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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 119 di giovedì 15 giugno 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 giugno 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 66, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.

PRESIDENTE. Comunico che ho chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati il deputato Marcello Coppo, in sostituzione del deputato Riccardo Zucconi, dimissionario.

Discussione delle mozioni Aiello ed altri n. 1-00052, Cattaneo ed altri n. 1-00096, Scotto ed altri n. 1-00152 e Mari ed altri n. 1-00153 concernenti iniziative a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali, con particolare riferimento all'importo delle pensioni minime.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Aiello ed altri n. 1-00052, Cattaneo ed altri n. 1-00096, Scotto ed altri n. 1-00152 e Mari ed altri n. 1-00153 concernenti iniziative a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali, con particolare riferimento all'importo delle pensioni minime (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

È iscritto a parlare il deputato Aiello, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00052. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, oggi mi rivolgo a voi per discutere una mozione di estrema importanza per il bene dei cittadini italiani. Come ben sapete, il nostro Paese si trova in un periodo di grandissima sfida economica, resa ancora più complessa dagli effetti duraturi che perdurano da dopo la pandemia. È nostro dovere, come rappresentanti del popolo italiano, affrontare queste sfide e agire per il miglioramento della situazione economica e sociale.

Dall'ultimo rapporto annuale dell'Istat abbiamo potuto evidenziare la presenza di elementi di vulnerabilità dell'economia italiana, che si sono ampliati durante il periodo pandemico, nonostante le importanti misure di politica economica messe in piedi dal Governo. Questi elementi rischiano di aggravarsi ulteriormente a causa dell'accelerazione dell'inflazione che stiamo vivendo, che ha richiesto una risposta altrettanto significativa da parte delle politiche economiche nel Paese. I dati forniti dall'Istat, infatti, mostrano che l'inflazione in Italia ha raggiunto l'11,6 per cento a dicembre 2022. Se confrontiamo il dato con il più 1,9 per cento registrato nel 2021, possiamo constatare un aumento significativo dell'inflazione stessa. Nel corso del 2022, l'inflazione media italiana è cresciuta dell'8,1 per cento, il valore più alto degli ultimi 37 anni. Questo rialzo è principalmente attribuibile all'aumento dei prezzi dei beni energetici, che hanno registrato un incremento del 50,9 per cento rispetto all'anno precedente. È importante sottolineare che, al netto di questi beni energetici, la crescita dei prezzi al consumo nel 2022 è stata del più 4,1 per cento, rispetto allo 0,8 del 2021.

Le stime indicano che l'inflazione acquisita nel 2023 sarà pari al 5,1 per cento. Questo significa che, nel 2022, il costo della vita in Italia è aumentato di 2.219 euro per famiglia, di cui oltre 500 euro solo per il carrello della spesa, così come riportato dall'Unione nazionale consumatori. È importante sottolineare che il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto nel terzo trimestre del 2022 nonostante l'aumento dei prezzi, tuttavia la propensione al risparmio è diminuita rispetto ai livelli precedenti alla pandemia. Questi dati riflettono chiaramente la situazione critica che molti cittadini italiani stanno affrontando. L'inflazione ha un impatto diretto sul bilancio familiare, con un aumento dei prezzi che si traduce in una diminuzione del potere d'acquisto. Questo significa che le persone stanno lottando per far fronte a spese quotidiane e per mantenere un tenore di vita dignitoso.

Per comprendere appieno la situazione attuale, desidero condividere con voi alcune considerazioni tratte dal rapporto Istat pubblicato lo scorso dicembre. Nel 2021 sono stati spesi 313 miliardi di euro per 23 milioni di prestazioni previdenziali a favore di 16 milioni di pensionati. La spesa pensionistica è aumentata dell'1,7 per cento rispetto all'anno precedente, rappresentando il 17,6 per cento del PIL. È importante notare anche che il 59,1 per cento delle singole prestazioni pensionistiche è inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Considerando il fatto che il 32,1 per cento dei pensionati riceve più di una prestazione, un terzo dei pensionati vive con un reddito complessivo inferiore a questa soglia. Il valore mediano dell'importo annuo delle singole prestazioni pensionistiche nel 2021 è di 8.897 euro.

Questi dati, Presidente, evidenziano anche notevoli differenze di genere, differenze territoriali e di tipologie di prestazione. Infatti, le donne costituiscono la maggioranza, sia tra i titolari di pensioni, sia tra i beneficiari, ma gli uomini percepiscono il 56 per cento dei redditi pensionistici. Quindi, c'è una sperequazione anche in termini di genere. Le pensioni delle donne, infatti, sono inferiori rispetto a quelle degli uomini per lo stesso tipo di pensione, con un importo medio di 11.000 euro contro i 17.000 euro degli uomini. Inoltre, i redditi mediani delle donne pensionate sono inferiori del 28 per cento rispetto a quelli degli uomini.

È rilevante notare anche che, nel 2021, secondo le rilevazioni delle forze lavoro, c'è stato un aumento significativo dei pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro, raggiungendo il numero di 444.000. Questo gruppo è principalmente composto da uomini residenti nelle regioni settentrionali e lavoratori non dipendenti.

Guardando al reddito familiare, nel 2020 il reddito medio netto delle famiglie con pensionati è stimato in 33.543 euro annui, leggermente inferiore al dato del 2019. Tuttavia, il reddito netto familiare equivalente, che tiene conto delle economie di scala e rende comparabili i livelli di benessere tra famiglie di diversa composizione, mostra che le famiglie con pensionati hanno un vantaggio comparativo rispetto a quelle senza pensionati. Inoltre, l'indice di grave deprivazione materiale nel 2021 ha evidenziato un'inversione di tendenza, mostrando un miglioramento della situazione delle famiglie senza pensionati rispetto a quelle con pensionati.

Il Governo ha introdotto misure per rivedere il meccanismo di indicizzazione o perequazione delle pensioni, che consente un aumento annuale delle prestazioni previdenziali per tenere conto dell'aumento del costo della vita. L'obiettivo di questo meccanismo è quello di evitare che i pensionati diventino più poveri a causa dell'inflazione. Tuttavia, è importante valutare attentamente le modifiche apportate a questo meccanismo e le implicazioni che hanno sulle pensioni minime.

Prima della riforma Fornero, le perequazioni delle pensioni erano suddivise in tre fasce, all'interno del regime generale dell'INPS: le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo venivano adeguate al 100 per cento, quelle comprese tra 3 e 5 volte il minimo al 90 per cento, mentre quelle superiori a 5 volte il minimo venivano adeguate al 75 per cento. Tuttavia, a partire dal 2012, sono state introdotte misure di blocco temporaneo dell'indicizzazione per le pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo, con modifiche successive per rispondere alla sentenza della Corte costituzionale. Nel 2014 è stato introdotto un nuovo meccanismo perequativo che ha abbandonato i criteri di progressività a favore di una rivalutazione unica basata sull'importo complessivo delle pensioni, con indici di perequazione meno favorevoli per le pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo.

La recente legge di bilancio del 2023 ha introdotto nuove disposizioni sulla perequazione delle pensioni, prevedendo una perequazione più restrittiva per i casi in cui l'importo complessivo delle pensioni superi 4 volte il trattamento minimo dell'INPS. Inoltre, è previsto un incremento transitorio per gli anni 2023-2024 per i casi in cui l'importo complessivo delle pensioni sia pari o inferiore al trattamento minimo.

È importante valutare attentamente queste disposizioni e le relative valutazioni, tenendo conto dei principi costituzionali e della necessità di bilanciare i diritti di prestazione sociale con l'equilibrio economico e finanziario.

La giurisprudenza costituzionale ha riconosciuto la legittimità di interventi legislativi che modulino l'adeguamento delle pensioni in base a fasce di reddito e limiti temporali, affinché siano ragionevoli e proporzionati.

Come rappresentanti del MoVimento 5 Stelle abbiamo un impegno ineludibile verso i cittadini che hanno dedicato la loro vita al lavoro e ora si trovano in una fase della loro esistenza in cui meritano sicurezza economica e dignità. Abbiamo, dunque, presentato questa mozione che richiede al Governo di prendere impegni chiari, al fine di contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche, rispettando pienamente il principio costituzionale di adeguatezza dei trattamenti previdenziali.

Presidente, passo adesso a illustrare gli impegni presenti nella nostra mozione. In primo luogo, chiediamo al Governo di garantire che il trattamento minimo del regime generale dell'INPS sia almeno pari a 1.000 euro netti al mese. Questo è un passo fondamentale per mitigare l'impatto della tassazione sul reddito da pensione. Pertanto, proponiamo anche l'introduzione di una detrazione dell'Irpef in maniera progressiva fino a determinate soglie di reddito, che riguardano appunto i pensionati. Inoltre, riteniamo necessario riorganizzare e armonizzare le detrazioni per i redditi da pensione, estendendo le misure già previste nella legge n. 234 del 2021. Questo permetterà di ridurre ulteriormente il carico fiscale sui pensionati e migliorare la loro situazione economica.

Un altro punto cruciale che solleviamo è la necessità di adottare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni. L'indice attuale non tiene pienamente conto delle differenze sostanziali che caratterizzano i consumi dei pensionati, come il genere, il territorio, la tipologia di prestazione. È fondamentale proteggere il potere d'acquisto dei pensionati e garantire che essi non siano svantaggiati da un indice che non riflette adeguatamente la loro realtà.

Chiediamo, pertanto, al Governo di definire una revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni, che garantisca nel tempo l'adeguatezza del trattamento pensionistico minimo, tenendo conto delle risorse finanziarie disponibili e senza compromettere le esigenze minime di protezione della persona. Inoltre, riteniamo opportuno valutare l'opportunità di separare contabilmente la spesa per le pensioni maturate, a fronte dei contributi versati, dalla spesa di pura assistenza. Questo potrebbe comportare la ricostituzione della commissione tecnica, incaricata dello studio sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali.

Onorevoli colleghi, Presidente, le misure che proponiamo nella nostra mozione sono volte a garantire un futuro più sicuro e dignitoso per i nostri pensionati. Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il bene di coloro che hanno contribuito al progresso del nostro Paese. Chiedo a ciascuno di voi di valutare attentamente l'importanza di questa mozione e di sostenere gli impegni che richiediamo al Governo. Il nostro compito è rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini e questo è un passo essenziale per farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Arturo Scotto, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00152. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, questa mozione, come quelle degli altri colleghi e degli altri gruppi parlamentari, si inserisce in un contesto abbastanza segnato dalle scelte del Governo anche rispetto a quello che, abusivamente, è stato denominato decreto lavoro, perché è un decreto per la precarietà del lavoro. Basti pensare alla liberalizzazione dei contratti a termine, all'allargamento a dismisura dell'uso dei voucher, al taglio del reddito di cittadinanza. E si inserisce anche dentro un dibattito che stiamo facendo in questi giorni sugli enti previdenziali.

Io chiedo a lei, signor Presidente, e, per suo tramite, al Sottosegretario Durigon, che è qui in Aula: era davvero necessario e urgente commissariare INPS e INAIL? Quando parliamo dell'INPS parliamo di qualcosa di enorme per questo Paese, che eroga 313 miliardi annui di pensione.

Avete commissariato i consigli di amministrazione e i presidenti di INPS e INAIL per ragioni che non discuto - poi, vorremmo capire anche perché lo avete fatto: spoils system, eccetera - e ci avete costruito un decreto sopra. Sono passati 40 giorni, sottosegretario Durigon, e stiamo ancora aspettando il nome e il cognome del futuro presidente dell'INPS e del futuro presidente dell'INAIL. Se siamo qui a discutere di pensioni e della necessità di dare un segnale alla parte più fragile del Paese, la politica dovrebbe comportarsi in maniera un po' più lineare e, forse, anche giocare di meno con le istituzioni, signor Presidente.

Ma stiamo al punto. Come diceva il collega Aiello, che mi ha preceduto, le previsioni del DEF sull'inflazione dicono che il tempo volge al bello. Sarei più cauto. Siamo infatti all'8,1 per cento di inflazione e andremo probabilmente a scendere un po', ma non tanto da recuperare il potere d'acquisto perduto. Noi ci troviamo di fronte a un dato oggettivo: i redditi da lavoro e da pensione sono stati profondamente erosi. È chiaro che sarebbe sbagliato e fazioso attribuire la responsabilità solamente a questo Governo, però non vediamo in campo alcuna iniziativa significativa sul terreno anticiclico per invertire questa tendenza. Persino quell'abbozzo di cuneo fiscale che è stato messo in campo interviene in maniera non strutturale e a tempo. Dunque, ci troviamo di fronte a qualcosa che appartiene a pieno titolo a un'emergenza che si chiama “salari e pensioni”. Se guardiamo al livello dei salari e al tema dei pensionati di domani, ci troviamo di fronte a rischi concreti di povertà contributiva che, legati all'intermittenza della precarietà e alla svalorizzazione del lavoro, ci dicono che i pensionati del futuro saranno non poveri ma poverissimi. Se mettiamo tutto questo a fronte di un progressivo invecchiamento della popolazione, vediamo che le iniziative messe in campo sono poco più che pannicelli caldi. Aggiungo che il blocco del Governo sulle nomine, nonostante il decreto Commissariamento INPS e INAIL, ha bloccato anche il tavolo che era stato istituito con i sindacati e le parti sociali, che prevedeva l'apertura, finalmente, di una discussione sul potere d'acquisto delle pensioni. Rispetto alle scelte che avete fatto in legge di bilancio, 4,3 milioni di pensionati su 11 milioni subiranno delle decurtazioni. Parlate di pensioni importanti ma, in realtà, qui si tratta di una media di donne e uomini che prendono 1.500 euro lordi al mese. Si fa fatica a pensare che i pensionati siano ricchi e quegli importi sono stati decurtati perché non è scattata l'indicizzazione. Su questa misura avete fatto cassa: 10 miliardi tra il 2023 e il 2025. Ne prevedete 35 di qui al 2032. Nel frattempo, il 73 per cento di quelle pensioni è molto al di sotto dei numeri necessari di cui parlavamo, ovvero sotto i 1.500 euro lordi, e 8,6 milioni di pensionati navigano tra 500 e 1000 euro lordi. Di fronte a questo tema, le proposte avanzate all'interno della mozione di maggioranza, che ho letto e che ovviamente rispetto, mi sembrano molto, molto deboli. Capisco che non ci si possa muovere in maniera troppo disallineata rispetto all'attuale Governo ma si fa fatica a immaginare un innalzamento a 600 euro solo per gli ultra settantacinquenni. Inoltre, individuare risorse e modalità per prevedere un incremento progressivo, da realizzarsi nell'arco della legislatura, dell'importo minimo delle pensioni, dando priorità nell'individuazione della platea ai soggetti ritenuti più deboli, individuati sulla base di una valutazione che tenga conto dell'età e del reddito complessivo, significa lanciare la palla in tribuna. Cari colleghi del centrodestra, state lanciando la palla in tribuna. Invece, la palla va messa in campo, signor Presidente. Basta farsi un giro nei bar, basta frequentare qualche fabbrica, qualche Casa del popolo, l'Azione cattolica, la Pro loco, tutti i luoghi di aggregazione, per rendersi conto che la platea è facilmente individuabile: 8,6 milioni di persone tra 500 e 1.000 euro al mese sono facilmente individuabili. Sono i nostri nonni, i nostri padri, i nostri zii. Quanto tempo ci vuole? Una legislatura! Nel frattempo, avremo l'inflazione ancora alta e le scelte che vengono annunciate dalla Banca centrale europea - lo dico per promemoria ai sovranisti di casa nostra - non mi sembra vadano verso una flessibilità maggiore sui tassi d'interesse ma, anzi, ulteriormente verso una stretta, pensando di combattere così l'inflazione. Tuttavia, come ci dicono i dati pubblicati dall'Istat sul debito pubblico, che cresce anche questo mese, forse questo tipo di lotta all'inflazione, signor Presidente, non funziona e probabilmente occorrerebbe uno sforzo in più e un impegno più cogente. Noi proponiamo alcune misure. Primo: quando abbiamo governato noi in un tempo lontano, con il Governo Prodi, introducemmo la quattordicesima per i pensionati per una platea di beneficiari che stavano al minimo. Si può pensare di allargare quella platea sulla quattordicesima? Significherebbe provare a dare almeno un segnale sul potere d'acquisto per ridurre l'impatto dell'inflazione. Si può immaginare - ma non lo vedo - di correggere quell'obbrobrio fatto nella legge di bilancio su Opzione donna, nonostante le promesse in campagna elettorale? Si può immaginare una nuova impostazione di politica di bilancio e, dunque, di rivedere almeno il DEF che abbiamo votato un paio di mesi fa e su cui siete persino scivolati? Perché non c'era una riga. Si può immaginare, signor Presidente, signor Sottosegretario, di rivederlo a settembre e di intervenire sui trattamenti pensionistici al di sotto dei 1.000 euro? Si può immaginare di rivedere quel meccanismo introdotto nella legge di bilancio sull'indicizzazione, che rischia di decurtare le pensioni per milioni di donne e di uomini? Si può e si deve, signor Presidente, riaprire e far funzionare il tavolo con le parti sociali per mettere mano, come avete promesso voi in campagna elettorale, all'attuale legislazione sulle pensioni!

Nell'ambito della delega per la riforma fiscale, anziché strizzare l'occhio un po' agli evasori e un po' ad altre categorie attraverso quella flat tax, che è irrealizzabile, occorre alleggerire il carico sull'83 per cento degli italiani che pagano le tasse e che sono lavoratori dipendenti e pensionati. Sono proposte di buonsenso, moderate, che fanno, però, il paio rispetto a un'emergenza vera, che si chiama lavoro e si chiama politica industriale.

Oggi FIOM, FIM e UILM hanno indetto uno sciopero generale di 4 ore. Consiglio non richiesto alla maggioranza sovranista: è abbastanza singolare che il Ministero del made in Italy non muova un dito rispetto al fatto che stiamo perdendo un pezzo significativo di automotive e non eserciti alcuna pressione su Stellantis, perché si salvino intere aziende nel nostro Paese, si salvaguardi l'occupazione e si metta in campo un progetto industriale serio che aiuti la transizione ecologica e la riconversione verso l'elettrico, verso la strada nuova che inevitabilmente dovremo percorrere con riferimento all'automotive.

Possiamo dire, signor Presidente, che, probabilmente, le leggi alimenteranno la precarietà: sappiamo che, di qui a qualche settimana - mi rivolgo al Sottosegretario Durigon -, accanto al decreto Lavoro, che stiamo ancora aspettando al Senato - e ci auguriamo fortemente che questa Camera abbia i tempi congrui per poterlo discutere e che non si impacchetti e si chiuda con la fiducia - arriverà, verrà annunciato un nuovo disegno di legge sul lavoro. Comincio a tremare se vi saranno, di nuovo, un'insistenza sulla liberalizzazione dei contratti a termine, un'ulteriore spinta verso la precarietà e l'indebolimento del lavoro e del sindacato. Si può immaginare, concludo, signor Presidente, signor Sottosegretario, una riflessione al riguardo; è arrivato il tempo. Abbiamo avuto modo di leggere la relazione del Ministro Fitto sul PNRR, un'infinita sequenza di alibi che si è fabbricato e che si è costruito l'attuale Ministro degli Affari europei con delega al PNRR.

Di fronte a tutti questi alibi costruiti, si fa un decreto-legge PA striminzito, che interviene sostanzialmente sulle figure apicali, stabilizza un po' di staff ministeriali, cambia qualche capo dipartimento e stop. Non c'è una parola sulla necessità dello sblocco del turnover e sul piano straordinario dell'occupazione nella pubblica amministrazione, che sarebbe una spinta decisiva per far correre il PNRR. Si annuncia un altro decreto - Assunzioni-bis - ma da quello che si legge dalle indiscrezioni, ma sono sicuro che sarò smentito dal Sottosegretario Durigon, parliamo anche qui di poche decine di assunzioni.

Allora sul lavoro, sulle pensioni, sulla povera gente, sulla parte più fragile della popolazione, che cosa avete in testa? Che cosa volete fare? O pensate davvero che questo Paese reggerà a lungo una condizione dove si scaricano un po' di tasse sui più ricchi, abbassandole attraverso l'illusione della flat tax, si strizza un po' l'occhio, attraverso i condoni, a chi le tasse non le ha mai pagate o le ha pagate sempre poco o le ha sempre aggirate, e non si dà un segnale a quella larghissima parte di popolazione che ha sempre pagate le tasse? Questa è la nostra mozione, questa è la nostra proposta. Auspichiamo che ci sia un dibattito franco, leale, serio e approfondito nel merito.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Grimaldi, che illustrerà la mozione Mari ed altri n. 1-00153, di cui è cofirmatario.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ahimè, credo che non c'entri nulla il lutto nazionale con il deserto che abbiamo davanti, con l'attenzione che spesso si evidenzia in questo Parlamento e, in generale, nel Paese, ahimè, su questa discussione. Fatemi dire che sono davvero rammaricato. Avevo intuito lo stato del nostro dibattito democratico quando, durante la legge di bilancio, si sono prese ingenti risorse che erano state messe proprio lì per aggiornare, per indicizzare finalmente le pensioni, non certo, tra l'altro, delle fasce medio-alte, e, addirittura, si è narrato che lo si faceva per darle ai più deboli, nella stessa legge di bilancio in cui si colpiva mortalmente il reddito di cittadinanza.

Oggi un anziano con pensione minima percepisce meno di mille euro al mese. Significa - senza giri di parole - vivere sotto la soglia di povertà, magari, dopo aver lavorato una vita intera. Inflazione e carovita si abbattono su queste situazioni in modo drammatico, negando a queste persone non solo un'esistenza dignitosa sotto ogni aspetto - la casa, i servizi essenziali, l'alimentazione, la mobilità, la socialità - ma, davanti alla crisi pandemica che abbiamo appena affrontato, vuol dire rendere ancora più iniquo il nostro sistema sanitario nazionale. Un sistema sanitario nazionale che ormai prevede tempi di attesa per una visita specialistica di sei mesi o un anno, quando va bene, in alcune regioni italiane, un anno o due anni in molte altre regioni italiane. Vuol dire che quei pensionati sono esattamente nella possibilità di fare due cose: aspettare, vedendo tra l'altro peggiorare la loro situazione sanitaria, o rinunciare. Già, perché a loro non è consentito fare quello che ognuno di voi e ognuno di noi può fare: pagare, per passare magari in intra moenia fra 48 ore, o nel privato, nelle prossime 24. Eppure, vi ricordo che su questa discussione dovrebbe venirci in aiuto l'articolo 38 della Costituzione, che stabilisce l'impegno dello Stato a garantire mezzi adeguati alle loro esigenze di vita. Un principio costituzionale, ahimè, del tutto inattuato, anche quando parliamo di lavoro.

L'inflazione aumenta dello 0,3 per cento al mese e del 7,6 per cento all'anno, dopo che, a dicembre del 2022, segnava un 11,6 per cento su base annua. Un record, come sapete. Ma l'impatto maggiore è proprio sulle famiglie con minori capacità, il 12,1 per cento. I depositi bancari delle famiglie, dal dicembre 2021 al marzo 2023, sono diminuiti di 14,271 miliardi di euro.

A gennaio 2023, in un Paese in cui l'invecchiamento della popolazione è un fenomeno di proporzioni enormi, soprattutto al Nord, il pagamento delle pensioni 2023 pesa sulle casse dello Stato per 231 miliardi di euro, di cui 206,6 miliardi sostenuti dalla gestione previdenziale e 24,4 miliardi da quella assistenziale. Insomma, in generale le prestazioni erogate dall'INPS sono 17 milioni, di cui molte sono pensioni di vecchiaia maturate da lavoro dipendente e al secondo posto si collocano quelle di tipo assistenziale, in particolare le pensioni di invalidità civile.

L'assegno mensile varia da un minimo di 750 euro a un massimo di circa 1.456. Gli assegni riguardano al 55 per cento l'Italia settentrionale, per la vecchiaia più o meno al 60 per cento, e al 24 per cento l'Italia meridionale e le Isole, dove però pensioni e assegni sociali sono il 55,7 per cento; al 19 per cento l'Italia centrale e allo 0,7 per cento soggetti residenti all'estero. Ecco, il dato più impressionante è che il 55,8 per cento delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. Dei 9 milioni di pensioni con importo inferiore a 750 euro, il 43,1 per cento beneficia di prestazioni legate ai bassi redditi, con integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.

Il punto è che le erogazioni pensionistiche dovrebbero garantire standard di vita adeguati e dignitosi a tutte e tutti; ma inflazione, costi energetici e aumenti della spesa alimentare hanno eroso in modo drammatico il potere d'acquisto della maggior parte di questi pensionati. C'è una sola cosa da fare, per noi, il principio è lo stesso per cui proponiamo un salario minimo legale, per sottrarre tante e tanti, troppe persone, appunto, al lavoro povero. Portare a 1.000 euro il reddito pensionistico di tutti i percettori di pensione minima costerebbe circa 19,5 miliardi; aggiungendo i pensionati con un reddito fino a due volte il minimo, la maggior parte dei quali ha un reddito pensionistico comunque inferiore ai 1.000 euro, il conto sale a 31,2 miliardi di euro. Se condividiamo la necessità di intervenire sulle pensioni con un importo al di sotto della soglia di povertà, dobbiamo farlo attraverso meccanismi incentivanti all'interno del mercato del lavoro. Lo diciamo, perché pensiamo che le risorse per fare questo intervento si potrebbero anche trovare all'interno dell'attuale sistema. È importante discutere di questo, anche per capire davvero cosa rischia di succedere nei prossimi anni, e la discussione con la vostra riforma del mercato del lavoro, con la necessità di stabilizzare più persone possibili, di rendere il contratto a tempo indeterminato la vera soluzione e stoppare questa voucher economy, stoppare questa Italia in cui è diventato normale ricevere un'offerta precaria e normale se sei donna, magari, ricevere un'offerta part time involontaria. Guardate, se il Governo decidesse di contrastare davvero l'evasione fiscale e contributiva, considerando che il tax gap sfiora i 100 miliardi, tutto sarebbe certamente più semplice.

Quindi, e concludo, Presidente, come avrete capito, la nostra proposta è semplice: prevedere, a partire dalla prossima legge di bilancio, l'aumento graduale, entro il termine della legislatura, delle pensioni sotto la soglia di povertà, attraverso il potenziamento e l'allargamento della quattordicesima e la riduzione del prelievo fiscale su questi assegni pensionistici; poi, stabilizzare ed estendere alle persone ultrasessantacinquenni l'importo minimo previsto dall'articolo 1, comma 310, della legge n. 197 del 2022, ma anche fare in modo che l'indice di rivalutazione automatica delle pensioni sia applicato nella misura del 100 per cento per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a 6 volte il trattamento minimo dell'INPS.

Per fare tutto questo, serve ovviamente il massimo coinvolgimento delle parti sociali, anche per un'altra ragione, Presidente: è tempo di lavorare a una riforma organica del sistema previdenziale che garantisca un'adeguata copertura previdenziale ai giovani, ai più giovani, a quelli che vengono continuamente umiliati da salari da fame e dalla precarietà e candidati a una vecchiaia con pensioni miserrime, da fame, ancora più da fame; ecco, la stessa riforma che garantisca le donne penalizzate sul mercato del lavoro dalla disparità retributiva con gli uomini e da un modello culturale e sociale in cui a loro è ancora attribuito un ruolo sacrificale nella famiglia. È tempo di discutere di tutto questo insieme, a partire dai congedi di genitorialità, perché queste discussioni o vengono rimesse insieme o queste disuguaglianze esploderanno sempre di più. Ancora, servono criteri di maggiore equità e solidarietà al sistema stesso, serve l'istituzione di una pensione contributiva di garanzia, così l'abbiamo definita, e tutto ciò è possibile - come dicevo - smettendo una volta per tutte di fare regali a evasori ed elusori, contrastando davvero l'evasione fiscale e contributiva, per destinare una riduzione del carico fiscale ai redditi da pensione e al lavoro dipendente con redditi medio-bassi, introducendo anche l'odiatissima - e lo diciamo qui, nella solitudine estrema di questo Parlamento - imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni. Serve trovare un nesso a tutto questo, perché nell'Italia in cui l'elusione fiscale è un tabù, nessuno ne discute, ogni tanto Oxfam pubblica i suoi report, ogni tanto scopriamo da qualche Lux Leaks, Panama Papers o qualche inchiesta internazionale dov'è il nostro made in Italy, Presidente, e il nostro made in Italy paga le tasse à la carte e le paga in paradisi fiscali anche dentro la nostra fortezza europea, dentro il nostro mercato europeo.

Concludo; se vogliamo davvero sottrarre le persone alla povertà io credo che questa sia l'unica strada: giustizia fiscale, pensioni e salari di dignità, perché, se no, il resto sono solo briciole e ipocrisia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lorenzo Malagola. Ne ha facoltà.

LORENZO MALAGOLA (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, i sistemi previdenziali sono equazioni complesse, il cui risultato dipende da una molteplicità di incognite: il tasso di natalità, il tasso di inflazione, il tasso di occupazione, il rapporto tra debito e PIL, per citarne solo le principali. Il Governo sta mettendo mano a tutto questo, affinché il nostro sistema previdenziale sia sostenibile, da un lato, ed efficace, dall'altro, secondo l'articolo 38 della nostra Costituzione.

Innanzitutto, sul tasso di natalità stiamo provando a invertire la rotta che ci ha portato in un inverno demografico ormai insostenibile. Come è noto, la nostra piramide demografica è rovesciata, con le coorti più giovani che popolano la punta, nella parte bassa di essa, e la popolazione più anziana che, invece, è rappresentata dalla larga base di questa piramide.

Contestualmente rispetto a un tasso di natalità così basso, che è lontanissimo dal tasso di sostituzione, registriamo un progressivo invecchiamento della popolazione italiana con, però, molti anni di vita in condizioni di inabilità e tutto questo chiaramente influisce sugli equilibri anche del nostro sistema previdenziale.

Tuttavia, il Governo Meloni, consapevole di questa emergenza, ha voluto, per la prima volta nella storia repubblicana, titolare uno dei propri Ministeri proprio alla natalità, volendo dare un messaggio preciso all'opinione pubblica, ai cittadini italiani e alla Nazione: questa è la nostra prima emergenza, è la nostra prima priorità, perché solo invertendo il calo demografico noi potremo garantire sostenibilità e futuro al nostro sistema previdenziale, e lo stiamo facendo con tante iniziative, tra cui il rifinanziamento dell'assegno unico, ma anche con la delega fiscale, che avrà una serie di decreti attuativi che andranno incontro alle famiglie italiane per sostenere la natalità.

La seconda incognita di questa complessa equazione riguarda il tasso di inflazione; come è stato più volte ricordato, l'inflazione è cresciuta, ma nell'ultimo trimestre vediamo la luce, abbiamo registrato una prima decisiva riduzione del tasso di inflazione, che è sceso sotto l'8 per cento.

Il Governo ha sostenuto il potere d'acquisto degli italiani, di famiglie e di imprese, con un robusto finanziamento contro il caro bollette e siamo riusciti a uscire dal momento più drammatico della nostra storia repubblicana degli ultimi decenni; con coraggio siamo riusciti a sostenere famiglie e imprese nel momento più difficile e oggi possiamo dire di avere sotto controllo questa incognita.

La terza incognita che desidero citare è il rapporto tra debito e PIL. Il criterio di ripartizione del nostro sistema pensionistico richiede che la spesa pubblica sia sotto controllo, che i conti siano in ordine per pagare le pensioni italiane. Finalmente, dopo tanti anni, stiamo crescendo anche rispetto al denominatore. Il PIL è tornato a crescere, con stime anche più ottimistiche di quelle che avevamo espresso, con prudenza e responsabilità, qualche mese fa. L'azione del Governo Meloni sta finalmente facendo tornare a crescere il denominatore di questa frazione, che tanto è determinante anche per il nostro sistema pensionistico.

Infine, il tasso di occupazione; e mi fa piacere la presenza del sottosegretario Durigon. Non abbiamo mai registrato, nella storia repubblicana, tassi di occupazione così elevati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un dato incontrovertibile dovuto, innanzitutto, alla fiducia che i mercati riservano al nostro mercato del lavoro e alla nostra economia. C'è fiducia verso l'Italia e verso un mercato del lavoro in cui si stanno portando avanti delle riforme coraggiose. Il decreto Lavoro giungerà all'esame di quest'Aula la prossima settimana - ma è previsto anche un disegno di legge di riforma più organica del mercato del lavoro - e i tassi di occupazione sono così elevati che possiamo ben sperare anche su una migliore tenuta del nostro sistema previdenziale. Più lavoro c'è e più il sistema previdenziale italiano sarà in salute.

Tutto questo è stato possibile - lo ricordo - anche grazie a un ampio taglio del cuneo fiscale, cosa che non si vedeva da diversi Governi. Ciò è il segno di una volontà politica chiarissima da parte di Giorgia Meloni e della maggioranza di Governo. Il taglio del cuneo, che aiuta le imprese ad assumere, segna una strada chiara anche per garantire una maggiore sostenibilità al nostro sistema previdenziale.

Tutti questi sono ambiti di intervento cui il Governo ha messo mano nei suoi primi mesi di azione. Il Governo è intervenuto non solo indirettamente sul sistema previdenziale ma anche direttamente, e nell'ultima legge di bilancio ha innalzato le pensioni minime fino a 600 euro per gli over 75. L'opposizione può dire che è poco, però, non abbiamo visto da parte loro, negli scorsi Governi, interventi di questo tipo. Quindi, anche qui il Governo non lascia indietro i più fragili, gli anziani, né coloro che rischiano di cadere in una condizioni di povertà se non sono adeguatamente sostenuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il Governo, poi, sta portando avanti un cantiere sulla riforma previdenziale e io credo e spero che, in tale ambito, porterà all'attenzione di quest'Aula una riforma complessiva nel prossimo autunno.

Mi fa piacere ricordare alcuni aspetti contenuti nella mozione di maggioranza, che oggi stiamo discutendo in Aula. Innanzitutto, occorre colmare i vuoti contributivi per i più giovani, perché, chiaramente, l'intermittenza contributiva è un danno che non può essere tollerato. Poi, si deve prevedere un anticipo pensionistico per le donne con figli a carico, perché va riconosciuto che lavorare ed essere madri è un servizio dato alla collettività e alla Nazione.

Inoltre, bisogna rivalutare le pensioni, colpite da un blocco della perequazione da oltre 10 anni, perché è una cosa giusta. Questo è un punto su cui, in una riforma strutturale del sistema, occorre mettere mano.

Infine, occorre prevedere un ulteriore innalzamento delle pensioni minime anche per gli over 70 e per gli over 65, affinché davvero nessuno sia lasciato indietro, perché questo Governo non vuole lasciare indietro nessuno, ma sa anche che il futuro può essere affrontato in modo positivo e con fiducia, mettendo mano strutturalmente a una molteplicità di incognite che non ci fanno paura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Il Governo intende intervenire o si riserva di farlo successivamente?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. No, grazie, Presidente. Non intendo intervenire.

PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 12,55)

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Nella notte è passato oltre Massimo Pedroni. Massimo fu saggista, poeta, scrittore, già vicepresidente del teatro di Roma e, fino a ieri, consigliere di amministrazione delle Biblioteche di Roma. Massimo fu un amico, un amico di molti di noi legati dalla sfacciataggine dei sogni, come titola uno dei suoi più importanti romanzi. Lo cito per evocare il suo mondo, dove vi è tutto il fascino dell'impervio, dello sdrucciolevole, del ripido. È stato un mondo vissuto senza riserve, insieme a Paola Livraghi, militante di idee come lui oltre che consorte premurosa, e a suo figlio, Goffredo Maria, a cui va il nostro forte abbraccio, personale e di comunità.

Massimo ora il tuo spirito, libero dai miasmi della malattia che ingabbiava il tuo corpo, vola luminoso e alto accanto a noi, lasciandoci la tua raffinata cultura, il tuo sarcasmo sottile e la profondità del tuo sguardo filosofico e poetico. Chi, come noi, ha una visione spirituale della vita, sa bene che la morte è soltanto una soglia oltre cui andare.

Addio, Massimo. Sarai sempre con noi ogni giorno, nel liberare la cultura da qualsiasi pregiudizio e da qualsiasi appartenenza, nel sacro rispetto di ogni idea, che fu, poi, la battaglia e lo stile della tua vita.

Vogliamo salutarti con la tua ultima opera teatrale, L'albero, a cui tenevi molto, dedicata all'incontro inconsueto fra Beckett e Giacometti, e con l'ultima battuta prima del sipario: “Arriva il momento in cui non si può più stare ad aspettare. Andiamo”. Addio, Massimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 15-23 giugno 2023.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 13 giugno scorso, è stata convenuta la seguente articolazione dei lavori per il periodo 15-23 giugno 2023:

Giovedì 15 giugno (ore 12)

Discussione sulle linee generali delle mozioni Aiello ed altri n. 1-00052, Cattaneo ed altri n. 1-00096, Scotto ed altri n. 1-00152 e Mari ed altri n. 1-00153 concernenti iniziative a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali, con particolare riferimento all'importo delle pensioni minime.

Venerdì 16 giugno (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Lunedì 19 giugno (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 536-891-910 – Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 887 e abbinate - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.

Martedì 20 giugno (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 20 giugno (ore 14-19).

Votazione per schede per l'elezione di due Segretari di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

Seguito dell'esame delle mozioni Braga ed altri n. 1-00143 e Francesco Silvestri ed altri n. 1-00146 concernenti iniziative in materia di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 115, 88, 769 e abbinate - Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 596-659-952-991 – Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali.

Seguito dell'esame delle mozioni Aiello ed altri n. 1-00052, Cattaneo ed altri n. 1-00096, Scotto ed altri n. 1-00152 e Mari ed altri n. 1-00153 concernenti iniziative a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali, con particolare riferimento all'importo delle pensioni minime.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 384-446-459 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 536-891-910 – Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 887 e abbinate - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.

Martedì 20 giugno (ore 19, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1151 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (da inviare al Senato – scadenza: 9 luglio 2023).

Mercoledì 21 (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 22 giugno (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 23 giugno)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1151 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (da inviare al Senato – scadenza: 9 luglio 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 20 giugno e non conclusi.

Mercoledì 21 giugno (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 23 giugno (ore 9,30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione Discussione della Relazione delle Commissioni riunite III (affari esteri e comunitari) e IV (difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2023 (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace di stabilizzazione per l'anno 2023 (Doc. XXVI, n. 1)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1134 - Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (approvato dal Senato – deliberata l'urgenza).

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 141, 210, 306, 1053 e abbinate - Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 418 - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.

È stato altresì convenuto che, nel corso della settimana 19-23 giugno, sarà prevista la commemorazione del Presidente Silvio Berlusconi.

Convocazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.

PRESIDENTE. Le sedute costitutive della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie e di quella sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, già convocate per mercoledì 14 giugno, sono rinviate a mercoledì 21 giugno rispettivamente alle ore 14 e alle ore 15,15.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 16 giugno 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,05.