CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 ottobre 2023
185.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo. Nuovo testo C. 752 Carloni.

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,

   esaminato il nuovo testo della proposta di legge recante disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo (nuovo testo C. 752 Carloni);

   richiamato il parere espresso dalla X Commissione, nella seduta del 15 giugno 2023, sul testo della proposta di legge precedentemente trasmesso dalla XIII Commissione Agricoltura,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

7-00105 Zucconi: Sul comparto del commercio al dettaglio di carburanti.

NUOVO TESTO DELLA RISOLUZIONE
PROPOSTO DAI PRESENTATORI

   La X Commissione,

   premesso che:

    il mercato della distribuzione di carburanti gioca un ruolo strategico per l'economia nazionale, con un valore che si aggira sui 45 miliardi di euro all'anno di fatturato complessivo e che ingloba circa 80 mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati presso oltre 22 mila impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio autostradali;

    lo stesso presenta numerose criticità che si stanno, ormai da tempo, riverberando su tutto il comparto con una perdita di oltre il 50 per cento della redditività, anche per effetto della diminuzione delle vendite e dei margini operativi;

    tra il 2018 ed il 2019 si sono manifestati in tutta la loro drammaticità gli effetti della crisi del settore che, negli ultimi anni, ha registrato l'uscita dal mercato e/o la cessione degli asset della distribuzione di importanti gruppi petroliferi (Shell, Esso, Total), accelerando i processi di fusione tra marchi (ad esempio, Italiana Petroli) e un passaggio repentino da una logica industriale a logiche meramente finanziarie e talvolta speculative, spesso in mano a banche o fondi;

    già in sé il singolo dato del progressivo abbandono del mercato da parte dell'industria petrolifera dovrebbe essere sufficiente a rappresentare il livello di crisi in cui versa il settore;

    le ragioni di questa crisi sono molteplici: una rete distributiva estremamente, frammentata e inefficiente in termini di volumi di erogati, rispetto agli standard correnti nei Paesi europei più importanti, oltreché insicura in alcuni casi dal punto di vista ambientale; estrema parcellizzazione della proprietà dei punti vendita e riduzione della capacità di controllo e verifica sia degli operatori che della qualità dei prodotti commercializzati; il dilagare di comportamenti illegali nella commercializzazione di prodotti attraverso l'esenzione e l'evasione di imposta e accise, ingresso diretto della criminalità organizzata nella gestione della rete distributiva e commercializzazione di detti prodotti, tuttora persistenti nonostante le misure di controllo introdotte dalla legislazione fiscale e la rilevantissima attività di contrasto effettuata dalla Guardia di Finanza;

    come ampiamente denunciato anche dalle federazioni di categoria dei gestori, negli ultimi anni, si è verificata una sensibile contrazione degli investimenti da parte degli operatori di settore, mentre la mancata razionalizzazione della rete distributiva (tanto in rete ordinaria che autostradale) ha determinato una massiccia frammentazione dell'offerta e un crollo della efficienza, con oltre il 30 per cento degli impianti ad erogato inferiore a 500 mila litri l'anno, e un conseguente crollo della marginalità e della sostenibilità economica dei punti vendita;

    si è infatti stimato che circa 7/8 mila impianti sono quelli che andrebbero ulteriormente chiusi per inefficienza e che restano tuttavia aperti per gli alti costi di chiusura principalmente dovuti alle operazioni di messa in sicurezza e bonifica dei suoli e delle acque sotterranee per le aree di sedime i di pertinenza dei punti vendita carburanti;

    migliaia di impianti risultano ubicati in luoghi che non possono essere più Pag. 132considerati idonei sulla base delle vigenti normative in materia di sicurezza stradale o ambientale;

    criticità pesanti si registrano anche per le microimprese di gestione della fase finale della distribuzione: sono state segnalate sia violazioni della normativa sulla tutela del lavoro, sia nella tutela delle imprese autonome, favorite da una disciplina che demanda alla contrattazione delle parti la remunerazione dei gestori sulla base di una complessa cornice normativa di riferimento – ai sensi delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 32 del 1998, legge n. 57 del 2001, legge n. 27 del 2012 – che tuttavia non offre, sia perché in parte superata, sia perché oggetto di ampi spazi di elusione, sufficienti tutele alle imprese e ai lavoratori del settore;

    la frammentazione del comparto in tanti operatori di limitate dimensioni rispetto alle tradizionali compagnie petrolifere ha drasticamente penalizzato la praticabilità per le organizzazioni rappresentative dei gestori di concludere accordi, rendendo necessaria una integrazione del quadro normativo vigente con una contrattazione che definisca ruolo, funzione e condizioni di competitività, profittabilità e remunerazione delle imprese e del lavoro degli addetti alla distribuzione finale;

    le decine di migliaia di piccole imprese di gestione e di addetti che vengono impiegati sulla rete possono divenire, in un tale contesto, soggetti potenzialmente più esposti sia a subire le dirette conseguenze (in termini tanto di precarietà contrattuale che di dipendenza economica) sia, per analoghe medesime motivazioni, ad essere potenzialmente assorbiti dall'illegalità;

    la specifica situazione del comparto autostradale presenta criticità maggiormente amplificate – con una perdita di erogato negli ultimi quindici anni nell'ordine di quasi l'80 per cento – sia in ragione della ridondanza dei punti vendita sia in quanto i beni e servizi ivi offerti al consumatore scontano differenziali di prezzo elevatissimi, e questo a causa del fatto che – a prescindere dai maggiori costi di un servizio h24 – nello specifico regime dell'affidamento della rete in concessione, la distribuzione dei carburanti e le attività commerciali e di ristorazione sono gravate da onerose royalties imposte dai soggetti concessionari, che, alterando i prezzi, hanno conseguentemente azzerato la competitività della rete per beni e servizi offerti, nonostante un moderato incremento del traffico;

    da ultimo il decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 marzo 2023, n. 23, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico, ha previsto – ai sensi dell'articolo 3 – il rafforzamento dei poteri del Garante dei prezzi nonché l'istituzione di una Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi con il compito di coadiuvare il Garante nella sua attività e «di monitorare la dinamica dei prezzi dei beni di largo consumo derivanti dall'andamento dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime sui mercati internazionali». È previsto, altresì, che qualora dalle analisi condotte in seno alla Commissione o dalle indagini conoscitive emergano fenomeni speculativi, il Garante informi il Ministro delle imprese e del made in Italy al fine di avviare l'adozione delle misure correttive ritenute opportune;

impegna il Governo:

   ad assumere ulteriori iniziative anche alla luce del Tavolo Carburanti presso il MIMIT, in grado di contrastare le numerose e articolate criticità che sta affrontando il settore della distribuzione dei carburanti, i cui fattori di debolezza rischiano non solo di aggravare le condizioni economiche e occupazionali degli operatori, ma altresì ostacolano la funzione della rete di avere ruolo e valore nei processi di transizione della mobilità sostenibile;

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   ad assumere, per quanto di competenza, iniziative volte:

    a) alla razionalizzazione e all'ammodernamento della rete distributiva, anche con la conferma degli ammortizzatori di sistema per l'uscita dei gestori, nonché di eventuali indennizzi per la riconversione e/o bonifica ambientale, e con la finalità di consentire alla rete di posizionarsi attivamente nel processo di transizione alla mobilità sostenibile con adeguate potenzialità di investimento, a prevedere un rafforzamento dei requisiti tecnico-economici e sicurezza di approvvigionamento dei proprietari degli impianti promuovendo anche la transizione verso la decarbonizzazione del settore con un adeguato sviluppo delle infrastrutture dei carburanti alternativi e per la ricarica elettrica;

    b) a prevedere, a fronte delle misure adottate per le finalità di cui alla lettera a), l'introduzione di misure volte ad assicurare, da parte dei titolari dei punti vendita carburanti, l'adozione di ogni necessario accorgimento volto a garantire la massima sicurezza ambientale;

    c) a elevare i livelli di tutela e protezione delle condizioni lavorative e dell'esercizio di impresa degli operatori del settore;

    d) ad incentivare, lo sviluppo di iniziative volte alla riconversione tecnologica necessaria ad ammodernare la rete distributiva;

    e) a favorire lo sviluppo di prodotti energetici ad alta sostenibilità ambientale destinati alla mobilità;

    f) a valutare l'opportunità di adottare, anche per il tramite delle strutture del Ministero delle imprese e del made in Italy e del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ulteriori procedure di verifica e controllo per accertare violazioni della normativa di settore;

    g) a contrastare l'elusione dell'obbligo di contrattualistica previsto dalla normativa di settore per tutti i titolari di autorizzazione;

    h) a rendere sempre più stringente l'attività di sorveglianza dei prezzi praticati anche a seguito del recente rafforzamento dei poteri del Garante dei prezzi e dell'istituzione di una commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi, nonché il monitoraggio delle dinamiche di formazione dei prezzi su tutta la filiera di vendita;

    i) ad assicurare, il più ampio sviluppo della digitalizzazione per ottemperare agli obblighi previsti dalla norma in materia di trasparenza del prezzo medio, anche al fine di contenere eventuali costi emergenti che avrebbero incidenza sul prezzo al pubblico;

    l) a promuovere nel comparto della rete autostradale misure idonee a conseguire recuperi di efficienza e competitività per le attività di distribuzione dei carburanti e per le attività di ristorazione e commerciali, anche al fine di favorire l'evoluzione commerciale delle strutture di vendita verso una più ampia e differenziata gamma di prodotti no-oil;

    m) a favorire ulteriori misure volte a consentire la determinazione del prezzo finale al consumatore, garantendo una vera concorrenza dei prezzi e l'accesso uniforme a beni e servizi;

    n) a rafforzare gli strumenti per contrastare l'evasione, la contraffazione e i fenomeni di concorrenza sleale esistenti mediante uso di nuove tecnologie e strumenti di misurazione nel controllo e nel tracciamento del carburante in tutte le fasi della filiera;

    o) ad assicurare, sulla base delle misure adottate per la progressiva razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti, il rispetto di criteri di accessibilità mediante l'introduzione di misure volte a favorire l'abbattimento delle barriere architettoniche degli impianti al fine di garantire il pieno diritto alla mobilità e all'accessibilità da parte delle persone con disabilità che si recano presso detti impianti;

    p) ad adottare iniziative progressive di contenimento del costo finale dei Pag. 134prodotti energetici, con particolare attenzione a specifiche categorie di soggetti;

    q) a proseguire i lavori del tavolo tecnico di confronto con le organizzazioni dei gestori e con tutta la filiera, istituito presso il Ministero competente, di supporto all'osservatorio permanente, per l'analisi e lo studio delle problematiche strutturali e congiunturali del settore, al fine di risolvere e gestire le criticità afferenti la competitività per le imprese e le micro-imprese che vi operano.
(7-00105) «Zucconi, Gusmeroli, Squeri, Cavo, Caramanna, Andreuzza, Casasco, Antoniozzi, Barabotti, Polidori, Colombo, Di Mattina, Comba, Toccalini, Giovine, Maerna, Pietrella, Schiano Di Visconti».

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ALLEGATO 3

5-01485 Peluffo: Sull'adozione di politiche di sostegno per il distretto tessile di Como-Lecco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevoli interroganti.
  Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è a conoscenza della situazione del distretto tessile lariano ed è in contatto con le Istituzioni territoriali e con la Camera di Commercio di Como e Lecco, per individuare adeguate misure di sostegno.
  Gli interroganti sottolineano una disparità di trattamento del distretto lariano rispetto agli aiuti ricevuti in passato dai distretti di Prato e Biella. Tengo a precisare che si tratta di due situazioni differenti e che nel 2022 il distretto tessile lariano si era dimostrato maggiormente resiliente mantenendo indici positivi (si segnala un +27 per cento nell'export rispetto all'anno precedente).
  Questo non significa che si può abbassare la guardia, vista la straordinaria ondata inflazionistica e il correlato incremento dei tassi di interesse. Si tratta di difficoltà sistemiche che colpiscono tutto il settore tessile e come tale devono essere affrontare con strumenti sistemici.
  Il Mimit gestisce diversi strumenti agevolativi utilizzabili anche nel settore tessile. Ricordo in particolare:

   i Contratti di Sviluppo a sostegno dei programmi di investimento produttivi strategici e innovativi di grandi dimensioni, finalizzati al rafforzamento delle filiere produttive;

   il Fondo di Garanzia che agevola l'accesso al credito delle piccole e medie imprese e dei professionisti. Il Fondo di Garanzia statale va a sostituire le garanzie (spesso costose) che la Banca richiede per erogare un finanziamento. In questo modo gli intermediari finanziari hanno rischi ridotti (se non nulli) e le imprese hanno un canale preferenziale per ottenere il finanziamento. Stiamo lavorando per stabilizzare i massimali della pandemia e per rendere il Fondo sempre più operativo e funzionale;

   la misura Beni strumentali («Nuova Sabatini») che sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. La misura godrà di un finanziamento straordinario di 50 milioni utilizzabili sino al 31 dicembre 2023 per il rimborso in un'unica soluzione delle rate in relazione agli investimenti già effettuati. Nonostante la ristrettezza delle risorse che caratterizzerà la nuova manovra finanziaria, confidiamo che vi sia anche un cospicuo rifinanziamento della nuova Sabatini anche per il 2024;

   il Fondo per il sostegno alla transizione industriale, che ha l'obiettivo di favorire l'adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche UE sulla lotta ai cambiamenti climatici.

  Sul punto, giova richiamare inoltre il dialogo che si sta svolgendo tra Istituzioni e Associazioni di Categoria nell'ambito del Tavolo Moda, istituito presso il MIMIT. In particolare, i lavori del citato Tavolo hanno preso in esame le principali misure a sostegno del comparto – anche tra quelle appena richiamate – oltre che specifiche iniziative di tutela e valorizzazione dei marchi, lotta alla contraffazione e sostenibilità.
  Inoltre, in risposta alle richieste avanzate dagli Onorevoli interroganti, va ricordato il D.D.L. Made in Italy, all'esame di questa Commissione. Esso contiene:

   a) una disposizione per la promozione e il sostegno degli investimenti, la ricerca, Pag. 136la sperimentazione e l'innovazione dei processi di produzione di fibre di origine naturale, nonché provenienti da processi di riciclo, con particolare attenzione alla certificazione della loro sostenibilità;

   b) una disposizione relativa alla Blockchain per la tracciabilità delle filiere, che prevede che il MIMIT promuova e sostenga la ricerca applicata, lo sviluppo e l'utilizzo della tecnologia basata su registri distribuiti (DLT) per la tracciabilità e la valorizzazione della filiera del made in Italy.

  Ai fini delle richieste avanzate dagli Onorevoli interroganti, infatti, un ruolo importante è rivestito dalla sostenibilità ambientale della filiera. Viene stimato che l'industria del riciclo possa diventare particolarmente redditizia con una dimensione totale del mercato pari a 6-8 miliardi di euro e circa 15 mila nuovi posti di lavoro diretti entro il 2030. Su questo aspetto, l'obiettivo del Ministero è quello di arrivare a definire un quadro normativo per supportare lo sviluppo della filiera e avviare progetti innovativi di raccolta, riutilizzo e riciclo.

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ALLEGATO 4

5-01486 Pavanelli: Iniziative di competenza a sostegno del settore commerciale Ho.Re.Ca. (Hotellerie-Restaurant-Café).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevoli interroganti.
  Come si osserva con l'atto in parola, anche il settore Ho.Re.Ca. è stato interessato dalla recente impennata dei prezzi dei prodotti alimentari nonché dell'energia, ai quali gli operatori hanno dovuto far fronte.
  A tal riguardo, per quanto di competenza del MIMIT, tengo a precisare che, il 25 settembre scorso, il Governo è intervenuto sulle problematiche evidenziate dagli Onorevoli interroganti, approvando in Consiglio dei Ministri un apposito decreto-legge che introduce Misure urgenti in materia di energia nonché specifici interventi per sostenere il potere di acquisto e la tutela del risparmio.
  Con il citato provvedimento, in particolare, sono state prorogate anche per il 4° trimestre 2023 (ossia fino al 31 dicembre 2023) alcuni benefici a favore di famiglie ed imprese.
  Inoltre, è stato modificato il regime delle agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica (cosiddette «imprese energivore»), prevedendo, tra l'altro, i presupposti di accesso al regime agevolativo a decorrere dal 1° gennaio 2024 e il superamento del sistema degli scaglioni per la modulazione del benefìcio – in funzione dell'intensità elettrica delle singole imprese – a favore di un valore unico per tutte le imprese che versino in determinate condizioni.
  In secondo luogo, si ricorda che presso il MiMIT è operativo il Garante per la Sorveglianza dei prezzi, il quale recentemente ha rivolto le proprie attività di analisi ed approfondimento proprio alle iniziative volte alla lotta all'inflazione.
  In particolare, il monitoraggio periodico dei prodotti agroalimentari ha permesso l'analisi dei dati di prezzo lungo la filiera, fino all'acquisto da parte dei consumatori (negli esercizi di vendita e nella GDO), allo scopo di rilevare le dinamiche nei diversi passaggi ed intercettare eventuali criticità.
  Tali informazioni sono state poste alla base delle attività della Commissione di allerta rapida e delle iniziative proposte al fine di contenere il caro prezzi.
  In tale prospettiva, lo scorso 28 settembre a Palazzo Chigi è stato presentato il Patto Antinflazione che prevede prezzi calmieriati dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023, con la collaborazione dei principali attori della filiera (dalla distribuzione moderna, classica e del mondo delle cooperative, industria, produzione, artigianato e agricoltura).
  Ad oggi, le circa 30.000 imprese aderenti si sono impegnate ad offrire articoli (alimentari, non alimentari, per la cura e l'infanzia) a prezzi contenuti con l'impegno a non aumentare il prezzo di tale selezione nel periodo di riferimento.
  Inoltre, nell'ambito dell'iniziativa sul trimestre anti-inflazione sono stati instaurati specifici tavoli di filiera, partecipati da tutti gli attori coinvolti, dall'industria alla distribuzione (passando per il mondo degli artigiani, delle cooperative e dell'agricoltura), cui è demandato il compito di approfondire le tematiche e le eventuali criticità dei diversi settori concorrenti alla vendita al consumo, con possibilità di proporre interventi e iniziative che possano garantire lo sviluppo concorrenziale dei settori e maggiore tutela per il potere di acquisto delle famiglie.
  Con il medesimo spirito, sono inoltre in corso approfondimenti che potrebbero vedere il coinvolgimento del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, al fine di sostenere il comparto mediante l'aumento dei consumi attraverso modalità promozionaliPag. 138 da definire con le associazioni di categoria.
  Sulle tematiche esposte è stato sentito in ogni caso anche il Ministero del Turismo. Quest'ultimo ha precisato che un'altra difficoltà del settore turistico-alberghiero concerne il reclutamento del personale.
  A tal riguardo, in sede di conversione del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 (cosiddetto decreto lavoro), al fine di mitigare la carenza di personale nel comparto turistico e di garantirne la stabilità occupazionale, è stato riconosciuto, all'articolo 39-bis, un trattamento integrativo salariale, non concorrente alla formazione del reddito complessivo, pari al 15 per cento della retribuzione lorda corrisposta per il lavoro notturno e straordinario svolto nei giorni festivi, per complessivi 54,7 milioni di euro per l'anno 2023.
  Nel solco delle citate iniziative di confronto, e fermo restando la partecipazione degli altri Ministeri coinvolti – tra cui il MASAF ed il Ministero del turismo – vi sarebbe dunque la piena disponibilità a partecipare ad attività di confronto con gli attori dell'industria, della distribuzione e degli esercizi HORECA, fornendo il necessario supporto tecnico, avuto riguardo ai prezzi della filiera dei prodotti agroalimentari e di largo consumo.

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ALLEGATO 5

5-01487 Squeri: Iniziative di competenza, anche in ambito unionale, a difesa del settore automotive e, in particolare, a sostegno di quello della propulsione endotermica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente, grazie Onorevole Squeri.
  Tutti sappiamo che la transizione energetica costituisce una svolta necessaria ma nessuno ha mai creduto che sia un processo facile e indolore. L'industria nazionale italiana è tra le più penalizzate dalla imposizione del passaggio alla propulsione elettrica, se drastico e non organizzato.
  Per questo motivo, l'azione di Governo si è sviluppata su più fronti, con una decisa posizione in Europa per rendere i condivisi obiettivi di transizione ambientale coerenti con le esigenze e i tempi di riconversione dell'industria, e con una strategia nazionale di rilancio del settore automotive.
  Lo scorso 25 settembre 2023 è stato approvato l'Orientamento Generale del Consiglio sul regolamento Euro 7. Il testo, elaborato dalla presidenza di turno dell'UE (Spagna), rappresenta un compromesso di successo per l'Italia. L'Europa ha condiviso la nostra visione e il nostro approccio alla evoluzione verso un sistema industriale complessivo verde, ma sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista della continuità della produzione e della difesa dell'occupazione.
  In particolare, nel corso del negoziato l'Italia è riuscita a far apportare modifiche fondamentali per la tenuta della nostra componentistica su vari ambiti, tra le altre quelle relative alle condizioni per i test di emissioni di autovetture e piccoli van e il rinvio della data di applicazione. Inoltre, nei considerando si apre alla possibilità di un futuro intervento legislativo della Commissione per immatricolare autovetture alimentate a CO2 Neutral Fuel anche dopo il 2035.
  Si ricorda che la filiera della componentistica italiana è per il 70 per cento focalizzata nella fabbricazione di veicoli a combustione interna e loro parti, accessori e motori. La strada dell'elettrificazione dei veicoli leggeri comporta dunque un enorme restringimento del campo di attività economica: porterà a una forte riduzione numerica dei componenti necessari all'assemblaggio dei mezzi e la componente principale, anche in termini di valore aggiunto, sarà la batteria, la cui catena del valore a oggi è per oltre l'80 per cento di dominio asiatico.
  Nei prossimi 5 anni si ridisegnerà totalmente la filiera automotive nazionale e si definirà la sua competitività in Europa e nel mondo. Per affrontare velocemente le sfide della transizione produttiva e della decarbonizzazione, puntando allo stesso tempo alla salvaguardia di lavoratori e imprese, si sta altresì mettendo in campo un piano straordinario, potendo contare anche sulle risorse del Fondo automotive (circa 6 miliardi) destinate a supportare investimenti privati e pubblici per consolidare e ampliare la capacità d'innovazione sull'insieme delle tecnologie chiave per lo sviluppo dell'auto e della mobilità del futuro.
  Proprio oggi sarà siglato un Protocollo di intesa MiMIT-ANFIA per il rilancio della filiera, che sarà l'utile premessa del Piano di Lavoro con Stellantis, che porterà all'istituzione di un Tavolo con tutte le parti sociali e produttive, per riprendere la strada della crescita nella produzione auto nel nostro Paese.
  In tale ottica, merita senz'altro menzione il risultato ottenuto nell'ambito del Tavolo Magneti Marelli, che ha sospeso sine die le procedure finalizzate alla chiusura, per consentire a tutte le parti di avviare il processo di reindustrializzazionePag. 140 del sito di Crevalcore. Da tale scelta deriva: la continuità produttiva e la non necessità della Cassa Integrazione per i lavoratori (non vi è bisogno, perché il sito rimane attivo).
  La politica che concerne l'automotive di questo Governo è dunque quella di sostenere la nostra industria a compiere il salto definitivo verso la mobilità sostenibile, nell'ottica del principio della neutralità tecnologica, garantendo al contempo la produzione e tutelando i lavoratori coinvolti.