XIX Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Giovedì 27 aprile 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mollicone Federico , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 373 Barzotti e C. 630 Rizzetto, recanti introduzione dell'insegnamento del diritto del lavoro e della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Mollicone Federico , Presidente ... 3 
Calderone Marina Elvira , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Mollicone Federico , Presidente ... 6 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 6 
Piccolotti Elisabetta (AVS)  ... 6 
Mollicone Federico , Presidente ... 7 
Piccolotti Elisabetta (AVS)  ... 7 
Mollicone Federico , Presidente ... 8 
Cangiano Gerolamo (FDI)  ... 8 
Boschi Maria Elena (A-IV-RE)  ... 8 
Mollicone Federico , Presidente ... 9 
Calderone Marina Elvira , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 9 
Mollicone Federico , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FEDERICO MOLLICONE

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che dal resoconto stenografico anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 373 Barzotti e C. 630 Rizzetto, recanti introduzione dell'insegnamento del diritto del lavoro e della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, nell'ambito dell'esame delle abbinate proposte di legge C. 373, Barzotti e C. 630, Rizzetto, in materia di introduzione dell'insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie.
  Saluto e ringrazio il ministro Marina Elvira Calderone, per aver accolto l'invito della Commissione, e le cedo immediatamente la parola per lo svolgimento della relazione introduttiva.
  Saluto il presidente Rizzetto, che è qui accanto a noi. Prego Ministro.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Buongiorno presidente e onorevoli deputati. Grazie di avermi invitato a tenere questa audizione.
  Anche perché i temi di cui oggi ci occupiamo, quindi l'opportunità di confronto che mi concedete su due proposte di legge d'iniziativa parlamentare, è importante perché si tratta di testi di rilievo per le finalità che intendono perseguire. Cioè introdurre nelle scuole secondarie l'insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Esprimo il mio apprezzamento alla Commissione che si accinge ad esaminare queste proposte di legge, sulle quali sono sicura che si arriverà, anche attraverso un dialogo proficuo tra Parlamento e Governo, alla condivisione di un testo che deve essere orientato alla formazione diffusa e alla crescita della cultura della sicurezza, che credo sia parte essenziale dell'educazione civica che deve accompagnare la crescita dei nostri giovani.
  È noto che l'Italia ha un impianto normativo importante in tema di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Le regole ci sono e sono anche sostenute da un apparato sanzionatorio rilevante, mi riferisco in particolar modo al Testo Unico sulla sicurezza che è contenuto nel Decreto legislativo 81 del 2008. Però non possiamo limitarci solo ed esclusivamente agli aspetti legati alla normazione e al contrasto degli abusi, oltre a mantenere alta l'attenzione sul tema è certamente necessario anche un cambiamento di approccio, che deve invece puntare sulla prevenzione e non solo, quindi, sul contrasto degli infortuni nei luoghi di lavoro.
  Anche per quanto riguarda l'attività del Ministero del lavoro e delle politiche sociali questi sono temi assolutamente importanti e strategici.Pag. 4
  A novembre 2022 ho chiesto al presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome di valutare l'opportunità di estendere anche alle regioni l'ambito di applicazione del protocollo di intesa che abbiamo stipulato con il Ministro dell'istruzione del merito, l'INAIL e l'ispettorato nazionale del lavoro, questo per promuovere dei programmi di diffusione della cultura e dei valori della salute e della sicurezza nei luoghi di studio, vita e lavoro.
  Il presidente della Conferenza ha reso noto di aver valutato favorevolmente la proposta, riservandosi un approfondimento successivo.
  Il protocollo dà la possibilità di realizzare delle azioni efficaci di formazione e informazione che sono destinate agli studenti, in particolare a quelli che sono prossimi all'inserimento nel mondo del lavoro o che sono coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, i PCTO.
  A questo riguardo è stato istituito un comitato di coordinamento deputato alla pianificazione, programmazione e monitoraggio delle attività. Abbiamo anche sottoscritto un ulteriore protocollo d'intesa con l'UNICEF, perché altro tema importante è ovviamente la salute e la sicurezza dei minori che lavorano. E questo credo che sia importante da sottolineare, per metterlo in relazione a quelle che sono oggi le proposte di legge che stiamo affrontando.
  Nell'ambito degli incontri che abbiamo tenuto con le parti sociali, abbiamo dedicato uno specifico approfondimento alle tematiche connesse alla cosiddetta alternanza scuola-lavoro. Sono state, in questa occasione, discusse una serie di iniziative relative all'estensione dell'assicurazione INAIL in ambito scolastico e universitario, e alla previsione dei sostegni a favore delle famiglie dei giovani che hanno perso la vita nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. E su questo c'è il nostro impegno specifico a individuare dei percorsi all'interno delle norme di prossima emanazione.
  Venendo alle proposte di legge all'esame di questa Commissione, voglio sottolineare ancora una volta che per me rappresentano iniziative veramente importanti. Perché per la prima volta si intende introdurre in modo strutturato e definito l'insegnamento in materia di sicurezza sul lavoro.
  La formazione costituisce certamente uno strumento culturale indispensabile anche sul fronte della prevenzione, perché coinvolge e responsabilizza i giovani. Per questo merita di avere il giusto spazio nel mondo della scuola e nell'ambito dei programmi scolastici.
  Alcune norme contenute nell'atto C. 373 e nell'atto C. 630 prevedono il coinvolgimento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sia nell'adozione di linee guida per l'insegnamento della cultura della sicurezza sia nell'adozione di specifici decreti attuativi. Con questa norma si attribuisce al Ministero un ruolo importante e delicato sul quale compiremo certamente un attento approfondimento.
  La proposta di legge contenuta nell'atto C. 630, a firma dell'onorevole Rizzetto, prevede l'introduzione dell'insegnamento dei princìpi alla base del diritto del lavoro e della normativa sulla sicurezza nelle scuole secondarie di secondo grado. Su questo è condivisibilissimo l'obiettivo di formare cittadini consapevoli in merito ai diritti e ai doveri e alle tutele che esistono in ambito lavorativo, affinché siano responsabili e attivi nel garantire il rispetto delle regole che sono connesse allo status di lavoratore e di datore di lavoro, grazie a delle basi cognitive solide.
  In questa prospettiva apprezziamo la finalità di far acquisire agli studenti la conoscenza delle principali regole che vigono nel mondo del lavoro, dalla disciplina del rapporto di lavoro alla sicurezza sui luoghi di lavoro in cui si svolge la prestazione lavorativa.
  Sull'aspetto dell'insegnamento della disciplina della sicurezza sui luoghi di lavoro, voglio evidenziare che per trasmettere le relative conoscenze non si può prescindere dal prevedere, altresì, l'insegnamento di elementi di diritto del lavoro, e in particolare i principi costituzionali in materia. A ogni modo sono convinta che l'insegnamento degli elementi del diritto del lavoro fornisca conoscenze che devono necessariamentePag. 5 possedere gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
  D'altronde la nostra Carta costituzionale mette tra i principi fondamentali dell'ordinamento l'articolo 1, secondo cui l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro; ma anche l'articolo 4, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro affermando che lo Stato promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.
  Sono principi che i giovani devono conoscere e comprendere per l'importanza che riveste il lavoro, quale diritto essenziale che riconosce identità, dignità sociale, indipendenza economica, contro ogni forma di emarginazione e quale dovere per concorrere allo sviluppo della società.
  Sono infatti molteplici i diritti riconosciuti al prestatore di lavoro, a cui corrispondono altrettanti obblighi del datore di lavoro. Bisogna dare in quest'ottica una giusta attenzione alla diffusione della cultura del diritto del lavoro e della sicurezza nei curricula scolastici, per assicurare la conoscenza di questi principi fondamentali e le regole in materia di lavoro.
  Mi permetto di segnalarvi che nelle due proposte di legge presentate non si rinviene il riferimento ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IFP) di competenza regionale, che però sono finalizzati all'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione che, ai sensi dell'articolo 1 del Decreto legislativo numero 226 del 2005, rientrano a pieno titolo nel secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, al pari dei percorsi liceali, dell'istruzione tecnica e dell'istruzione professionale. Lo sottolineo anche in considerazione della vocazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale a essere realizzati in modalità duale, in alternanza scuola-lavoro o in apprendistato di primo livello. Precisando, altresì, che dal momento che i percorsi di IFP sono oggetto di finanziamento annuale in favore delle regioni da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'eventuale inclusione di questi percorsi, nella proposta normativa in discussione, non sembrerebbe comportare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
  In linea generale, per quanto riguarda la scelta dei docenti per l'insegnamento della sicurezza del lavoro, non si può non tener conto che la materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è eminentemente tecnica e richiede specifiche e comprovate competenze.
  Voglio, poi, segnalare che l'utilizzo dei laboratori determina per lo studente il riconoscimento dello status, seppur temporaneo, di lavoratore, con l'applicazione quindi di tutte le tutele previste dal Decreto 81 del 2008, in primo luogo la formazione che deve essere svolta da docenti formatori che abbiano i requisiti tecnici previsti dalla normativa attuativa, che è il Decreto interministeriale 6 marzo 2013.
  Per queste ragioni, e per venire incontro alle necessità segnalate dal Ministero dell'istruzione e del merito, è stato stipulato un protocollo d'intesa tra i due Ministeri, l'Ispettorato nazionale del lavoro e l'INAIL, che ha tra i suoi obiettivi quello di garantire l'aggiornamento e il mantenimento della qualifica di docente formatore.
  Occorre inoltre tener conto che nelle scuole superiori, dal triennio in poi, vi è l'obbligo per gli studenti dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, il PCTO, che comporta per la scuola l'obbligo di garantire la formazione generale in conformità all'accordo Stato-regioni del 2011. Questo determina che i docenti abbiano anche la specifica qualifica di docente formatore.
  Nel rendere concrete queste proposte di legge bisogna mettere al centro della riflessione i destinatari dell'intervento, quindi i giovani, e rendere l'insegnamento il più possibile adatto e accessibile alla loro giovane età, valutando anche l'utilizzo di modelli formativi di tipo esperienziale.
  La cultura della prevenzione e della sicurezza, collegata ai principi basilari del rispetto di sé, degli altri e dell'ambiente, si fonda sostanzialmente sulla conoscenza e sull'accertamento dei rischi esistenti negli ambienti di vita e di lavoro e sulla capacità di un soggetto di gestire questi rischi. Si tratta quindi di trasmettere agli studenti la Pag. 6conoscenza di quel complesso di regole dell'ordinamento giuridico che disciplinano i rapporti di lavoro, lo svolgimento delle prestazioni lavorative, nonché il diritto del lavoratore a svolgere la propria attività in sicurezza sotto i profili della salute, dell'igiene e del benessere, nella prospettiva della prevenzione, nella gestione integrata dei rischi professionali.
  Ripeto che sono convinta che insegnare ai ragazzi i principi generali del diritto del lavoro, e la cultura della sicurezza sul lavoro, permetterà di far crescere future generazioni di lavoratori e datori di lavoro con una consapevolezza diversa, non solo del rischio ma anche e soprattutto del diritto alla vita.
  Quindi voglio in ultimo ribadire il mio sostegno alle proposte di legge e la massima disponibilità ad approfondirne i temi e le questioni che sono in questi testi affrontate.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Chiedo se vi sono colleghi che intendano intervenire per porre quesiti.

  VALENTINA BARZOTTI. Grazie presidente.
  Ringrazio la Ministra per essere venuta in questa sede a parlare della proposta di legge, la prima firma è del collega presidente della Commissione lavoro Rizzetto, il che denota comunque una sensibilità sul tema, e anche dalle sue parole siamo contenti di ascoltarla. Diversamente dal Ministro Valditara e della Ministra Bernini, che non sono venuti in questa sede ma si sono fatti sostituire.
  Noi riteniamo che l'attenzione da parte delle istituzioni su questa tematica debba essere altissima. Siamo di ritorno da un congresso di Confsal in cui si è proprio chiesto di inserire l'insegnamento della cultura della sicurezza nelle scuole.
  Il problema, però, è che da un lato ci sono i princìpi generali di diritto del lavoro, ma mi chiedo in particolare a che cosa stiamo facendo riferimento anche allo Statuto dei lavoratori?
  Perché la norma di diritto del lavoro è mutevole nel tempo, quindi imporre un decalogo di princìpi, che bisogna capire quali, forse costituzionali, ma tutto il resto mi sembra un po' fine a se stesso.
  E proprio perché lei, Ministro, ci diceva che è una materia prettamente tecnica quella della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, insegnare norme che possono mutare nel tempo sembra un po' fine a se stesso.
  Diversamente, la cultura della sicurezza, la prevenzione del rischio, la cultura del rischio, da assimilare sin da quando si è più piccoli, è sicuramente qualcosa che può fornire elementi utili e può rendere i lavoratori, ma in generale i cittadini, più consapevoli e più attenti a se stessi sui luoghi di lavoro.
  Perché, poi, il secondo problema, ed è ampissimo, per prevenire gli infortuni bisogna affrontare la questione dei controlli. Lì si apre tutta un'altra pagina di lavoro per voi, ma anche per noi che siamo all'opposizione. Dall'altra parte però prevenire diventa fondamentale.
  Oggi al convegno Confsal c'erano i ragazzi che erano molto interessati, è stato molto bello vederli così attenti a queste tematiche, perché evidentemente sono cose che servono.
  L'INAIL sta facendo il suo lavoro. Sappiamo che ci sono vari protocolli, sin dal 2022, col Ministero del lavoro e con il Ministero della Cultura. Ci sarebbe piaciuto sentire quello che il Ministero della cultura sta facendo su questo fronte, purtroppo non abbiamo avuto questo privilegio. Però, insomma, speriamo che si riesca, e chiediamo a lei che è qui oggi di insistere sull'incardinamento anche in Aula di questa proposta di legge perché è una legge che serve. Grazie.

  ELISABETTA PICCOLOTTI. Grazie mille, Ministra, di essere qui per l'audizione.
  Vorrei chiedere al ministro qualcosa rispetto al tempo che serve per insegnare correttamente la cultura della sicurezza del lavoro e anche gli elementi di diritto del lavoro.
  Glielo chiedo perché io sono molto preoccupata di un atteggiamento del legislatore, e anche di molti Ministeri, che continua a inserire nei programmi scolastici Pag. 7materie, dall'educazione alimentare alla sicurezza sul lavoro, persino noi stessi di Alleanza Verdi Sinistra proponiamo un'ora di educazione sentimentale, e così fanno tutte le forze politiche, come se il tempo scuola fosse infinito e infinitamente estendibile. Mentre invece sappiamo che il tempo scuola purtroppo in Italia è molto ristretto, che il tempo prolungato c'è in pochissime scuole.
  Quindi io credo che noi dovremmo porci il problema di fare spazio a nuove materie, se queste materie vengono inserite, salvo che non si pensi che possono andare a discapito di altri insegnamenti e altre materie. Quindi non vorrei che alla fine questo nuovo inserimento si tramuti in nient'altro che pochissime ore di infarinatura generale di principi costituzionali di diritto del lavoro, o non so che altro, e pochissime ore di infarinatura generale sul tema della sicurezza sul lavoro, che come sappiamo sarebbero del tutto insufficienti rispetto alle necessità. Perché uno dei temi centrali della sicurezza sul lavoro è la conoscenza dei rischi specifici dell'ambiente di lavoro in cui si opera, e sappiamo che gli ambienti di lavoro sono molteplici, diversissimi e quindi sostanzialmente non riassumibili dentro una formazione di carattere generale e di breve durata.
  Quindi io credo che serva una riflessione un po' più profonda, salvo non voler fare un'operazione spot. Ma sul tema della sicurezza sul lavoro credo che le operazioni spot in questo paese non dovremmo metterle in campo.
  La seconda domanda riguarda invece i percorsi di alternanza scuola-lavoro, perché lei ha fatto riferimento più volte nella sua audizione a questi percorsi.
  Ci ha detto che state innovando le modalità di svolgimento dell'alternanza scuola-lavoro inserendo l'assicurazione INAIL per gli studenti e il rimborso per le famiglie i cui ragazzi purtroppo sono state vittime di incidenti sul lavoro.
  Francamente penso che sia davvero poco. Non c'è una riflessione sulla prevenzione e sicuramente un'assicurazione INAIL o un rimborso post incidente non possono essere considerati strumenti di prevenzione.
  Lo dico perché è mia convinzione che naturalmente i percorsi di alternanza scuola-lavoro non siano tutti uguali: ci saranno imprese modello che accoglieranno i ragazzi con tutti i crismi della sicurezza e con il massimo rispetto e – siamo in Italia, non c'è bisogno di sottolinearlo – ci saranno imprese meno attente e meno anche qualitativamente capaci di assicurare queste garanzie, che accoglieranno i ragazzi in un ambiente di lavoro che già di per sé non è sufficientemente sicuro nemmeno per i lavoratori.
  A questo si aggiunga che i ragazzi non sono in condizione di sottrarsi alla specifica indicazione del datore di lavoro che magari contiene dei rischi, mentre un lavoratore può dire io questo non lo faccio, me ne vado, e aprire una conflittualità con il proprio datore di lavoro, lo studente sicuramente non lo farà. E infatti abbiamo visto l'aumentare e il crescere degli incidenti.
  Allora io credo che anche su questo il Governo dovrebbe fare una riflessione più profonda, credo che si debba tornare a mettere al centro l'istruzione e l'attività di tipo laboratoriale nelle scuole, tenere i ragazzi il più possibile in ambito scolastico, e non trasformare una parte dell'istruzione in una parte di lavoro. Tanto che lei ha appena detto che lo studente in alternanza scuola-lavoro assume temporaneamente le caratteristiche di un lavoratore dal punto di vista giuridico.
  Credo che sia un'operazione sbagliata, perché non tiene conto della necessità di formare a tutto campo e del tempo che ci vuole per la formazione degli studenti. Tiene conto più che altro delle esigenze delle imprese, ma come noi sappiamo la formazione dei lavoratori è prima di tutto un compito delle imprese, su cui le imprese devono investire, su cui le imprese devono scommettere e che non deve essere affidato alla scuola e alle risorse destinate all'istruzione. Grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Piccolotti, io non ho capito il quesito qual è.

  ELISABETTA PICCOLOTTI. Il quesito è se stanno riflettendo sull'opportunità di Pag. 8prevedere ulteriori modifiche alla disciplina relativa ai percorsi di alternanza scuola-lavoro e se secondo la Ministra è sufficiente o meno un'infarinatura generale di cultura della sicurezza del lavoro, e quanto tempo secondo la Ministra andrebbe dedicata a questa materia tecnica.

  PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Cangiano, prego. Poi l'onorevole Boschi.

  GEROLAMO CANGIANO. Grazie presidente. Anch'io ringrazio il Ministro per la sensibilità su un tema così delicato.
  In parte condivido la prima analisi della collega Piccolotti, occorre prendere in considerazione quello che stiamo mettendo in campo, rispetto a idee riguardanti ore eccessive nelle nostre scuole. Anch'io ho presentato una proposta di legge volta a rivedere l'educazione civica includendo corsi per i defibrillatori. Quindi credo che sia necessario fare una considerazione più ampia rispetto a questo tema.
  Invece ringrazio il Ministro anche per i suggerimenti utili rispetto agli IFP, che sono sicuramente da prendere in considerazione.
  Inoltre vorrei chiedere al Ministro se ci sono in programma interventi anche imminenti sempre sul settore della sicurezza del lavoro, anche rispetto al Consiglio dei ministri che si terrà nei prossimi giorni sui temi del lavoro. Questa era la richiesta che faccio al Ministro, se da parte sua e del suo Ministero sono allo studio iniziative sempre a tutela della sicurezza del lavoro. Grazie.

  MARIA ELENA BOSCHI. Grazie presidente.
  Soltanto brevi considerazioni alla Ministra in relazione alla sua audizione, per la quale la ringraziamo, anche per l'attenzione riservata alla Commissione.
  Soltanto due precisazioni, onde evitare poi dubbi, perché non vorrei aver fraintesa. Mi pare dalle parole della Ministra che comunque il Governo abbia assicurato supporto all'iniziativa parlamentare proposta dai colleghi, quindi non ci sarà in qualche modo una accelerazione da parte del Governo con l'inserimento in prossimi provvedimenti d'urgenza di parti della proposta di legge che stiamo discutendo, e per la quale si sta svolgendo l'audizione. Questa era semplicemente una rassicurazione, per capire se sarà semplicemente un supporto al percorso parlamentare o se il Governo intende assumere iniziative a breve in questo senso.
  Poi chiaramente è un tema che riguarda non soltanto la Ministra del lavoro ma anche il Ministro Valditara in modo più puntuale, che è quello di come far convivere le varie richieste che arrivano da iniziative parlamentari rispetto alla revisione dei programmi delle ore di studio. L'inserimento di ore aggiuntive compatibilmente con quello che è l'orario scolastico da un lato, con quella che è la richiesta, da sempre, di aumentare magari l'orario scolastico, ma fintanto che rimane questo ovviamente farlo convivere con le materie essenziali che a mio avviso non possono essere compresse più di tanto nella formazione. Perché anche i dati attuali ci parlano comunque, purtroppo, di un percorso nelle scuole secondarie di secondo grado al termine del quale, in base anche i testi INVALSI, circa il 10 per cento della popolazione studentesca non ha raggiunto le competenze di base in italiano, matematica e inglese.
  Quindi comunque il problema ce lo dobbiamo porre, e a mio avviso anche il tema di come coordinare le nostre iniziative legittime a livello parlamentare con quello che già è previsto dalla legge attualmente, e soprattutto con l'autonomia scolastica. Perché alcune cose forse devono essere rimesse alla programmazione, ora non riguarda specificamente la proposta di cui discutiamo oggi, ma chiaramente dobbiamo cercare di far convivere esigenze diverse.
  Quindi capire anche a suo avviso, un po' come chiesto anche dall'onorevole Piccolotti, come possono essere compatibili con le proposte che stiamo facendo, anche se, ripeto, non è solo di sua competenza la materia, altri Ministeri dovrebbero rispondere su questo.
  Un'ulteriore precisazione. Lei nella sua audizione ha parlato delle tutele che il Pag. 9Governo intende introdurre e ampliare per accompagnare il percorso dell'alternanza scuola-lavoro, che a nostro avviso rimane invece uno strumento importante da meglio presidiare, ovviamente garantendo anche dei controlli appropriati e delle forme sicuramente che possano al meglio garantire agli studenti che sia un percorso anche di formazione e di crescita, di apprendimento, ma senza eliminare quello che secondo noi è uno strumento importante di dialogo tra l'istruzione e il mondo del lavoro, non l'unico ma uno strumento importante.
  Immagino sia implicito, ma segnalo alla Ministra che oltre all'alternanza scuola-lavoro ci sono già altre forme previste, e mi chiedo se anche su quello il Governo intenda agire con delle tutele particolari. Perché purtroppo la maggior parte delle vite degli studenti che abbiamo perso, in un percorso legato a quello scolastico lavorativo, erano più collegati agli stage che non all'alternanza scuola lavoro, quindi tecnicamente erano in un percorso di stage. Questo lo dico non tanto per rimarcare la differenza in termini di principio, quanto per capire se anche su quello si interviene eventualmente con le tutele che voi avete in questa sede annunciato specificamente con riguardo all'alternanza scuola-lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego Ministro, può svolgere la sua replica.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie agli onorevoli per le loro sollecitazioni.
  Io partirei da un dato, io ho fatto riferimento nel mio intervento a ciò che avviene nell'ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Però nel momento in cui ho detto che stiamo lavorando anche per sottoporre a tutela antinfortunistica i ragazzi che frequentano i regolari corsi scolastici, ho detto che stiamo lavorando anche per definire una linea di indennizzi per quelle famiglie che hanno perso i loro figli. Non li perdono solo ed esclusivamente per ciò che avviene nell'ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro o degli stage, ma purtroppo invece tanti decessi avvengono in ambito scolastico.
  Questo mi serve dirlo per riportare anche al tema posto dall'onorevole Barzotti, cioè il fatto di dare giusta dimensione a quello che deve essere l'impegno nell'insegnamento della sicurezza sul lavoro nell'ambito scolastico. Perché è vero che il tema della sicurezza sul lavoro si declina anche in una serie di misure che sono commisurate al rischio specifico, a cui è sottoposto il lavoratore in un determinato contesto. Però è anche vero che esistono tutte una serie di condizioni di rischio, che poi vengono definiti rischi generici, che invece attengono alla necessità di avere un'attenzione specifica per la sicurezza in generale.
  E allora se i nostri figli, o nel mio caso ormai i nostri nipoti, sono esposti a rischi anche nell'ambito di quella che è la normale attività scolastica, io credo che sia importantissimo integrare nei percorsi di studio la conoscenza di quelle che sono le condizioni e soprattutto gli elementi fondamentali della cultura della sicurezza sul lavoro.
  Certamente nell'ambito di un percorso di questo tipo non dobbiamo creare una formazione per un responsabile del servizio di prevenzione e protezione, non è quella credo la finalità che si pongono le due proposte di legge. Ma oggi investire sulla piena consapevolezza di quelle che possono essere invece le condizioni di rischio, credo che sia importante. Perché, se insegniamo a un ragazzo ad avere attenzione per alcune situazioni particolari, poi quella cultura che gli trasmettiamo a scuola la porterà a casa, la maggior parte degli infortuni avvengono in ambito domestico e sono infortuni altamente invalidanti perché si disconoscono quelli che sono i rischi specifici.
  Quando si parla di cultura della sicurezza secondo me si dà un insegnamento ampio che esula da quella che è invece la definizione di un rischio specifico.
  Questo lo dico perché sono consapevole del fatto (e avete ragione) che poi bisogna incastrare o perlomeno rendere compatibile tutti gli insegnamenti con quello che è Pag. 10un percorso scolastico che deve portare anche all'acquisizione di conoscenze che sono legate ovviamente a un piano di studi. Però ci sono, a mio avviso, tutti gli elementi che ci possono portare a dire che non solo questo insegnamento è compatibile ma è doveroso, perché altrimenti dovremmo solo ed esclusivamente ragionare quando si verificano delle situazioni che poi ci fanno piangere, dei ragazzi che magari hanno avuto degli infortuni gravissimi o anche mortali.
  In questo però, onorevole Barzotti, io sono convinta che i principi generali del diritto del lavoro si coniughino bene. Certamente anche in questo caso non abbiamo l'ambizione, e non dovremmo avere l'ambizione, di incardinare un insegnamento di diritto del lavoro che porti ovviamente a un numero di ore di insegnamento che siano eccessive, rispetto a quelle che sono le finalità che invece potrebbero essere perseguite con questa azione. Però anche solo insegnare quelli che sono i principi fondamentali della Costituzione, spiegare chi è lavoratore e chi non lo è, l'articolo 2094 del codice civile che dice chi è prestatore di lavoro subordinato oppure chi è un prestatore di lavoro autonomo, credo che serva anche per insegnare ai ragazzi quelle che sono poi delle nozioni che potranno essere utili loro anche nel definire quella che sarà un domani una scelta lavorativa. Io non li vedo incompatibili.
  Quante ore specificamente dovrebbero essere assegnate a questa attività?
  Qui la penso come l'onorevole Boschi, non compete a me, credo che sia frutto di un'attenzione che deve essere assegnata da altro Ministero, che invece ha competenza specifica, la valutazione di quanto può essere l'impatto e la modalità con cui si affronta un insegnamento di sicurezza sul lavoro e di diritto del lavoro.
  Sulle iniziative in corso confermo all'onorevole Cangiano che il tema della sicurezza per noi è un tema assolutamente importante. Abbiamo un'attenzione su quello che è il mondo della scuola, perché oggi i giovani per esempio non sono assicurati per l'attività che fanno in ambito scolastico ai fini antinfortunistici, se non per l'attività laboratoriale o per l'attività che viene svolta nelle palestre, per il resto le famiglie invece stipulano delle assicurazioni che sono delle assicurazioni private.
  Per quanto riguarda ciò che ho detto con riferimento al percorso di alternanza scuola-lavoro, quando ho detto che il giovane in alternanza viene definito lavoratore. Ovviamente è un contesto tecnico come riferimento alla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, quindi al Decreto legislativo 81 del 2008. Per quello è prevista una copertura assicurativa ai fini antinfortunistici che è assimilabile a quella dei lavoratori. Ma in quanto ovviamente è necessario dare una copertura a tutte quelle casistiche che si possono verificare nel momento in cui il giovane accede ai luoghi di lavoro.
  Ma non mi priverei mai della possibilità di consentire a un giovane di capire e di vedere con i suoi occhi come funziona un'azienda e fare un'esperienza di contatto con il mondo del lavoro reale. Certamente bisogna creare le condizioni affinché tutto questo avvenga in sicurezza, siano impartite al giovane tutte quelle che sono le istruzioni necessarie per comprendere quali sono i rischi generici e specifici che potrebbero verificarsi in quel contesto, e ovviamente non deve essere lasciato solo ma invece deve essere assistito costantemente dalla figura del tutor. Anche su questo c'è ovviamente l'importanza di un percorso di accompagnamento che deve essere fatto anche col tutor scolastico.
  Credo che sia importante anche manifestare attenzione a tutto il tema degli stage, perché certamente anche quello è un contesto in cui dobbiamo, ai fini di quelle che sono le materie che trattiamo oggi, porre la massima attenzione ai temi della salute e della sicurezza.
  Però, ecco, se mi consentite, io credo che queste due proposte di legge vadano sostenute, ho detto che lo facciamo sostenendo le iniziative parlamentari. Per il momento non prevediamo come Governo di intervenire direttamente, perché riteniamo che questo percorso possa essere un percorso assolutamente valido e utile. E poi ovviamente si valuterà quali saranno le Pag. 11modalità con cui vorrete proseguirlo. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il ministro per il suo prezioso contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.45.