XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 22 di Mercoledì 19 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PIANIFICAZIONE DEI SISTEMI DI DIFESA E SULLE PROSPETTIVE DELLA RICERCA TECNOLOGICA, DELLA PRODUZIONE E DEGLI INVESTIMENTI FUNZIONALI ALLE ESIGENZE DEL COMPARTO DIFESA

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della MAGROUP Magnaghi Aeronautica.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 2 
Graziano Paolo , Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica ... 2 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 6 
Tripodi Maria (FI)  ... 6 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Silli Giorgio (Misto-C!-PP)  ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Perego Di Cremnago Matteo (FI)  ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Graziano Paolo , Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica ... 8 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dall'Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 14.15

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della MAGROUP Magnaghi Aeronautica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti della MAGROUP Magnaghi Aeronautica, che avrà come oggetto le tematiche trattate dall'indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto Difesa.
  Saluto e do il benvenuto al dottor Paolo Graziano, Amministratore delegato, e all'ingegner Giorgio Iannotti. Saluto i colleghi presenti e i colleghi che partecipano secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Ricordo che dopo l'intervento del nostro ospite darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente il nostro ospite potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire fin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare al banco della Presidenza.
  Cedo, quindi, la parola al dottor Paolo Graziano, Amministratore delegato della MAGROUP. Prego, dottore.

  PAOLO GRAZIANO, Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica. Buongiorno onorevole presidente. Saluto anche tutti gli onorevoli deputati della Commissione Difesa. Mi sia consentito innanzitutto esprimere il mio sentito ringraziamento per il privilegio concessomi di essere qui in audizione, in un contesto di rilevante importanza. È un onore potermi esprimere su un argomento tanto importante e alla vostra presenza, dopo l'audizione di players di primo livello della nostra filiera.
  Vorrei fare una piccola presentazione di chi siamo. Il gruppo Magnaghi Aeronautica è attivo dal 1936. Siamo focalizzati in tre aree di business: nei sistemi complessi di atterraggio, nelle strutture primarie per velivoli e nell'aviazione generale. Più o meno siamo circa 1.000 dipendenti, di cui 700 in Italia e 300 all'estero, presenti su cinque Paesi, e siamo un gruppo che nonostante gli eventi è in crescita, sia organica sia con qualche acquisizione.
  Perché siamo diversi dagli altri? Far atterrare un velivolo non è una cosa semplice. Sono sistemi che ci derivano dalla nostra lunga esperienza, che parte dal 1936. Magnaghi è un'azienda storica fondata dall'ingegner Magnaghi, che è stato un precursore, con stabilimenti che erano a Napoli e a Milano. Oggi ci siamo potuti sviluppare in giro per il mondo grazie alle competenze che ci derivano dal passato e, soprattutto, grazie al grandissimo know how che ci arriva dai nostri ingegneri, che reperiamo con grandissima facilità sul territorio, perché Pag. 3 nel nostro settore le maestranze fanno veramente la differenza.
  Siamo presenti in Italia, principalmente al Sud. Abbiamo stabilimenti a Napoli, Caserta e Brindisi. Poi siamo presenti a São José dos Campos, in Brasile, e negli Stati Uniti con tre siti produttivi: due a Long Island e uno in North Carolina. Come dicevo, abbiamo circa 1.000 dipendenti e circa 100 mila metri quadri di superficie coperta. Da poco stiamo aprendo uno stabilimento con una joint-venture in Turchia, perché è un mercato che nel nostro settore ci vede molto protagonisti.
  La nostra esperienza e il nostro successo ci derivano dal passato. Abbiamo iniziato nel 1936 come fornitori della regia Aeronautica militare dell'epoca. Proprio il nostro passato ha rappresentato la forza per il nostro successo futuro, perché in questo settore contano molto le esperienze pregresse che si hanno in alcuni programmi. Possiamo essere annoverati fra quelle poche aziende al mondo che hanno questo tipo di competenza a 360 gradi e abbracciamo un po' tutte le competenze, sia quelle dell'ala fissa, sia quelle dell'ala rotante, quindi degli elicotteri.
  Ultimamente siamo stati scelti sui programmi più avveniristici che oggi ci sono. La Commissione europea ci ha selezionato come azienda di riferimento nell'ambito del Clean Sky, dove fa molto premio non solo la tecnologia ma anche la parte green, per i due progetti più importanti che sta lanciando la Commissione europea, ovvero il Racer e il convertiplano. In più noi abbiamo sviluppato questa tecnologia, tipica della nostra azienda e che oggi è molto comune, degli aerei elettrici, che è un po' la moda attuale. Se ne stanno lanciando tantissimi, ma sarà anche la moda del futuro, perché è una tecnologia senza inquinamento e quella che ha più prestazioni. E in questo noi siamo considerati, in base ai programmi che abbiamo già vinto, leader in assoluto, quindi siamo un po' il punto di riferimento in questo settore. Il know how ci deriva da tutta l'esperienza che avevamo fatto nel settore dei droni, perché il drone in effetti ha questo tipo di tecnologia.
  Questi sono più o meno i numeri. L'80 per cento del nostro fatturato è fatto con l'estero. I nostri clienti sono i player principali (Boeing, Lockheed, Sikorsky, Airbus e Leonardo), però il 70 per cento della nostra forza lavoro è in Italia. Siamo un'azienda con grandi capacità e grande propensione all'esportazione.
  Perché siamo diversi dagli altri? Noi ci confrontiamo con dei player che sono decine e decine di volte più grossi di noi, ma riusciamo a competere ad armi pari perché abbiamo delle competenze, che – come dicevo prima – ci arrivano dal passato. Non tutti hanno questo tipo di competenza, che non è soltanto nella fabbricazione ma è soprattutto nell'ingegneria, nello svilupparla e nelle capacità di certificare e qualificare un prodotto a uso aeronautico, che è una cosa complicatissima e sono poche le aziende che lo riescono a fare.
  Questo piccolo cerchio completo, che si chiude su di noi, ci rende un unicum nel settore. Questo è stato un po' il tratto distintivo grazie a cui oggi un'azienda piccola come la nostra può competere in giro per il mondo con successo. Oggi abbiamo un portafoglio ordini di circa un miliardo e mezzo pur fatturandone circa 150; quindi abbiamo i prossimi dieci anni abbastanza chiari. E siamo ancora molto coinvolti nei programmi di ricerca futuri.
  Abbiamo sviluppato una tecnologia tutta nostra, frutto di nostri brevetti, nelle strutture primarie di fibra di carbonio. Nella slide n. 7 ci sono i velivoli e le piattaforme su cui noi siamo presenti. Nella slide n. 8, ad esempio, potete osservare la tecnologia di attuazione elettromeccanica montata sull'AW-169.
  Nella slide n. 9 potete vedere il Racer, l'elicottero che a giorni Airbus lancerà come prototipo, per il quale la Commissione europea ha scelto Magnaghi per la nostra tecnologia green di attuazione elettromeccanica.
  Nella slide n. 10 c'è un altro nostro brevetto tipico dei velivoli militari, che è il sistema di atterraggio anticrash, un nostro brevetto che abbiamo sperimentato con l'AW-129, con l'AW-249, e non da ultimo con Boeing sul programma FARA (Future Pag. 4Attack Reconnaissance Aircraft), che è l'elicottero del futuro che sta sviluppando Boeing.
  Nella slide n. 11 c'è un altro sistema per cui siamo leader in assoluto. È un sistema di appontaggio che permette agli elicotteri di poter appontare sulle navi in sicurezza, ed è un altro brevetto tipico di Magnaghi che nasce con l'NH-90 e che poi abbiamo sviluppato molto con Sikorsky per il Black Hawk e il Seahawk.
  Nella slide n. 12 potete vedere un sistema che ci ha permesso di vincere una gara in Turchia, dove noi siamo stati selezionati per questo sistema innovativo del Trainer turco. Si tratta di un sistema di atterraggio con Health Monitoring, quindi con un monitoraggio predittivo dei difetti, con grandissima sensoristica, che ci ha permesso anche di aprire e di operare con questa joint-venture da poco inaugurata in Turchia, e che ci vede protagonisti su tutta la parte di manutenzione e anche di sviluppo dei nuovi programmi che la Turchia sta lanciando.
  Nella slide n. 13 potete osservare l'altro brevetto che abbiamo sviluppato con un'azienda israeliana, per il quale ci siamo un po' connotati come azienda leader. Si tratta di un aereo completamente elettrico, 12 posti, finanziato dalla famosa Huber. Hanno scelto noi perché questa tecnologia è una tecnologia nostra. Da quel momento, tutte le aziende che stanno lanciando aerei elettrici, e sono tantissime, si sono rivolte a noi.
  Nella slide n. 14 c'è l'Airbus A-220, l'aereo più recente lanciato da Airbus. Su questo siamo presenti con un brevetto, che riguarda tutta la parte delle ali e dei flap, che vengono prodotti a Brindisi, con una tecnologia sviluppata completamente da noi e, soprattutto, con un prodotto completamente certificato da noi.
  Passo ora alla nostra terza gamba, quella dell'aviazione generale. Dal 2005 abbiamo sviluppato una piattaforma, che in effetti abbiamo rilevato da un fallimento, però è un prodotto unico, che si chiama Sky Arrow. Ne volano circa 200. È un aereo certificato FAR23, quindi uso civile, ed è una piattaforma multimissione per tutte le capacità di aereo lavoro. Ne volano 200 in giro per il mondo. Si usa molto per il border control, per l'inquinamento, in funzione anti-abusivismo. Soprattutto viene impiegato nell'agricoltura, nella smart agriculture. Infatti, viene utilizzato molto sia in Cina, sia in Inghilterra per fare un monitoraggio dei campi in maniera smart.
  Poi abbiamo sviluppato e stiamo sviluppando con il Ministero della difesa la versione unmanned, anche lì con tecnologie tutte nostre, e stiamo lanciando anche la versione elettrica, sulla quale pensiamo di essere pronti nel giro di quattro o cinque anni; però anche lì è una versione che stiamo sperimentando tutta in casa. Questa è un po' la nostra azienda.
  Vorrei ora continuare parlando di quelle che sono un po' le nostre idee. Noi siamo del parere che il contesto internazionale, che ci vede coinvolti nel settore della Difesa, sia in evoluzione rispetto alle due fasi precedenti, ossia quella della guerra fredda e quella del periodo post-bellico del terrorismo, soprattutto quello dell'11 settembre 2001. In entrambi questi periodi, l'Italia e altri Paesi membri dell'Alleanza atlantica e della Comunità europea si sono allineati a un concetto di difesa comune contro un comune avversario, fosse questo una nazione come l'Unione Sovietica o un movimento terroristico e internazionale di matrice islamica come Al Qaeda e l'ISIS.
  Questi contesti ben delineati, ma non sempre dai contorni di chiara definizione, hanno visto l'Italia impegnarsi al fianco di partner americani e di altri Paesi europei allineati a una politica comune di difesa. L'impianto tecnologico messo in campo dall'Italia ha generalmente ben risposto ai requisiti operativi designati, contribuendo ad attribuire alle nostre Forze armate un ruolo mai secondario nelle coalizioni nelle quali si sono trovate ad operare. Questo successo, infatti, non arriva per caso, ma discende in maniera significativa da una pianificazione degli investimenti tecnologici, ancora prima di quelli di nuove piattaforme di difesa. Le nostre Forze armate e il Ministero della difesa hanno saputo fare scelte anche coraggiose, con limitate possibilità di spesa, per dotarsi di sistemi difensivi a elevato contenuto tecnologico, Pag. 5tali da posizionare la nostra dotazione capacitiva a livello dei maggiori operatori internazionali. Da ricordare nel settore aeronautico, alla cui filiera appartiene la nostra azienda, le missioni degli AMX, dei Tornado e degli Eurofighter, del C-27, del C-130 e del 767 Tanker, degli elicotteri CH-47, dell'AW-129, dell'NH-90, nei teatri del Medioriente e dell'Asia occidentale.
  Il mondo a cui ci siamo abituati sta mutando rapidamente e con esso le priorità della nostra Difesa. La multilateralità della minaccia odierna si contrappone alla singolarità della minaccia passata, e impone scelte più articolate e di sistema capacitivo di difesa, nonché delle sue tecnologie abilitanti. Da qui la necessità di lavorare in sintonia con partner esteri, oltre che nazionali, per ricercare la migliore combinazione tecnologica e capacitiva per far fronte alle sfide del futuro. In questo contesto l'industria della Difesa non è ferma, come non è stata ferma la tecnologia, che ha visto negli ultimi vent'anni una forte spinta all'innovazione accompagnata da una rivoluzione nella microelettronica, nelle potenze di calcolo, nella sensoristica avanzata e sistemi software. Importanti sviluppi sono stati fatti altresì nei materiali, sia compositi che leghe, e nelle tecniche di produzione che, da una parte hanno efficientato i ritmi produttivi e, dall'altra, hanno reso possibile la manifattura di componenti e sistemi che non sarebbe stato possibile industrializzare in epoche precedenti.
  Il contributo tecnologico derivante dagli investimenti in ambito Difesa e civile è sempre più intrinseco e bilaterale. Il confine oramai è labile e le ricadute sono fortemente correlate. Se si investe in una tecnologia per il settore civile, si avrà immediata applicazione anche nella Difesa e viceversa. Oggi è presente una spinta importante verso evoluzioni radicali delle performance dei sistemi d'arma integrati. Oramai non si parla più di miglioramenti, di qualche punto percentuale, ma di spostare l'ago di molte decine di punti, da una generazione all'altra.
  Un esempio è dato dall'evoluzione in corso nel settore dell'elicotteristica, dove i nuovi programmi, lanciati sia negli Stati Uniti che in Europa, hanno obiettivi militari che prevedono aumenti di velocità di quasi il doppio rispetto alle migliori performance odierne e anche di prestazioni tecniche. In questo contesto è quanto mai importante, per un Paese come l'Italia, saper scegliere bene i propri investimenti futuri nella Difesa, privilegiando l'impegno di risorse pubbliche in progetti che riflettano obiettivi chiari, volti a dotare l'Italia di mezzi e sistemi all'avanguardia, di condivisa priorità militare per le coalizioni in cui opera e di importanti opportunità per le eccellenze industriali del Paese.
  Il gruppo Magnaghi Aeronautica, come detto, produce sistemi di atterraggio, carrelli per aerei ed elicotteri, nonché aerostrutture specialistiche. La nostra è un'impresa che ha saputo scegliere i legami con il proprio passato e scegliere un percorso di crescita libero da vincoli industriali che privilegiano la produzione sull'innovazione. Il futuro di un'azienda come la nostra può solo ritrovarsi nelle applicazioni di nuove tecnologie, innovativa capacità ingegneria e sistemi di produzione in grado di offrire soluzioni integrate e a vita intera ai produttori di piattaforme aeronautiche in Italia e nel mondo.
  Per agevolare questo percorso c'è bisogno di un sistema industriale intelligente, accompagnato da un committente strategico in grado di indirizzare le scelte di collaborazione internazionale verso progetti altamente innovativi, di grande spessore tecnico industriale e con partner che offrano una visione di crescita comune e condivisione bilanciata di costi e benefici. La filiera industriale che sottende il sistema di Difesa italiano è viva, e negli ultimi anni ha saputo reagire a periodi di forte riduzione della spesa, affinando le proprie strategie, consolidando le competenze e guardando fuori dai confini nazionali. Questa filiera rappresenta importanti eccellenze, come la nostra, che hanno avuto la capacità di espandersi fortemente all'estero.
  Il ruolo trainante della domanda di Difesa del nostro Ministero deve porsi come interlocutore principe nelle grandi collaborazioni internazionali, sponsorizzando anche Pag. 6 tutto il mondo degli equipaggiatori nazionali che, seppur più piccoli dei loro pari stranieri nelle dimensioni, sono in grado di offrire tecnologie allo stato dell'arte e un supporto costante alle nostre Forze armate.
  MAGROUP ha ambizioni di poter sedere al tavolo dei progetti più innovativi dell'aeronautica mondiale. Siamo già presenti su programmi di tecnologia rilevanti come l'F-35 della Lockheed, e collaboriamo con Boeing, Lockheed Martin, Airbus Helicopters e Leonardo. Stiamo sviluppando sistemi di atterraggio innovativi come l'addestratore avanzato turco Hürjet e per i futuri caccia di sesta generazione siamo fortemente impegnati.
  Essere su questi programmi rappresenta un elemento di differenziale per future partecipazioni a nuovi programmi. Infatti, i nostri tratti distintivi sono la grande flessibilità, la massima competenza e l'atteggiamento propositivo. Ci scelgono perché sanno di poter contare sull'eccellenza tecnica italiana, ma anche sulla nostra grande capacità di adattamento e flessibilità, caratteristiche che distinguono l'imprenditoria italiana e noi in particolare.
  Auspico che da questa audizione e dai lavori di questa Commissione possano emergere indicazioni per il nostro Governo, e in particolare per il Ministero della difesa, che evidenzino i seguenti punti: l'Italia può e deve giocare un ruolo primario nello sviluppo dei nuovi sistemi di difesa a livello internazionale, partecipando a progetti importanti come partner di primo livello; il Ministero della difesa e il Ministero dello sviluppo economico possono e devono giocare un ruolo di traino nei progetti internazionali innovativi, partecipando nelle fasi di sviluppo al finanziamento di componenti tecnologiche, dove la filiera italiana può fornire soluzioni migliori; il Ministero della difesa potrebbe istituire un tavolo permanente per gestire e coordinare le iniziative di partecipazione ai programmi internazionali da parte della filiera industriale nazionale.
  Per i programmi in corso è in avvio al Ministero della difesa, che potrebbe istituire appositi uffici di programmazione, il Programme Office, attraverso cui assicurare il coordinamento continuativo dei rapporti istituzionali e industriali, sia con i partner internazionali sia con la filiera industriale italiana.
  Io ho concluso. Ringrazio dell'attenzione e mi rimetto a voi se ci sono delle cose da chiarire.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Graziano, per la relazione e per la documentazione che ci ha illustrato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione (vedi allegato). È certamente un contributo di interesse per l'indagine conoscitiva all'esame della Commissione Difesa.
  Do adesso la parola alla collega Maria Tripodi, prego.

  MARIA TRIPODI. Grazie, presidente. Desidero ringraziare i rappresentanti della Magnaghi. Credo che l'audizione odierna sia stato un momento importante perché, nonostante i commissari a volte si appassionino alle tematiche della Difesa, è anche vero che è bene sempre rendere dotti delle eccellenze che il Paese possiede, e da quello che ci avete raccontato la vostra realtà è assolutamente una bellissima eccellenza. Tra l'altro, considerati gli stabilimenti in giro per il mondo, la tradizione dal 1936 in poi e tutto quello che dà per il sistema di Difesa del Paese, è sicuramente una straordinaria realtà.
  Detto questo, lei si è soffermato su alcuni sistemi che la vostra azienda sviluppa sia con riguardo a piattaforme sulle quali avete collaborazioni con i partner commerciali (mi riferisco a Lockheed e a Leonardo), sia con riguardo a piattaforme vostre.
  Le vorrei chiedere, nello specifico, quanto crede che questa collaborazione possa essere implementata nei prossimi anni e come reputa che il Paese, quindi il Governo, la politica, possa incoraggiare una partnership di questo genere che, evidentemente, poggia anche sulle nostre relazioni che abbiamo al di là dell'Atlantico, che sono un punto fermo della nostra politica estera. La ringrazio.

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  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al collega Silli. Prego, onorevole.

  GIORGIO SILLI. Grazie, presidente. Io avevo già una sorta di infarinatura su questo gruppo e ne ho sollecitato l'audizione perché al di là dell'indotto che si crea, dei posti di lavoro e dell'importante quantità di PIL, è indubbio che un'azienda che esporta per l'80 per cento è veramente una sorta di panacea per la nostra economia in questo momento.
  L'onorevole Maria Tripodi, ha fatto un riferimento alla Lockheed e a eventuali collaborazioni, perché effettivamente nell'aria c'è un progetto di sviluppo – per lo meno se ne parla – tra Lockheed e Leonardo per una nuova generazione di ala rotante. E questo per noi è importantissimo, soprattutto in un momento come questo. Tuttavia, purtroppo, devo dire che voi non sarete felicissimi di quello che sto per dire, perché avete grandi interessi in Turchia. In un momento come questo, in cui i turchi non godono al 100 per cento della stima dell'Occidente come poteva succedere qualche anno fa, il mio timore è che buona parte della componentistica prodotta in Turchia venga dirottata altrove attraverso l'amministrazione Biden.
  Faccio una semplice domanda. Lei ha parlato di collaborazione tra Governo e aziende del settore. Nonostante l'autolesionismo tipico di noi italiani che ci lamentiamo sempre a priori, devo dire che da parte del Ministero dello sviluppo economico, da parte del Governo, c'è interesse nei confronti dell'industria dell'aerospazio e ci sono finanziamenti per lo sviluppo, la tecnologia, l'industrializzazione.
  Ho notato che avete anche stabilimenti all'estero. Vorrei un attimo capire la vostra intenzione verso gli investimenti negli Stati Uniti e quanto il Governo vi aiuti in questa fase di internazionalizzazione affinché ci siano sufficienti risorse finanziarie per la ricerca. Bisogna essere bravi a intercettarle e poi a rendicontare il tutto. Purtroppo ci sono state aziende del vostro settore, anche nel nostro Paese, che pochi anni fa hanno intercettato dei fondi senza poi fare quello che si sarebbe dovuto fare. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Silli. Onorevole Perego di Cremnago, prego.

  MATTEO PEREGO DI CREMNAGO. Grazie, presidente. Dottor Graziano, lei ha fatto un passaggio sul quale vorrei ritornare. Mi riferisco al tavolo tecnico permanente sull'industria, al di là degli aspetti peculiari della vostra azienda per cui non possiamo fare altro che complimentarci con voi, anche soprattutto per la proiezione internazionale.
  Sappiamo che una parte della sopravvivenza del nostro sistema industriale lo si deve alla partecipazione delle industrie della Difesa ai programmi internazionali. Abbiamo visto come, nell'ambito delle leggi navali in particolare, ma anche nello sviluppo di un programma come l'F-35, ci sia stata la linfa vitale del sistema delle aziende, che non è fatto solo di Leonardo e Fincantieri, ma di migliaia di piccole e medie imprese che sono il vero patrimonio industriale del nostro Paese e che possono sopravvivere soltanto se ci sono questi programmi internazionali, perché la domanda italiana non è sufficiente.
  Penso che noi dovremmo trarre spunto dai suoi suggerimenti quando parla di un tavolo tecnico permanente e cercare, come politica, di raccordare di più i diversi Ministeri preposti a sostenere l'industria (il MISE, la Difesa, ma anche gli Esteri). Deve essere un trait d'union fra tutti e tre i Ministeri che a volte funziona ma non sempre, possiamo dirlo con serenità; non per limiti politici, ma semplicemente perché l'architettura delle nostre istituzioni è costruita in un modo che, forse, a volte non riesce a sostenere l'interesse nazionale di cui l'industria della Difesa fa ampiamente parte.
  Colgo il suo spunto e sarà mia premura ribadirlo nelle sedi opportune. Abbiamo visto come in passato questo tipo di approccio internazionale sistemico abbia funzionato, però non c'è un F-35 ogni giorno o ogni anno. Quando mancano programmi di così ampia portata, bisogna anche cercare di raccordare e sostenere di più l'industria. La golden power è un aspetto; il G2G ne è un altro, ma non sono sufficienti se non c'è uno sforzo costante. Per questo la ringrazio di averlo ribadito.

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  PRESIDENTE. Grazie, collega. Io non ho altre richieste, pertanto do la parola al nostro ospite per la replica. Prego, dottor Graziano.

  PAOLO GRAZIANO, Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica. Grazie. Innanzitutto mi complimento, perché parlare di questi argomenti non è comune. Noi non siamo molto noti in Italia, ma lo siamo forse più all'estero, perché spesso non facciamo neanche il giusto marketing, quindi ringrazio nuovamente dell'occasione che ci avete dato.
  Le aziende aeronautiche, soprattutto chi sviluppa prodotti con propri brevetti, vivono di programmi. I programmi aeronautici durano mediamente dai 40 ai 50 anni. Noi stiamo partecipando a gare negli Stati Uniti che iniziano nel 2029 e finiranno nel 2079.
  È chiaro che se non ci si entra dall'inizio ci si entrerà da subfornitori. Ovviamente non siamo competitivi per essere subfornitori né vorremmo esserlo, però abbiamo la possibilità di essere un prime contractor, e ce lo chiedono loro. Siamo stati chiamati da Lockheed, da Sikorsky, da Boeing, il che vuol dire che non abbiamo nulla di meno di quelli che sono i nostri competitor esteri. È chiaro che sono competizioni internazionali dove il sistema Paese fa la differenza.
  Secondo noi si può dire di essere azienda aeronautica se si ha anche una solida presenza (io dico di cuore e cervello) anche negli Stati Uniti. Non si può essere un'azienda aeronautica se non si ha anche una presenza forte negli Stati Uniti. Questo per noi è stato un investimento molto importante e stiamo continuando in tale direzione. Ciò è dovuto a quel know how che è frutto delle nostre competenze e dei nostri dipendenti. Si vive perché si è su programmi internazionali. Ormai quasi nessuna nazione, se non gli Stati Uniti, riesce a lanciare programmi da sola. Lo fa l'Europa. Ci dobbiamo augurare che tutto il nostro sistema, quindi tutto il nostro know how industriale, possa partecipare dall'inizio a questi programmi internazionali che si fanno con accordi tra Governi e fra Paesi, in maniera strategica. L'Italia è ben voluta da tutti.
  Noi esistiamo grazie agli Stati Uniti. Devo dire che la collaborazione storica dell'industria italiana ha dato grandissimo beneficio. Abbiamo già tantissimi rapporti consolidati con loro. Abbiamo anche la fortuna di essere in Europa, quindi possiamo prendere il meglio dei due Paesi.
  Come finanziare tutto questo? I soldi non mancano, vanno solo gestiti e indirizzati bene su pochi e precisi progetti che sono di interesse nazionale. Esistono i fondi della Difesa, il PNRR, ma esistono anche le leggi come la legge n. 808 del 1985, che sono anche disponibili e possono essere utilizzate. Va solo regolamentata la parte militare, perché quella civile già esiste.
  Questo è l'unico vero supporto, perché per crescere nel nostro settore e far fronte ai grossi investimenti di ricerca e sviluppo, con i tempi così lunghi, tutti i Paesi che hanno industrie aeronautiche o si avvalgono di leggi speciali oppure lanciano talmente tanti programmi, come gli Stati Uniti, in modo da fungere da traino per finanziare la loro industria.
  Questo per stare allo stato dell'arte. Questo anche perché quei Paesi che si fregiano e hanno un know how nell'industria aeronautica e della Difesa devono conservarlo e stare sempre un passo avanti rispetto agli altri.
  Non ci si inventa un'industria aeronautica dall'oggi al domani. Noi, proprio partecipando a questi programmi internazionali, riusciamo a sopravvivere e rimaniamo anche un po' indenni da quelli che sono i cicli del civile, perché il civile subisce dei cicli dovuti a eventi diversi, mentre la Difesa rimane costante negli anni.

  PRESIDENTE. Bene. Ringrazio il dottor Graziano e anche l'ingegner Iannotta per la disponibilità a partecipare ai nostri lavori. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55

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