CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 luglio 2011
509.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05085 Rugghia: Sulle iniziative per il contrasto degli atti di pirateria contro mercantili italiani.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il nostro Paese - sin dal manifestarsi dei primi casi di pirateria al largo delle coste somale, nel 2005 - si è distinto per l'impegno costante nel contrasto al fenomeno: attualmente partecipiamo con la presenza costante di navi della Marina Militare - almeno un assetto sempre presente in area - a due operazioni multinazionali di pattugliamento delle acque del Golfo di Aden, una sotto egida dell'Unione Europea, denominata «Atalanta» e un'altra, sotto egida della NATO, denominata «Ocean Shield».
Attualmente è allo studio, da parte di un gruppo di lavoro (Legal Working Group) appositamente costituito dall'ONU nell'ambito del «Contact Group on Piracy off the Coast of Somalia» (CGPCS) - al quale partecipiamo con rappresentanti Difesa/Esteri - per analizzare soluzioni ad hoc, la possibilità di istituire meccanismi giudiziari internazionali, tra cui prevale l'ipotesi di una Corte speciale somala che potrebbe, per il momento, operare nel territorio di un altro Stato (tribunale somalo delocalizzato), con o senza l'assistenza delle Nazioni Unite.
L'Italia partecipa anche alla missione «European Union Training Mission» (EUTM) in Somalia con un massimo autorizzato di 19 unità e con l'obiettivo di contribuire, nell'ambito dell'Unione Europea, al rafforzamento del Governo Federale di Transizione di Mogadiscio, attraverso l'addestramento delle sue forze di sicurezza in Uganda.
In particolare, tra il 3 e il 10 febbraio scorsi, 907 soldati somali hanno concluso l'addestramento e fatto rientro a Mogadiscio, mentre 1.000 reclute, tra cui 15 donne, sono state trasferite nel campo di addestramento ugandese, dove sono iniziati, il 14 febbraio, i corsi per le nuove reclute.
L'attività della missione EUTM, nata dall'esigenza di creare le condizioni necessarie per una stabilizzazione della grave situazione di crisi (principale causa del fenomeno della pirateria) in cui versa la Somalia e, più in generale, il Corno d'Africa, non è finalizzata soltanto al rafforzamento delle Forze di Sicurezza somale, ma si esplica anche nel fornire un indottrinamento basico sul diritto internazionale umanitario e, nella fattispecie, sulla salvaguardia dei diritti dei rifugiati, delle donne e dei bambini.
Voglio sottolineare che nel quadro della forte azione svolta a livello internazionale dall'Italia contro il fenomeno della pirateria, la Difesa ha assicurato e continuerà ad assicurare, assieme alle altre componenti del Governo, la massima collaborazione a tutela del personale delle navi mercantili che attraversano le aree a rischio da attacchi dei pirati.
Proprio al fine di individuare misure idonee a prevenire i crimini di pirateria che hanno reso e continuano a rendere insicura la navigazione nelle aree colpite dal fenomeno, nell'ambito del decreto legge «Proroga missioni internazionali» - approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 7 luglio e, attualmente, alla firma del Capo dello Stato - è prevista, in attuazione della Risoluzione (Doc. n. XXIV) sull'affare assegnato n. 604 approvata lo scorso 22 giugno presso la 4a Commissione Difesa del Senato della Repubblica, la possibilità d'impiegare nuclei militari di protezione della Marina Militare

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ovvero servizi di vigilanza privata armata a bordo delle navi commerciali battenti bandiera italiana, per la protezione delle navi in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria.
Nel contesto in cui si è ormai diffusa la pirateria marittima s'inquadra, infatti, la necessità di prevedere la possibilità d'imbarcare sui navigli commerciali, a richiesta degli armatori, team della Marina Militare adeguatamente addestrati e dotati d'idoneo armamento ed equipaggiamento, destinati alla protezione della nave e dell'equipaggio, o, in alternativa, guardie giurate armate.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05086 Di Stanislao: Sulle carenze nell'attività di aggiornamento e formazione del personale civile del Ministero della difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

Nel riconoscere l'importanza per la Difesa di un continuo accrescimento del bagaglio culturale e professionale dei propri lavoratori, non si può tuttavia sottacere come le misure adottate dal Governo in tema di finanza pubblica degli ultimi anni, abbiano richiesto anche un ridimensionamento, a carattere generale, delle risorse finanziarie destinate alla formazione. In tale quadro per l'anno 2011, il decreto legge 78/2010 convertito in legge n. 122/2010, ha ridotto del 50 per cento la spesa per i corsi da tenersi presso istituti esterni alla Difesa (cosiddetti extra-Civilscuoladife) rispetto a quella impegnata nel 2009, non intaccando i fondi destinati alla formazione di competenza di Civilscuoladife, in quanto non soggetta ai limiti di spesa del citato decreto legge 78/2010, quale Istituto di Formazione assimilabile alla Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione.
Ciò posto, compatibilmente con le risorse disponibili, Civilscuoladife, attraverso un'azione di decentramento didattico, soddisfa richieste di Enti periferici, inviando propri docenti presso enti, distaccamenti e reparti in tutta Italia, con particolare riguardo ai corsi in materia antinfortunistica.
Con riferimento ai citati corsi extra-Civilscuoladife, sono state a suo tempo impartite precise direttive, disponendo che solo nel caso in cui manchi un corso similare a quello da effettuare nel catalogo generale della predetta Scuola può essere attivata la procedura per la segnalazione del personale civile a corsi da tenersi presso istituti esterni alla Difesa.
Nell'anno 2010, la Scuola ha tenuto circa 390 corsi. Tra questi, oltre 120 al di fuori della propria struttura, di cui circa 40 in strutture periferiche della Difesa, destinati a oltre 5.000 unità di personale civile e militare segnalate dalle Direzioni Generali e dagli Stati Maggiori, previa concertazione con le Organizzazioni Sindacali, le quali hanno concordato i criteri per l'individuazione dei destinatari.
Nel corso del 2011, in via sperimentale, la Scuola ha tenuto corsi in video-conferenza e attualmente è in fase di svolgimento un corso di lingua inglese con docenti della Scuola Lingue Estere di Perugia per il conseguimento di una conoscenza linguistica riconosciuta a livello NATO.
Con riferimento, infine, al Centro per la Formazione Didattica e Manageriale (CEFODIMA), esso è un Ente dell'Aeronautica militare, costituito nel 2009, con sede a Firenze, che ha le seguenti missioni:
elevare il livello professionale degli ufficiali dell'Aeronautica militare, attraverso corsi di formazione che forniscano strumenti e competenze di tipo tecnico-manageriale;
progettare, erogare, dirigere, coordinare, controllare e valutare tutte le attività tecnologiche, didattiche, formative, metodologiche, valutative e di sviluppo relative ai corsi di pertinenza afferenti le aree della formazione e-learning, della formazione

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di formatori e della formazione manageriale, collaborando, ove richiesto, con Istituti ed Enti esterni.

La frequenza dei corsi e, in particolare quelli per formatori, fatte salve le esigenze di Forza armata, è aperta anche agli ufficiali di altre Forze armate, al personale non direttivo e al personale civile della Difesa, qualora già svolga o sia destinato a svolgere attività di docenza.
Fin dal 2009, lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, nel rispetto della vigente normativa di settore, ha ammesso al corso per formatori tenuto dal CEFODIMA, anche personale civile di Enti di Forza armata, qualificando quali formatori 11 dipendenti civili dell'Aeronautica militare e uno appartenente alla Direzione Generale del Personale Civile.
Per il futuro, il CEFODIMA ha in programma di effettuare annualmente due corsi per formatori, ai quali potrà partecipare anche personale civile dell'Aeronautica militare (o eventualmente impiegato presso altra Forza armata/area interforze), sempreché vengano avanzate idonee candidature dagli Enti competenti.