CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 ottobre 2023
177.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 5 ottobre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 8.05 alle 8.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 5 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Alberto STEFANI.

  La seduta comincia alle 8.15.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione della nota metodologica relativa alla determinazione dei fabbisogni standard per le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, relativamente alle funzioni fondamentali di territorio, ambiente, istruzione, trasporti, polizia provinciale, funzioni generali, stazione unica appaltante/centrale unica degli acquisti e controllo dei fenomeni discriminatori, nonché relativamente alle funzioni fondamentali per le sole città metropolitane e province montane delle regioni a statuto ordinario per l'anno 2022.
Atto n. 82.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Alberto STEFANI, presidente e relatore, avverte che i deputati e senatori possono partecipare in videoconferenza alla seduta odierna, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento della Camera.
  Ricorda che la Commissione dovrà esprimere il prescritto parere entro il 13 ottobre 2023. Precisa che la richiesta di parere è corredata del parere favorevole reso in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali il 12 ottobre 2022.
  In qualità di relatore, illustra i contenuti dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame, che prevede l'adozione della allegata nota metodologica, relativa alla determinazione dei fabbisogni standard per le province e le Pag. 216città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, relativamente alle funzioni fondamentali di Territorio, Ambiente, Istruzione, Trasporti, Polizia provinciale, Funzioni generali, Stazione unica appaltante/Centrale unica degli acquisti e Controllo dei fenomeni discriminatori, nonché relativamente alle funzioni fondamentali per le sole città metropolitane e province montane delle regioni a statuto ordinario per l'anno 2022.
  Precisa che si tratta di un provvedimento molto risalente nel tempo. La Nota metodologica recante la determinazione dei fabbisogni standard di province e città metropolitane per il 2022, infatti, è stata redatta dalla SOSE – Soluzioni per il sistema economico S.p.A. e approvata dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard (CTFS) il 2 novembre 2021. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo schema di decreto in esame, in prima deliberazione, il 16 settembre 2022 e, una volta ricevuto su di esso il parere favorevole della Conferenza Stato-città il 12 ottobre 2022, lo ha trasmesso alle Camere il 7 novembre 2022, nei primi giorni della legislatura in corso. Sottolinea che la Commissione si trova quindi ad esaminarlo con quasi un anno di ritardo rispetto alla sua trasmissione, a causa del fatto che essa si è insediata solo di recente.
  Osserva che l'atto in esame si colloca all'interno del più generale quadro di riforma del sistema di finanziamento delle province e delle città metropolitane, che ha inteso dare a tale comparto, proprio a decorrere dal 2022 e dopo oltre un decennio di sostanziale mancata attuazione della legge n. 42 del 2009, un assetto finanziario coerente con il disegno del federalismo fiscale, e cioè caratterizzato da un meccanismo di perequazione delle risorse che tenga progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali. Si tratta di un modello analogo a quello applicato per i comuni, e che punta al progressivo abbandono dei criteri storici di attribuzione delle risorse, che hanno caratterizzato il sistema di finanziamento delle province e delle città metropolitane fino ad anni recentissimi, anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 42 del 2009 e dei suoi decreti attuativi (in particolare, il decreto legislativo n. 68 del 2011).
  Ricorda che la riforma del sistema di finanziamento delle province e delle città metropolitane, introdotta inizialmente dalla legge di bilancio per il 2021 e poi riformulata dalla legge di bilancio per il 2022, prevede: l'istituzione di due fondi unici (uno per le province e uno per le città metropolitane), nei quali fare confluire i contributi e i fondi di parte corrente già attribuiti a tali enti. Per il riparto dei due fondi, si introduce un meccanismo di perequazione, che tenga progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali come approvati dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard; l'attribuzione di un nuovo contributo statale di 80 milioni di euro nell'anno 2022, gradualmente incrementato fino all'importo di 600 milioni di euro in via strutturale a decorrere dal 2031, destinato al finanziamento delle funzioni fondamentali di province e città metropolitane. Tale contributo, unitamente al contributo alla finanza pubblica, deve essere ripartito, su proposta della stessa Commissione tecnica per i fabbisogni standard, sulla base di fabbisogni standard e della capacità fiscale.
  L'applicazione dei criteri perequativi (fabbisogni standard e capacità fiscale), nel riparto dei fondi tra i singoli enti, agisce quindi attraverso due meccanismi contemporanei:

   1) da un lato, sulla componente orizzontale, mediante la redistribuzione tra i diversi enti, sulla base della differenza tra il fabbisogno standard e la capacità fiscale di ciascun ente, del concorso netto alla finanza pubblica, con un percorso progressivo che parte dall'8 per cento del 2022 e arriverà a regime dopo il 2031 (quando giungerà al 60 per cento del totale);

   2) dall'altro, sulla componente verticale, assegnando in proporzione ai rispettivi fabbisogni standard una mole via via crescente di risorse aggiuntive rispetto al concorso netto alla finanza pubblica, alleggerendo conseguentemente il peso relativo di quest'ultima voce.

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  Da un punto di vista procedurale, la riforma ha previsto che i due fondi unici ed il concorso alla finanza pubblica richiesto alle province e alle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario siano ripartiti, su proposta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard (CTFS), sulla base dei fabbisogni standard e della capacità fiscale, con un decreto annuale del Ministero dell'interno, previa intesa in Conferenza Stato-città ed autonomie locali, entro il 31 ottobre di ciascun anno.
  È proprio in vista dell'entrata in vigore di questo nuovo sistema di finanziamento del comparto provinciale e metropolitano che, nel corso del 2021, ha preso avvio l'aggiornamento tecnico della stima dei fabbisogni standard per le funzioni fondamentali delle province e delle città metropolitane, ad esito del quale la Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha approvato, il 2 novembre 2021, la Nota metodologica allegata al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame, ed è sulla base della differenza tra i fabbisogni standard, come calcolati nella Nota appena citata, e le capacità fiscali che, per la prima volta sulla base di criteri almeno parzialmente perequativi, il decreto 26 aprile 2022 del Ministero dell'interno ha ripartito le risorse per il comparto per il triennio 2022-2024.
  Venendo al contenuto specifico dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame, rileva che esso dispone la determinazione dei fabbisogni standard e del fabbisogno standard complessivo per il 2022 delle province, delle città metropolitane e delle province montane delle regioni a statuto ordinario.
  Per quanto riguarda le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, con la revisione metodologica si individua il fabbisogno standard per le funzioni fondamentali omogenee assegnate, a tali enti, dalla legge 7 aprile 2014, n. 56. Le funzioni fondamentali sono le seguenti: Funzioni generali (coordinamento complessivo, ivi comprese la raccolta e l'elaborazione dei dati e l'assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali); Territorio (pianificazione territoriale, costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale su di esse); Ambiente (tutela e valorizzazione ambientale); Istruzione (programmazione della rete scolastica, gestione dell'edilizia scolastica); Trasporti (pianificazione dei servizi di trasporto, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato); Polizia provinciale (servizi di controllo e di sanzionamento relativamente alle altre funzioni fondamentali); Stazione unica appaltante/Centrale unica degli acquisti (d'intesa con i comuni ricadenti nel territorio provinciale); Controllo dei fenomeni discriminatori (controllo delle discriminazione in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità).
  Per quanto riguarda le città metropolitane e le province montane delle regioni a statuto ordinario si individuano, in aggiunta, i fabbisogni standard relativi a ulteriori funzioni fondamentali a loro attribuite, rispettivamente, dai commi 44 e 86 della legge n. 56 del 2014. In particolare, per le città metropolitane (comma 44), si tratta delle seguenti funzioni fondamentali ulteriori: adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano; pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture di ambito metropolitano; strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; mobilità e viabilità; promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale; promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione. Per le province montane (comma 86), si tratta invece delle seguenti funzioni fondamentali ulteriori: cura dello sviluppo strategico del territorio e gestione di servizi in forma associata in base alle specificità del territorio; cura delle relazioni istituzionali con enti subnazionali di Stati esteri confinanti, caratterizzati anch'essi da territorio montano.
  Per il calcolo dei fabbisogni standard è stato utilizzato l'approccio teorico della Regressione lineare multipla (Regression Cost Pag. 218based approach), in linea con l'impianto metodologico dei fabbisogni standard del comparto comunale, il quale identifica le variabili determinanti del fabbisogno tramite la specificazione di una funzione di costo in forma diretta o ridotta e, per la stima dei relativi coefficienti, prevede l'utilizzo della tecnica econometrica della regressione lineare multipla. Come variabile dipendente è stata utilizzata la spesa storica corrente impegnata in ogni funzione per l'anno 2018. Come variabili esplicative (regressori), invece, sono state utilizzate le variabili che meglio spiegano la spesa storica nell'ambito di un modello che contiene elementi propri di una funzione di costo.
  Per la funzione Controllo dei fenomeni discriminatori e per le funzioni fondamentali di competenza esclusiva delle Città metropolitane e province montane (per le quali non esiste una spesa storica consolidata nel tempo) sono stati utilizzati approcci alternativi. Per queste ultime, in particolare, i fabbisogni standard sono stati determinati attraverso l'indagine sul fabbisogno potenziale delle figure professionali, la sua standardizzazione e la standardizzazione dei rispettivi costi.
  La Nota metodologica è organizzata in cinque capitoli: il capitolo 1 illustra il calcolo della spesa storica di riferimento; il capitolo 2 riporta il calcolo delle variabili esplicative; il capitolo 3 illustra la definizione del campione di regressione; il capitolo 4 descrive la stima OLS del modello di regressione; nel capitolo 5 è descritta la metodologia utilizzata per l'analisi delle funzioni fondamentali per le sole Città metropolitane e province montane. Infine, la nota comprende quattro appendici: nell'Appendice A è visionabile il questionario FP20U; nell'Appendice B sono riportate le schede per la rilevazione delle informazioni aggiuntive richieste alle Città metropolitane e province montane; l'Appendice C espone l'ammontare in euro dei fabbisogni standard; infine, nell'Appendice D sono riportati i coefficienti di riparto.

  La senatrice Vincenza ALOISIO (M5S) chiede chiarimenti in ordine al sistema di calcolo dei fabbisogni standard, in particolare in relazione al ruolo svolto in tale sistema dal dato costituito dalla spesa storica.

  Alberto STEFANI, presidente e relatore, fornisce i chiarimenti richiesti, specificando che la sfida del federalismo fiscale consiste proprio nel superamento della logica della spesa storica, e nell'ancoraggio delle modalità di quantificazione del fabbisogno finanziario locale a variabili sociali ed economiche oggettive. Per determinare il valore dei fabbisogni standard è previamente necessario individuare quali siano, e stimare quanto pesino, i fattori sociali ed economici di base rilevanti per tale determinazione, le cosiddette variabili esplicative. Tali stime, ormai da svariati anni, sono prodotte tramite il sistema econometrico della regressione lineare multipla, che calcola la relazione media esistente tra ogni singola variabile esplicativa e la spesa storica di riferimento, che è quindi assunta a variabile dipendente.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.25.