CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 aprile 2015
429.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esposizioni di materiale bellico e a eventuali interazioni (Testo unificato Doc. XXII, n. 9 Duranti e Doc. XXII, n. 39 Lorefice).

EMENDAMENTO DEL RELATORE

ART. 6.

  Sostituire le parole: Esse sono stabilite nel limite massimo di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 con le seguenti: Esse sono stabilite nel limite massimo di 50.000 euro per l'anno 2015, 100.000 euro per l'anno 2016 e 50.000 euro per l'anno 2017.
6.100. Il Relatore.
(Approvato)

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ALLEGATO 2

Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3 e Allegati).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per i profili di competenza, il Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3, e Allegati);
   premesso che:
    il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, in quanto traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche e gli indirizzi sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020;
    il DEF 2015 espone, in particolare, l'analisi del quadro macroeconomico italiano relativo all'anno 2014 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2016-2019, rilevando che queste riflettono i primi segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi d'incertezza che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali;
    il DEF 2015 fissa le stime tendenziali di crescita del PIL allo 0,7 per cento per il 2015 e all'1,3 per cento per il 2016, al rialzo rispetto alle previsioni programmatiche indicate a ottobre 2014 nel Documento programmatico di bilancio. Per gli anni successivi il DEF prevede una crescita tendenziale del PIL più contenuta, pari nel 2017 all'1,2 per cento e pari in media dell'1,1 per cento nel biennio successivo. Ne deriva un andamento programmatico che per il primo anno del periodo di previsione – il 2015 – conferma il risultato del tendenziale, mentre per il periodo successivo risulta più elevato, rispettivamente di 0,1, 0,3, 0,3 e 0,2 punti percentuali di PIL per ciascuno degli anni 2016-2019;
    a sua volta il DEF, a partire dal 2015, prevede una ripresa del tasso di occupazione (+0,6 per cento nel 2015 e +0,9 per cento nel 2016) e una graduale riduzione del tasso di disoccupazione, dal 12,3 per cento del 2015 fino al 10,9 per cento di fine periodo;
    nel delineare le politiche caratterizzanti l'azione del Governo nel settore della Difesa, il DEF 2015 è focalizzato sul completamento delle azioni avviate nel corso degli ultimi anni per la riduzione e il miglioramento dell'efficacia della spesa pubblica, con le quali si prevede un ampio numero di iniziative la cui comune finalità è il contenimento e la razionalizzazione degli oneri a carico della finanza pubblica;
    il Documento considera necessario, nel prossimo futuro, rimodulare la spesa per la Difesa, in modo che sia migliore per efficacia ed efficienza, «al fine di perseguire la migliore tutela della sicurezza e della stabilità del continente europeo e degli spazi transatlantici, nonché degli interessi nazionali primo tra tutti quello economico»;
    particolare risalto viene dato all'attuazione delle misure di razionalizzazione Pag. 59delineate dalla legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare. A questo riguardo, il DEF per l'anno 2015, nella parte relativa alle spese per redditi della pubblica amministrazione, fa presente che in termini assoluti «si riducono maggiormente le spese di personale del Ministero della difesa», per effetto della graduale riduzione del personale necessaria a contenere, al 1o gennaio 2016, le richiamate unità massime di personale militare e civile;
    nella parte del DEF relativa alle spese in conto capitale si legge che «i pagamenti per gli investimenti fissi lordi (pari a 6.077 milioni) mostrano una riduzione, rispetto all'esercizio 2013, di 253 milioni (-4 per cento). La variazione è ascrivibile alle minori erogazioni del settore della difesa»;
    il DEF per l'anno 2015, prevede, inoltre, di utilizzare il minor numero di immobili della difesa per contenere le relative spese; rendere disponibili risorse infrastrutturali per altre finalità, quali la riduzione del debito pubblico, l'abbattimento della spesa per fitti passivi e il recupero di fondi integrativi per le Forze armate. Chiarisce, inoltre, che, in caso di alienazione, le infrastrutture non più utilizzate saranno preventivamente valorizzate allo scopo di attribuire loro una destinazione urbanistica compatibile con le esigenze del territorio e idonea ad essere immesse sul mercato in modo appetibile. Chiarisce, altresì, che si cercherà di delineare una nuova e moderna politica degli alloggi al fine di assicurare la pronta reperibilità del personale presso il luogo di servizio in un quadro di forte mobilità del medesimo personale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) appare opportuno che al comparto della difesa venga assicurato un quadro finanziario di riferimento stabile nel tempo, anche al fine di consentire un equilibrato riparto delle risorse disponibili tra le diverse voci di spesa che compongono il bilancio della difesa, tale da garantire in tempi certi il raggiungimento dell'obiettivo di riqualificazione della spesa nella misura del 50 per cento per la spesa di personale, del 25 per cento per la spesa per l'esercizio e del 25 per cento per la spesa per gli investimenti;
   b) appare necessario che la prevista riduzione delle spese per il personale del Ministero della difesa sia accompagnata da misure concrete volte a tutelare il personale militare interessato dalle misure di riduzione previste per l'anno 2016 dal decreto-legge n. 92 del 2012. In particolare, in linea con quanto previsto dalla legge n. 244 del 2012, appare non più rinviabile, da parte delle amministrazioni pubbliche in carenza di organico, che intendono avvalersi di questa possibilità, la formalizzazione di un piano di impiego di personale militare, che ne precisi le competenze utilizzabili;
   c) appare necessario individuare quanto prima nuove forme di utilizzo dei beni immobili non più utili alla Difesa, e come tali già indicati all'Agenzia del Demanio, che non riescono ad essere collocati sul mercato, prevedendone la concessione ad enti pubblici che utilizzano immobili privati in affitto e all'Archivio di Stato per la sistemazione degli archivi in suo possesso;
   d) appare necessario, al fine di dare piena attuazione al piano di vendite delle unità abitative occupate da conduttori, riproporre agli stessi l'offerta di acquisto, sulla base di un prezzo ulteriormente scontato, e contestualmente garantire la possibilità di esercitare l'opzione di acquisto dell'usufrutto, dando attuazione alle condizioni relative al diritto di accrescimento, così come indicato dalla Commissione Difesa nel parere espresso il 20 dicembre 2013 sugli schemi di decreti Pag. 60legislativi attuativi della legge n. 244 del 2012, recante norme di «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale»;
   e) appare necessario individuare un programma di risparmio energetico, sia elettrico che termico, che interessi le infrastrutture della Difesa, prestando particolare attenzione alle opportunità offerte da finanziamenti privati interamente a carico degli eventuali risparmi conseguiti.

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ALLEGATO 3

Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3 e Allegati).

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DALL'ONOREVOLE FRUSONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per i profili di competenza, il Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3, e Allegati);
   considerato che:
    nelle premesse del Documento in esame si delineano scenari macroeconomici favorevoli e ipotesi di un percorso di rilancio dell'economia, supponendo che l'Italia sia uscita dalla fase recessiva nel IV trimestre, con previsioni più positive di tassi di crescita sia per l'Area Euro che per l'Italia;
    per il 2015 si registra una crescita nella misura dello 0,7 per cento fino ad un possibile 1,4 per cento, nel 2016 e nel 2017 si prevede una crescita nella misura del 1,5 per cento;
    sono confermati gli indici dell'indebitamento netto, come previsti nella Nota di aggiornamento al DEF del novembre 2014, ossia: 2015: 2,6 per cento 2016: 1,8 per cento 2017: 0,8 per cento;
    secondo il DEF il pareggio di bilancio strutturale, sarà raggiunto nel 2017. Il Governo intende adottare il percorso di miglioramento graduale del saldo strutturale, previsto dalla clausola europea sulle riforme;
    in merito alla politica fiscale, il Governo prevede di non attivare la clausola di salvaguardia, inserita nella legge di stabilità per il 2015, consistente nell'aumento progressivo delle aliquote IVA del 10 e del 22 per cento, e che costerebbe alle tasche dei contribuenti 12,8 miliardi nel 2016, 19,2 miliardi nel 2017 e 21,3 miliardi dal 2018, per i seguenti fattori:
   a) migliori performance del PIL, che garantirà un maggior gettito tributario;
   b) la riduzione della spesa per interessi pari ad uno 0,4 per cento del PIL, circa 6 miliardi di euro;
   c) adozione di misure di spending review, nei prossimi mesi, per conseguire risparmi nella misura dello 0,6 per cento di PIL, circa 10 miliardi di euro;
    la razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, cosiddetta «spending review» del piano Cottarelli non ha avuto piena attuazione fino ad oggi, se non in misura prevalente a carico degli enti locali e territoriali, che hanno contribuito al miglioramento dei saldi di finanza pubblica con circa 7 miliardi nel 2014 e ulteriori 8,5 miliardi nel 2015, consentendo al Governo di finanziare il «bonus fiscale». Tale scelta ha ridotto sensibilmente le risorse delle autonomie locali, incidendo negativamente sulla erogazione dei servizi sociali ed assistenziali forniti a livello territoriale dai comuni ai cittadini bisognosi;
    nella programmazione economica del prossimo triennio, la realizzazione della spending review, diventa necessaria, non per aumentare le risorse da destinare agli investimenti produttivi e per ridurre la pressione fiscale, ma per evitare l'ulteriore aggravio delle aliquote Iva; Pag. 62
    non solo la programmazione per il triennio 2016-2018 non include un percorso di riduzione della pressione fiscale, fondamentale sia per sostenere la domanda di beni e servizi, sia per incentivare gli investimenti nel nostro paese, soprattutto di imprese estere, ma dal Documento in esame si rileva che la pressione fiscale è prevista in aumento dal 43,5 per cento del PIL del 2014 al 43,7 per cento nel 2019, con un picco del 44,1 per cento nel 2016 e 2017;
    si rileva che il debito pubblico è aumentato nel 2015 in rapporto al PIL dal 132,1 per cento al 132,5 per cento. La fase discendente del debito è prevista a partire dall'anno 2016, quando scenderà il rapporto scenderà al 130,9 per cento nel 2016, al 127,4 per cento nel 2017 e al 123,7 per cento nel 2018;
    i margini di flessibilità, in cui si muove il Governo per sostenere la crescita sono molto ridotti, in considerazione del forzoso rispetto del limite del 3 per cento del rapporto deficit/PIL, da cui ci siamo allontanati in misura ridotta nel corso dell'anno (2,6 per cento) e la permanenza di un debito elevatissimo;
    il Governo confida in modo del tutto ottimistico in una ripresa della crescita del nostro Prodotto interno lordo, legandolo a contro riforme strutturali, quali quella del lavoro prevista dal Jobs Act, quella della «Buona scuola» per la valorizzazione del capitale umano, la riforma della giustizia civile e la riforma della Pubblica Amministrazione. Anche lo stravolgimento della Costituzione è portato tra le «riforme» in grado di muovere la nostra economia, ma non è affatto detto che meno democrazia significhi meno efficienza e politiche efficaci;
    il quadro macroeconomico dei saldi di finanza pubblica potrebbe subire una deviazione negativa, in quanto restano incertezze per recuperare oltre ai circa 5,2 miliardi di tagli affidati alla difficile trattativa con gli enti locali e le regioni, anche i 3,3 miliardi di euro derivanti dalla lotta all'evasione, nonché 1,7 miliardi frutto dello split payment/reverse change Si consideri che potrebbe mancare all'appello circa 1 miliardo di euro per compensare la copertura conseguita dall'applicazione della Robin tax, bocciata di recente della Corte costituzionale;
    dal quadro macroeconomico si vorrebbe dedurre un trend di riduzione contenuta del tasso di disoccupazione, che nel 2014 ha visto però continuare la sua discesa sino a raggiungere nel quarto trimestre il record storico del 13,3 per cento con picchi del 21,2 per cento nel sud Italia ed, in particolare, nella suddetta zona, del 24,2 per cento per quanto attiene la disoccupazione femminile;
    nel 2015 si assiste a una lieve diminuzione di questa parabola discendente, pur continuandosi a registrare tassi di disoccupazione allarmanti, in particolare, come rileva l'ISTAT, a febbraio 2015 il tasso di disoccupazione dei giovani disoccupati, ovvero 15-24enni, esclusi i giovani inattivi che non cercano lavoro nella maggior parte dei casi in quanto impegnati negli studi, ha visto un aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente, raggiungendo quindi il 42,6 per cento;
    considerato, inoltre, che:
  le parti del DEF di competenza della IV Commissione Difesa sono una rimasticatura di provvedimenti già in essere o in discussione, come, il richiamo al Libro Bianco che dovrebbe finalmente essere posto alla conoscenza e al parere del Parlamento, nonché la razionalizzazione del Parco infrastrutturale non residenziale. Manca totalmente una visione tesa a ridimensionare sul serio le spese militari a partire dalla totale assenza di ogni taglio nei sistemi d'arma più costosi (come gli F35);
    si ravvisa la necessità di riformare il settore raggiungendo l'obiettivo di realizzare un sistema nazionale di difesa efficace e sostenibile che assicuri i necessari livelli di operatività e la piena integrabilità dello strumento militare nei contesti internazionali, all'interno di una prospettiva Pag. 63di una politica di difesa comune europea e nella cornice delle Nazioni Unite, prevedendo un ruolo attivo nella direzione di una efficace prevenzione dei conflitti e di un mantenimento della pace, con l'esclusione di ogni ipotesi e sotterfugio di interventismo militare;
    il combinato disposto del DEF 2015 in particolare con la legge n. 244 del 2012 e i suoi decreti attuativi, si evince che:
   a) si continua a non indicare come il bilancio debba essere ridotto, ma solo come ripartire lo stesso;
   b) non sono toccati gli investimenti sui sistemi d'arma, il cui costo è incompatibile con l'attuale fase di recessione. Si prosegue nell'anacronistico acquisto degli F35 e nell'implementazione di acquisizione di sistemi d'arma di natura offensiva che sono incompatibili con un modello di difesa difensivo che deriva da una corretta attuazione dell'articolo 11 della Costituzione;
   c) preoccupa – e non solo per il crollo del mercato immobiliare con il rischio di svendita del patrimonio pubblico – la messa in vendita di immobili ed aree del demanio pubblico attraverso la Società «Investimenti Immobiliari Italiani Società di Gestione del Risparmio e Società per Azioni (Invimlt SGR) unicamente per far cassa. Tenendo conto che sovente caserme dismesse ed aree un tempo sottoposte a servitù militari sono collocate nei centri storici o in aree di alto pregio ambientale, va da prima tutelata la destinazione pubblica e quella dell'uso per la nostra comunità;
    rilevato, in particolare, che appare necessario:
   a) destinare parte dei risparmi effettuati con la riforma dello strumento militare per migliorare la gestione corrente della formazione del personale e della gestione dei mezzi, a fronte di una riduzione di nuovi investimenti in sistemi d'arma;
   b) destinare l'assegnazione delle strutture militari in dismissione, localizzate in luoghi strategici delle città, per nuove funzioni che consentano per le altre amministrazioni risparmi in contratti di locazione;
   c) abbandonare, in via definitiva, il programma per la produzione e l'acquisto dei previsti cacciabombardieri Joint Strike Fighter (F35) parallelamente ad una riconversione delle industrie che operano nella produzione degli stessi;
   d) rivalutare la necessità di ogni singola missione militare all'estero non solo dal punto di vista economico ma anche e soprattutto per rispettare il dettame costituzionale indicato dall'articolo 11;
   e) ripensare alle modalità di svolgimento di parate militari, anche in occasione di festeggiamenti nazionali, al fine di risparmiare sui costi pur non pregiudicando il tributo che le Forze armate devono comunque dare alle ricorrenze repubblicane e storiche dell'Italia,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 4

Disposizioni in materia di elezioni della Camera dei deputati (Testo unificato C. 3-bis-B e abb. approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per le parti di propria competenza, il testo unificato delle proposte di legge recanti «Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati» (C. 3-bis-B e abbinate, approvato dalla Camera e modificata dal Senato),
   rilevato che l'articolo 2, comma 37, lettera a), capoverso articolo 4-bis, comma 5, novella la legge n. 459 del 2001 in materia di esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero, al fine di prevedere una disciplina speciale per l'esercizio del diritto di voto all'estero da parte degli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di Polizia che si trovino temporaneamente fuori del Paese nell'ambito della partecipazione dell'Italia a missioni internazionali;
   preso atto che, in considerazione delle particolari situazioni locali, la richiamata disposizione prevede che le modalità tecnico-organizzative di formazione dei plichi contenenti le schede, del recapito degli stessi agli elettori e della successiva raccolta dei plichi stessi – a cura del Ministero della difesa – saranno definite d'intesa tra il Ministero della difesa stesso e i Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'interno;
   considerato, altresì, che le richiamate intese dovranno regolare l'esercizio del diritto di voto anche nel caso in cui gli elettori si trovino in quei Paesi che non assicurano la segretezza e libertà del voto e nei quali non è pertanto prevista, di regola, la possibilità per i cittadini italiani di votare per corrispondenza;
   osservato che tale intervento normativo appare opportuno, non essendo attualmente prevista in via ordinaria la possibilità per i cittadini italiani che si trovino temporaneamente all'estero di votare per corrispondenza per le elezioni europee (ad eccezione di coloro che risiedono in uno dei Paesi dell'Unione europea), né per le elezioni politiche;
   considerato che, in assenza di una normativa specifica in materia, nel corso degli ultimi anni soltanto l'emanazione di specifiche disposizioni con decreti d'urgenza ha consentito il voto per corrispondenza da parte di alcune categorie di cittadini italiani residenti temporaneamente all'estero per ragioni di servizio: si tratta tuttavia di misure ad hoc, adottate nell'imminenza delle consultazioni elettorali (politiche, europee o referendum) e applicabili esclusivamente alle medesime elezioni,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si valuti l'opportunità di garantire il diritto di voto ai militari che tra il primo turno di votazione e l'eventuale ballottaggio siano rientrati in Italia o si trovino in una località diversa da quella nella quale hanno esercitato il diritto di voto al primo turno.

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ALLEGATO 5

Delega al Governo per la riforma del codice della nautica da diporto (C. 2722 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge recante delega al Governo per la riforma del codice della nautica da diporto C. 2722 Governo, approvato dal Senato;
   preso atto che il settore della nautica da diporto è particolarmente rilevante per l'economia italiana, che ha vissuto una crisi drammatica negli anni 2011-2012, anche in conseguenza della crisi economica generale;
   rilevato che tra le finalità della delega, che ha una durata di 24 mesi, è compresa anche l'introduzione nel codice della nautica da diporto di misure di semplificazione della normativa concernente l'attività di controllo in materia di sicurezza della navigazione da diporto e di prevenzione degli incidenti;
   considerato che nell'ambito dei principi e criteri direttivi della delega viene precisato che i decreti legislativi delegati dovranno prevedere criteri di razionalizzazione ed economia delle risorse istituzionali destinate alle attività di controllo in materia di sicurezza della navigazione, individuando il Corpo delle capitanerie di porto Guardia costiera come autorità competente in via esclusiva per la pianificazione e il coordinamento dei controlli;
   considerato, altresì, che i decreti legislativi delegati dovranno prevedere l'istituzione della figura professionale dell'istruttore di vela, stabilendo che gli istruttori professionali debbano essere in possesso di un apposito brevetto della Federazione italiana vela, della Marina militare o della Lega navale italiana,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.