CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 luglio 2023
150.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

DL 69/2023: Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. C. 1322 Governo, approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminato il testo del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (C. 1322 Governo, approvato dal Senato),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita (COM(2022) 548 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese e dall'Alto rappresentante, presidente del Consiglio «Affari esteri» (10597/23).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione (attività produttive, commercio e turismo),

   esaminati congiuntamente, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita – (COM(2022)548), la Relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1) e il Programma di 18 mesi del Consiglio dell'UE (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'Agenda strategica (10597/23);

   rilevato come l'esame dei documenti in oggetto consenta al Parlamento di partecipare in modo organico, coerente e approfondito ed in stretto raccordo con il Governo alla definizione delle linee dell'azione dell'Italia in merito alle politiche dell'Unione europea;

   premesso che:

    la relazione programmatica indica, in relazione alle priorità del Programma di lavoro della Commissione europea, obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno in corso;

    assumono particolare rilievo, per la X Commissione, le sezioni della relazione programmatica che fanno riferimento alle politiche energetiche e industriali dell'Unione nonché alle ulteriori misure volte a rafforzare la leadership tecnologica europea nonché a contrastare gli effetti negativi delle crisi che l'Europa ha vissuto negli ultimi anni;

    le iniziative dell'Unione in tali ambiti, sulle quali sono ancora in corso i negoziati tra le Istituzioni europee, potrebbero avere un impatto molto significativo per il sistema economico e produttivo del nostro Paese;

    è dunque necessario che il Parlamento intervenga in modo tempestivo e sistematico nella formazione della posizione nazionale su tali iniziative;

   ritenuto che:

    le iniziative dell'UE volte a conseguire gli obiettivi della transizione ecologica, pur condivisibili nelle loro finalità generali, dovrebbero assicurare un percorso più graduale e flessibile, ispirato al principio di neutralità tecnologica e rispettoso delle diversità dei sistemi economici e sociali nazionali;

    in tale contesto, va pienamente sostenuta l'azione negoziale svolta sinora dal Governo ai fini della modifica della proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, in piena coerenza la mozione 1-00038 (Molinari ed altri), approvata dalla Camera nella seduta dell'8 marzo 2023. In Pag. 267particolare, l'Italia, con il sostegno di altri paesi, ha ottenuto, nell'orientamento generale adottato dal Consiglio dell'UE, una profonda revisione della proposta originale, rimettendo in larga misura a ciascuno Stato di definire un proprio percorso per la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale al fine assicurarne la neutralità climatica nel 2050;

    occorre altresì profondamente rivedere, nei contenuti come negli obiettivi generali, la proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da essi derivanti, in coerenza con gli indirizzi del documento finale approvato dalle Commissioni ambiente ed attività produttive della Camera lo scorso 28 giugno;

    è condivisibile l'esigenza, annunciata dalla Commissione europea nel suo programma di lavoro, di contrastare in modo più efficace la volatilità dei prezzi e garantire energia elettrica a prezzi accessibili. A questo scopo occorre procedere alla rapida approvazione delle proposte legislative volte a riformare il mercato dell'energia elettrica dell'UE, così come mantenere e rafforzare una risposta coordinata dei Paesi membri nell'adozione di misure contro il caro energia;

    sono apprezzabili le iniziative assunte dall'Unione per rafforzare la leadership industriale e tecnologica dell'UE e contrastare gli effetti negativi delle crisi, come la proposta di regolamento sui semiconduttori, la proposta di regolamento sulle materie prime critiche, la normativa sull'industria a zero emissioni nette, la proposta di regolamento che istituisce una piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP) e lo Strumento per le emergenze nel mercato unico (SMEI). Esse tuttavia – come sostenuto opportunamente dal Governo – non sono sufficienti se non accompagnate da ulteriori misure, tra cui l'istituzione di un vero e proprio Fondo sovrano europeo per la politica industriale, e soprattutto da adeguate risorse finanziarie europee. Ciò anche al fine di evitare che gli Stati membri debbano assicurare da soli gli investimenti richiesti, con il rischio di frammentare il mercato interno e acuire ulteriormente le divergenze all'interno dell'Unione;

    le medesime proposte devono essere inoltre modificate, ove opportuno, con l'obiettivo di limitare i possibili costi per le imprese italiane e aumentare i benefìci complessivi per il sistema produttivo italiano, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle relazioni su ciascuna proposta trasmesse dal Governo alle Camere ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge n. 234 del 2012;

    più in generale, occorre definire urgentemente, secondo le linee proposte dal Governo, una reale politica industriale dell'UE capace di rafforzare l'autonomia strategica del nostro continente negli assetti geopolitici ed economici globali e di colmare il ritardo dell'Europa rispetto a tutti i principali competitori,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) nei negoziati in corso sulla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, il Governo prosegua – in piena coerenza con la mozione 1-00038 (Molinari ed altri), approvata dalla Camera nella seduta dell'8 marzo 2023 ed in linea con quanto stabilito nell'orientamento generale dal Consiglio dell'UE – la sua azione per modificare la proposta originaria della Commissione europea in modo da rimettere a ciascuno Stato membro la definizione di un percorso per l'attuazione degli obiettivi comuni entro il 2050. Ciò nell'ottica di tutelare le peculiarità dell'Italia e garantire la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle caratteristiche del territorio e del patrimonio immobiliare italiano;

   b) con riferimento al negoziato in corso sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti derivanti, il Governo dia seguito, in coerenza con l'articolo 7 della legge n. 234 del 2012, agli indirizzi contenuti nel documento finale approvato sulla Pag. 268medesima proposta dalle Commissioni ambiente ed attività produttive della Camera lo scorso 28 giugno;

   c) in merito alla proposta di regolamento sui semiconduttori, si valuti la possibilità di prevedere il co-finanziamento delle iniziative previste anche attraverso fondi strutturali e di rafforzare il coordinamento delle procedure tra gli Stati membri per attirare gli investimenti esteri. Inoltre, in materia di aiuti di Stato facilitati per impianti innovativi, si sostenga una definizione che inglobi l'innovazione anche sui nodi tecnologici più maturi;

   d) con riguardo ai negoziati sulla proposta di regolamento sulle materie prime critiche, si sostenga la posizione del Governo volta a:

    includere l'alluminio nell'elenco delle materie prime strategiche e lo zinco e il fosforo in quello delle materie prime critiche;

    promuovere un approccio che non sovraccarichi le imprese con eccessivi oneri amministrativi e di rendicontazione e che permetta di raggiungere un adeguato bilanciamento tra standard ambientali e necessità di approvvigionamento;

    rafforzare la ricerca e l'innovazione per portare rapidamente sul mercato materie sostitutive, in particolare delle terre rare, e promuovere lo sviluppo di competenze professionali specifiche;

    incentivare maggiormente il riciclo, perché in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi in un arco temporale di breve/medio periodo rispetto a quello per le attività estrattive;

    stanziare risorse finanziarie adeguate a livello UE, anche attraverso l'istituzione di un fondo di sovranità europeo, per l'attuazione del regolamento proposto, anche per rendere fruibili le tecnologie meno impattanti sul fronte ambientale;

   e) si sostenga la rapida approvazione della proposta di istituire una piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP), finalizzata a promuovere la competitività a lungo termine dell'UE in materia di tecnologie critiche, nei settori della tecnologia estremamente avanzata e digitale, delle tecnologie pulite e delle biotecnologie. In ogni caso si sostiene pienamente la richiesta del Governo di procedere all'istituzione di un vero e proprio Fondo sovrano europeo per la politica industriale, dotato di risorse comuni europee adeguate;

   f) si sostenga altresì l'azione del Governo volta a definire con urgenza una nuova strategia di politica industriale dell'UE che rafforzi l'autonomia strategica dell'Unione e accompagni una transizione graduale e tecnologicamente neutra dei sistemi produttivi europei, con un sostegno adeguato erogato dal bilancio europeo, sul modello della Iniziativa NextGenerationEU.

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ALLEGATO 3

5-01176 Barabotti: Sulla situazione della Sanac S.p.A.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevole interrogante.
  Com'è noto, la Sanac S.p.A., azienda leader nei settori dei refrattari, versa da tempo in una situazione di difficoltà, posto che per diversi anni ha lavorato, per circa il 60 per cento del suo fatturato, per Acciaierie d'Italia di Taranto, ex Ilva.
  L'attenzione del Governo su tale azienda, in amministrazione straordinaria ormai dal 2015, è massima e costante, ed è orientata a privilegiare soluzioni volte a contenere gli effetti di questa annosa crisi, per conservare i livelli occupazionali e garantire la continuità della produzione nel settore di riferimento.
  A tal fine, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy sono stati istituiti, sin dall'insediamento dell'attuale Governo, due appositi tavoli di confronto, per lo studio e la ricerca di soluzioni condivise con tutte le parti coinvolte: uno concernente specificamente Sanac S.p.A. e l'altro riguardante l'ex Ilva di Taranto. Come si è avuto modo di chiarire in diverse sedi, obiettivo dei due citati tavoli è quello di ricercare soluzioni programmatiche, organiche e sistematiche, per il rilancio duraturo e solido del settore siderurgico in Italia.
  Una prima azione è stata la richiesta ad AdI di presentare un piano industriale dettagliato e completo, al fine di valutare il tema delle forniture che l'Onorevole interrogante ha segnalato. Il Governo dunque ha agito per spingere il gruppo al rispetto degli impegni assunti.
  Per quanto riguarda la procedura di cessione di Sanac, va segnalato che le diverse procedure avviate in tal senso non sono andate a buon fine, per diverse ragioni.
  Com'è emerso all'ultimo incontro del Tavolo Sanac, che si è tenuto il 17 aprile scorso, se è vero che la società ha sofferto per il mancato pagamento nei termini contrattuali delle forniture di refrattari a favore di Acciaierie d'Italia, giungendo ad accumulare uno scaduto pari a 23 milioni di euro, oggi finalmente ha ridotto a 2 milioni di euro il proprio credito nei confronti di AdI, con i pagamenti disposti dopo circa 30 decreti ingiuntivi.
  Al citato tavolo è altresì emerso un altro dato rilevante: Sanac, già fornitore prima di Italsider e poi di Ilva, è stata fortemente penalizzata anche dall'inattesa interruzione degli ordini da parte di Acciaierie d'Italia, perdendo circa il 60 per cento del volume d'affari. Tuttavia, la società ha comunicato che nell'ultimo periodo c'è stato il parziale recupero della perdita di fatturato nonché il completamento delle procedure per le certificazioni antincendio, l'AIA e per la bonifica del sito di Cagliari.
  Conseguentemente, si ritiene che è necessario mantenere l'unitarietà del complesso aziendale e che si deve procedere all'emissione di un nuovo bando per l'esperimento di vendita avente ad oggetto l'intero complesso aziendale, al fine di mantenere l'unitarietà di questa Azienda che può finalmente tornare ad essere appetibile sul mercato di riferimento.
  A titolo collaborativo, si rappresenta che i quattro stabilimenti facenti capo alla Sanac S.p.A. in a. s. – Assemini, Gattinara, Massa e Vado Ligure – sono al momento tutti operativi. In tutti gli stabilimenti c'è ancora il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria, ma con diversa incidenza su ciascun stabilimento.Pag. 270
  Altra priorità, strettamente connessa a quella concernente Sanac, è altresì quella di trasformare l'ex Ilva nella più grande acciaieria verde d'Europa, come risposta alle sfide ambientali, sociali e sanitarie che il territorio si attende da tempo e che ha sempre meritato e che noi, con l'azione di Governo, vogliamo garantire.

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ALLEGATO 4

5-01177 Orlando: Sui progetti e i relativi tempi di realizzazione per il rilancio dell'Ilva di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevoli interroganti.
  Considerata la strategicità dello stabilimento ex Ilva di Taranto, voglio in primo luogo rappresentare che vi è un continuo coordinamento fra i Ministri delle imprese e del made in Italy, per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della sicurezza energetica, della giustizia.
  Ciò premesso, com'è noto, in sede di conversione al decreto-legge Salva Infrazioni, è stato approvato l'emendamento del Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, che riguarda stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, quale lo stabilimento ex Ilva di Taranto. Il citato emendamento agevolerebbe innanzitutto la chiusura della procedura di infrazione relativa alla mancata adozione, da parte italiana, delle misure necessarie a ridurre l'impatto ambientale dello stabilimento di Taranto. Inoltre, esso è volto a favorire il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione, relative al superamento di valori limite della qualità dell'aria.
  La nuova disciplina dunque consente di proseguire nell'attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione integrata ambientale.
  Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno poi definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo.
  Concretamente, gli impianti potranno continuare a produrre anche in caso di sequestro definitivo e potranno essere venduti nonostante siano sottoposti a sequestro. Tutti gli obblighi esistenti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non si accerti la cessazione dei rischi connessi alla produzione e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
  In tale ottica, è strumentale la ricostruzione – operata anche da alcuni giornali – secondo cui il Ministro Fitto e il Ministro Urso sono in contrasto su tale tematica. L'approvazione dell'emendamento sul dissequestro di Ilva apre potenziali prospettive di impegno maggiori del socio privato e del socio pubblico. A questo si possono sommare risorse da fondi nazionali ed europei.
  Gli interroganti richiamano inoltre l'Accordo di Programma per l'ex Ilva di Taranto. Esso rappresenta il «contenitore» delle scelte strategiche necessarie per dare a Taranto e al territorio circostante prospettive economiche e sociali di lungo periodo. La gestione della transizione green del centro siderurgico determinerà cambiamenti e ricadute sociali da gestire congiuntamente con tutte le istituzioni nazionali e territoriali coinvolte, oltre che con le organizzazioni datoriali e sociali. Il Governo nazionale e la regione Puglia sono il punto di riferimento per gestire le grandi trasformazioni che la transizione porterà.
  I capisaldi verso i quali vi è la condivisione di tutti gli attori coinvolti, sono: la rapida decarbonizzazione, il completamento del piano ambientale, il recupero dei volumi produttivi. In particolare, la realizzazione dell'impianto DRI da 2 milioni di tonnellate, la manutenzione e rimessa in Pag. 272esercizio dell'altoforno AFO 5, la realizzazione dei primi forni elettrici e la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli altri impianti (a partire da laminatoi e tubificio).
  Proprio a tal fine, il Governo italiano ha rimosso alcuni degli ostacoli che venivano citati da Acciaierie d'Italia come giustificazioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi, che ora è tempo di rispettare, al fine di coniugare l'esigenza di garantire la continuità produttiva, la salvaguardia dell'occupazione, la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini interessati.

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ALLEGATO 5

5-01178 Cappelletti: Sull'aumento dei prezzi per il rifornimento di benzina e diesel sulle reti stradale e autostradale e sulle iniziative di competenza per il loro contenimento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Grazie Onorevole interrogante.
  L'interrogazione presentata verte sul tema dell'incremento dei prezzi per il rifornimento di benzina e diesel sulla rete stradale nel mese di luglio. Viene chiesto, quindi, di conoscere quali ne siano state le cause e quali iniziative si intendano assumere per contrastare tali aumenti.
  Preliminarmente vorrei far osservare che dai dati analizzati tramite le rilevazioni dell'Osservatorio Prezzi carburanti, nel marzo del 2022 il prezzo sia della benzina che del gasolio in modalità self aveva superato i 2,15 euro a litro. Circa 0,30 centesimi in più degli attuali 1,86 euro a litro per la benzina e circa 0,45 centesimi in più degli attuali 1,71 euro a litro del gasolio.
  Parimenti, non appare trovare riscontro nei dati disponibili ad oggi, l'affermazione secondo cui le quotazioni internazionali siano tornate a scendere. Ancora nella scorsa settimana la media delle quotazioni internazionali della benzina mostrava aumenti sia rispetto alla settimana precedente (+1,6 centesimi) che rispetto al mese precedente (+3,5 centesimi). Discorso analogo per il gasolio (+0,3 centesimi rispetto alla settimana precedente e +2,2 centesimi rispetto al mese precedente).
  Vorrei segnalare, inoltre, che il prezzo industriale in Italia, al netto quindi della tassazione, sia della benzina che del gasolio, risulti stabilmente il più basso tra quello dei principali grandi Paesi europei: da gennaio 2023 infatti il prezzo industriale dei carburanti in Italia è più basso di quello della Germania, della Spagna e anche della Francia (che nel 2022 aveva un prezzo industriale più basso del nostro).
  Ciò premesso, gli Uffici del Ministero unitamente al Garante per la sorveglianza dei prezzi hanno già da diverso tempo affrontato tale problematica con continui raffronti con i maggiori operatori e associazioni del settore.
  Il lavoro portato avanti ha, come noto, portato al Dl trasparenza in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi.
  Ultimamente i continui monitoraggi sull'andamento dei prezzi confermano che da metà aprile a metà maggio il prezzo alla pompa della benzina si era ridotto complessivamente di 0,08 centesimi passando da 1,88 euro a litro (settimana del 17 aprile) a 1,80 a litro (settimana del 15 maggio). Negli ultimi due mesi, invece, a seguito dei rialzi delle quotazioni internazionali registrate a partire dal mese di maggio, il prezzo alla pompa ha mostrato un aumento complessivo di 6 centesimi (1,86 euro a litro), riavvicinandosi ai livelli di metà aprile.
  Nel caso del gasolio il periodo di riduzione dei prezzi era iniziato alla fine del mese di gennaio (1,91 euro a litro nella settimana del 23 gennaio) e si è interrotto solo a metà maggio (1,65 euro a litro nella settimana del 15 maggio). Tale riduzione è stata particolarmente intensa tra metà aprile e metà maggio, con un calo complessivo di oltre 10 centesimi. Negli ultimi due mesi, a seguito anche qui dei rialzi delle quotazioni internazionali registrate dal mese di maggio, anche più intense rispetto a quelle che si osservano nella benzina, il prezzo alla pompa ha mostrato un aumento complessivo di 0,067 centesimi (1,71 euro a litro).
  Secondo la struttura competente del Ministero delle imprese e del made in Italy, dunque, sia per la benzina che per il gasolio, pur riscontrandosi negli ultimi due Pag. 274mesi un incremento del prezzo alla pompa, tuttavia vi è ancora un saldo positivo rispetto alla riduzione che si era verificata nella prima parte dell'anno soprattutto nel caso del gasolio.
  Si ricorda, infine, che a partire dal 1° agosto entrerà in vigore l'obbligo di esposizione dei prezzi medi dei carburanti (nazionali o regionali a seconda delle tratte stradali) da parte degli esercenti (decreto ministeriale 31 marzo 2023); anche tale iniziativa contribuirà alla valorizzazione della trasparenza dei prezzi nel mercato dei carburanti, come ulteriore contributo a tutela dei consumatori.