CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 luglio 2020
405.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04323 Rizzetto: Continuità occupazionale e reddituale dei lavoratori delle mense scolastiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla problematica occupazionale e reddituale relativa a tutti i lavoratori dipendenti delle ditte appaltatrici dei servizi di mensa nelle varie istituzioni scolastiche.
  Tali lavoratori, sono stati particolarmente colpiti dalla crisi collegata all'emergenza Covid in quanto, come noto, dal mese di febbraio 2020 le attività scolastiche in presenza sono state sospese e ci sono incertezze anche sulla completa riapertura a settembre.
  Al riguardo, voglio premettere che nella fase emergenziale che stiamo vivendo, la massima tutela a garanzia dei lavoratori, per scongiurare la ripresa del contagio, deve essere sicuramente coniugata con il rispetto dei diritti dei prestatori di lavoro.
  Mi preme dunque evidenziare che questo Governo e in particolare la Ministra Catalfo, ha particolarmente a cuore la situazione dei lavoratori impegnati nei servizi di mensa e ritiene che la situazione vada risolta attraverso una riforma complessiva e strutturale, già a partire dalla prossima legge di bilancio.
  Al riguardo io personalmente, insieme al collega Di Piazza, sono impegnata sulla questione che, attualmente riguarda circa 40 mila lavoratori addetti ai servizi mensa e ristorazione scolastica in appalto e che, purtroppo, va avanti ormai da troppi anni.
  Posso anche riferire che sulla questione è aperto anche un tavolo con le rappresentanze sindacali al fine di trovare soluzioni condivise per poter risolvere la situazione di questi lavoratori.
  Dunque, posso rassicurare gli odierni interroganti che, l'amministrazione che rappresento, farà di tutto per trovare una soluzione che consenta a questi lavoratori di superare non solo questo periodo emergenziale, attraverso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma anche di poter ottenere una regolamentazione del loro rapporto che conferisca al loro lavoro quella dignità che il nostro ordinamento garantisce a tutti i lavoratori.

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ALLEGATO 2

5-04324 Giannone: Problematiche inerenti all'anticipo del trattamento di fine servizio a favore dei dipendenti pubblici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti chiedono al Ministro del lavoro quali atti intenda porre in essere ai fini della concreta attuazione di quanto disposto dal decreto n. 4 del 2019 sull'anticipo del TFS a favore dei dipendenti pubblici.
  Premetto che la possibilità dell'anticipo del TFS è prevista dall'articolo 23 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, che ha disciplinato il suddetto anticipo per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbliche, nonché per il personale degli enti pubblici di ricerca, cui è liquidata la pensione «quota 100».
  In particolare, la disposizione ha previsto che i predetti soggetti possono presentare richiesta di finanziamento di una somma pari all'importo, dell'indennità di fine servizio maturata, alle banche o agli intermediari finanziari che aderiscono a un apposito accordo quadro da stipulare, tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per la pubblica amministrazione e l'Associazione bancaria italiana, sentito l'INPS.
  La norma in parola, ha previsto altresì che le modalità di attuazione e gli ulteriori criteri, condizioni e adempimenti, anche in termini di trasparenza, per l'accesso al finanziamento, sono disciplinati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro per la pubblica amministrazione, sentiti l'INPS, il Garante per la protezione dei dati personali e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
  Il Ministero che rappresento ha sin da subito attenzionato la questione, partecipando ai tavoli tecnici indetti dal Dipartimento della Funzione pubblica per la predisposizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e dell'Accordo Quadro, e riscontrando prontamente ogni richiesta di osservazioni.
  Come evidenziato dagli interroganti, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato emanato il 22 aprile scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 2020.
  Quanto all'Accordo Quadro il Ministero del lavoro ha reso, in data 16 giugno 2020, il formale assenso al prosieguo dell’iter del provvedimento. In data 1o luglio 2020 il Ministro per la pubblica amministrazione ha reso noto di aver trasmesso al Garante per la protezione dei dati personale e al Garante per la concorrenza ed il mercato la bozza di Accordo Quadro condivisa con le Amministrazioni interessate.
  Al riguardo assicuro il massimo impegno del Ministero che rappresento nella definizione celere dell’iter procedurale di emanazione dell'Accordo Quadro, che sarà definita all'esito delle valutazioni che riterranno di fare le Autorità alle quali è stato trasmesso lo schema di accordo.
  In tal senso garantisco che verrà svolto un assiduo monitoraggio e controllo in merito alla questione posta dagli onorevoli interroganti.

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ALLEGATO 3

5-04325 Moschioni: Modalità di erogazione degli ammortizzatori sociali con causale COVID-19 in favore degli artigiani.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti, pongono l'attenzione sugli ammortizzatori sociali stanziati in favore degli artigiani con causale Covid-19, in merito all'applicazione dell'articolo 19, comma 6, del Cura Italia ed alla richiesta del Fondo di solidarietà bilaterale per l'artigianato di preventiva iscrizione e regolarizzazione della posizione contributiva ai fini dell'accesso alla prestazione Covid-19.
  Al riguardo, si dà atto in questa sede che il Fondo di solidarietà bilaterale per l'artigianato ha adottato una delibera in data 8 aprile scorso in forza della quale i datori di lavoro artigiani regolari alla data del 23 febbraio 2020 possono pagare il contributo con riferimento al triennio precedente dal 1o gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2023. La medesima delibera prevede anche che i datori di lavoro artigiani, vincolati alla contrattazione collettiva all'artigianato che non abbiano regolarizzato la propria posizione rispetto alla bilateralità dell'artigianato, con riferimento al triennio precedente, inizieranno a versare quanto dovuto dal 1o gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2023.
  È noto, altresì, che il Fondo di solidarietà bilaterale degli artigiani, quale ente senza scopo di lucro, si propone la finalità di erogare prestazioni con l'obiettivo precipuo di assicurare ai lavoratori non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale una tutela in costanza di rapporto di lavoro, nei casi di riduzione o sospensione dell'attività lavorativa, erogando prestazioni di sostegno al reddito in conformità all'Accordo interconfederale del 10 dicembre 2015 e alla legislazione vigente. Va dato atto che il legislatore ha inteso favorire l'iniziativa privata, nella loro dimensione collettiva, per lo svolgimento di attività di interesse generale anche sulla base della considerazione che gli organismi paritetici sono capaci di interpretare le esigenze del mercato del lavoro in stretto contatto con gli interessi da soddisfare.
  Tuttavia, il Fondo in questione di cui all'articolo 27 del decreto legislativo n. 148 del 2015 è stato integrato in un sistema complessivo di protezione sociale volto comunque ad una tendenziale universalizzazione delle prestazioni, per cui il legislatore con il Decreto Cura Italia nell'approntare tutele fondamentali per affrontare la crisi pandemica, ha ritenuto di dover utilizzare anche i fondi conosciuti come «fondi alternativi».
  Risulta evidente che nell'affrontare l'emergenza da Covid-19 è emerso che il sistema degli ammortizzatori sociali è un sistema altamente complesso e farraginoso che necessita di una revisione. Infatti, il Ministero che rappresento ha tra gli obiettivi quello di mettere in campo una riforma degli ammortizzatori sociali, che siano maggiormente orientati verso le politiche attive.

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ALLEGATO 4

5-04326 Zangrillo: Tutela dei rapporti di lavoro a termine.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante chiede chiarimenti in merito alle iniziative che il Governo intende assumere per tutelare l'occupazione ed in particolare i rapporti di lavoro con contratto a termine, e se nello specifico sono previste proroghe, anche temporalmente circoscritte, alla normativa di settore.
  Mi preme innanzitutto evidenziare che, pur condividendo le preoccupazioni espresse con l'interrogazione in questione, vi è da dire che nelle ultime settimane i dati disponibili sull'andamento dell'economia mondiale, compresa quella italiana, fanno registrare i primi segnali di ripresa dell'attività produttiva, legati al progressivo superamento del lockdown.
  Anche gli indicatori congiunturali italiani di maggio, infatti, catturano i primi segni di ripresa dei ritmi produttivi dopo le marcate contrazioni registrate a marzo e aprile. A maggio, rispetto ad aprile, sono aumentate le esportazioni extra-Ue mentre a giugno il miglioramento della fiducia appare generalizzato tra i settori economici.
  Sul fronte dell'occupazione, se è vero che anche a maggio continua la diminuzione dell'occupazione, tale calo avviene però a ritmo meno sostenuto, mentre torna a crescere il numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un marcato calo dell'inattività. Dopo due mesi di decisa diminuzione, aumenta anche il numero di ore lavorate pro capite.
  Tali dati sono il frutto dell'impegno profuso dal Governo che, sin dall'inizio della situazione emergenziale determinata da COVID-19, si è mosso con grande determinazione per salvaguardare, in generale, i preesistenti livelli occupazionali, e tutelare in particolare tutte le forme di lavoro più esposte agli effetti della crisi ingenerata dall'emergenza epidemiologica.
  Ciò ha portato all'adozione di misure specifiche anche a tutela dei contratti di lavoro a tempo determinato e dei lavoratori stagionali, dando la possibilità ai datori di lavoro che accedono agli ammortizzatori sociali, di rinnovare o prorogare i contratti.
  Su tale direttrice è intervenuto il decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020, ed il successivo decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, in fase di conversione, ove come noto si prevede, all'articolo 93, che il termine dei contratti di lavoro a tempo determinato, anche in regime di somministrazione, sia prorogato di una durata pari al periodo di sospensione dell'attività lavorativa, prestata in forza dei medesimi contratti, in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
  Confermo dunque, anche in questa occasione, che è massimo l'impegno dell'Amministrazione che rappresento sulle delicate questioni di cui trattiamo, e che tutto il Governo è attento ai temi che gli onorevoli interroganti hanno sollecitato.

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ALLEGATO 5

5-04327 Serracchiani: Tutela dei livelli occupazionali dello stabilimento Husqvarna di Valmadrera (Lecco).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Husqvarna Italia spa di Valmadrera (Lecco).
  Husqvarna è uno storico marchio multinazionale svedese, che opera in vari settori merceologici. Nello stabilimento di Valmadrera è presente la divisione relativa alla fabbricazione di macchine per l'agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia.
  Come evidenziato dagli interroganti, l'azienda, nel mese di maggio 2019 ha annunciato la cessazione dell'attività e successivamente, a giugno 2019, ha avviato la formale procedura di licenziamento collettivo per 81 lavoratori.
  Da quel momento la Regione Lombardia ha promosso diversi incontri, sia di natura tecnica che politica, con tutti i soggetti coinvolti, per concordare i percorsi di politica attiva.
  Al riguardo posso riferire che, in data 15 luglio 2019, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è tenuta una riunione tra i vertici aziendali, le rappresentanze sindacali dei lavoratori e i rappresentanti della Regione Lombardia, per l'espletamento dell'esame congiunto della situazione aziendale finalizzato alla stipula dell'accordo governativo per il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS), ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018 – che, come noto, ha ripristinato lo strumento della CIGS per cessazione di attività.
  All'esito dell'incontro, le Parti hanno sottoscritto un accordo avente ad oggetto il ricorso, da parte della Società – per un periodo di 12 mesi (a decorrere dal 6 giugno 2019) – al trattamento di CIGS per crisi aziendale, per cessazione di attività, in favore di un numero massimo di 81 lavoratori, impiegati presso il sito di Valmadrera.
  Nell'ambito del predetto accordo, inoltre, la Società ha dichiarato di aver già conferito ad un advisor esterno l'incarico di procedere nella ricerca di soggetti potenzialmente interessati a subentrare nell'attività condotta presso il predetto sito.
  Mi sento dunque di rassicurare gli odierni interroganti che, il Ministero che rappresento, ha ben presente la situazione relativa alla crisi aziendale in oggetto e che naturalmente vigilerà attentamente sul prosieguo della vertenza.