XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 14 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro delle Imprese e del made in Italy , Adolfo Urso.
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 3 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Lorefice Pietro  ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Rando Vincenza  ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 8 
Petrucci Simona  ... 8 
Morrone Jacopo , Presidente ... 8 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 8 
Morrone Jacopo , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy , Adolfo Urso.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ringrazio della presenza. Il Ministro Urso è accompagnato dal dottor Federico Eichberg, capo di gabinetto.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. L'audizione odierna rientra nell'ambito di un programma di audizioni deliberato dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 25 ottobre scorso, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulle materie oggetto di inchiesta ai sensi della legge istitutiva della Commissione (legge 10 maggio 2023, n. 53).
  In particolare, ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche.
  La Commissione intende inoltre acquisire elementi di conoscenza utili alla verifica della sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti, ovvero alle attività di bonifica dei siti inquinati poste in essere da parte di soggetti pubblici o privati, a seguito del mancato rispetto della normativa vigente in materia ambientale.
  Da ultimo, con particolare riguardo all'audizione odierna, la Commissione è interessata a indagare sull'esistenza di attività illecite nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, commesse anche attraverso sofisticazioni e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettature e di marchi di tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero, anche ai fini dell'aggiornamento e del potenziamento della normativa in materia di reati agroalimentari, a tutela della salute umana, del lavoro e dell'ambiente, nonché del contrasto del traffico illecito di prodotti con marchio made in Italy contraffatti o alterati.
  Cedo dunque la parola al nostro ospite per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento, iscrivendosi presso la presidenza. Grazie, signor Ministro.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Grazie a lei, presidente, e ai commissari che sono qui presenti in Pag. 4questa significativa e importante Commissione bicamerale che, con la legge istitutiva del 10 maggio di quest'anno, ha ampliato anche la propria attività, adeguandola alla realtà della situazione su cui si indaga. Personalmente, ho subito aderito alle richieste della Commissione, per quanto possibile e compatibilmente con la mia agenda, perché sono ben consapevole del ruolo svolto dalle Commissioni bicamerali, avendo partecipato prima e poi presieduto il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che qualche volta si è riunito anche in quest'aula durante gli anni della scorsa legislatura.
  Con riferimento specifico alle competenze della Commissione, il Ministero delle imprese e del made in Italy è competente, innanzitutto, su alcuni temi legati all'economia circolare e alle politiche per lo sviluppo sostenibile – particolarmente significativi in questa fase per la nostra Europa – e sul contrasto alla contraffazione e all'Italian sounding, soprattutto con riferimento ai prodotti agroalimentari che prima venivano citati, di competenza della direzione generale per la tutela della proprietà industriale e dell'ufficio italiano brevetti e marchi del nostro Dicastero (una questione, questa, importante soprattutto per il nostro Paese).
  Ferme restando le competenze del Ministero dell'ambiente e dell'energia, su cui ha peraltro già riferito in audizione lo scorso 14 novembre il Ministro Pichetto Fratin, il nostro Ministero sostiene pienamente l'ottimizzazione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti da imballaggio e nelle medesime attività riguardanti i rifiuti radioattivi, ambiti in cui, forse, più di ogni altro, è prioritaria l'affermazione della legalità per un contrasto deciso ai traffici delle mafie.
  Come è noto, e come confermato dal recente rapporto di Assoambiente «L'Italia che Ricicla – 2023», il nostro Paese risulta all'avanguardia nel riciclo dei rifiuti e, in particolare, nel recupero degli imballaggi. L'Italia rientra tra i 9 paesi dell'Unione europea considerati virtuosi, cioè in grado di raggiungere gli obiettivi fissati in ambito comunitario per il 2025.
  Lo scorso anno, nel 2022, infatti, il tasso di riciclo dei rifiuti urbani si è attestato in Italia a quota 51,4 per cento, ossia poco sotto l'obiettivo dell'Unione europea del 55 per cento. Il risultato migliore l'Italia lo ha realizzato nel riciclo degli imballaggi, con un livello, nell'ultimo anno, del 72,8 per cento, cioè in misura decisamente più elevata rispetto alla quota, pari al 65 per cento, stabilita dall'Unione europea per il 2025. Quindi, noi abbiamo già superato, almeno per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi, la quota che è stata prefissata dall'Unione europea per il 2025: siamo un Paese leader, all'avanguardia. In termini quantitativi, nel corso del 2022, il nostro Paese ha riciclato ben 10 milioni e 400 mila tonnellate di rifiuti nel settore degli imballaggi.
  Accanto a ciò, tuttavia, vanno evidenziate le attività illecite che coinvolgono il mercato dei rifiuti.
  Secondo l'ultimo rapporto «Ecomafia 2023», a cura di Lega Ambiente, i reati contro l'ambiente sono stati 30.686, cioè lo 0,3 per cento in più rispetto al 2021; mediamente, si compiono 84 reati al giorno; a questi si aggiungono i dati sugli illeciti amministrativi (67.030), che sono aumentati, quindi, del 13 per cento. In totale, quindi, si tratta di quasi 100 mila violazioni delle norme a tutela dell'ambiente.
  Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono, in ordine di grandezza, le tre principali filiere su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti. Relativamente al ciclo illegale dei rifiuti, nel corso del 2022 gli illeciti penali sono risultati pari a 5.606, a fronte di 6.087 persone denunciate. Seppure in calo rispetto agli anni precedenti, aumentano le richieste in cui viene contestata l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, pari a 268 a fronte delle 151 del 2022.
  La Campania si conferma al primo posto per numero di reati contro l'ambiente: 4.020, cioè il 13,1 per cento del totale nazionale, seguita dalla Puglia con 3.054 reati, dalla Sicilia con 2.905 reati, dal Lazio con 2.642 reati. Prima regione del Nord è la Lombardia, sesta sul totale nazionale con Pag. 52.141 infrazioni penali seguita dalla Toscana.
  Il rapporto di Legambiente suggerisce un doppio binario di intervento: da un lato è necessario rafforzare le attività di prevenzione e di controllo nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse stanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza; dall'altro occorre mettere mano a livello europeo a un quadro normativo condiviso, con cui affrontare una criminalità organizzata ambientale che supera i confini.
  Tra le iniziative normative più recenti in tema di smaltimento di rifiuti, ricordo il decreto-legge del 9 dicembre del 2023, cioè il recente decreto-legge (cosiddetto decreto-legge Energia) contenente disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi eccezionali dell'alluvione verificatasi a partire dal primo maggio 2023. Per quel che rileva in questa sede, segnalo, infatti, la previsione relativa alle misure urgenti in materia di infrastrutture per il decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi.
  La norma proposta dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è finalizzata a favorire il raggiungimento di una soluzione condivisa per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi all'interno di un parco tecnologico, destinato ad accogliere i rifiuti radioattivi generati da attività pregresse di impianti nucleari e similari nel territorio nazionale.
  Per il raggiungimento di questo obiettivo si interviene apportando alcune modifiche e integrazioni al citato Titolo III del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, per quanto concerne in particolare la procedura di localizzazione del deposito nazionale.
  A tal fine è prevista un'estensione del perimetro delle attività operative di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico da svolgersi nel parco tecnologico, includendo anche quelli inerenti allo smaltimento dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato. La Sogin SpA avrà l'onere di effettuare le indagini tecniche sulle aree incluse nella Carta nazionale delle aree autocandidate (CNAA), che quindi possono anche predisporre le proprie candidature.
  Per quanto riguarda il secondo ambito di impegno del nostro Ministero, quello della contraffazione e dell'Italian sounding, essi colpiscono fortemente, purtroppo, tutti i settori del made in Italy, causando gravi rischi per le imprese, minacce per la salute, per la sicurezza dei consumatori e per l'ambiente.
  Il Ministero delle imprese e del made in Italy è impegnato attivamente nella definizione e l'attuazione di politiche, iniziative e strategie anticontraffazione progettate in base ai risultati di analisi e studi sull'impatto e sulle caratteristiche del fenomeno a livello nazionale e internazionale.
  A tal riguardo appare opportuno ricordare che, di recente, con il decreto-legge n. 34 del 2019, convertito con la legge n. 58 del 2019, sono state ampliate le competenze dell'allora Consiglio nazionale anticontraffazione istituito presso il nostro Dicastero, che, nella nuova denominazione di Consiglio nazionale per la lotta alla contraffazione e all'Italian sounding, vede esteso il raggio di azione al contrasto alla falsa evocazione dell'origine italiana dei prodotti.
  L'attuale Consiglio, insediatosi il 26 ottobre scorso, sulla scia del lavoro svolto nel precedente mandato, in cui l'agroalimentare era stato individuato come uno dei quattro settori prioritari di intervento nella politica nazionale anticontraffazione, potrà indirizzare le proprie azioni di prevenzione, contrasto e repressione anche in tale settore.
  Con particolare attenzione alla crescente diffusione del fenomeno contraffattivo on line, nell'ambito di un processo di coesione ampio e condiviso di tutela delle produzioni nazionali, finalizzato a mettere insieme le diverse competenze istituzionali e riconoscendo, quindi, nella prevenzione il principale strumento a tutela del made in Italy, dobbiamo far presente anche un nuovo impegno assunto dal Ministero in collaborazione con il Ministero dell'agricoltura, Pag. 6della sovranità alimentare e delle foreste, e con il Ministero degli esteri, volto a pervenire a un accordo con Amazon per la tutela del comparto agroalimentare e dei settori maggiormente rappresentativi delle eccellenze italiane, nonché orientato al contrasto alla contraffazione.
  L'accordo, nello specifico, risulta in linea con il lavoro di tutela dei diritti di proprietà industriale on line avviato in ambito CNALCIS (questa è la sigla del nuovo Consiglio nazionale per la lotta alla contraffazione e all'Italian sounding) nel 2022, che ha visto il rafforzamento della cooperazione con i principali intermediari del web, giungendo all'elaborazione di un documento congiunto su azioni e strumenti che vengono adottati nelle prassi quotidiane di contrasto e prevenzione della contraffazione on line, anche al fine di individuare nuove sinergie di lotta alla contraffazione.
  Tali profili di collaborazione pubblico-privato, nonché il maggiore coinvolgimento delle forze dell'ordine per l'azione di enforcement, troveranno un'accelerazione con l'applicazione delle novità introdotte dal regolamento europeo sui servizi digitali, il cosiddetto Digital Service Act, approvato dal Parlamento europeo nel luglio del 2022 e finalizzato a normare il mondo digitale attraverso la creazione di un sistema di regolamentazione, finalizzata a mantenere il giusto equilibrio tra libertà di impresa e tutela dei diritti di proprietà intellettuale, con l'obiettivo di proteggere al meglio i consumatori e i loro diritti fondamentali on line, istituendo un quadro efficace e chiaro in materia di trasparenza e responsabilità delle piattaforme on line in un lavoro sinergico con amministrazioni pubbliche e forze dell'ordine.
  Un altro importante passo avanti nelle politiche anticontraffazione è rappresentato dal disegno di legge made in Italy che, attualmente, è in seconda lettura presso il Senato della Repubblica, il cui voto finale attendiamo e ci auguriamo che avvenga entro la fine di quest'anno. Il disegno di legge sul made in Italy reca disposizioni organiche per valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza, le bellezze storiche e artistiche e le radici culturali nazionali come fattori da preservare e trasmettere per la crescita dell'economia del Paese, prevedendo una serie di misure e iniziative volte a incentivare il sistema imprenditoriale di eccellenza italiana con l'obiettivo di dotare il nostro made in Italy di nuove risorse, competenze e tutele.
  In questo disegno di legge è stato dato ampio spazio alle azioni di lotta alla contraffazione, introducendo modifiche del sistema sanzionatorio e del codice di procedura penale in materia, iniziative di formazione specifica e l'istituzione della Giornata nazionale del made in Italy, che si terrà, a cominciare dal prossimo anno, il 15 aprile di ogni anno nella giornata di Leonardo, al fine di celebrare la creatività e l'eccellenza italiana presso le istituzioni, le scuole, i luoghi di produzione e anche di riconoscerne il ruolo sociale, il contributo e lo sviluppo economico e culturale della Nazione e del suo patrimonio identitario; giornata nazionale del made in Italy che, ovviamente, si svolgerà in Italia e, ovunque sia possibile, all'estero.
  Il capo III di questo disegno di legge – ormai in corso di approvazione al Senato, in quanto la Camera ha già provveduto – prevede disposizioni in materia di organizzazione degli uffici giudiziari con lo scopo di favorire la specializzazione dei magistrati sulla lotta alla contraffazione, formazione specialistica degli operatori della giustizia, sanzioni amministrative per l'acquisto e l'introduzione di merci contraffatte, vendita di prodotti industriali con segni mendaci al fine di evitare possibili zone di impunità, distruzione delle merci contraffatte oggetto di sequestro in un'ottica di semplificazione, revoca o diniego del permesso di soggiorno nei riguardi di chi abbia commesso reati di contraffazione.
  Per il settore agroalimentare, tra l'altro, il disegno di legge prevede la costituzione di una commissione composta dal nostro Ministero, dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e dal Ministero della Salute, per redigere le linee guida al fine di identificare le lavorazioni di particolare qualità, in lineaPag. 7 con l'intento di combattere l'Italian sounding.
  La valorizzazione e la protezione dei diritti di proprietà industriale dalla contraffazione passano anche attraverso la conoscenza di strumenti e tecnologie innovative per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e il contrasto delle violazioni, tanto più che ormai, molto spesso, la vendita è attraverso il sistema on line.
  In tale direzione il Ministero ha rinnovato a ottobre il protocollo d'intesa con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il protocollo prevede, tra l'altro, il riavvio e la promozione dello sportello tecnologia anticontraffazione, un servizio di assistenza rivolta alle imprese del sistema produttivo nazionale al fine di orientare su metodologie, strumenti, applicazioni e tecnologie innovative di contrasto alla contraffazione. Si segnala, inoltre, la fattiva collaborazione sinergica con la Guardia di finanza per la gestione della linea diretta anticontraffazione, un servizio gratuito per i consumatori e le imprese di assistenza e informazione sugli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente in caso di violazioni di diritti di proprietà industriale, anche al fine di consentire l'attivazione di procedure di contrasto a livello nazionale e internazionale.
  Questo impegno si configura come ulteriore strumento di tutela e, quindi, di valorizzazione del made in Italy, agendo in diretto collegamento con le autorità di polizia.
  Ho così rappresentato i due ambiti specifici in cui il Ministero è più attivo con riferimento alle tematiche trattate dalla vostra Commissione e, ovviamente, sono disponibile a collaborare con la Commissione sulla base delle indicazioni che eventualmente farete al Parlamento e, quindi, al Governo, come conclusione dell'indagine che state svolgendo e, comunque, in ogni caso, perché si possa meglio tutelare la valenza specifica che contraddistingue il made in Italy nel mondo, cioè la sua produzione di qualità e di eccellenza, che noi abbiamo riconosciuto anche nel cambio di denominazione del Ministero, che appunto si chiama Ministero delle imprese e del made in Italy.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per la sua relazione. Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire. Prego, senatore Pietro Lorefice.

  PIETRO LOREFICE. Grazie, presidente. Grazie al Ministro per la relazione. Io cerco, nei limiti del possibile, di chiedere anche al Ministro qualcosa che non è proprio centrato al tema odierno, ma è legato molto alle attività della Commissione. Parliamo delle ex aree industriali, perciò delle aree di crisi industriale complessa, ai sensi della legge n. 181 del 1989, di competenza diretta del Ministro, nata per – come si suol dire – riparare a danni legati al risanamento di aree dove insistevano stabilimenti petrolchimici, o comunque industrie impattanti; perciò c'è un legame chiaro, diretto e intimo, con la devastazione dei territori immolati sull'altare dell'industrializzazione anche pesante. Pertanto, lo Stato, nei vari comparti, con i vari Ministeri – oltre al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica – ha in capo, sul suo Ministero, il rilancio, la bonifica e comunque la disposizione di risorse a tutti quei territori e a quelle aziende che vogliono investire in miglioramenti produttivi tarati sul miglioramento ambientale.
  Pertanto, chiedo al Ministro, alla luce di ciò, anche con le innovazioni fatte alla legge n. 181 del 1989, che abbiamo fatto di recente, alla fine della scorsa legislatura, pur essendo Invitalia il player principale che segue la tematica, chiedo a lei, come si sta muovendo il Ministero, quali risorse pensa di aggiungere o fare aggiungere nel corso di questa legislatura per ridare slancio e tutelare l'ambiente in quei territori.

  PRESIDENTE. Do ora la parola alla senatrice Rando.

  VINCENZA RANDO. Grazie, Ministro. Due cose: intanto, c'è un dato relativo a quanto incida, rispetto ai reati della filiera agroalimentare, la criminalità organizzata rispetto alla criminalità comune? L'altra Pag. 8domanda riguarda i controlli preventivi: c'è un pensiero su tali controlli, posto che si è parlato anche di aumentare le sanzioni sul tema per esempio dei controlli sanitari, o sul tema dell'agroalimentare? C'è un pensiero anche rispetto a tutti i professionisti che possono dare una mano in tema di controlli preventivi – penso, per esempio, ai veterinari – sull'agroalimentare?

  PRESIDENTE. Do ora la parola alla senatrice Petrucci.

  SIMONA PETRUCCI. Grazie, Ministro. Un plauso, in realtà, su quello che ha ci detto, ovvero in merito a ciò che si è concretizzato con questo Governo. Mi riferisco alla collaborazione fra i diversi Ministeri perché è importantissimo che questa realtà venga esaminata da più punti di vista, quindi non solo quello delle imprese, non solo da quello ambientale, non solo da quello dell'agricoltura, ma anche riuscendo, in un certo modo – lo si vede anche da noi, al Senato, laddove stiamo esaminando ora il decreto sul made in Italy – a sviluppare la possibilità di fare dei monitoraggi, portando i risultati di questi monitoraggi a conoscenza di tutti i Ministeri. Questo è importantissimo, altrimenti abbiamo sempre e solo dei dati isolati, dei dati che vengono estrapolati ed esaminati solo da alcuni comparti, senza mai riuscire a metterli in confronto tra loro. Quindi, grazie per quello che è stato fatto, sia con il decreto sul made in Italy, ma anche con i buoni propositi che si sono dati questi Ministeri.

  PRESIDENTE. Non mi sembra ci siano altre domande. Io volevo semplicemente complimentarmi anche per la data del 15 aprile 2024, come la Giornata del made in Italy. Coglieremo l'occasione, come Commissione – adesso ascolterò anche le idee dei capigruppo – per fare, eventualmente, anche noi un'attività che possa andare in linea con l'indicazione del Ministero e del Ministro. Quindi, ancora congratulazioni.
  Poi, scambiando due chiacchiere e aspettando che finisse l'Aula, ho evidenziato un'esperienza personale laddove, confrontandomi con alcuni imprenditori che sono parte del made in Italy, la cosa che essi sottolineano è l'italianità dei nostri prodotti, che può essere utile e anzi necessaria per battere la concorrenza europea e mondiale: è quindi un valore aggiunto. Quindi, grazie al suo Ministero per quello che potrà fare. Lascio ora la parola al Ministro per rispondere alle altre domande.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Diciamo che questo Governo, essendo un Governo di natura politica, nato sulla base di un programma presentato agli elettori, ha sicuramente la possibilità di agire in maniera più coesa – perché condivide le basi programmatiche su cui agisce – tra i diversi Dicasteri e, nel caso specifico, tra i Dicasteri che hanno un'incidenza (quindi, sicuramente, quello dell'Interno, dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ovvero quello competente nel settore agroalimentare o nel settore della sanità). Penso che questo sia comunque utile all'efficacia delle azioni che poi svolgiamo, ciascuno per le proprie competenze.
  In merito ai dati che venivano sollecitati, faccio riferimento a quello che ho detto prima in merito al rapporto «Ecomafia» di Legambiente, al fatto, cioè, che i reati contro l'ambiente sono stati oltre 30 mila – per l'esattezza, 30.686 – in leggero incremento rispetto al 2022. Questo, ovviamente, ci deve motivare ad agire in maniera sempre più concreta, anche nella fase ovviamente repressiva, ma – io dico – nella fase preventiva, che è quella, poi, su cui il nostro Ministero può e deve agire insieme al sistema delle imprese del nostro Paese.
  In merito alla legge n. 181 e, più in generale, all'utilizzo delle risorse del nostro Dicastero, dico che la legge n. 181, tra l'altro, l'abbiamo utilizzata, anche estendendola, prima con riguardo alle imprese delle zone alluvionate dell'Emilia-Romagna e poi, recentemente, alle imprese delle zone alluvionate della Toscana, essendo uno strumento che ci può consentire di venire incontro soprattutto rispetto a quelle aree alluvionate che, di fatto, sono state definite, grazie a questa estensione, aree di crisi industriale complessa, per consentire un Pag. 9migliore utilizzo delle risorse al fine della ricostruzione del tessuto produttivo minacciato dalle alluvioni.
  In merito, in generale, alle aree industriali dismesse, un'altra azione che il nostro Dicastero ha fatto, d'intesa con Invitalia e con le regioni, è quella di mappare le aree industriali del nostro Paese che possono essere ben utilizzate da coloro che vogliono investire nel nostro territorio. Stiamo, cioè, creando una mappa nazionale, specifica anche per settori, delle aree industriali – d'intesa con le varie regioni, ovviamente, attraverso gli strumenti di Invitalia – da offrire a chiunque si presenti al nostro Dicastero; poi, saranno mappe che sarà possibile visionare sul sito del Ministero per chiunque voglia realizzare degli investimenti, perché sono mappe che, con le regioni e con Invitalia, rispondono a dei criteri di insediamento industriale; questo per meglio organizzare il nostro territorio.
  Inoltre, voglio far notare che le risorse che noi abbiamo deciso di incrementare sia per quanto riguarda la manovra economica in corso di approvazione, sia con la manovra aggiuntiva che siamo riusciti a realizzare – e non è stata una cosa facile – nella riprogrammazione dei fondi del PNRR attraverso lo strumento del REPowerEU, sono state indirizzate – e ve le enucleo – interamente a investimenti delle imprese nella tecnologia green e digitale. In manovra, per quanto riguarda le competenze del mio Dicastero e delle imprese – tra l'altro, anche con qualche modifica in corso d'opera – noi destineremo un miliardo in più alla microelettronica, un miliardo in più ai programmi PSC, un miliardo in più ai contratti di sviluppo (in origine erano 400 milioni ma con l'emendamento depositato saranno portati a un miliardo), 320 milioni al Fondo per la sostenibilità, che in realtà è un fondo che ci servirà di finanziare nel 2024-25 (quindi è la fase iniziale). Ovviamente, poi, penso ai tre provvedimenti collegati: l'uno alle nuove tecnologie di frontiera e, di conseguenza, anche all'intelligenza artificiale, alla blockchain, al metaverso e alla meccanica quantistica; l'altro alla space economy e il terzo alla blue economy (il Fondo per la sostenibilità).
  Poi abbiamo destinato – questo però riguarda il Mezzogiorno – un miliardo e 800 milioni alla Zes (Zona economica speciale) unica del Mezzogiorno e in più altre risorse per la Legge Sabatini. Ancora più significativa, a tal fine, è la manovra aggiuntiva che riusciremo a fare, grazie alla riprogrammazione dei Fondi del PNRR, attraverso lo strumento del REPowerEU, che è destinato appunto alla sostenibilità ambientale. Noi, da questa riprogrammazione, siamo riusciti a ottenere 12 miliardi e 400 milioni di euro in più per le imprese: 2 miliardi e 800 milioni di euro al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che saranno tutti destinati alle misure per l'autoconsumo energetico attraverso fonti rinnovabili delle imprese agricole; 9 miliardi e 300 milioni di euro andranno direttamente al mio Dicastero, che così incrementa da 27 miliardi di euro – qual era la sua dotazione iniziale – a quasi 37 miliardi di euro le risorse del PNRR e del REPowerEU, che saranno quindi utilizzabili nei prossimi due anni, cioè nel 2024 e 2025.
  Questi 9 miliardi e 300 milioni di euro che la Commissione ci ha concesso sulla base delle nostre proposte di riprogrammazione – per essere chiari e per capire dove ci orientiamo – saranno destinati tutti al piano di Transizione 5.0 delle imprese, che, tra risorse europee così programmate e risorse nazionali già in bilancio, ci consentiranno di utilizzare 13 miliardi di euro nei prossimi due anni per Transizione 5.0, cioè per gli investimenti in tecnologie green delle imprese ai fini del miglior efficientamento energetico delle medesime imprese. A questi si devono aggiungere 2 miliardi e mezzo di euro – di questi fondi europei – che si aggiungeranno al miliardo di euro del bilancio nazionale per i contratti di sviluppo; di questi 2 miliardi e mezzo di euro per i contratti di sviluppo, 2 miliardi devono essere destinati in maniera specifica alle imprese che produrranno tecnologia green, cioè ad imprese che produrranno batterie elettriche, pannelli fotovoltaici e impianti eolici; un altro mezzo miliardo – sempre di fondi europei – andrà Pag. 10invece ai contratti di sviluppo sugli asset strategici.
  Vi è, poi, una misura particolarmente specifica per le piccole e medie imprese, sempre di queste risorse, attraverso il PNRR – o meglio, attraverso il REPowerEU – per un totale di 320 milioni di euro, in questo caso a fondo perduto, per le piccole e medie imprese che realizzeranno impianti di energie rinnovabili ai fini del proprio consumo industriale. In pratica, le risorse in manovra che vi ho enucleato, in gran parte destinate a questo e, soprattutto, le risorse che ci giungono attraverso questo nuovo canale del REPowerEU, che utilizza e destina in maniera diversa le risorse del PNRR, concordato con la Commissione europea, servono ad orientare le misure e quindi le risorse che saranno utilizzabili nei prossimi due anni – risorse che sono ingenti – proprio verso l'efficientamento energetico delle imprese e anche la digitalizzazione delle imprese, quindi sicuramente verso la sostenibilità ambientale e un'economia industriale che deve avere come suo indirizzo specifico quello della migliore sostenibilità. Il nostro obiettivo ve lo sintetizzo in una battuta (che non è una battuta ma è un'indicazione e un indirizzo). Quando io ero il Ministro delegato al commercio con l'estero, nei primi anni Duemila, noi promuovevamo il prodotto italiano come «bello, buono e ben fatto», e come tale si è affermato nel mondo: il prodotto bello, buono e ben fatto, nell'agroalimentare come nei settori dell'automazione piuttosto che nell'arredo e nell'abbigliamento.
  Questo prodotto bello, buono e ben fatto – ed è questa la nostra politica – deve fare un salto di qualità ulteriore per essere ancora più percepito come il prodotto di eccellenza globale: bello, buono e ben fatto e sostenibile; sostenibile sul piano sociale, sostenibile sul piano ambientale e sostenibile sul piano imprenditoriale. L'impresa italiana io credo che sia nelle condizioni di essere configurata nel mondo come l'impresa che realizza prodotti buoni, belli, ben fatti e sostenibili, e credo che questo possa consentirci sempre di più di ritagliarci, nella gamma dell'economia globale, quello che noi italiani meritiamo, per la storia millenaria del nostro Paese e della nostra impresa.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro della sua presenza e ringrazio i suoi collaboratori. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.