che viene immesso dobbiamo avere dei contributi: che tale imballaggio sia lecito o illecito, alla fine questi rifiuti da imballaggio finiscono sul territorio comunale – nel cassonetto, nel bidoncino o nella spazzatura – e quindi questi rifiuti sono valorizzati da noi per i comuni sulla base del costo che essi hanno sostenuto. Quindi, il nostro interesse è proprio quello di avere il maggior numero di aziende che contribuiscono in modo corretto a questa cosa. Abbiamo una struttura interna che fa queste valutazioni, che fa delle ispezioni – chiaramente in modo statistico – per verificare che ci sia una rispondenza su questi contributi. Questo viene fatto sia a livello CONAI, sia a livello di ogni consorzio di filiera.
  Per quello che a me consta, non abbiamo avuto – si parlava di magistratura, polizia o se noi avessimo avuto delle collaborazioni di qualche natura – non so se noi ne abbiamo avute, perché noi ci occupiamo soltanto di una frazione, che non è quella del rifiuto industriale tossico, che segue delle vie illecite: non è quello il nostro campo di attività, o almeno non mi risulta che lo sia, quindi non saprei come aiutarvi.
  Per quanto riguarda il sommerso, è possibile che vi siano delle aziende che non dichiarano il contributo, che non dichiarano l'imballaggio che immettono: ciò è possibile, per questo dico che non lo so, però noi siamo i primi a voler farci pagare i contributi da tutti perché, chiaramente, questo ridurrebbe il valore del contributo per le aziende che lo pagano (è un po' come il discorso fiscale).

  PRESIDENTE. Io chiedo gentilmente di chiudere. Lei è stato esaustivo, ma noi alle 15 dobbiamo per forza terminare.

Pag. 22

  GIOVANNI BELLOMI, direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Allora, molto velocemente cerco di dare un contributo su alcune domande che sono state poste. Per quanto riguarda il calcolo del contributo ambientale per COREPLA. COREPLA è l'unico dei consorzi ad oggi ad avere 9 diverse fasce di contributo. Queste fasce vengano determinate attraverso quello che noi definiamo «deficit di catena», cioè il costo per andare a trattare ogni singolo imballaggio: quell'imballaggio che è composto da un determinato polimero, in un determinato modo, per noi ha un costo diverso. I costi sono uguali per tutti in raccolta, quindi noi iniziamo ad avere responsabilità nel momento in cui ci viene consegnato il materiale nei centri di selezione, laddove noi eroghiamo 340 euro a tonnellata per un milione e 300 mila tonnellate che ci vengono conferite nei centri di selezione. A quel punto parte la responsabilità di COREPLA, che va a seguire tutto il processo. Noi eseguiamo audit periodici, controlli di qualità e abbiamo dei presidi fissi all'interno dei centri di selezione per verificare che, fatto cento per quello che entra, esce cento dai centri di selezione; di questo cento che esce dai centri di selezione, noi seguiamo tutta la filiera, fino ai riciclatori, ai recuperatori, eccetera e monitoriamo quale quantità di quello viene riciclata, non viene riciclata e dove va a finire. Eseguiamo audit sociali, finanziari ed economici riguardo al personale e riguardo al materiale. Tutte le nostre aziende, quelle di cui parlavo prima – 92 riciclatori piuttosto che 31 centri di selezione – vengono monitorate in maniera costante e questo vale per tutti i consorzi.
  Per quanto riguarda la stima nel sommerso, vale quanto detto dal presidente: meno sommerso c'è e meglio è. Quello che è certo è che noi – ripeto – prendiamo la responsabilità dei rifiuti nel momento in cui ci vengono conferiti dai centri di Pag. 23selezione: se qualcuno raccoglie i rifiuti e non ce li porta, non percepisce i 340 euro a tonnellata – questo è chiaro – ma se ha altri fini e altri scopi, questo noi, purtroppo, non possiamo saperlo.

  CLAUDIA SALVESTRINI, direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO). Io risponderò successivamente nelle segrete stanze. Io dico qui solo una cosa: noi dobbiamo accettare l'iscrizione di qualunque azienda che chiede di essere iscritta; poi, da lì, si fanno una serie di accertamenti, a partire dal legale rappresentante, se è stato incriminato per traffici illegali o se ha avuto dei problemi con incendi e quant'altro. Mi fa piacere che loro non abbiano dei problemi, mentre noi abbiamo dei problemi in evasione, in sommersione, in esportazione e mi consta che, almeno con COREPLA, le piattaforme sono più o meno le stesse. I 300 incendi in Italia sono andati a sostituire i traffici illeciti verso la Cina: non sapendo più dove portare i rifiuti si è pensato bene di bruciarli, però i problemi ci sono e, in quella sede, ve li esporrò, perché il sistema non è migliorato ma è peggiorato e si è perfezionato.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e i loro collaboratori. Purtroppo devo chiudere qui la seduta. Con la direttrice ci aggiorneremo per una nuova convocazione e faremo una seduta secretata.

  CLAUDIA SALVESTRINI, direttore generale del Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (POLIECO). Presidente vi informo già che io dal 29 gennaio al 3 febbraio sono in missione nei Balcani.

  PIETRO LOREFICE. Volevo dire che forse c'è necessità di risentire i presidenti...

Pag. 24

  PRESIDENTE. Sì, questa era una prima audizione.

  PIETRO LOREFICE. Questo perché su alcune cose io ho limitato le domande in base al tempo, ma ci sono molte cose da chiedere.

  PRESIDENTE. A parte che potremmo organizzare anche una missione nelle loro sedi operative, anche per andare a conoscerle e vederle; mi sembra che siano entrambi a Milano e possiamo anche programmarla.

  PIETRO LOREFICE. Ci hanno fornito delle relazioni puntuali e ho visto che hanno fatto cenno, sia per il CONAI che per i singoli consorzi, a dei contributi di vario tipo. Ad esempio, agli inceneritori date pure il contributo? Penso alla parte di sovvallo che va alla fine del sistema.

  PRESIDENTE. Il collega Lorefice ha fatto una domanda, se intendono rispondere.

  GIOVANNI BELLOMI, direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Noi in termini di termovalorizzazione non mandiamo nulla. Tutti i materiali che per noi non sono recuperabili li convertiamo in quelli che chiamiamo combustibile solido secondario, che viene avviato ai cementifici italiani ed esteri. In pratica, non diventa TMB. In quel caso, chiaramente, diamo dei contributi per trattare questi materiali, che vengono trasformati in combustibile solido secondario.

  PIETRO LOREFICE. Per capire, pertanto tutto ciò che non può essere valorizzato o riciclato, lo mandate a un altro impianto che lo trasforma in CSS e da lì poi prende un'altra via?

Pag. 25

  GIOVANNI BELLOMI, direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Non prende un'altra via.

  PIETRO LOREFICE. Va solo ai cementifici?

  GIOVANNI BELLOMI, direttore generale Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Solo ai cementifici! Monitoriamo ogni singolo grammo di materiale che esce.

  PIETRO LOREFICE. Un'ultima cosa, perché il presidente poco fa ha dato una risposta. Al di là della volontà, ci sono i cosiddetti protocolli di legalità che vanno oltre, perciò ogni singolo ente come il vostro può decidere e può fare dei protocolli di legalità con le singole prefetture. Volevo capire se voi avevate messo in campo delle iniziative di questo tipo, laddove si creano in buona sostanza dei sistemi rafforzati di controllo con l'ausilio delle prefetture. Anche le autorità di sistema portuali o altri soggetti, non pubblici o di tipo pubblico-privato, si possono avvalere di questi sistemi.

  IGNAZIO CAPUANO, presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI). Se posso, visto che ci saranno delle altre audizioni, noi possiamo venire più preparati se già avessimo una traccia, anche molto generale, dei quesiti da porre.

  PRESIDENTE. Noi cerchiamo di raccogliere i nostri quesiti e interrogativi; ve li faremo pervenire tramite la segreteria, in modo che voi possiate venire preparati su quegli argomenti tecnici e specifici su cui ognuno di noi vi vuole interrogare.

  SIMONA PETRUCCI. Solo una cosa, una precisazione: si parla di CSS, ma ieri siamo stati alla discarica e al TMB1, Pag. 26quindi le chiedo se tale materiale esce come non rifiuto, se lo mandate direttamente al cementificio?

  IGNAZIO CAPUANO, presidente del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI). End of waste, come combustibile solido secondario.

  SIMONA PETRUCCI. Per evitare confusione con ciò che esce invece dal TMB, che si chiama sempre CSS ma esce come rifiuto per essere bruciato. È importante questa differenza, perché altrimenti dopo facciamo confusione.

  PRESIDENTE. Un attimo, scusate. La collega Auriemma.

  CARMELA AURIEMMA. Presidente, so che il calendario è molto fitto, però, alla luce delle cose delicate che ha riferito e condiviso POLIECO, la gentilezza è di convocarli nuovamente alla prima data utile in modo che noi possiamo approfondire questi aspetti molto importanti.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie a tutti. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.05.