ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00213

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 273 del 04/04/2024
Abbinamenti
Atto 7/00128 abbinato in data 10/04/2024
Atto 7/00211 abbinato in data 10/04/2024
Firmatari
Primo firmatario: MALAVASI ILENIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 04/04/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FURFARO MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 04/04/2024
CIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 04/04/2024
GIRELLI GIAN ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 04/04/2024
STUMPO NICOLA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 04/04/2024


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/04/2024

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/04/2024

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00213
presentato da
MALAVASI Ilenia
testo di
Giovedì 4 aprile 2024, seduta n. 273

   La XII Commissione,

   premesso che:

    le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie cui fanno parte le malattie ischemiche del cuore, come l'infarto acuto del miocardio e l'angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l'ictus ischemico ed emorragico, e rappresentano le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità nel nostro Paese;

    le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte e la seconda causa di disabilità nel mondo. Secondo i dati del Global burden of disease, infatti, questo gruppo eterogeneo di patologie è responsabile del 36 per cento di tutte le morti e del 20 per cento delle morti premature in Europa. Proprio per questo motivo il programma del Consiglio dell'Unione europea (luglio 2023-dicembre 2024), elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese, pone il contrasto alle malattie cardiovascolari tra le principali strategie europee per la tutela della salute;

    come indicato sul sito web del Ministero della salute, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 34,8 per cento di tutti i decessi (31,7 per cento nei maschi e 37,7 per cento nelle femmine). In particolare, secondo i dati Istat 2018, la cardiopatia ischemica è responsabile del 9,9 per cento di tutte le morti (10,8 per cento nei maschi e 9 per cento nelle femmine), mentre gli accidenti cerebrovascolari dell'8,8 per cento (7,3 per cento nei maschi e 10,1 per cento nelle femmine);

    in particolare, come si legge sul sito web dell'Istituto superiore di sanità la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28 per cento di tutte le morti, mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13 per cento, dopo i tumori;

    oltre a rappresentare la principale causa di morte in Italia, con oltre 230.000 casi annui, esse sono una delle principali cause di disabilità e la principale causa di ospedalizzazioni, con quasi 673.000 ricoveri nel 2020. In particolare, ogni anno, vengono ricoverati per infarto miocardico acuto circa 150.000 pazienti, con un'età media di circa 68 anni, e la metà di questi pazienti ha superato i 65 anni;

    complessivamente in Italia ci sono oltre 9,6 milioni di persone affette da patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, di cui l'80 per cento ha più di 60 anni. Circa il 70 per cento delle nuove diagnosi avviene tra i 55 e gli 85 anni;

    lo scompenso cardiaco rappresenta un'altra emergenza, con oltre 200.000 ricoveri all'anno di cui 130.000 sono specificamente per questa condizione. In aggiunta, i dati più recenti indicano che le malattie cardiovascolari comportano ogni anno costi diretti ed indiretti compresi tra i 19 e i 24 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale italiano, di cui tra gli 11 e i 16 miliardi di costi sanitari diretti, quali ricoveri, procedure interventistiche e terapie, e tra i 5 e gli 8 miliardi di costi indiretti correlati alla perdita di produttività dei malati e dei caregiver;

    chi poi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico. La malattia modifica la qualità della vita e comporta notevoli costi economici per la società. In Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille (dati Istat). Il 23,5 per cento della spesa farmaceutica italiana, pari all'1,34 del prodotto interno lordo, è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato di salute del Paese, 2000);

    contrariamente alla comune credenza, uomini e donne condividono gli stessi fattori di rischio cardiovascolare, sebbene si riscontrino differenze fra i due sessi in termini di insorgenza e predisposizione a determinate malattie cardiache. Per esempio, le patologie valvolari sono state storicamente prevalenti nel sesso femminile, mentre gli episodi di infarto si sono manifestati maggiormente e con maggiore frequenza nel sesso maschile;

    le malattie cardiovascolari sono in gran parte prevenibili, in quanto riconoscono, accanto a fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità), anche fattori modificabili, legati a comportamenti e stili di vita (fumo, alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà), spesso a loro volta causa di diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa;

    oltre all'attività di prevenzione primaria, fondamentale per ridurre il rischio di ammalarsi, il percorso di presa in carico dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari e cerebrovascolari inizia con una corretta e tempestiva diagnosi della patologia che permette di definire la terapia e il percorso più appropriato per il singolo paziente. Inoltre, per alcune patologie cardiache, come ad esempio quelle valvolari, finora sempre sotto-diagnosticate e di conseguenza sotto-trattate, la diagnosi precoce gioca un ruolo ancora più importante in quanto non prevenibili semplicemente adottando stili di vita corretti;

    la prevenzione primaria e secondaria dei fattori di rischio cardiovascolari e cerebrovascolari rappresenta un elemento imprescindibile nelle politiche di contrasto alla diffusione delle patologie croniche. Le linee guida della European society of cardiology (Esc) sulla prevenzione cardiovascolare del 2021 sollecitano la realizzazione di programmi di screening, anche se non vi sono indicazioni su programmi e target di popolazione specifici;

    già nel 2005, il Piano nazionale della prevenzione (Pnp) aveva incluso tra le aree prioritarie di intervento le malattie cardiovascolari attraverso una strategia complessiva di prevenzione che comprende la promozione della salute e di stili di vita corretti e l'individuazione precoce delle patologie cardiovascolari nei soggetti in condizione di rischio. Successivamente, il Pnp 2014-2018 ha, per la prima volta, stabilito come obiettivo per tutte le regioni l'identificazione precoce delle malattie cardiovascolari, anche, mediante percorsi di screening appropriati per le fasce di popolazione più anziane al fine di ridurre la morbosità, la mortalità e le disabilità premature delle malattie croniche non trasmissibili;

    il Pnp 2020-2025, adottato con intesa in Conferenza permanente Stato-regioni in data 6 agosto 2020, prevede, inoltre, un rinnovato impegno nel campo della promozione della salute e della prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, in particolare nel macro obiettivo 1 – «Malattie croniche non trasmissibili», secondo un approccio «life-course», che contempla la realizzazione di interventi preventivi e protettivi volti ad ottenere risultati di salute che migliorino l'aspettativa e la qualità di vita, favorendo il mantenimento di un buono stato di salute lungo tutto il corso della vita;

    detto Piano mira a rafforzare, anche alla luce della recente esperienza pandemica, il sistema della prevenzione e il lavoro in rete delle strutture in un'ottica «One Health», nonché ad estendere l'attivazione di percorsi integrati per l'identificazione precoce e la presa in carico delle persone in condizioni di rischio aumentato per malattie croniche non trasmissibili e/o affetti da patologia, in raccordo con le azioni del Piano nazionale della cronicità: il Pnp si propone, altresì, di favorire il processo di attuazione, dei nuovi Livelli essenziali di assistenza;

    in attuazione del Pnp 2020-2025 tutte le regioni/PA hanno adottato o avrebbero dovuto adottare, entro il 31 dicembre 2021, i propri piani regionali della prevenzione, con cui identificare gli obiettivi specifici e i relativi indicatori e standard, funzionali al raggiungimento degli obiettivi centrali del Pnp;

    nel nostro Paese manca, però, un programma a copertura nazionale di screening delle malattie cardiache dell'anziano, nonostante la popolazione italiana sia tra le più longeve e con una quota di ultrasessantacinquenni fra le più alte a livello mondiale: ad inizio 2023 i cittadini over 65 anni erano oltre 14 milioni, pari al 24,1 per cento della popolazione nazionale;

    al progressivo invecchiamento della popolazione corrisponde un aumento del peso delle patologie cronico-degenerative, tema che diventa rilevante per le patologie cardiache legate all'età fra cui patologie delle valvole cardiache, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale: esse traggono origine già a partire dai 60 anni, ma diventano clinicamente rilevanti tra i 75 e gli 85 anni;

    secondo le attuali tendenze connesse ad invecchiamento e denatalità, le cardiopatie degenerative legate all'età sembrano destinate a crescere e ciò detta l'urgenza verso un cambio strutturale di politiche sanitarie sulla prevenzione che siano capillari sul territorio nazionale. In tal senso è necessario ed urgente definire e realizzare un programma di salute pubblica destinato alla popolazione over 70 e finalizzato all'identificazione delle patologie cardiache nell'ottica di una prevenzione cardiovascolare nella popolazione anziana, al fine di ridurre le complicanze che esse comportano;

    infine, l'allungamento delle liste d'attesa riscontrato durante e dopo la fase acuta della pandemia da COVID-19, oltre a far aumentare il numero di pazienti che presentano quadri clinici molto più complessi a causa di diagnosi e cure differite, pone un problema di sostenibilità e resilienza del sistema sanitario nazionale;

    alla luce della revisione dell'assistenza territoriale e delle risorse europee del Piano nazionale di ripresa e resilienza è necessario prevedere investimenti sulle reti di prossimità, telemedicina, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, anche perché, al momento, le patologie cardiovascolari e cerebrovascolari rappresentano un grande gruppo di patologie ad alto impatto a non essere ancora state oggetto di un piano programmatico di settore;

    infine, la Società europea di cardiologia definisce la morte cardiaca improvvisa come «una morte naturale dovuta a cause cardiache, preceduta dalla rapida perdita di coscienza, generalmente entro un'ora dall'insorgere della sintomatologia acuta, in soggetti con o senza cardiopatia nota preesistente, ma per i quali tempi e modalità del decesso sono inaspettati»;

    la MCI è la causa prevalente di morte improvvisa nei bambini, negli adolescenti e nei giovani ed è un evento drammatico, che si verifica spesso in soggetti apparentemente sani, quale prima manifestazione di una patologia fino ad allora ignorata, le cui cause principali sono le cardiomiopatie (12-52 per cento), le miocarditi (3-12 per cento), le malattie delle valvole cardiache (1-11 per cento), la malattia aterosclerotica coronarica precoce (2-25 per cento), le anomalie delle arterie coronarie (2-19 per cento), la dissezione o le anomalie dell'aorta (2-5 per cento) e altre cause strutturali (8-14 per cento);

    nel nostro Paese vi è l'obbligo del riscontro diagnostico in caso di morte improvvisa del lattante e del feto (legge 2 febbraio 2006, n. 31), ma non esiste alcuna legge che disciplina la morte improvvisa giovanile, mentre la corretta identificazione delle cause della morte improvvisa giovanile permetterebbe di identificare eventuali patologie ereditarie e di attuare sui familiari viventi specifiche strategie diagnostiche e terapeutiche preventive;

    infine, a livello globale si stima che il 50 per cento dei pazienti in terapia farmacologica per la prevenzione cardiovascolare primaria (i pazienti che non hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari) e il 43 per cento di quelli in prevenzione secondaria non aderiscono ai programmi di trattamento nei primi 2 anni. Per contrastare tale fenomeno, nel Piano d'azione globale dell'organizzazione mondiale della sanità del 2022, si chiede agli Stati di redigere raccomandazioni e linee guida per i casi a rischio di malattie cardiovascolari, soprattutto nell'area dell'ipercolesterolemia e ipertensione;

    nel campo delle malattie cardiovascolari, i principali fattori di rischio sono la scarsa aderenza dei pazienti alle cure e l'accesso limitato ai farmaci. Negli anni sono nate delle soluzioni che cercano di ovviare a entrambe le cause rappresentate dalle fix dose combination (o polipillola) ovvero prodotti che contengono due o più principi attivi combinati. Si tratta di soluzioni più sostenibili per il sistema sanitario nazionale, oltre che un supporto ad una maggiore aderenza alla terapia per i pazienti, finalizzata alla prevenzione sia primaria che secondaria di patologie cronico-degenerative. Inoltre, non è da dimenticare che l'aumento delle ospedalizzazioni ed i costi delle cure per le malattie cardiovascolari croniche minacciano la sostenibilità dei sistemi sanitari di molti Paesi,

impegna il Governo:

   ad adottare un piano nazionale per le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, in continuità e coerenza con il Piano nazionale della prevenzione e il Piano sulle cronicità, in grado di assicurare una visione unitaria e condivisa su tali patologie;

   ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a stanziare fin dal primo provvedimento utile adeguate e specifiche risorse economiche per l'implementazione delle attività di educazione sanitaria, informazione e di un necessario programma di screening in relazione alle patologie cardiovascolari e cerebrovascolari;

   ad individuare risorse adeguate per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci innovativi per le patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, garantendo un accesso equo sul territorio nazionale;

   ad adottare iniziative volte a ridurre le barriere burocratiche (schede di monitoraggio, piani terapeutici) per la prescrizione di farmaci innovativi di comprovata efficacia e sicurezza procedendo anche ad un ampliamento e aggiornamento dei codici disponibili (Drg) affine di riconoscere le innovazioni;

   ad assumere ogni opportuna iniziativa di competenza per promuovere il recepimento del Piano nazionale per le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari da parte delle regioni e delle province autonome entro sei mesi dalla data di istituzione, anche al fine di ridurre differenze regionali;

   ad istituire e finanziare un programma sperimentale pluriennale di diagnosi precoce delle patologie cardiache della persona anziana, a partire dal compimento del settantesimo anno di età;

   ad adottare iniziative di competenza volte a potenziare la telemedicina al fine di favorire il monitoraggio e la presa in carico dei pazienti, specialmente quelli più anziani procedendo anche alla revisione dei percorsi attuali di presa in carico e alla definizione di nuovi percorsi per le principali patologie potenziandoli, con l'utilizzo sistematico della telemedicina e degli altri strumenti di sanità digitale in tutte le fasi del processo (dalla diagnosi precoce alla gestione e follow-up);

   ad adottare iniziative volte ad attuare un'assistenza territoriale continua, che garantisca una presa in carico multidisciplinare e multidimensionale, una corretta aderenza terapeutica, per migliorare la vita del paziente, prevenire disabilità e ridurre i costi sanitari;

   ad adottare iniziative per garantire la raccolta dei dati sanitari dei pazienti sia a fini statistici che di ricerca, anche al fine di creare flussi informativi indirizzati, tra l'altro, a consentire interventi mirati sul Sistema sanitario nazionale;

   a predisporre campagne di informazione, con il supporto delle associazioni dei pazienti e delle organizzazioni civiche, contro le malattie cardiovascolari nei confronti di soggetti non affetti da malattie cardiache, visto che corretti stili di vita, buone abitudini alimentari, un'adeguata attività fisica, una buona igiene del sonno e la riduzione dei fattori stressanti sono alla base di una buona prevenzione;

   a promuovere un sistema di assistenza continuativa, multidimensionale e multidisciplinare in grado di definire programmi di cura personalizzati e centrati sui bisogni dell'individuo migliorandone la qualità di vita;

   a prevedere la realizzazione di un programma di prevenzione delle malattie cardiovascolari, attivando uno screening delle malattie cardiovascolari, su tutti i nuovi nati, al fine di identificare i soggetti a rischio di mortalità e di morbilità cardiovascolari in età pediatrica, con particolare riferimento alle patologie per le quali esistono terapie che ne migliorano o rallentano la progressione;

   ad adottare iniziative volte a realizzare materiale informativo su sintomi, caratteristiche e prospettive di cura per le principali patologie cardio, cerebro e vascolari, da rendere disponibili all'interno degli studi dei medici di medicina generale e delle farmacie;

   ad individuare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tenuto conto delle linee guida in materia redatte dalle società medico-scientifiche nazionali e internazionali di riferimento e sentito l'Istituto superiore di sanità, gli interventi necessari per garantire l'esecuzione di una diagnosi autoptica istologica e molecolare nei casi di morte improvvisa in età infantile e giovanile;

   a promuovere un'attività più dettagliata di educazione al trattamento – sia degli operatori sanitari che dei pazienti – in fase di prevenzione cardiovascolare per garantire massima aderenza alla terapia e qualità terapeutica, anche attraverso soluzioni più sostenibili per il Sistema sanitario nazionale, oltre che a supporto di una riduzione del relativo numero di complicanze ed ospedalizzazioni.
(7-00213) «Malavasi, Furfaro, Ciani, Girelli, Stumpo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

malattia cardiovascolare

mortalita'