CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 aprile 2023
100.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 264

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 12.30.

DL 20/2023: Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
C. 1112 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta precedente.

  Calogero PISANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Elisa SCUTELLÀ (M5S) nel dichiarare il voto contrario del suo Gruppo, sottolinea come il provvedimento non proponga nessuna soluzione alle grandi problematiche connesse alla gestione dei flussi migratori che vanno invece affrontate specificamente, Pag. 265con provvedimenti mirati. Stigmatizza che le forze di governo abbiano rifiutato le proposte avanzate dal suo Gruppo per introdurre alcuni miglioramenti al testo, che sono stati invece nettamente rifiutati in sede referente dalla maggioranza.

  Piero DE LUCA (PD-IDP) dichiara il voto contrario del Gruppo, denunciando l'inadeguatezza delle soluzioni adottate dalla deliberazione dello stato di emergenza all'abolizione dell'istituto della protezione speciale. Con riferimento a quest'ultimo intervento pone in rilievo come essa rischi di trasformare 10.000 immigrati, oggi tutelati dalla protezione speciale, in altrettanti irregolari. Rileva come le misure adottate del decreto-legge in assenza di un qualsiasi interlocuzione da proficua del Governo con le Istituzioni europee, evidenziando la carenza di una strategia organica di fronte all'emergenza migratoria ed il prevalere di soluzioni ispirate alla demagogia ed alla propaganda.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE), si associa alle considerazioni svolte dai colleghi Scutellà e De Luca, dichiarando il voto contrario del suo Gruppo. Esprime scetticismo sull'efficacia delle soluzioni delineate dal provvedimento in un contesto europeo in cui è stato riavviato il processo di riforma del regolamento di Dublino.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 12.40.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 12.40.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica Gigabit e che abroga la direttiva 2014/61/UE (normativa sull'infrastruttura Gigabit) (COM(2023) 94 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 94 final – Annex) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 47 final).
COM(2023) 94 final.
(Ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Stefano CANDIANI (LEGA), relatore, evidenzia che la proposta di regolamento è finalizzata ad accelerare il dispiegamento delle reti ad altissima capacità fisse e senza fili/mobili (VHCN, Very High Capacity Network), o Gigabit, come la fibra ottica ed il 5G, in tutti gli Stati membri.
  È parte del «pacchetto connettività», che include anche un progetto di raccomandazione, inteso a fornire orientamenti alle autorità nazionali di regolamentazione sulle condizioni di accesso alle reti di telecomunicazione degli operatori che detengono un significativo potere di mercato, ed una consultazione (che si chiuderà il 19 maggio) sul futuro del settore della connettività e delle relative infrastrutture.
  Sottolinea in primo luogo che la proposta intende abrogare e sostituire la direttiva 2014/61/UE (Broadband Cost Reduction Directive, BCRD) che era stata adottata in risposta alla necessità di attuare politiche capaci di abbattere i costi di installazione della banda larga.
  Quest'ultima, infatti, secondo l'analisi della Commissione europea:

   non è più adatta a sostenere le crescenti esigenze di connettività fissa e mobile ad altissima capacità di cittadini e imprese (per le quali i soli 30 Mbps della direttiva non sono più sufficienti), derivanti tra l'altro dalla diffusione di tecnologie digitali come il metaverso, l'intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, la realtà aumentata e virtuale;

   non è allineata al codice europeo delle comunicazioni elettroniche e ai nuovi obiettiviPag. 266 di connettività del decennio digitale, in base ai quali tutte le famiglie e le imprese dell'UE dovrebbero essere raggiunte da reti mobili Gigabit e veloci entro il 2030;

   non è stata pienamente efficace nel ridurre i costi di installazione delle reti a banda larga, principalmente a causa della flessibilità concessa agli Stati membri per la sua implementazione, che ha portato a un'attuazione incoerente a livello UE e a interpretazioni divergenti delle sue disposizioni che impedisce le economie di scala per gli operatori, crea ostacoli agli investimenti transfrontalieri e compromette il corretto funzionamento del mercato interno.

  Ricorda che la Commissione europea rileva, inoltre, che tutti gli Stati membri stanno affrontando due problemi principali per installare reti ad altissima capacità.
  Il primo risiede negli elevati costi di installazione delle reti; il secondo nella persistente lentezza della loro installazione, con il risultato che cittadini e imprese dell'UE rischiano di non trarre pieno vantaggio dalla trasformazione digitale.
  Una parte preponderante dei costi è imputabile a inefficienze nel processo di installazione concernenti: l'uso dell'infrastruttura passiva esistente (come cavidotti, tubature, pozzetti, centraline, pali, piloni, installazioni di antenne, tralicci e altre strutture di supporto); rallentamenti legati al coordinamento delle opere di genio civile; procedure amministrative farraginose di rilascio delle autorizzazioni; strozzature per l'installazione delle reti all'interno degli edifici, che comportano rilevanti ostacoli finanziari, in particolare nelle zone rurali.
  Alla luce degli argomenti sopra richiamati, per aumentare la copertura e facilitare l'installazione delle reti ad altissima capacità nell'UE, ad avviso della Commissione è pertanto opportuno abrogare la direttiva vigente e sostituirla con un regolamento, allo scopo di ridurre il margine di manovra degli Stati membri e garantire una maggiore certezza del diritto.
  A tale fine, la Commissione propone una serie di misure finalizzate in particolare a:

   estendere l'ambito di applicazione (rispetto alla direttiva del 2014) dall'alta velocità alle reti ad altissima capacità, e stabilire le definizioni, tra cui quella di «operatore di rete»;

   agevolare il coordinamento della realizzazione dell'infrastruttura fisica (condotte, torri o piloni) con i lavori su altre infrastrutture pubbliche;

   snellire e accelerare le procedure di rilascio delle autorizzazioni, imponendo tra l'altro alle autorità competenti di confermare la completezza di una domanda di autorizzazione entro 15 giorni dal suo ricevimento e stabilendo che le domande di autorizzazione che non ricevono risposta entro quattro mesi saranno considerate tacitamente approvate;

   digitalizzare: gli operatori potranno consultare online, con alcune limitazioni, ad esempio per motivi di sicurezza, le informazioni sull'infrastruttura fisica esistente e sulle opere di genio civile programmate, e presentare online le domande per ottenere autorizzazioni o diritti di passaggio. Inoltre, gli Stati membri dovranno istituire un unico punto di accesso digitale nazionale;

   semplificare per gli operatori il riutilizzo dell'infrastruttura pubblica, come condotte o piloni, e gli spazi, come i tetti, per installare infrastrutture di rete;

   preparare all'innovazione: tutti gli edifici nuovi e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, eccetto in casi giustificati, dovranno disporre di infrastruttura in fibra e predisposta alla fibra;

   promuovere la diffusione di tecnologie più efficienti sotto il profilo ambientale, come la fibra ottica e il 5G, e il riutilizzo dell'infrastruttura fisica esistente e un maggiore coordinamento delle opere di genio Pag. 267civile, riducendo in tal modo il loro impatto ambientale.

  Nel rinviare alla documentazione predisposta dagli Uffici per ulteriori approfondimenti sulle specifiche previsioni della proposta, nonché sui dati forniti dalla Commissione europea in merito alla situazione attuale e agli effetti che le misure contenute nel regolamento produrrebbero, ritiene opportuno in questa sede segnalare solamente alcuni numeri molto importanti per valutare i contenuti della proposta stessa ed il suo impatto.
  Osserva che, sebbene la connettività Gigabit in Europa sia aumentata, sussistono ancora importanti differenze tra gli Stati membri (l'Italia ha il 44 per cento di copertura globale della rete fissa ad altissima capacità mentre l'UE nel suo complesso il 70 per cento) e problemi significativi di copertura per le zone rurali. Inoltre, una buona parte delle famiglie non beneficia di una connessione FTTH (Fiber to the Home, letteralmente «fibra fino a casa») a prova di futuro.
  In aumento anche la copertura del 5G, che raggiunge nel 2021 il 66 per cento delle zone popolate (Italia 99,7 per cento), anche se lo spettro, presupposto importante per il lancio commerciale del 5G, non è stato ancora completamente assegnato (siamo solo al 56 per cento nell'UE e al 60 per cento in Italia).
  Circa i vantaggi, la Commissione ritiene che la proposta sia in grado di:

   aumentare l'installazione di reti nuove riutilizzando le infrastrutture fisiche o coordinando le opere di genio civile a 470.000 km anziché i 250.000 km previsti dallo scenario di base;

   ridurre i costi di installazione delle reti di 14,5 miliardi di euro e le sovvenzioni pubbliche necessarie di 2,4 miliardi di euro;

   evitare 0,7 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra nel periodo fino al 2030;

   produrre vantaggi per la società, in particolare riducendo il divario digitale tra zone urbane e rurali, e vantaggi economici, in particolare grazie al reinvestimento dei risparmi previsti sui costi.

  Passando ora ai profili che la XIV Commissione deve valutare, ricorda che la base giuridica della proposta elettroniche dell'UE e migliorare le condizioni per l'istituzione e il funzionamento del mercato interno.
  Al riguardo, nella valutazione d'impatto la Commissione osserva in modo particolare che i mercati delle comunicazioni elettroniche rimangono nazionali, con diverse condizioni di domanda e offerta, differenti licenze di spettro concesse su base nazionale e diversi regimi normativi (seppur armonizzati). Gli operatori di telecomunicazioni devono pertanto adattare è l'articolo 114 del TFUE, che prevede la possibilità di adottare misure per il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri che hanno per oggetto l'instaurazione e il funzionamento del mercato interno. Si tratta della medesima base giuridica della direttiva che la proposta di regolamento intende abrogare.
  Ritiene che l'articolo in questione sia una base giuridica adeguata in quanto l'obiettivo dell'intervento è proprio quello di armonizzare ulteriormente i mercati delle comunicazioni le loro strategie ai vincoli e alle differenze nazionali anche quando fanno parte di gruppi multinazionali più grandi. Tale frammentazione del mercato dell'UE lungo i confini nazionali, afferma la Commissione, impedisce all'Unione di sfruttare appieno il potenziale di un mercato europeo delle telecomunicazioni.
  Sul punto segnala che anche la relazione redatta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, trasmessa i sensi dell'articolo 6, comma 4 della legge n. 234 del 2012, fa presente che la scelta della Commissione di utilizzare l'articolo 114 del TFUE come base giuridica appaia in linea generale coerente con l'asserita necessità di raggiungere un più elevato livello di armonizzazione del mercato interno e quindi in linea col principio di attribuzione.
  Tuttavia – continua la relazione – la proposta disciplina in modo piuttosto invasivoPag. 268 l'organizzazione e l'attività delle PA nazionali, soprattutto nel governo del territorio e nella gestione/regolamentazione dei servizi pubblici. Ciò solleverebbe, ad avviso del Governo, dubbi circa l'effettiva coerenza della proposta col principio di attribuzione, oltre a rendere particolarmente problematico l'adattamento dell'ordinamento italiano al regolamento, laddove venisse adottato nella sua forma attuale.
  Nel caso specifico dell'Italia, infatti, prosegue la relazione, l'applicazione del regolamento impatta sul funzionamento di diversi enti ed amministrazioni locali, dotati di autonomia nell'ordinamento nazionale, aventi competenze su aspetti specifici che interessano la salute, la sicurezza, nonché la protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale, che rientrano nelle clausole di salvaguardia di cui all'articolo 36 del TFUE.
  Al riguardo segnala tuttavia che queste argomentazioni della relazione tecnica sembrano riferibili propriamente al rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità piuttosto che a quello di attribuzione che attiene esclusivamente alla correttezza della base giuridica utilizzata.
  Per quanto concerne appunto la conformità della proposta al principio di sussidiarietà, la Commissione, come già riferito, motiva la necessità dell'intervento dell'Unione ed il valore aggiunto di quest'ultimo in considerazione dell'attuale quadro normativo frammentato, che ostacola gli investimenti transfrontalieri e incide sul funzionamento del mercato interno; pertanto, secondo la Commissione, la disponibilità di un quadro chiaro e prevedibile – mediante un regolamento – a sostegno della diffusione della rete consentirebbe minori costi di implementazione e processi di pianificazione e realizzazione degli investimenti più efficienti e velocizzerebbe la diffusione di reti fisse e 5G complete, senza tra l'altro privare alcune regioni dell'UE di tutti i vantaggi della digitalizzazione.
  In merito, la relazione del Governo evidenzia che per analizzare e superare le difficoltà di applicazione della precedente direttiva era stato costituito uno specifico gruppo di lavoro in seno al Comitato comunicazioni che ha prodotto una serie di linee guida accolte nel presente regolamento. In tale sede, continua la relazione, erano emerse diverse criticità, in particolare in merito ai differenti ordinamenti giuridici degli Stati membri; pertanto, nelle stesse linee guida, era stato deciso di lasciare un certo margine di flessibilità.
  La relazione, nella sua parte conclusiva, sottolinea come la scelta di adottare un regolamento in sostituzione della precedente direttiva potrebbe non risultare coerente con l'obiettivo prefissato, sottraendo margini di flessibilità agli Stati.
  Anche alla luce di quanto riportato dalla relazione (anche con riferimento al principio di attribuzione) richiama l'opportunità di valutare se la scelta operata dalla Commissione europea di disciplinare la materia con regolamento sia coerente con i princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità.
  Infine, sotto il profilo del rispetto del principio di proporzionalità, la Commissione ritiene che la proposta abbia un'intensità proporzionata alle sue finalità di promozione delle reti ad altissima capacità, in linea con gli obiettivi UE per il 2030. Evidenzia tra l'altro che gli obblighi introdotti dalla proposta sono limitati ad alcune parti dell'infrastruttura di rete per le quali si possono prevedere risparmi significativi e che le norme prevedono eccezioni secondo le quali taluni obblighi non si applicano in determinate circostanze (ad esempio l'accesso a determinate categorie di edifici di proprietà o sotto il controllo di enti pubblici per motivi di valore architettonico, storico, religioso o naturalistico oppure la fornitura di informazioni su tali edifici). Tali eccezioni, afferma la Commissione, contribuiscono a garantire la proporzionalità della proposta e offrono la flessibilità adeguata per tenere conto delle circostanze nazionali.
  La relazione del Governo considera le misure della proposta idonee, in via generale, per conseguire l'obiettivo di ottimizzare i costi e le procedure amministrative necessarie per una capillare realizzazione di infrastrutture di reti VHCN. Il documento rileva, tuttavia, che una maggiore enfasi sul principio di proporzionalità potrebbePag. 269 aiutare a soppesare maggiormente gli interessi in gioco.
  In particolare, la relazione fa presente che:

   non risulta compitamente dimostrato dalla valutazione di impatto della Commissione che le tempistiche e le modalità dell'attività autorizzatoria siano un elemento determinante per il livello dei costi dell'installazione di reti ad altissima capacità. Tale dimostrazione sarebbe necessaria, a giudizio del Governo, considerando che l'adeguamento dell'attività e dell'organizzazione amministrativa che viene richiesto presenta significative complessità ed elevati costi per gli Stati membri, e che la necessaria ponderazione degli interessi pubblici considerati nel quadro di tali procedimenti non necessariamente consentirà di procedere all'accelerazione procedurale auspicata;

   non risulta dimostrato che altre opzioni, come ad esempio la mera armonizzazione delle funzionalità delle piattaforme digitali e della modulistica relative ai procedimenti autorizzatori, non produrrebbero un impatto comparabile a fronte di una minore invasione della prerogativa nazionale di organizzare la PA e l'esercizio del potere pubblico, nonché di costi ridotti. La relazione pone in particolare l'accento sul significativo impatto che la proposta è suscettibile di produrre sulle modalità e le tempistiche di svolgimento dell'attività autorizzatoria degli enti locali, specie dei comuni, rispetto all'installazione di infrastrutture di comunicazione elettronica (ad es. la fissazione di un limite di 15 giorni per valutare la completezza della domanda). A tale proposito, la relazione sottolinea che sono previste delle ipotesi di risarcimento del danno da mero ritardo a seguito di mancato rispetto dei termini prescritti dal regolamento;

   la prescrizione di realizzare piattaforme digitali integrate (i.e. punti di accesso digitale nazionale) che consentano l'accesso ai dati e ai servizi di più amministrazioni locali, in grado di offrire le funzionalità prescritte dal regolamento, il che comporterà costi ingenti al momento non ancora quantificati nella valutazione d'impatto della Commissione;

   la prescrizione di introdurre misure di semplificazione – e in alcuni casi liberalizzazione – per la realizzazione di opere edilizie potrebbe avere ripercussioni su interessi pubblici quali la sicurezza, la salute pubblica e la tutela dell'ambiente.

  Anche sui questi rilievi del Governo propone lo svolgimento di dovuti approfondimenti nel corso dell'esame da parte della XIV Commissione.
  Segnala che la relazione tecnica del Governo rileva altri possibili elementi di criticità della proposta, che non attengono nello specifico a questioni di sussidiarietà e proporzionalità. Per gli approfondimenti, rinvia anche in questo caso alla documentazione predisposta dagli Uffici.
  Tenendo conto che il termine per la verifica di sussidiarietà scade il 17 maggio 2023 e che la Commissione dovrà pertanto pronunciarsi entro l'11 maggio, propone, per meglio apprezzare gli elementi che ha richiamato, di svolgere sulla proposta audizioni di rappresentanti del Governo e dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, poiché nessuno chiede d'intervenire rinvia il seguito dell'esame ad un'altra seduta.

  La seduta termina alle 12.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 27 aprile 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.45 alle 12.55.

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INCONTRI CON DELEGAZIONI
DI PARLAMENTI STRANIERI

  Giovedì 27 aprile 2023.

Incontro informale con una delegazione della Commissione Affari europei della Camera dei deputati romena.

  L'incontro informale si è svolto dalle 13.35 alle 15.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA. – Interviene il Sottosegretario di Stato alla giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 20.35.

Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1, Annesso-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con una osservazione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente e relatore, richiama le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, facendo presente che la Commissione è chiamata ad esprimere nuovamente il prescritto parere alla V Commissione, per le parti di propria competenza, sul Documento di economia e finanza 2023 (Doc. LVII, n. 1, Annesso-bis e Allegati), in considerazione del fatto che è stato presentato dal Governo alle Camere nella giornata odierna una nuova relazione ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 243 del 2012.
  In qualità di relatore, pertanto, ai fini della relazione introduttiva, richiama integralmente quella svolta nella precedente seduta del 20 aprile dall'on. Pietrella con riferimento al DEF, in quanto, per i profili di competenza della XIV Commissione, non vi sono differenze. Preannuncia pertanto che la proposta di parere favorevole (vedi allegato 2) è identica a quella precedentemente formulata.
  Chiede se vi siano richieste d'intervento da parte del rappresentante del Governo e dei colleghi deputati.

  Piero DE LUCA (PD-IDP) dichiara il voto del proprio Gruppo, sottolineando la totale inadeguatezza del Governo rispetto alla quale non può non esprimere il suo sconcerto. Non era infatti mai accaduto che la maggioranza non riuscisse a gestire un passaggio importante e delicato come quello di approvazione del DEF. È un episodio inedito e gravissimo che non va derubricato ad incidente di percorso, ma che evidenzia una totale incapacità politica nel merito e sul metodo. Per tutte queste ragioni riafferma la netta contrarietà del Gruppo del PD al DEF 2023.

  Elisa SCUTELLÀ (M5S) stigmatizza la totale incapacità della maggioranza, che compie oggi una grave atto d'irresponsabilità politica di fronte al Paese. Si confermano, infatti, le insufficienze dell'azione di Governo, già evidenziatesi in questi primi sei mesi. La precedente maggioranza, di cui il Movimento 5 Stelle ha fatto parte nella precedente legislatura, non ha mai espresso simili comportamenti, che rischiano di creare un grave precedente. Ricorda che il suo Gruppo aveva già espresso voto contrario sul merito del DEF 2023: oggi questo voto trova conferma anche alla luce delle erronee scelte di metodo assunte dalla maggioranza.

  Stefano CANDIANI (LEGA) fa presente che queste difficoltà sono ascrivibili alla riduzione del numero dei deputati, ridotto del 30 per cento dalle riforme costituzionali. Rileva, infatti, che il numero degli assenti è del tutto in linea con quello che si registra nelle altre votazioni: le proporzioni sono cambiate e questo implica un supplemento di attenzione. Osserva che nondimeno la maggioranza è politicamente coesa come si vedrà nella votazione odierna e si vedrà domani in Assemblea. Sottolinea come Pag. 271l'accaduto rappresenti una ricaduta concreta della riduzione dei parlamentari che va attentamente presa in considerazione perché forse sottovalutata quando è stata approvata la riforma, ma non assume alcuna motivazione politica.

  Piero DE LUCA (PD-IDP) integra la sua dichiarazione facendo presente che non si tratta di un episodio secondario, ascrivibile alla riduzione del numero dei parlamentari. Si tratta, in realtà, di un fatto politico molto grave che non va negato, come del resto ha già fatto il ministro Giorgetti, ma che implica una riflessione approfondita sulla tenuta della maggioranza, poiché la relazione respinta oggi dall'Assemblea stanzia risorse per la riduzione del cuneo fiscale ed è quindi un punto caratterizzante della politica economica della maggioranza di Governo.

  Nessun altro chiedendo d'intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dall'on. Giglio Vigna.

  La seduta termina alle 20.45.