CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 ottobre 2023
181.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
Pag. 248

ALLEGATO 1

Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche. C. 1406 Governo, approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, il provvedimento in titolo, recante delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche (C. 1406 Governo, approvato dal Senato);

   evidenziato che il disegno di legge è inteso al superamento dei limiti esistenti nell'attuale panorama degli incentivi alle imprese, connotato dall'estrema numerosità delle misure incentivanti e dall'assenza di un sistema compiuto di regole, anche procedimentali, applicabili in materia;

   richiamato, in particolare, l'articolo 2 che identifica i princìpi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell'impatto, programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità, uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale, economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile, strategicità per l'interesse nazionale e di inclusione dei professionisti;

   richiamato altresì l'articolo 6 che indica i princìpi e criteri direttivi ai quali il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega per armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle imprese nell'ambito di un organico «codice degli incentivi»;

   espresso apprezzamento per le misure contenute nell'articolo 8 intese a valorizzazione le potenzialità del Registro nazionale degli aiuti di Stato e della connessa piattaforma telematica, ai fini dell'espletamento dell'onere pubblicitario e di trasparenza a carico delle Amministrazioni pubbliche ed intese altresì a semplificare gli obblighi in capo alle imprese di pubblicazione delle erogazioni pubbliche a loro favore;

   ritenuto che gli interventi prefigurati dal provvedimento potranno consentire un'applicazione uniforme delle norme in materia d'incentivi, garantendo al contempo un più agevole controllo sul rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato;

   atteso che l'impianto complessivo del disegno di legge risulta coerente con la disciplina dell'Unione europea in materia di concorrenza ed aiuti di Stato, prefiggendosi di attuare obiettivi generali di crescita e sviluppo e di coesione territoriale, pienamente conformi alle politiche europee,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 249

ALLEGATO 2

Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. C. 1294 Governo ed abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminati, per i profili di competenza, i progetti di legge in titolo, recanti disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica;

   rilevato che, in particolare, il disegno di legge C. 1294, adottato come testo base dalla II Commissione Giustizia nella seduta del 28 settembre 2023, recepisce le istanze più urgenti emerse nell'ambito dell'Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica e si muove in continuità con talune iniziative legislative presentate sul tema anche nella passata legislatura;

   considerato che l'adozione di un intervento normativo teso a rafforzare procedure e strumenti per la tutela delle vittime di violenza, che consenta una preventiva ed efficace valutazione e gestione del rischio di letalità, di reiterazione e di recidiva, s'impone anche alla luce del quadro normativo sovranazionale, in particolare della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica, cosiddetta «Convenzione di Istanbul», nonché delle diverse pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che hanno evidenziato la necessità di intensificare, a livello statale, le misure positive di protezione;

   richiamate le disposizioni di cui all'articolo 14 intese a disciplinare la possibilità di corrispondere in favore della vittima di taluni reati, oppure degli aventi diritto in caso di morte della vittima, una provvisionale, ossia una somma di denaro liquidata dal giudice, come anticipo sull'importo integrale che le spetterà in via definitiva;

   sottolineato come tali previsioni siano pienamente coerenti con gli indirizzi da ultimo espressi nella risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 26 settembre 2021 che invita gli Stati membri dell'UE ad adottare tutte le misure necessarie a promuovere e garantire il sostegno e il risarcimento per tutte le vittime della violenza di genere, facendo sì che tali misure siano adeguate, tempestive, olistiche e proporzionate alla gravità del danno subìto,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 250

ALLEGATO 3

Schema di decreto legislativo recante recepimento della raccomandazione CERS/2011/3 del Comitato europeo per il rischio sistemico, relativa al mandato macroprudenziale delle autorità nazionali, e per l'attuazione degli articoli 23-ter, paragrafo 7, e 28, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2016/1011, come modificato dal regolamento (UE) 2021/168. Atto n. 74.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato lo schema di decreto legislativo recante recepimento della raccomandazione CERS/2011/3 del Comitato europeo per il rischio sistemico, relativa al mandato macroprudenziale delle autorità nazionali, e per l'attuazione degli articoli 23-ter, paragrafo 7, e 28, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2016/1011, come modificato dal regolamento (UE) 2021/168 (atto del Governo n. 74);

   considerato che l'intervento normativo in esame rientra nell'ambito del processo di istituzione a livello europeo di un meccanismo integrato per la conduzione di politiche macroprudenziali e di analisi e vigilanza sul rischio sistemico, che si è ritenuto di dover affiancare alla vigilanza microprudenziale al fine di salvaguardare la stabilità del sistema finanziario;

   preso atto che, con la raccomandazione CERS/2011/3, il Comitato europeo per il rischio Sistemico ha invitato gli Stati Membri a «designare nella legislazione nazionale un'autorità cui spetti la conduzione delle politiche macroprudenziali», nella forma di «un'istituzione unica o un comitato composto dalle autorità la cui azione abbia un impatto concreto sulla stabilità finanziaria»;

   preso atto, altresì, che il regolamento Benchmark (2016/1011) – recante un quadro normativo comune teso ad assicurare accuratezza e integrità degli indici utilizzati come riferimento per la determinazione del valore di rimborso e del rendimento di prodotti finanziari – è stato modificato dal regolamento (UE) 2021/168, che vi ha inserito, tra l'altro, delle norme finalizzate a gestire un ordinato processo di cessazione di un indice di riferimento largamente utilizzato nell'Unione;

   rilevato, in particolare, che l'articolo 23-ter del citato regolamento attribuisce alla Commissione europea il potere di designare un sostituto del benchmark dismesso che possa sostituire per legge ogni riferimento a quest'ultimo in tutti i contratti e strumenti finanziari, in assenza di diverse soluzioni contrattuali (c.d. clausole di fallback), stabilendo peraltro che la sostituzione legale dell'indice di riferimento si applichi anche ai contratti e strumenti finanziari che contengono clausole di fallback inadeguate e rimettendo il compito di effettuare tale valutazione di inadeguatezza a delle apposite «autorità pertinenti» che gli Stati membri hanno il compito di designare;

   constatato che l'articolo 28, paragrafo 2, del medesimo regolamento, come modificato, stabilisce tra l'altro che le entità sottoposte a vigilanza che utilizzano un indice di riferimento sono tenute a redigere e a mantenere solidi piani scritti che specifichino le azioni che intendono intraprendere in caso di sostanziali variazioni di un indice di riferimento o qualora lo stesso cessi di essere fornito;

   atteso che il presente intervento normativo si inserisce tra quelli necessari a dare attuazione alla legge 127/2022, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – legge di Pag. 251delegazione europea 2021, e, in particolare, all'articolo 6, che conferisce al Governo la delega per il recepimento della menzionata raccomandazione CERS/2011/3 nonché per introdurre disposizioni in materia di variazioni e cessazione degli indici di riferimento applicati ai contratti bancari, in attuazione degli articoli 23-ter, paragrafo 7, e 28, paragrafo 2, del regolamento Benchmark, come modificato;

   evidenziato che il provvedimento in esame, espressamente finalizzato a conformare il nostro ordinamento agli atti europei succitati, non presenta profili di incompatibilità con il diritto dell'Unione europea,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 252

ALLEGATO 4

Schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2021/23 relativo a un quadro di risanamento e risoluzione delle controparti centrali e recante modifica dei regolamenti (UE) n. 1095/2010, (UE) n. 648/2012, (UE) n. 600/2014, (UE) n. 806/2014 e (UE) 2015/2365 e delle direttive 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2007/36/CE, 2014/59/UE e (UE) 2017/1132. Atto n. 75.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, lo schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2021/23 relativo a un quadro di risanamento e risoluzione delle controparti centrali (Atto del Governo n. 75);

   evidenziato che il provvedimento appare pienamente conforme all'ordinamento dell'UE, adeguando l'ordinamento italiano a talune modifiche intervenute nella disciplina unionale in materia di risanamento e risoluzione delle controparti centrali in situazione di crisi,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 253

ALLEGATO 5

Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita (COM(2022) 548 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese e dall'Alto rappresentante, presidente del Consiglio «Affari esteri» (10597/23).

PROPOSTA DI RELAZIONE PER L'ASSEMBLEA

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ha svolto l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione per il 2023, della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2023 e del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024).
  Tutte le Commissioni permanenti, nonché il Comitato per la legislazione, per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze, hanno espresso i pareri dei quali si dà conto in questa relazione.
  Conformemente ad una prassi consolidata, la XIV Commissione ha inoltre svolto un ampio ciclo di audizioni informali, ascoltando rappresentanti del Consiglio italiano del Movimento europeo, del Comitato europeo delle regioni, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani, del Consiglio nazionale dei giovani, dell'Associazione nazionale costruttori edili nonché delle organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL, Confsal e UGL).
  L'esame dei documenti programmatici del Governo italiano e degli strumenti di programmazione legislativa e politica dell'UE ha costituito una preziosa occasione per approfondire le principali questioni che devono essere affrontate dagli Stati membri e dalle Istituzioni europee, nonché per esprimere una valutazione complessiva sugli obiettivi prioritari individuati e sulle strategie messe in campo a livello nazionale e di Unione europea.
  Questa relazione si soffermerà brevemente sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio, per poi concentrarsi maggiormente sulla Relazione programmatica, che è stata predisposta dal Governo tenendo conto delle priorità legislative dell'Unione europea delineate dall'Esecutivo europeo nel suo documento programmatico, in larga misura già attuato.

Il Programma di lavoro della Commissione per il 2023 ed il Programma di diciotto mesi del Consiglio.

  Il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2023 si colloca in un contesto caratterizzato dalla necessità di fronteggiare le crisi prodotte prima dalla pandemia di COVID-19 e poi dall'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina e dalla conseguente crisi energetica.
  Il documento, che in ampia misura ha già ricevuto attuazione con la presentazione delle specifiche iniziative da esso previste, si concentra sulle sei tematiche già definite negli orientamenti politici della presidentePag. 254 von der Leyen ad inizio del mandato dell'attuale Commissione europea:

   1. un Green Deal europeo;

   2. un'Europa pronta per l'era digitale;

   3. un'economia al servizio delle persone;

   4. un'Europa più forte nel mondo;

   5. promuovere lo stile di vita europeo;

   6. un nuovo slancio per la democrazia europea.

  Il Programma è corredato di cinque allegati che riportano, rispettivamente: le nuove iniziative (Allegato I); le iniziative REFIT (Allegato II); le proposte prioritarie in sospeso (Allegato III), nonché le proposte che si intende ritirare (Allegati IV) e quelle che si intende abrogare (Allegato V).
  Tra le nuove iniziative annunciate dall'Esecutivo europeo, particolare rilievo assume la proposta di direttiva COM (2023) 234 che stabilisce norme minime relative alla definizione dei reati e sanzioni in materia di corruzione.
  A tale proposito, come evidenziato dalla II Commissione Giustizia, si richiamano in questa sede le valutazioni critiche poste a fondamento del parere motivato reso dalla XIV Commissione Politiche dell'Unione europea, ai fini della verifica di conformità con il principio di sussidiarietà, nella seduta del 19 luglio scorso, confermate successivamente dal plenum dell'Assemblea nella seduta del 26 luglio 2023.
  Il Programma di diciotto mesi del Consiglio sottolinea che il trio di Presidenza in carica, formato, a partire dal 1° luglio 2023, da Spagna, Belgio e Ungheria, collaborerà per trovare soluzioni comuni alle sfide e ai compiti futuri e in particolare che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, unita alla crescente incertezza a livello mondiale, impone all'Unione europea di rafforzare la sua resilienza e autonomia strategica. Il programma indica i seguenti filoni prioritari di attività:

   il rafforzamento della competitività globale dell'UE attraverso il potenziamento della nostra base industriale in linea con la duplice transizione verde e digitale accelerata e utilizzando l'innovazione;

   la garanzia che la duplice transizione sia equa, giusta e inclusiva, rafforzando la dimensione sociale dell'Europa, anche affrontando la sfida demografica che l'UE ha davanti a sé;

   il rafforzamento dei partenariati internazionali, della cooperazione multilaterale e della sicurezza in tutte le sue dimensioni, nonché lo sviluppo di una politica commerciale ambiziosa ed equilibrata, difendendo nel contempo gli interessi dell'UE in modo più assertivo, sulla base dei nostri valori, e accrescendo la capacità dell'UE di agire nel settore della sicurezza e della difesa.

  Il trio s'impegna, inoltre, a orientare i lavori del Consiglio al termine dell'attuale ciclo istituzionale al fine di garantire una transizione agevole verso il prossimo ciclo. Il trio contribuirà inoltre alle riflessioni su come integrare nuovi membri in modo da rafforzare le principali politiche europee.

La Relazione programmatica del Governo.

  La Relazione programmatica viene predisposta ai sensi dell'art. 13 della legge n. 234 del 2012, secondo il quale il Governo presenta ogni anno, entro il 31 dicembre, una relazione che indica gli obiettivi, le priorità e gli orientamenti che l'Esecutivo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo.
  Il documento si articola in quattro parti, relative rispettivamente allo sviluppo del processo di integrazione europea, alle specifiche politiche strategiche, alla dimensione esterna dell'UE, al coordinamento nazionale delle politiche europee.
  Ciascuna parte è suddivisa in capitoli tematici ai quali, secondo il modello utilizzato nei due anni precedenti, vengono ricondotti ben 113 «dossier» specifici, relativi a singole questioni o proposte legislative dell'UE: ogni dossier riporta l'obiettivo individuato, le azioni che il Governo intende porre in essere per perseguirlo, nonché i risultati attesi.Pag. 255
  La prima parte della Relazione è dedicata alle politiche ed alle iniziative volte al rafforzamento del processo di integrazione europea sotto il profilo sia economico che istituzionale.
  Il Governo indica quale suo obiettivo prioritario quello di partecipare con funzione trainante a un processo di approfondimento dell'integrazione europea coerente con le posizioni e gli interessi nazionali, anche mediante l'elaborazione di proposte concrete per rendere l'Unione più efficace e funzionale.
  In questo ambito sono enucleate come prioritarie:

   le recentissime proposte legislative sulla riforma della governance economica e la revisione del bilancio dell'Unione;

   le proposte sull'adattamento della moneta comune all'era digitale;

   la nuova proposta di direttiva cd. «BEFIT» Intesa all'introduzione di regole comuni per la tassazione delle imprese in Europa;

   le proposte su un nuovo regime di accise dei tabacchi lavorati e sulla tassazione dell'economia digitale.

  La seconda parte si sviluppa intorno a quattro obiettivi strategici del programma di lavoro della Commissione europea per il 2023:

   Green Deal europeo;

   Europa pronta per l'era digitale (priorità CE2);

   la promozione dello stile di vita europeo;

   la democrazia europea.

  In relazione ai nodi legati alla riforma della governance economica europea, la V Commissione Bilancio ha espressamente condiviso l'analisi svolta dal Governo nella Relazione programmatica secondo la quale l'attuale sistema di regole ha mostrato notevoli problematiche, come la prociclicità della politica di bilancio, la scarsa capacità di supportare investimenti essenziali per la promozione della crescita economica e la presenza di percorsi di rientro del debito poco credibili e difficilmente sostenibili sotto il profilo economico, politico e sociale.
  Nel parere reso dalla V Commissione si esprime altresì pieno e convinto sostegno all'azione negoziale promossa dal Governo volta a:

   definire un percorso di riduzione del debito graduale ed economicamente e socialmente sostenibile nel medio periodo;

   promuovere un approccio simmetrico e prospettico nella procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi;

   valorizzare il contributo della procedura per gli squilibri macroeconomici nel rafforzare la titolarità nazionale delle riforme e la trazione politica, migliorando il coordinamento con il Patto di stabilità e crescita;

   promuovere l'istituzione di un'efficace funzione di stabilizzazione centralizzata, che sia anche in grado di supportare la fornitura dei beni pubblici europei.

  Con riferimento alla transizione energetica, verde e digitale, le esigenze di difesa e le spese per investimenti nazionali, la V Commissione richiama espressamente l'esigenza di prevedere un'adeguata salvaguardia e promozione degli investimenti pubblici: si tratta di un orientamento fortemente condiviso dalla Commissione Politiche dell'Unione europea più volte esplicitato nei documenti approvati nell'ambito del dialogo con la Commissione europea.
  Con riferimento alla revisione del QFP e del sistema di risorse proprie per il periodo 2021-2027, la Commissione Bilancio valuta positivamente l'azione negoziale del Governo, illustrata nella Relazione programmatica, volta a garantire l'equilibrio tra la disciplina di bilancio e l'adeguato finanziamento delle politiche, salvaguardando sia le nuove ed ulteriori esigenze legate alla crisi in Ucraina, alle connesse problematiche nel settore dell'energia e ai flussi migratori, sia le misure tradizionalmente di interesse nazionale, quali l'occupazione, la coesione, la politica agricola e le azioni esterne di cooperazione dell'Unione europea, con particolarePag. 256 riferimento a quelle in materia di partenariato mediterraneo.
  A tale fine sottolinea l'importanza che, alla stregua di quanto richiesto dal Governo, le nuove risorse proprie oggetto di discussione al fine di rafforzare il bilancio dell'Unione siano in grado di evitare tagli ai programmi dell'Unione o aumenti del contributo dell'Italia, e degli altri Stati membri, a titolo di risorsa basata sul Reddito nazionale lordo.
  La Relazione programmatica riserva particolare attenzione alle numerose proposte legislative connesse al pacchetto «Fit for 55», relative a questioni come l'efficienza energetica, le energie rinnovabili, le strategie di mobilità sostenibile, l'uso del suolo, la tassazione dell'energia, la condivisione degli sforzi e lo scambio di quote di emissione, la strategia «Dal produttore al consumatore» per guidare la transizione dell'agricoltura verso pratiche più sostenibili.
  In questo contesto, il Governo riconosce priorità alla proposta sulla certificazione degli assorbimenti di carbonio, soprattutto in agricoltura, volta a permettere lo sviluppo del mercato dei crediti di carbonio, esaminata nei giorni scorsi dalla XIV Commissione sotto il profilo del rispetto del principio di sussidiarietà, ed al dossier riguardante l'etichettatura nutrizionale, particolarmente delicato per gli interessi nazionali, con riferimento alla possibile introduzione obbligatoria di un sistema direttivo di etichettatura come il cd. Nutriscore.
  Piena condivisione in ordine a questi orientamenti è stata espressa dalla XIII Commissione Agricoltura che ha sottolineato come il prospettato sistema di etichettatura possa condizionare le scelte del consumatore senza fornire le informazioni necessarie per un'alimentazione equilibrata determinando effetti discriminatori nei confronti di prodotti riconosciuti a livello comunitario come patrimonio nazionale (DOP, IGP, STG), obbligati per legge a mantenere determinati tenori di nutrienti, previsti dai disciplinari di produzione a tutela delle tradizioni e dei consumatori.
  Con riferimento all'attuazione del Green Deal, la Relazione programmatica ricorda che essa sarà condizionata, nel contesto dell'aggressione russa contro l'Ucraina, dalla necessità di reagire in modo coeso e determinato alle molteplici crisi in corso, a cominciare da quella energetica, adottando misure in grado di potenziare la base economica dell'Unione.
  A tale proposito l'VIII Commissione Ambiente, che ha formulato una serie di puntuali osservazioni indirizzate alla Commissione Politiche dell'UE:

   segnalare che il Governo dovrebbe perseguire, nel negoziato sulle proposte legislative relative alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, l'obiettivo di evitare oneri eccessivi e non adeguatamente motivati in capo al settore produttivo e ai cittadini italiani, attraverso soluzioni coerenti con il principio di neutralità tecnologica, sia con riferimento ai motori sia ai carburanti, e la estensione appropriata dei periodi transitori per l'attuazione della nuova normativa;

   con specifico riferimento alla proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, segnalare che si dovrebbe provvedere, in particolare, ad apportare le modifiche necessarie per consentire l'impiego di carburanti carbon neutral come soluzione per la sostenibilità del trasporto su strada, in particolare sulle tratte più lunghe;

   con riguardo alla proposta di regolamento c.d. «Euro 7», dovrebbero essere estese le scadenze previste, comprese quelle relative alle emissioni di freni e agli pneumatici, preso atto dell'impossibilità delle imprese di accelerare ulteriormente i processi di sviluppo dei veicoli integrando i nuovi requisiti tecnici richiesti;

   con riguardo alla proposta legislativa sui materiali da costruzione, valuti la Commissione di merito l'opportunità di sottolineare la necessità di contemperare gli obiettivi ambientali con l'esigenza di assicurare un'applicazione graduale della nuova disciplina per l'impatto che questa potrebbe avere sul settore e sulla competitività delle imprese;

   con riferimento alle proposte per la qualità delle acque, si dovrebbe esprimere Pag. 257sostegno alla posizione negoziale del Governo, che mira a prevedere, per l'introduzione di nuove sostanze inquinanti, tempi di applicazione tali da consentire agli Stati membri l'adeguamento dei metodi di analisi e l'attuazione di misure specifiche; si valuti l'opportunità di sottolineare, inoltre, la necessità di prevedere un periodo transitorio per l'applicazione degli standard di qualità ambientale aggiornati e una tempistica meno ravvicinata per il recepimento da parte degli Stati membri;

   con riguardo alla proposta di rifusione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, si valuti l'opportunità di rivedere l'estensione dell'obbligo di raccolta e trattamento delle acque reflue agli agglomerati di oltre 1.000 abitanti, che potrebbe essere eccessivamente oneroso, anche in considerazione dell'orografia del territorio, per piccoli agglomerati;

   con riferimento alle proposte legislative sulla qualità dell'aria, alla luce delle evidenti difficoltà degli Stati membri a rispettare i valori limite stabiliti dalle direttive vigenti, valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare la effettiva possibilità di rimodulare i nuovi più ambiziosi valori, proposti per il 2030, stabilendo scadenze meno ravvicinate;

   con riguardo alla proposta di modifica della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, si valuti infine l'opportunità di rimodulare le disposizioni sull'attribuzione della responsabilità estesa ai soggetti operanti nella gestione dei pannelli fotovoltaici e si preveda un periodo di attuazione e recepimento meno breve di quello di dodici attualmente proposto. Si preveda inoltre di eliminare la distinzione, per i pannelli fotovoltaici, tra pannelli professionali e domestici, per l'impossibilità di prevedere la destinazione degli impianti al momento della loro immissione sul mercato.

  Sempre in ordine all'attuazione del Green Deal, la IX Commissione Trasporti, ha formulato le seguenti osservazioni:

   1) persegua il Governo, nel negoziato sulle proposte legislative relative alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, l'obiettivo di evitare oneri eccessivi e non adeguatamente motivati in capo e al settore produttivo e ai cittadini italiani, perseguendo soluzioni coerenti con il principio di neutralità tecnologica, sia con riferimento ai motori sia ai carburanti, e stabilendo adeguati periodi transitori per l'attuazione della nuova normativa;

   2) con specifico riferimento alla proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, si provveda in particolare apportare le modifiche necessarie per consentire l'impiego di carburanti carbon neutral come soluzione per la sostenibilità del trasporto su strada, in particolare sulle tratte più lunghe;

   3) con riguardo alla proposta di regolamento c.d. «Euro 7», si valuti la revisione delle scadenze previste, comprese quelle relative alle emissioni di freni e agli pneumatici, per l'impossibilità delle imprese di accelerare ulteriormente i processi di sviluppo dei veicoli integrando i nuovi requisiti tecnici richiesti;

   4) con riferimento alla proposta di direttiva sul rilascio delle patenti di guida, si adottino iniziative volte ad evitare di estendere il concetto di residenza normale, e non anagrafica, in favore dei cittadini titolari di patente rilasciata da Paesi non appartenenti all'Unione europea;

   5) si adoperi il Governo presso le competenti Istituzioni dell'UE al fine di promuovere la modifica e l'aggiornamento del regolamento (CE) n. 261/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 febbraio 2005, ed in particolare agli artt. 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 e 14 del regolamento medesimo;

   6) nel prosieguo del negoziato inter-istituzionale sulla libertà dei media, persegua il Governo la linea di preservare le norme di contrasto dello spyware nonché di adoperarsi per una rapida approvazione della proposta di direttiva sulle c.d. SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation);

   7) si adoperi il Governo, ai sensi degli artt. 174 e seguenti del TFUE ed in coerenzaPag. 258 con la risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2022 sulle isole dell'UE e la politica di coesione, per garantire l'effettiva attuazione del principio di continuità territoriale e per ridurre gli squilibri economici, sociali e territoriali determinati dalla condizione di insularità. A tale scopo, promuova in particolare l'adozione nelle competenti sedi decisionali di specifiche misure di agevolazione, sostegno allo sviluppo e perequazione infrastrutturale, anche mediante un affinamento delle regole in materia di aiuti di Stato alle imprese;

   8) si adoperi altresì il Governo per avviare, nell'ambito della revisione in corso del Quadro finanziario pluriennale dell'Unione 2021-2027, una riflessione sulla creazione di una dotazione supplementare del bilancio dell'UE destinata specificamente a sostenere le isole ad affrontare le loro sfide e disparità specifiche.

  Sul piano generale delle politiche energetiche ed industriali dell'Unione europea nonché alle ulteriori misure volte a rafforzare la leadership tecnologica europea ed a contrastare gli effetti negativi delle crisi che l'Europa ha vissuto negli ultimi anni; la X Commissione Attività produttive, nel suo parere ha espresso le seguenti osservazioni:

   a) nei negoziati in corso sulla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, il Governo prosegua – in piena coerenza con la mozione 1-00038 (Molinari ed altri), approvata dalla Camera nella seduta dell'8 marzo 2023 ed in linea con quanto stabilito nell'orientamento generale dal Consiglio dell'UE – la sua azione per modificare la proposta originaria della Commissione europea in modo da rimettere a ciascuno Stato membro la definizione di un percorso per l'attuazione degli obiettivi comuni entro il 2050. Ciò nell'ottica di tutelare le peculiarità dell'Italia e garantire la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle caratteristiche del territorio e del patrimonio immobiliare italiano;

   b) con riferimento al negoziato in corso sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti derivanti, il Governo dia seguito, in coerenza con l'articolo 7 della legge n. 234 del 2012, agli indirizzi contenuti nel documento finale approvato sulla medesima proposta dalle Commissioni ambiente ed attività produttive della Camera lo scorso 28 giugno;

   c) in merito alla proposta di regolamento sui semiconduttori, si valuti la possibilità di prevedere il co-finanziamento delle iniziative previste anche attraverso fondi strutturali e di rafforzare il coordinamento delle procedure tra gli Stati membri per attirare gli investimenti esteri. Inoltre, in materia di aiuti di Stato facilitati per impianti innovativi, si sostenga una definizione che inglobi l'innovazione anche sui nodi tecnologici più maturi;

   d) con riguardo ai negoziati sulla proposta di regolamento sulle materie prime critiche, si sostenga la posizione del Governo volta a:

    includere l'alluminio nell'elenco delle materie prime strategiche e lo zinco e il fosforo in quello delle materie prime critiche;

    promuovere un approccio che non sovraccarichi le imprese con eccessivi oneri amministrativi e di rendicontazione e che permetta di raggiungere un adeguato bilanciamento tra standard ambientali e necessità di approvvigionamento;

    rafforzare la ricerca e l'innovazione per portare rapidamente sul mercato materie sostitutive, in particolare delle terre rare, e promuovere lo sviluppo di competenze professionali specifiche;

    incentivare maggiormente il riciclo, perché in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi in un arco temporale di breve/medio periodo rispetto a quello per le attività estrattive;

    stanziare risorse finanziarie adeguate a livello UE, anche attraverso l'istituzione di un fondo di sovranità europeo, per l'attuazione del regolamento proposto, anche per rendere fruibili le tecnologie meno impattanti sul fronte ambientale;

Pag. 259

   e) si sostenga la rapida approvazione della proposta di istituire una piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP), finalizzata a promuovere la competitività a lungo termine dell'UE in materia di tecnologie critiche, nei settori della tecnologia estremamente avanzata e digitale, delle tecnologie pulite e delle biotecnologie. In ogni caso si sostiene pienamente la richiesta del Governo di procedere all'istituzione di un vero e proprio Fondo sovrano europeo per la politica industriale, dotato di risorse comuni europee adeguate;

   f) si sostenga altresì l'azione del Governo volta a definire con urgenza una nuova strategia di politica industriale dell'UE che rafforzi l'autonomia strategica dell'Unione e accompagni una transizione graduale e tecnologicamente neutra dei sistemi produttivi europei, con un sostegno adeguato erogato dal bilancio europeo, sul modello della Iniziativa NextGenerationEU.

  La Relazione programmatica, nella sezione sull'Europa digitale, affronta i temi connessi alle potenzialità e ai pericoli del processo di digitalizzazione. In questo contesto l'Esecutivo intende seguire i lavori relativi:

   al c.d. Chips Package, volto a fare fronte alle carenze di semiconduttori;

   all'istituzione di uno strumento per le emergenze nel mercato unico;

   alla proposta di regolamento sulle materie prime critiche;

   alla proposta di regolamento sulla libertà dei media;

   alle proposte relative ad e-privacy, responsabilità per danno da prodotti difettosi e da intelligenza artificiale, e piattaforme di lavoro digitali.

  Il Governo riconduce allo sviluppo delle competenze e all'utilizzo degli strumenti digitali, il dossier sulla digitalizzazione e valorizzazione dell'ecosistema nazionale del turismo, settore strategico per il nostro Paese che, anche sulla base del mandato europeo, dovrà essere ripensato in termini di sostenibilità, innovazione e resilienza.
  Nella sezione relativa alla promozione dello stile di vita europeo, la Relazione programmatica riserva una condivisibile attenzione anzitutto alle politiche migratorie. Ciò con particolare riferimento:

   1) al pacchetto d'iniziative ricomprese nel Patto europeo su migrazione ed asilo, nella direzione della riduzione degli effetti del principio della responsabilità dello Stato di primo ingresso sulle domande di asilo; del sostegno alla previsione di adeguate misure di solidarietà, fondate su un meccanismo di redistribuzione dei migranti sbarcati tra tutti gli Stati membri e su una concreta strategia europea sui rimpatri; dello sviluppo di ogni misura utile a prevenire e fronteggiare il fenomeno il traffico di migranti;

   2) alla promozione di percorsi di apprendimento e di valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri, con particolare riferimento a gruppi vulnerabili di migranti, al contrasto del caporalato e del lavoro sommerso, alla realizzazione di programmi di mobilità professionale e formativa in partnership con gli Stati d'origine, anche per facilitare il riconoscimento delle qualifiche dei cittadini di paesi terzi e attrarre competenze adeguate;

   3) al Piano d'azione per il Mediterraneo centrale: il Governo si farà promotore della necessità di rafforzare la dimensione esterna dell'UE, rilanciando la collaborazione con i principali Paesi di origine e soprattutto di transito dei movimenti migratori nonché il consolidamento della cooperazione con il Niger, attraverso la rapida attuazione di un partenariato operativo anti-traffico;

   4) alla sperimentazione relativa agli studi pilota lanciati dalla Commissione europea nel 2022 per la produzione di nuove statistiche in materia di migrazione e protezione internazionale, in settori chiave quali asilo, rimpatrio, reinsediamenti, permessi di soggiorno e soggetti vulnerabili. Inoltre, sarà assicurata la partecipazione ai lavori relativi alla proposta di regolamento quadro sulla raccolta di dati – statistiche europee sulla popolazione (ESOP);

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   5) alla governance dell'area Schengen, con particolare riguardo al superamento del regime di ripristino dei controlli alle frontiere interne posti in essere da diversi Stati membri, alla revisione del meccanismo di valutazione Schengen e alla modifica del Codice frontiere Schengen.

  Su questi temi delle politiche sociali dell'UE, l'XI Commissione Lavoro ha preso atto con favore delle azioni indicate dal Governo, nell'ambito della Prima parte della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2023, in tema di conciliazione vita-lavoro e tutela delle lavoratrici madri, valutando altresì favorevolmente, l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro delle persone che svolgono lavori su piattaforma, ivi inclusi i lavoratori autonomi, senza al contempo penalizzare queste nuove tipologie di impresa, nonché, l'obiettivo di sviluppare le competenze e di favorire l'apprendimento permanente.
  La Commissione Lavoro ha espresso altresì apprezzamento per la volontà del Governo di sviluppare iniziative tese all'accrescimento della tutela, della sicurezza e della qualità del lavoro nonché al contrasto delle irregolarità di maggiore rilevanza economico-sociale in materia lavoristica, fra cui il caporalato e il lavoro sommerso.
  Per quanto attiene alle prospettive della cd. «Unione della sicurezza», la Relazione programmatica evidenzia le seguenti priorità:

   la normativa sul congelamento e confisca dei beni e patrimoni derivanti da attività criminose;

   la proposta di regolamento contro l'abuso sessuale di minori;

   lo sviluppo, nell'ambito della Strategia UE in materia di droga per il periodo 2021-2025, di un approccio alle politiche in materia basato su dati probanti e sui diritti umani, nonché sulla prevenzione;

   il rafforzamento della cooperazione transfrontaliera per il recupero dei beni e all'ampliamento delle sfere di criminalità al fine di ricomprendervi anche le violazioni di nuove misure restrittive, analoghe a quelle adottate nei confronti della Russia in risposta all'aggressione dell'Ucraina.

  In stretta correlazione con questi indirizzi, la I Commissione Affari costituzionali, nel suo parere, ha sottolineato l'esigenza che il Governo s'impegni a:

   rafforzare il quadro legislativo per il contrasto al traffico di migranti, alla tratta di essere umani, all'abuso sessuale sui minori, ai matrimoni forzati, alle mutilazioni genitali femminili, al terrorismo e all'estremismo violento, e al contrabbando di armi;

   migliorare altresì a tale scopo tutti gli strumenti a disposizione delle agenzie Europol e Eurojust ai fini dell'esercizio dei rispettivi ruoli di assistenza e coordinamento delle azioni di prevenzione e contrasto nonché delle indagini condotte dalle autorità competenti degli Stati membri;

   contrastare efficacemente i network che per via informatica diffondono in maniera subdola messaggi volti ad indurre persone in condizione di estrema debolezza a intraprendere viaggi finalizzati alla immigrazione illegale.

  Nell'ambito della Nuova agenda per i consumatori 2020-2025, la Relazione preannuncia l'impegno del Governo, da lato, all'adozione di una normativa di vigilanza del mercato che renda chiari e trasparenti i ruoli dei diversi operatori economici, siano essi produttori, importatori o distributori, in relazione ai temi della sicurezza dei prodotti. Per altro verso l'azione governativa sarà rivolta l'azione di una nuova direttiva relativa ai pacchetti turistici e servizi turistici collegati.
  Le iniziative ritenute strategiche e prioritarie dal Governo per la difesa dei valori democratici e delle istituzioni europee nonché dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto, del pluralismo e della libertà dei media sono riunite nella sezione Un nuovo slancio per la democrazia europea della Relazione programmatica.
  In merito la VII Commissione cultura ha formulato un'osservazione intesa a sollecitare una valutazione, da parte del Governo,Pag. 261 nell'ambito del negoziato interistituzionale sulla libertà dei media, circa l'opportunità di adottare disposizioni volte a contrastare lo spyware nonché di adoperarsi per una rapida approvazione della proposta di direttiva finalizzata a proteggere i giornalisti e i difensori dei diritti umani da domande manifestamente infondate o procedimenti giudiziari abusivi (c.d. SLAPP).
  Per quanto attiene alla presentazione, nel corso del 202,3 di un pacchetto di difesa della democrazia, la Relazione fa presente che il Governo si renderà parte attiva nella predisposizione:

   del regolamento volto a rendere più efficiente e sicuro lo scambio digitale di dati e informazioni nei casi di terrorismo tra Stati membri, Eurojust e Paesi terzi;

   della direttiva per la protezione delle persone bersaglio delle c.d. azioni bavaglio, ossia azioni legali strategiche, avviate da Stati terzi, tese a bloccare la partecipazione alla vita pubblica (proposta di direttiva SLAPP);

   delle misure volte a far fronte alle ingerenze straniere nei processi democratici dell'UE, nella prospettiva di mantenere un bilanciamento tra rafforzamento dei controlli e attrazione degli investimenti esteri.

  In tale ambito, merita segnalare che la I Commissione, nel suo parere, ha sottolineato l'esigenza che le iniziative dell'Unione europea in materia, con particolare riferimento alle proposte volte alla elaborazione di una carta o statuto del parlamentarismo e della democrazia, tengano conto, per un verso, delle differenze tradizioni costituzionali, del pluralismo delle idee e degli orientamenti politici e culturali in seno all'Unione e siano intese, per altro verso, all'affermazione dei valori fondamentali del modello di vita europea.
  La Relazione riporta poi le iniziative che il Governo intende adottare a livello nazionale per attuare i princìpi e gli obiettivi di strategie dell'UE.
  In coerenza con le strategie europee per il contrasto alla criminalità organizzata e per la lotta alla tratta degli esseri umani, il Governo darà attuazione alle azioni previste dal Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, deliberato il 19 ottobre scorso e dal Programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale, di cui al DPCM 16 maggio 2016.
  In linea con il Piano di azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025, il Governo procederà all'adozione del Piano nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza 2023-2025, promuovendo il dialogo con le associazioni di settore e il confronto con le istituzioni coinvolte nonché con gli stakeholders.
  Saranno avviate, altresì, le attività di implementazione della nuova Strategia nazionale per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030, nonché quelle relative alla Strategia nazionale LGBT+, in coerenza con le indicazioni definite dalla Strategia europea per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025.
  Massima attenzione verrà dedicata anche alla costruzione di un'Unione dell'uguaglianza, partecipando, nell'ambito della strategia dell'UE per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, come evidenziato dalla XII Commissione, nel suo parere, all'attivazione di una Carta europea della Disabilità, che garantisca il riconoscimento reciproco dello status di disabilità in tutti gli Stati membri e di accedere ad alcuni benefici.
  Nell'ambito della Strategia europea per la parità di genere 2020-2025, il Governo proseguirà la sua azione per il potenziamento delle politiche per le pari opportunità, per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne e per la protezione delle vittime, anche mediante l'attuazione della nuova Strategia nazionale per la parità di genere. In tale contesto, verranno sviluppate, altresì, iniziative tese alla standardizzazione a livello europeo dei sistemi di trasparenza retributiva per superare il divario retributivo di genere.
  La terza parte del documento programmatico illustra gli orientamenti del Governo in materia di dimensione esterna Pag. 262dell'UE con particolare riferimento all'autonomia strategica europea, al rafforzamento della politica commerciale europea, alla dimensione esterna delle politiche migratorie europee, alla politica di allargamento ed a quella del vicinato meridionale e alle attività di assistenza militare, finanziaria all'Ucraina.
  Viene opportunamente riaffermata la centralità delle questioni di politica estera dell'UE sulle quali il nostro Paese è tradizionalmente impegnato e cioè:

   il processo di allargamento verso i Paesi dei Balcani occidentali;

   il rafforzamento della partnership con i Paesi del Vicinato meridionale.

  La III Commissione Affari esteri, ha inoltre espresso apprezzamento per l'impegno del Governo volto a:

   promuovere un ruolo attivo dell'UE a supporto degli sforzi di pace, che poggi, da un lato, sul sostegno multidimensionale all'Ucraina e sull'aumento della pressione sulla Russia e, dall'altro, sul mantenimento di canali negoziali;

   perseguire una politica commerciale comune basata sulla parità di condizioni (level playing field), sull'aggiornamento degli strumenti di difesa commerciale e sulla riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), sempre nell'ottica di salvaguardare le produzioni nazionali e combattere l'Italian sounding;

   rafforzare la dimensione esterna delle politiche migratorie, promuovendo i partenariati con i Paesi di origine e di transito, con un focus prioritario sui Paesi della riva sud del Mediterraneo e dell'Africa.

  La III Commissione ha inoltre accolto con favore la priorità che sia la relazione programmatica del Governo sia il Programma di lavoro della Commissione annettono al processo di allargamento, con l'obiettivo, da un lato, di stabilizzare la regione balcanica e promuovere la sua integrazione nell'UE, dall'altro, di sostenere il percorso di adesione di Ucraina, Moldova e Georgia.
  Nell'ambito, strettamente connesso al precedente, delle politiche di difesa comune europea, la IV Commissione, nel suo parere, ha espresso condivisione per gli impegni programmatici assunti dal Governo di condiviso l'obiettivo del Governo di perseguire e promuovere:

   una posizione chiara e coesa da parte dell'Unione sulle questioni internazionali di maggiore rilievo geopolitico;

   il ricorso, ove opportuno, ad un maggiore utilizzo dell'astensione costruttiva;

   un approccio proattivo verso l'utilizzo dello strumento sanzionatorio, individuando soluzioni che garantiscano la coerenza della politica italiana;

   lo sviluppo e il rafforzamento degli strumenti a disposizione dell'UE per la condotta della PSDC, come le operazioni e le missioni, sia civili che militari;

   l'attuazione degli impegni assunti con l'adozione della Bussola strategica;

   la resilienza dell'UE di fronte alle minacce ibride e cyber, nonché la capacità dell'UE di preservare il libero accesso ai domini strategici contestati (spazio, cyber, marittimo).

  La IV Commissione ha inoltre apprezzato, con riferimento all'assistenza militare all'Ucraina, l'obiettivo del Governo per il 2023, di contribuire alla missione in ambito PSDC di assistenza all'Ucraina (EUMAM Ukraine), iniziativa che deve costituire un valore aggiunto allo sforzo già in atto evitando inutili e dispendiose duplicazioni con attività bilaterali già in essere tra Ucraina e Stati partner.
  A fronte dei ridotti riferimenti operati dal Programma di lavoro della Commissione europea e dal Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'UE, la Relazione programmatica si diffonde con ampiezza sulle linee d'indirizzo in materia di gestione dei flussi migratori, così come altrettanto ampio è stato il lavoro svolto dalle Commissioni di settore.Pag. 263
  In particolare, la Commissione Affari costituzionali, nel parere già richiamato, ha impegnato il Governo:

   a ridurre gli effetti del principio della responsabilità dello Stato membro di primo ingresso sulle domande di asilo, sostenendo, in coerenza con i principi della equa ripartizione degli oneri e della solidarietà iscritti nei Trattati, l'introduzione di un meccanismo di redistribuzione dei migranti;

   a definire princìpi e criteri chiari e coerenti per la gestione delle frontiere esterne e per lo sviluppo di una effettiva strategia europea in materia di rimpatri;

   ad un coordinamento strutturato e sistemico con gli altri Stati membri Mediterranei (cd. «MED 5»), in modo da affrontare il fenomeno migratorio in maniera congiunta e sinergica con gli altri paesi particolarmente esposti;

   a rafforzare la dimensione esterna delle politiche migratorie, rilanciando la collaborazione con i principali Paesi di origine e soprattutto di transito, in coerenza con quanto affermato, su iniziativa dell'Italia, dai Consigli europei;

   a sviluppare ulteriormente le iniziative in atto per il rafforzamento delle capacità di Tunisia, Egitto, Libia e in generale dei paesi di provenienza, di prevenire le partenze irregolari, di controllare in modo più efficace le proprie frontiere e di potenziare le capacità di ricerca e salvataggio nella regione, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali;

   ad introdurre regole certe a livello europeo per le organizzazioni private sulle operazioni di ricerca e salvataggio, nonché a uno stretto coordinamento fra gli Stati costieri e quelli di bandiera, in applicazione delle Convenzioni internazionali vigenti;

   a monitorare con attenzione i rischi connessi all'utilizzo dei flussi migratori quale strumento per azioni ibride di destabilizzazione delle democrazie europee;

   al contrasto del lavoro sommerso e al rafforzamento delle competenze dei lavoratori migranti, quali ad esempio la promozione di percorsi di apprendimento e di valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri, con particolare riferimento ai gruppi vulnerabili di migranti e in coerenza con gli obiettivi posti nella comunicazione della Commissione sull'Anno europeo delle competenze 2023 e nella Agenda europea delle competenze;

   a mantenere una attenzione prioritaria all'accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina.

  La Commissione Affari esteri ha invece richiamato la centralità del dossier migratorio, evidenziando l'esigenza del rafforzamento del dialogo all'interno dell'UE e tra quest'ultima e gli Stati d'origine e transito dei flussi attraverso partnership strutturate, anche in considerazione della pressione migratoria determinata dalla crisi ucraina e del possibile aumento dei flussi nel Mediterraneo Centrale a causa degli effetti economici del conflitto.
  L'ultima parte della Relazione programmatica è dedicata alle principali iniziative del Governo ai fini del coordinamento nazionale delle politiche europee e delle strategie di comunicazione e formazione sull'attività dell'UE.
  In merito alla fase ascendente, il Governo proseguirà nella formazione e nella promozione delle posizioni italiane sia in relazione ai dossier prioritari già oggetto di coordinamento nell'ambito del Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), come il pacchetto UE Fit for 55, la legge elettorale europea, la trasparenza ed il targeting della pubblicità politica, dossier sullo Stato di diritto, revisione della governance economica europea, dossier sul Tribunale unificato dei brevetti – TUB e sulla Pianificazione dello spazio marittimo, sia in relazione alle più recenti iniziative-chiave, quali quelle relative al mercato dell'energia elettrica, idrogeno rinnovabile, riduzione dei rifiuti, nuove tecniche genomiche, revisione delle norme UE riguardanti l'accesso, disponibilità e il riutilizzo dei dati chimici ai fini delle valutazioni della sicurezza chimicaPag. 264 (REACH), benessere degli animali, sistemi alimentari sostenibili, suoli sani e trasporti sostenibili.
  Come evidenziato dal Comitato per la legislazione, il Governo dichiara che intende perseguire nell'ambito del coordinamento nazionale delle politiche europee e delle strategie di comunicazione e formazione sull'attività dell'Unione europea misure e azioni afferenti al coordinamento nazionale delle politiche europee, alla politica di coesione nonché, infine, attività di comunicazione e formazione sull'attività dell'Unione europea.
  In tale ambito particolare attenzione è dedicata all'Analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) in fase ascendente; invero, sulla base di quanto disposto dall'articolo 11 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 169 del 2017, il Governo procederà alle necessarie attività di impulso alle Amministrazioni interessate dai dossier, con azioni di stimolo sia alla partecipazione alle consultazioni promosse dalle Istituzioni europee sia allo sviluppo tempestivo di percorsi valutativi ex ante e alla redazione di una relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione in fase ascendente che dia evidenza agli effetti attesi, positivi e negativi, che possono manifestarsi a livello nazionale, in modo da orientare il processo decisionale e tutelare gli interessi nazionali in tutte le fasi dell'iter legislativo.
  Ciò al dichiarato scopo di sostenere e rafforzare nelle sedi europee la posizione italiana sulle proposte della Commissione, così da poter predisporre i necessari emendamenti da proporre presso il legislatore europeo a tutela degli interessi nazionali.
  Per quanto attiene ai profili inerenti alla fase discendente del diritto e delle politiche dell'UE, la Relazione enuncia in modo essenziale l'impegno dell'Esecutivo:

   assicurare il periodico adeguamento del diritto interno al diritto unionale, attraverso il puntuale esercizio delle deleghe contenute nelle ultime leggi di delegazione europea e la presentazione in Parlamento dei nuovi disegni di legge europea e di delegazione europea ai sensi dell'articolo 29 della legge n. 234 del 2012;

   riduzione delle procedure d'infrazione, sia con il rafforzamento delle attività di prevenzione sia con l'individuazione di specifiche iniziative risolutive dei casi pendenti, garantendo il coordinamento delle amministrazioni centrali e locali nonché l'attività di assistenza e vigilanza delle amministrazioni competenti per materia e favorendo, ove possibile, il confronto con i servizi della Commissione europea;

   revisione della normativa sugli aiuti di Stato, con particolare riguardo alle misure in materia di energia, clima e ambiente;

   coordinamento delle Amministrazioni pubbliche, anche nell'interlocuzione con i competenti organi unionali, per la corretta predisposizione ed esecuzione delle misure previste nel PNRR e a valere sugli stanziamenti del Piano nazionale complementare al PNRR;

   attuazione degli investimenti e delle misure definite nell'Accordo di Partenariato con la Commissione europea, per definire le priorità di intervento della politica di coesione in Italia per il ciclo di programmazione 2021-2027, e nei 48 programmi (di cui 10 nazionali) ad esso collegati;

   al massimo sforzo, in vista della chiusura del ciclo di programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, per il pieno utilizzo delle risorse finanziarie dei Programmi operativi e un impiego efficace delle risorse REACT-EU;

   attuare, con particolare riferimento alla collaborazione tra i territori dei diversi Stati Membri dell'UE, il programma ESPON 2030, che collega la ricerca alle politiche, ponendosi come obiettivo principale la produzione di conoscenze e indicatori territoriali (Territorial Evidence) paneuropei comparabili, sistematici ed affidabili per indirizzare la politica di coesione territoriale europea verso una crescita competitiva e sostenibile attraverso un benchmark delle loro regioni o città.

  Con riguardo alle attività di comunicazione e formazione, la relazione pone al centro dell'azione di Governo l'obiettivo di favorire la conoscenza delle opportunità Pag. 265offerte dall'UE, al fine di facilitare il reclutamento di figure professionali in possesso di soft skill in linea con i profili specifici richiesti, di agevolare la mobilità dei cittadini tra i diversi Stati membri nonché di valorizzare le risorse umane delle pubbliche amministrazioni, in linea con i programmi Next Generation EU e Horizon Europe.
  Infine, proseguiranno le attività di comunicazione istituzionale e di utilità sociale rivolte alla cittadinanza e, in particolare, ai giovani, per la promozione della consapevolezza dei valori della cittadinanza europea e delle opportunità offerte dall'UE e dal PNRR per sostenere la crescita economica, lo sviluppo e l'ammodernamento della Nazione, quali la campagna di comunicazione #ItaliaDomani.

Conclusioni: per una maggiore sinergia Governo-Parlamento nella fase di formazione del diritto e delle politiche dell'Unione europea.

  La relazione programmatica è stata trasmessa al Parlamento il 21 giugno scorso: il ritardo rispetto al termine di presentazione previsto dalla normativa vigente, è comprensibile essendosi il Governo insediato soltanto a fine ottobre.
  In alcune parti, sia relative a specifiche politiche o provvedimenti sia alle attività di coordinamento del Governo, il documento sconta i tempi di elaborazione ed il coinvolgimento delle diverse Amministrazioni, che ha determinato che taluni passaggi, predisposti mesi fa, non siano più perfettamente aggiornati.
  Qualche ulteriore considerazione può essere svolta circa il «metodo» della legislazione dell'UE, dal momento che questa è la sede più coerente per una riflessione di così ampia portata.
  Sulla scorta delle risultanze emerse nel documento conclusivo, approvato dalla XIV Commissione il 1° agosto 2023, sulla comunicazione della Commissione europea «Applicare il diritto dell'UE per un'Europa dei risultati» (COM(2022)518), emerge la consapevolezza che sia necessaria un'azione sinergica tra Governo e Parlamento nella fase di formazione del diritto e delle politiche dell'Unione, sia con riferimento al cosiddetto «dialogo politico» con la stessa Commissione europea che al controllo sull'applicazione del principio di sussidiarietà previsto dai Trattati.
  La scarsa attenzione riservata dalla Commissione al ruolo dei Parlamenti degli Stati membri è una lacuna molto grave che denuncia un difetto d'impostazione politica e culturale da parte dell'Esecutivo europeo, già emerso in passato, e che sta portando a numerosi sbandamenti ed accelerazioni nella produzione normativa di Bruxelles: basti pensare alla questione delle case green, o alla querelle sulla nuova disciplina in materia d'imballaggi, nella quale abbiamo assistito ad un drastico quanto impraticabile cambiamento di paradigma, dal riciclaggio al riuso.
  La Commissione europea sembra ignorare che i Parlamenti nazionali, proprio per la posizione costituzionale che hanno e per il fatto di essere espressione diretta dei cittadini, possono dare un contributo fondamentale affinché la legislazione europea tenga adeguatamente conto, sin dalla fase della sua predisposizione, delle specificità politiche, economiche, sociali e culturali di ogni ordinamento e sia maggiormente rispettosa dei princìpi che dovrebbero guidare l'esercizio delle competenze dell'Unione europea, primi tra tutti quelli di sussidiarietà e proporzionalità, evitando una certa tendenza all'ipertrofia legislativa ed un accentuato ricorso al regolamento in luogo del più flessibile strumento normativo della direttiva.
  Si tratta, complessivamente, di rafforzare la dimensione prettamente politica di questa «sessione europea di fase ascendente», evitando di farne un esercizio meramente burocratico, ma incentrandola sulla valutazione e sul confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso e potenziando il raccordo Governo-Parlamento nella definizione della posizione nazionale di fronte ai grandi orientamenti legislativi assunti dalla Commissione.
  Questo tipo di sinergia assume in rilievo strategico di fronte ai grandi orientamenti Pag. 266legislativi assunti dalla Commissione, come nel caso della proposta di direttiva riguardante la lotta contro la corruzione che suscita forti dubbi per quanto riguarda la stessa coerenza alla base giuridica individuata dalla Commissione europea, atteso che proprio l'articolo 83 TFUE legittima le Istituzioni europee alla previsione di sole norme minime, relative alla definizione dei reati e delle sanzioni e che appare peraltro fisiologico, se non necessario, che in talune circostanze un determinato fenomeno criminale presenti specificità quanto alla sua definizione penalistica nell'ambito dei singoli ordinamenti nazionali, considerate le inevitabili peculiarità di contesto e di cornice giuridico-costituzionale dei singoli Stati membri.
  Un analogo approccio va approfondito per garantire un'applicazione efficace e coerente del diritto dell'UE, il passaggio in tempi troppo ridotti e ravvicinati a nuove discipline particolarmente onerose e restrittive, soprattutto in relazione al rispetto di nuovi parametri ed all'introduzione di nuove tecnologie e standard tecnici legati alle transizioni verde e digitale, con una ricorrente sottovalutazione del principio della «neutralità tecnologica».
  L'esame approfondito dei recenti atti o progetti legislativi in materia evidenzia, anche alla luce delle audizioni dei rappresentanti del sistema produttivo italiano, un'oggettiva difficoltà ad ottemperare senza adeguati periodi transitori, alle regole introdotte nell'ambito del pacchetto «Pronti per il 55%».
  L'abitudine acquisita in passato di ricezione passiva ed applicazione acritica della produzione normativa, ipertrofica e spesso invasiva, di Bruxelles, va abbandonata, e questo Governo e questo Parlamento lo stanno finalmente facendo.
  Auspichiamo che ogni Governo e Parlamento nazionale possa rivendicare attivamente le proprie prerogative, la propria capacità e maggior abilità nel gestire temi e situazioni prossime.
  Vogliamo che la legislazione europea sia più moderna e aderente ai suoi princìpi ispiratori, focalizzando la propria attenzione sulle grandi questioni piuttosto che rifugiarsi nella rassicurazione del dettaglio e della standardizzazione.

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ALLEGATO 6

Schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) 2018/1727, che istituisce l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) e che sostituisce e abroga la decisione 2002/187/GAI. Atto n. 77.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, lo schema di decreto legislativo in titolo inteso ad adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2018/1727, che istituisce l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) e che sostituisce e abroga la decisione 2002/187/GAI;

   considerato che il c.d. regolamento Eurojust, entrato in vigore l'11 dicembre 2018, introduce degli elementi sensibilmente innovativi nella disciplina dell'Agenzia, in particolare con riferimento allo status e ai poteri del membro nazionale e dei suoi collaboratori, dalla cui configurazione viene a dipendere – innanzitutto – la disciplina della procedura di nomina e, più in generale, l'assetto reciproco dei poteri spettanti al Ministro della giustizia e al Consiglio superiore della magistratura;

   preso atto, in particolare, di quanto disposto dall'articolo 7, paragrafo 4, del citato regolamento, che – modificando quanto prima previsto dall'articolo 2, par. 4, della decisione quadro 2002/187/GAI, secondo cui «[i] membri nazionali, gli aggiunti e gli assistenti sono soggetti all'ordinamento interno dello Stato membro, per quanto riguarda il loro statuto» – prescrive ora che essi debbano senz'altro rivestire «lo status di magistrato del pubblico ministero, di giudice o di rappresentante dell'autorità giudiziaria con prerogative equivalenti a quelle di un pubblico ministero o di un giudice a norma del diritto nazionale», con ciò in sostanza escludendo che la relativa nomina possa essere disposta dal Ministro della giustizia, dovendo la stessa essere affidata al CSM;

   rilevata, pertanto, la necessità di armonizzare la normativa nazionale con i dettami del regolamento Eurojust, procedendo tra l'altro all'abrogazione della legge n. 41 del 2005, attuativa della decisione 2002/187/GAI istitutiva dell'Agenzia;

   atteso che il presente intervento normativo si inserisce tra quelli necessari a dare attuazione alla legge 127/2022 recante «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021», in particolare all'articolo 11 che fornisce la delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) richiamato;

   evidenziato che il provvedimento, espressamente finalizzato a conformare il nostro ordinamento al contenuto del regolamento 2018/1727, non presenta profili di incompatibilità con il diritto dell'UE,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.