TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 627 di Venerdì 14 gennaio 2022

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   con la nota prot. n. 10143 del 30 ottobre 2018 il Ministero della salute ha chiesto alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano di acquisire, ai sensi del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, l'Accordo sulla proposta di interventi e progetti, rispettivamente afferenti ai settori dell'edilizia e della ricerca sanitaria, da finanziare con il Fondo di cui all'articolo 1, comma 1072, della citata legge n. 205 del 2017;

   nella seduta del 31 ottobre 2018 è stato sancito l'accordo, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera b) e dell'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sulla proposta del Ministero della salute concernente il rifinanziamento del Fondo di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205;

   con decreto dirigenziale del 23 dicembre 2019, registrato ex articolo 5, comma 1, del decreto legislativo n. 123 del 2011, dall'ufficio centrale del bilancio presso il Ministero della salute il 17 gennaio 2020 al visto n. 240, si è provveduto ad impegnare a favore della regione Abruzzo l'importo totale pari a euro 94.090.000 per gli interventi finanziati con le risorse assegnate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 novembre 2018 alla lettera f) dell'allegato 1 e ripartito in 10.200.000 euro per l'anno 2018, 9.450.000 euro per l'anno 2019, 2.740.000 euro per l'anno 2020, 484.000 euro per l'anno 2021, 24.848.000 euro per l'anno 2022, 20.524.000 euro per l'anno 2023 e 25.844.000 euro per l'anno 2024;

   la regione Abruzzo ha proposto al Ministero il finanziamento di due interventi, ossia la ristrutturazione dell'ospedale di Penne (per 12.500.000 euro) e la realizzazione del nuovo ospedale di Teramo (per 81.590.000 euro);

   in data 16 giugno 2020 è stato stipulato un accordo ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241 del 1990 tra Ministero della salute e Regione Abruzzo – trasmesso alla regione Abruzzo con nota prot. n. 12686 del 22 giugno 2020 – così come prescritto al fine di regolare i rapporti tra lo Stato e le amministrazioni beneficiarie del finanziamento;

   l'articolo 4 dell'Accordo prescrive che la regione Abruzzo, ai sensi dell'articolo 14, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, debba trasmettere al Ministero della salute lo «studio di fattibilità» e tutta la documentazione progettuale per ogni singolo intervento predisposto dalle Aziende sanitarie per il parere di competenza del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici;

   con nota del 12 maggio 2021 la direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute ha confermato al primo firmatario del presente atto che a tale data il Ministero non aveva ancora ricevuto dalla regione Abruzzo alcuno studio di fattibilità rispetto alla realizzazione del nuovo ospedale di Teramo –:

   se, ad oggi, il Ministero della salute, ai sensi dell'articolo 4 dell'Accordo sottoscritto con la Regione Abruzzo, abbia ricevuto lo studio di fattibilità relativo alla realizzazione del nuovo ospedale di Teramo dalla regione Abruzzo;

   se il Ministero della salute, in caso contrario, abbia posto un termine alla regione Abruzzo per l'utilizzo del contributo, pari a 81.590.000 euro, stanziato per la realizzazione del nuovo ospedale di Teramo.
(2-01394) «Berardini, Marin, De Girolamo, Rizzone, Parisse».

(17 dicembre 2021)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   l'emergenza Covid sta tornando a ripercuotersi sui servizi sanitari ed ospedalieri in tutto il Paese, e, soprattutto, nel Mezzogiorno;

   in Campania, a partire da lunedì 10 gennaio 2022 è scattata l'interruzione dei ricoveri programmati e delle attività di specialistica ambulatoriale non urgenti nelle strutture sanitarie pubbliche della regione. Tale scelta è stata disposta dall'Unità di crisi della regione Campania con un provvedimento adottato «al fine di consentire una rapida ottimizzazione dell'organizzazione ospedaliera per fronteggiare la situazione pandemica», di «impegnare il personale sanitario pubblico e convenzionato in via prioritaria alla gestione dei pazienti Covid» e ravvisata «la necessità garantire la disponibilità di un più adeguato numero di posti letto sia nella degenza medica che chirurgica da dedicare ai pazienti affetti da Covid-19»;

   nell'ordinanza del 7 gennaio 2022, firmata dal presidente della regione Vincenzo De Luca, si afferma che: «L'attuale situazione pandemica sta registrando picchi di contagio da Covid-19 che stanno provocando crisi evidenti nella risposta assistenziale delle strutture sanitarie pubbliche. Le stesse prospettive a breve periodo non offrono dati rassicuranti per una subitanea inversione di tendenza, posto che l'indice Rt in Campania e l'incidenza di casi positivi per 100 mila abitanti hanno raggiunto limiti tra i più alti dall'insorgenza della pandemia, e tra i più alti d'Italia»;

   in particolare, il provvedimento prevede la sospensione, a far data dal 10 gennaio 2022, e fino a nuova espressa disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici presso le strutture sanitarie pubbliche, stabilendo la possibilità di effettuare solo ricoveri con carattere d'urgenza «non differibili» provenienti dal Pronto soccorso o per trasferimento da altri ospedali, con la precisazione che tale sospensione è valida per tutti i ricoveri programmati, ad eccezione dei ricoveri per pazienti oncologici, oncoematologici, di pertinenza ostetrica, trapiantologica, nonché delle prestazioni salvavita e di quelle la cui mancata erogazione può pregiudicare nell'immediato la salute del paziente e, pertanto, non procrastinabili;

   inoltre, il provvedimento prevede la sospensione, a far data dal 10 gennaio 2022 e fino a nuova espressa disposizione, di tutte le attività di specialistica ambulatoriale, nelle medesime strutture, che non siano caratterizzate da urgenza o indifferibilità (attività ambulatoriali per le prestazioni di oncologia, oncoematologia, dialisi e radioterapia e attività di screening oncologico);

   infine, si dispone che il personale che si libera dalla gestione ordinaria deve essere destinato all'attività di ricovero e trattamento dei pazienti Covid;

   in Campania, l'occupazione dei posti letto nelle terapie intensive subisce incrementi quotidiani ed è arrivata al 9 per cento, dunque a un passo dalla soglia critica. Mentre nei reparti ordinari, i posti letto occupati dai malati Covid arrivano al 19 per cento;

   un aspetto completamente trascurato nel corso dell'emergenza Covid è la possibilità di offrire una gestione alternativa dell'assistenza ai soggetti che non necessitano di ricovero ospedaliero;

   è necessario potenziare la presa in cura e la sorveglianza territoriale attiva per i pazienti in isolamento domiciliare obbligatorio affetti da Covid-19, dimessi, o paucisintomatici non ricoverati e per i pazienti in isolamento fiduciario per i contatti di caso o i pazienti sintomatici senza evidenza di contatto. Si tratta di misure che vanno potenziate, soprattutto nei confronti dei pazienti fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti, i quali costituiscono la parte più vulnerabile della popolazione;

   una volta valutate le singole condizioni relazionali, abitative e sociali, qualora le stesse non siano idonee a garantire l'isolamento, i servizi di sanità pubblica territorialmente competenti, in raccordo con i medici di medicina generale e l'Unità speciale di continuità assistenziale, e garantita la necessaria assistenza sanitaria in cooperazione con i servizi sociali delle amministrazioni comunali e le associazioni di volontariato devono adottare specifici protocolli che definiscono tutte le misure necessarie per assicurare la massima tutela e il supporto per le necessità della vita quotidiana per le persone sole e prive di caregiver;

   l'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, disponeva che le regioni fossero tenute ad adottare sistemi di sorveglianza e monitoraggio volti al contenimento del contagio e del rischio connesso alle situazioni intra-familiari, anche istituendo una gestione per coorti, presso strutture residenziali e/o alberghiere rivolte a quei soggetti che, a causa di ragioni logistiche, strutturali, socio-economiche, non possono essere accolti in isolamento presso il proprio domicilio. Analoghe soluzioni di alloggiamento potevano essere rivolte al personale sanitario e socio-sanitario maggiormente esposto, ai fini di tutelare i medesimi e i rispettivi nuclei familiari;

   l'articolo 6 del medesimo decreto-legge prevedeva che, nelle circostanze in cui occorra disporre temporaneamente di beni immobili per fronteggiare improrogabili esigenze connesse con l'emergenza, il prefetto, su proposta del Dipartimento della protezione civile e sentito il dipartimento di prevenzione della Asl territorialmente competente, avrebbe potuto disporre, con proprio decreto, la requisizione in uso di strutture idonee, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare. Opzioni che, nel corso di tutta la pandemia non sono mai state realmente applicate;

   la mancata adozione, a livello nazionale e regionale, di tutte queste misure ha determinato, inevitabilmente, il congestionamento della sanità campana, con gravissime ripercussioni sugli ospedali. Si assiste ad una nuova riconversione dei presìdi ospedalieri, come sta accadendo, ad esempio, presso il presidio ospedaliero «Frangipane» di Ariano Irpino, con conseguente forte limitazione delle specialità attive;

   Governo, prefetture, Asl ed enti territoriali devono agire immediatamente per predisporre misure di assistenza alternativa per scongiurare il collasso definitivo della sanità a livello regionale e consentire la riattivazione degli ospedali in tutte le specialità precedentemente attivate –:

   se il Governo intenda adottare iniziative, di concerto con le autorità regionali, al fine di evitare il collasso dei servizi ospedalieri in tutto il Paese ed in particolare in Campania, adottando iniziative, per quanto di competenza, per l'allestimento, capillare e proporzionato alle esigenze territoriali, di strutture extra-ospedaliere per la cura ed il trattamento dei pazienti affetti da Covid che attualmente necessitano di ricovero;

   se il Governo intenda intervenire, nelle circostanze in cui occorra disporre temporaneamente di beni immobili per fronteggiare improrogabili esigenze, insieme a prefetture, Dipartimento della protezione civile e dipartimenti di prevenzione delle Asl territorialmente competenti, disponendo, con proprio decreto, la requisizione di strutture idonee agli scopi dell'assistenza extra-ospedaliera.
(2-01400) «Maraia, Sportiello, D'Arrando, Federico, Ianaro, Lorefice, Mammì, Misiti, Nappi, Penna, Provenza, Ruggiero, Villani, Daga, Deiana, Di Lauro, Casa, Cimino, Del Sesto, Iorio, Melicchio, Spadafora, Tuzi, Valente, Adelizzi, Buompane, Donno, Faro, Flati, Gallo».

(11 gennaio 2022)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della cultura, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il settore delle discoteche e delle sale da ballo ha affrontato e sta affrontando gravissime difficoltà a seguito della crisi pandemica e delle chiusure disposte per contrastare la diffusione del virus SARS-CoV-2 e si è visto negare la riapertura, nonostante abbia sempre dimostrato la massima e fattiva disponibilità all'ipotesi ad esso prospettata – in più riprese – di riaprire con il green pass e in base a ben definiti protocolli di sicurezza differenziati tra attività all'aperto e quelle al chiuso;

   la riapertura del settore, sempre con limitazioni, è stata infatti disposta solo con l'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2021, n. 205, dopo ben venti mesi di porte chiuse;

   a seguito della più recente cabina di regia Covid-19 però, il Consiglio dei ministri il 23 dicembre 2021 ha approvato il decreto-legge cosiddetto «festività», divenuto poi il decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, che proroga lo stato di emergenza nazionale e stabilisce ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia;

   all'articolo 6, del summenzionato cosiddetto decreto «festività», si prevede, in particolare, il divieto di feste, comunque denominate, eventi a queste assimilati e concerti che implichino assembramenti in spazi aperti, nonché la sospensione delle attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, a far data dal 25 dicembre e sino al 31 gennaio 2022;

   le perdite economiche subite dal settore sono, come si può immaginare, ingenti, dopo ben due anni di sospensione delle attività e la nuova chiusura richiesta durante l'attuale periodo di festività;

   nella notte di Capodanno, è andato in onda uno show, su Canale 5, dal Teatro Petruzzelli di Bari e, mentre tutte le discoteche e sale da concerto del Paese erano chiuse a causa dell'impennata dei contagi, in diretta televisiva, il pubblico ha danzato, senza mantenere il distanziamento ed è stato attraversato tutto lo spazio della platea presente nel teatro;

   si tratta di un episodio avvenuto in spregio di un settore che, professionalmente, ha dettato, in termini di qualità, le regole del night-entertainment anche all'estero e dei 90.000 lavoratori e 3.500 aziende che rappresenta e che sono rimaste ferme in virtù del «decreto festività» summenzionato;

   il Sindacato Italiano dei Lavoratori dello Spettacolo ha deciso di presentare un esposto contro Mediaset, contro la Fondazione Teatro Petruzzelli, Radio Norba e contro gli organizzatori dell'evento, «per la palese violazione delle norme contenute nel decreto del 24/12/2021 valutando tutti i possibili reati che possano emergere dall'analisi dei filmati»;

   lo stesso sindacato dei lavoratori dello spettacolo, nel comunicato, contesta anche «l'etica dei colleghi che si sono prestati e hanno prestato la propria immagine e la propria professionalità a questa pagliacciata», chiedendo se i conduttori dell'evento, tra cui Federica Panicucci, Fernando Proce, Daniele Battaglia, Alan Palmieri e altri, durante la serata «abbiano sollecitato i presenti al rispetto delle regole, all'uso delle mascherine e al mantenimento del distanziamento»;

   su sollecitazione dell'amministrazione comunale di Bari, la Fondazione Petruzzelli ha avviato altresì un'indagine interna che si è conclusa con una contestazione formale alla società responsabile degli addetti del servizio di sala e accoglienza e con l'applicazione di una penale per violazione contrattuale –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se abbia adottato o intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, in relazione a quanto esposto, posto che sembrano esservi gli estremi di una violazione dei termini di legge, in particolare ai sensi dell'articolo 6 del decreto-legge summenzionato;

   se non ritenga di adottare, con urgenza, iniziative normative, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e i vincoli di bilancio, per predisporre specifici e adeguati indennizzi che sostengano le imprese, i lavoratori e le lavoratrici del settore delle sale da ballo e delle discoteche.
(2-01401) «Alemanno, Sut, Carabetta, Chiazzese, Fraccaro, Giarrizzo, Masi, Orrico, Palmisano, Perconti».

(11 gennaio 2022)