CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 novembre 2023
209.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. C. 1341 Governo.

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C.1341, recante disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy, come risultante dagli emendamenti approvati;

   rilevato che l'obiettivo del disegno di legge è il sostegno allo sviluppo e alla modernizzazione dei processi produttivi e delle connesse attività funzionali alla crescita dell'eccellenza qualitativa del made in Italy;

   condiviso che l'articolo 2, nel prevedere che le amministrazioni centrali e locali orientino la propria azione e le relative misure di incentivazione ai principi del recupero delle tradizioni, della valorizzazione dei mestieri, alla promozione del territorio e delle bellezze naturali e artistiche, nonché del turismo, stabilisce che le stesse amministrazioni sono tenute ad assicurare che le misure di incentivazione che caratterizzano e qualificano la loro azione siano coerenti con i principi della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione e l'ecoinnovazione, della inclusione sociale e della valorizzazione del lavoro femminile e giovanile;

   condivise le misure destinate al finanziamento di iniziative di autoimprenditorialità promosse da donne e allo sviluppo di nuove imprese femminili previste all'articolo 5;

   osservato che l'articolo 13 introduce l'opzione «made in Italy» nell'ambito dell'articolazione del sistema dei licei, al fine di promuovere, in vista dell'allineamento tra la domanda e l'offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy, prevedendo il rafforzamento dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, attraverso la connessione con i percorsi formativi degli ITS Academy, e contemplando il potenziamento dei percorsi di apprendistato;

   rilevato che l'articolo 14 dispone la costituzione della Fondazione denominata «Imprese e competenze per il made in Italy», che ha, tra l'altro, il compito lo scopo di diffondere la cultura d'impresa del made in Italy tra gli studenti e favorire iniziative mirate ad un rapido inserimento degli stessi nel mondo del lavoro;

   preso atto delle norme recate dall'articolo 23-bis, che, al fine di prevedere un potenziamento degli uffici consolari nei Paesi ad alta intensità di flussi turistici verso l'Italia, contemplano la facoltà del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di effettuare, nell'anno 2024, assunzioni di personale temporaneo a contratto, in deroga ai limiti del contingente previsti dalla normativa vigente,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

5-01678 Barzotti: Sulla situazione di effettiva attivazione dei progetti utili alla collettività rispetto agli ex percettori del reddito di cittadinanza e ai nuovi beneficiari del supporto per la formazione e il lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Gli Onorevoli interroganti chiedono chiarimenti circa la situazione di effettiva attivazione dei Progetti utili per la collettività (PUC), sia con riferimento agli ex percettori del Reddito di Cittadinanza che con riguardo ai beneficiari della nuova misura di Supporto formazione e lavoro.
  Preliminarmente, rilevo che sono state acquisite informazioni da parte della competente Direzione Generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Nel merito, i PUC sono progetti a titolarità dei comuni o di altre pubbliche amministrazioni con questi convenzionate, svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e a tutela di beni comuni, individuati sulla scorta di bisogni ed esigenze della comunità di riferimento.
  Tali progetti, già attivati per i beneficiari del reddito di cittadinanza, sono ora previsti anche dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, istitutivo delle due nuove misure di contrasto alla povertà, l'Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.
  A tal proposito, colgo l'occasione per comunicare che il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, relativo alle modalità e termini di attuazione dei PUC, è in via di definizione ed è già all'attenzione della Conferenza Unificata. Il decreto contiene, tra l'altro, alcune innovazioni rispetto a quanto previsto per la precedente misura, anche al fine di gestire una transizione complessa e articolata, nello spirito di massima collaborazione istituzionale e comune responsabilità.
  Tra le novità introdotte, allo scopo di promuovere un coinvolgimento più ampio della società civile e della comunità locale, c'è la possibilità di partecipare ad attività di volontariato presso enti del Terzo settore e a titolarità degli stessi, da svolgere nel comune di residenza nei medesimi ambiti di intervento previsti per i PUC.
  Inoltre, per i componenti dei nuclei familiari di età compresa tra 18 e 59 anni che intendano accedere al Supporto Formazione e Lavoro, la partecipazione ai suddetti Progetti determina l'accesso a un beneficio economico, quale indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, pari a un importo mensile di 350 euro.
  Infine, in relazione alla situazione di effettiva attivazione dei PUC, allo stato risulta che stiano partecipando ad un Progetto 805 soggetti beneficiari della misura Supporto formazione e lavoro e 2117 soggetti già percettori del reddito di cittadinanza, le cui attività ad oggi risultano non ancora terminate.
  Concludo, assicurando che ulteriori indicazioni in merito alla platea dei beneficiari ed agli interventi finanziabili, saranno declinate nelle Linee Guida che seguiranno all'adozione dei decreti attuativi relativi all'Assegno di inclusione e del Nuovo Piano Nazionale per gli interventi e servizi sociali 2024-2026.

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ALLEGATO 3

5-01679 D'Alessio: Iniziative volte a consentire ai lavoratori di Poste Italiane Spa di usufruire di un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Passo ad illustrare l'atto di sindacato ispettivo con cui l'Onorevole chiede quali iniziative di competenza si intendono adottare per consentire ai lavoratori di Poste Italiane S.p.A., sia quelli cessati sia quelli ancora in servizio, di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita.
  Acquisiti elementi da parte di Poste Italiane S.p.A., dalla competente direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative e da INPS, si rappresenta quanto segue.
  Preliminarmente, è opportuno ricordare che il processo di privatizzazione di Poste italiane S.p.A. ha avuto inizio con l'emanazione del decreto-legge n. 390 del 1993 che ha segnato l'avvio del passaggio dell'amministrazione delle poste e telecomunicazioni nell'ente pubblico economico Poste italiane. Il provvedimento ha, tra l'altro, previsto che, a decorrere dal primo agosto 1994, al trattamento di quiescenza di tutto il personale in servizio presso l'ente Poste italiane provvedesse l'istituto postelegrafonici (Ipost), oggi Gestione Commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane, applicando la normativa prevista per il personale statale.
  In ragione del completamento del procedimento di privatizzazione, la legge n. 449 del 1997 ha disposto che al personale dipendente di Poste italiane S.p.A. spetta, per il servizio prestato a decorrere dal 28 febbraio 1998, il trattamento di fine rapporto (TFR), di cui all'articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente anteriormente alla suindicata data.
  Con riferimento a quanto rilevato dall'interrogante in ordine alla mancata rivalutazione ed anticipazione dell'indennità di buonuscita, occorre precisare quanto segue.
  L'indennità di buonuscita dovuta al personale postelegrafonico, relativa alla parte del rapporto avente natura pubblicistica, è disciplinata, in via generale, dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 1973 e dall'articolo 53 della legge n. 449 del 1997 che, nel confermare che la buonuscita va calcolata in base alla normativa in vigore alla data della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, non prevede alcuna forma di rivalutazione dell'indennità in argomento.
  Sul punto è intervenuta la Corte costituzionale che, nella sentenza n. 366 del 2006, ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 53, comma 6, lettera a) della legge n. 449 del 1997, nella parte in cui non prevede alcuna forma di indicizzazione (o di adeguamento monetario) nel tempo per l'indennità di buonuscita.
  Anche la Corte di cassazione, con le sentenze nn. 28281 del 2008 e 8444 del 2013 ha affermato il principio di diritto in base al quale «la componente del complessivo trattamento di fine rapporto dovuto ai dipendenti delle Poste Italiane S.p.A. per il servizio prestato a tutto il 28 febbraio 1998, data in cui l'ente è stato trasformato in società per azioni, è costituito dall'ammontare dell'indennità di buonuscita, calcolata nel suo ammontare sulla retribuzione corrisposta a tale data e secondo i criteri fissati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 1973».
  Concludo, infine, rappresentando che la vicenda esposta dall'Onorevole interrogante è meritoria di attenzione da parte del Governo ma, allo stesso tempo, è importante precisare che l'ipotesi di un aggiornamentoPag. 107 del valore dell'indennità di buonuscita comporterebbe, unitamente alla modifica dell'attuale disciplina in materia di buonuscita, l'allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento deve essere valutata alla luce dell'attuale quadro congiunturale e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

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ALLEGATO 4

5-01680 Scotto: Iniziative volte a verificare le condizioni di lavoro delle maestranze Amazon in Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto di sindacato ispettivo con il quale viene chiesto al Governo quali iniziative intenda adottare per verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti di Amazon in Italia.
  In particolare, gli Onorevoli Interroganti fanno riferimento ad uno sciopero che ha visto la partecipazione anche dei lavoratori di Amazon di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza e di Milano.
  Al riguardo, la regione Emilia-Romagna, interpellata sul tema, ha comunicato che risulta essere stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra FILTCGIL, RSA, Assoespressi e ditte appaltatrici che svolgono le consegne (cosiddette di «ultimo miglio») nella filiera di Amazon, con particolare riferimento agli autisti.
  La regione, in particolare, ha riferito che a seguito della firma del protocollo, lo stato di agitazione è stato sospeso e che l'organizzazione e i carichi di lavoro saranno sottoposti a verifica e rivisti.
  Faccio presente, altresì, che anche la Direzione Lavoro regionale della regione Lombardia, sentita sui temi oggetto dell'interrogazione parlamentare, ha evidenziato la disponibilità per un'eventuale attività di mediazione e di sensibilizzazione nell'esercizio di una funzione di moral suasion istituzionale e, laddove possibile, di supporto con strumenti e dispositivi eventualmente applicabili.
  Ciò posto, con specifico riferimento alle competenze del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in termini generali occorre considerare che il vigente quadro normativo non consente di imporre l'applicazione di uno specifico contratto di lavoro, la cui scelta è invece demandata al singolo datore di lavoro in funzione dell'attività economica e produttiva concretamente esercitata. D'altra parte, è sempre più evidente e condivisa la necessità di garantire l'applicazione del contratto collettivo di lavoro il più possibile rispondente alle attività in concreto svolte dai lavoratori.
  Per quanto attiene allo specifico quesito concernente le verifiche delle condizioni di lavoro dei dipendenti di Amazon in Italia, al fine di assicurare il massimo rispetto dei diritti dei lavoratori, in particolare sotto il profilo della sicurezza sul lavoro e delle tutele economiche e normative, posso assicurare che l'ispettorato nazionale del lavoro proseguirà nell'attività di controllo di competenza, tenuto anche conto di segnalazioni ricevute a livello territoriale.

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ALLEGATO 5

5-01681 Soumahoro: Iniziative volte a limitare il lavoro flessibile e precario presso Poste Italiane Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Il presente atto di sindacato ispettivo chiede quali iniziative di competenza si intendono adottare affinché Poste Italiane S.p.A. promuova percorsi di stabilizzazione del personale e riduca il ricorso a forme di lavoro flessibili.
  Sul punto, acquisiti elementi da parte di Poste Italiane S.p.A., si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, come noto, Poste Italiane è una società per azioni, attiva nei servizi postali, bancari, finanziari, logistici e di telecomunicazioni e telematica pubblica.
  La società in oggetto è controllata dallo Stato italiano attraverso la partecipazione maggioritaria del Ministero dell'economia e delle finanze e di Cassa depositi e prestiti.
  I processi di «Recruiting e Selezione» sono disciplinati da una procedura che tiene conto dei principi di controllo previsti dal modello organizzativo adottato dal Gruppo Poste Italiane, ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001.
  Il ricorso alle diverse tipologie contrattuali (contratto a termine, contratto a tempo indeterminato, contratto di apprendistato, eccetera) viene definito, in coerenza con le caratteristiche delle attività per le quali si procede agli inserimenti.
  A titolo esemplificativo, per le attività presso gli uffici postali (operatori di sportello e consulenti finanziari) le assunzioni avvengono di norma con contratto a tempo indeterminato, in considerazione delle esigenze strutturali per le quali viene attivato il processo di reclutamento; mentre nel settore del recapito, la «stagionalità» di tale tipologia di lavoro (caratterizzato da picchi di attività in alcuni periodi dell'anno) rende necessario il ricorso a tipologie contrattuali flessibili, come il contratto a tempo determinato, il cui utilizzo avviene sempre nel rispetto delle previsioni normative e dei limiti fissati.
  Poste Italiane ha precisato, inoltre, che attraverso la pubblicazione del bilancio integrato pubblicato nella specifica sezione del sito della società, informa sul numero di contratti a tempo determinato e indeterminato.
  Inoltre, a partire dal 2018, Poste Italiane e le organizzazioni sindacali hanno concordato un piano di stabilizzazione ovvero di assunzioni a tempo indeterminato nel settore del recapito, al quale possono concorrere coloro che abbiano precedentemente prestato servizio come portalettere o addetto allo smistamento con contratto a tempo determinato. In base a tali accordi, sono stati definiti il numero delle stabilizzazioni da realizzare, i criteri di accesso al percorso e quelli di redazione delle graduatorie sulla base delle quali vengono inseriti i candidati.
  Al riguardo, dal secondo semestre del 2018 alla fine del 2022 (anche durante la pandemia) sono stati stabilizzati a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale circa 12.500 ex lavoratori a tempo determinato nel recapito; mentre, nell'anno in corso, sono state già stabilizzate oltre 2700 risorse.
  Con riguardo, invece, alla retribuzione della prestazione lavorativa resa dai dipendenti di Poste Italiane – siano essi lavoratori a termine o a tempo indeterminato – l'Azienda ha dichiarato di procedere al pagamento dei relativi emolumenti nel rispetto delle previsioni vigenti di legge e di contratto, anche con specifico riferimento alla retribuzione del lavoro straordinario che sia stato richiesto ed autorizzato dalla Società.Pag. 110
  Rappresento, infine, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto di competenza, vigilerà sulla questione poste dall'Onorevole interrogante al fine di garantire la tutela dei lavoratori coinvolti. Poste Italiane S.p.A. ha – comunque – confermato l'impegno aziendale di continuare il percorso legato alla stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.